L’orchestra di Piazza
Vittorio
Regia
Distribuzione
Età
Durata
Audio
Anno
Agostino Ferrente
Lucky Red
Da 12 anni
90 min. - colore
Italiano
2006
Sinossi
Roma tra il 2001 e il 2002. L’orchestra di piazza Vittorio nasce da un’idea di Mario Tronco, componente della Piccola Orchestra Avion Travel, e del documentarista Agostino Ferrente. Tronco e Ferrente
trovano nell’Esquilino, quartiere di Roma multietnico per eccellenza, che ha il suo centro a Piazza Vittorio Emanuele II (detta anche Piazza Vittorio), una grande ricchezza di suoni e musicisti provenienti
dai quattro angoli del mondo.
Sorge così il progetto di riunire alcuni di questi musicisti in un gruppo, o
meglio un’orchestra che riesca a fondere i suoni caratteristici di ognuno. Il progetto si realizza grazie
all’Associazione Culturale Apollo 11, fondata nel 2001 da Tronco e Ferrente, insieme ad altri artisti e
operatori culturali per salvare lo storico cinema Apollo che stava per essere trasformato in una sala
bingo.
Analisi della struttura
“Si dice che tutte le strade portino a Roma”: è con questo detto che inizia il documentario musicale di
Agostino Ferrente. E’ sicuramente un modo azzeccato, visto che Roma è un grande esempio di multiculturalità, grazie alle numerosissime persone provenienti da ogni parte del mondo. Una piazza nasce
da un insieme di persone portate in un posto dal caso e dalla necessità. Nasce perché gli uomini hanno
bisogno di stare insieme, di comunicare, soprattutto per trovare una soluzione ai mille problemi della
vita. Per tutti questi motivi è nata “L’orchestra di Piazza Vittorio”, dall’omonima piazza del quartiere
Esquilino di Roma. Un luogo che nel tempo ha visto cambiare la sua gente: da estrazione alto borghese
a luogo di spaccio e malavita, ora grande concentrazione di nuovi immigrati. Due cinesi allacciati in un
tango a piazza Vittorio sulle note della tromba suonata da un cubano; un argentino che improvvisa un
trascinante assolo di percussioni, poi accompagna gentile i visitatori verso la porta di casa che però è la
saracinesca di un garage, perché una casa vera non ce l’ha; un ecuadoregno che canta accompagnandosi
con la chitarra una nenia ammaliante anche se del tutto priva di parole; un “tablista” indiano mai uscito prima dal suo villaggio nel Rajastan che contempla a bocca aperta Roma by night dal finestrino del
taxi (“Certo che è bella. È nella categoria delle città più belle del mondo” spiega il cugino immigrato
che lo ha trascinato lì per suonare con lui; “è anche la città di Romeo e Giulietta, sai quelli morti per
amore...” affermazione errata, ma pazienza). Ogni membro dell’orchestra prega il suo Dio e parla la
sua lingua, ma la musica la sanno suonare insieme. Non si può parlare di ‘musica etnica’, ma soprattutto
di etnicità musicata in un’orchestra, perché anche l’orchestra è un concetto, un modo di pensare e di interagire in modo comunitario, dove nessuno è ‘extra’. Ferrente ha, sin dall’inizio del progetto nel 2001,
filmato tutto il percorso di formazione dell’orchestra e non solo, riprendendo le difficoltà nel trovare
Scheda scaricabile su www.scuoladecs.ti.ch/vdq
©CDC 2013
musicisti, sale prove, denaro, tempo; inquadra bene la spensieratezza di immigrati impegnati nella quotidiana lotta di sopravvivenza nell’Italia dei pregiudizi, le paure, i timori, le insicurezze degli organizzatori, impegnati invece nel difficile compito di realizzare al meglio un bellissimo progetto che esula dalla
politica e dalle differenze, ma che abbraccia un’idea di unione mondiale di vite e stili, sulle onde di
colorate note musicali. Ritmato da un vivace senso dello humour, ma sempre nel rispetto assoluto delle
realtà umane incontrate, e accompagnato da una voce di commento, “L’orchestra di Piazza Vittorio”
vuole essere un omaggio alla ricchezza di un tessuto umano che troppo spesso viene letto solo in senso
negativo. La cosa più sorprendente è che talvolta il viaggio porta a incontrare personaggi che sembrano
usciti da un film americano impegnato a difendere il concetto di melting pot: invece ci si trova in pieno
Tiburtino, in uno dei quartieri più malvisti della capitale. Con Mario Tronco, che ama dichiararsi di nazionalità casertana, e con le buffe situazioni che a turno coinvolgono i musicanti arruolati per l’impresa, l’auto-ironia e la partecipazione divertita degli interpreti giocano indubbiamente un ruolo positivo,
mettendo a disposizione dell’autore una carta vincente. Il documentario beneficia di questo come anche
della piacevolezza di momenti musicali, che talvolta sono coreografati in modo da rendere omaggio alle
culture dei paesi di provenienza. L’orchestra di piazza Vittorio è quindi una storia di ricerca e scoperta,
di progetti impossibili che riescono a realizzarsi contro tutto e tutti, di musicisti sconosciuti che riscoprono loro stessi attraverso una passione forse dimenticata, di rapporti intensi e invidie sbandierate e
divertenti. E’ la storia di un quartiere invaso e di una parte d’Italia che proprio non può fare a meno di
urlare il suo dissenso. E’ la storia della musica che travalica la narrazione filmata, dettando il ritmo al
‘documento’, e dei personaggi (30 musicisti di circa 15 nazionalità diverse) che travalicano la musica.
Novanta minuti di lezione di musica, eleganza, gusto, emozioni, multiculturalità, con brani splendidamente cantati in italiano, inglese, indiano, spagnolo, francese, arabo, portoghese e altre lingue, musiche
composte per l’occasione dai componenti della band, arrangiamenti originali e singolari, per raccontare
la storia della band, dalla sua nascita alle affermazioni costruite con un lavoro serio e duro ma divertente, ricco di soddisfazioni, di humour e di una bella dose di ironia. Un documentario che appassiona e
coinvolge, commuove emoziona esalta e invita all’applauso spontaneo più di una volta. Uno straordinario miscuglio multietnico che è una grande lezione di vita, incontro di cattolici musulmani ebrei induisti
atei… con un’unica passione, un unico ideale: vivere e convivere. Una “armoniosa diversità” formatasi
nonostante leggi restrittive, burocrazia assurda, naturali rivalità, difficoltà economiche, delusioni, diffidenze, defezioni… Un vero e proprio miracolo che sa tanto di sogno hollywoodiano e che invece si è
realizzato concretamente a Roma.
Proposte didattiche
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Che cosa è l’Associazione Culturale “Apollo 11”?
Perché nasce L’Orchestra di Piazza Vittorio?
Perché nasce nel quartiere Esquilino di Roma?
Da chi è nata l’idea di formare questa orchestra?
Qual è stato il motivo?
Quali sono state le difficoltà incontrate nella realizzazione dell’orchestra?
Da dove provengono i musicisti?
Come vivevano queste persone prima di far parte dell’orchestra?
Perché un gruppo di cittadini partecipò alla realizzazione del progetto? In quale modo?
Che cosa rappresenta oggi l’Orchestra di Piazza Vittorio?
Quale significato ha la parola “appartenenza”?
Quali sono i pregi di questo documentario?
Quali tematiche sono trattate?
Qual è il messaggio di questo documentario?
L’Orchestra di Piazza Vittorio Scheda scaricabile su www.scuoladecs.ti.ch/vdq ©CDC 2013