GEOGRAFIA DEI GRECI E GEOGRAFIA STORICA

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A.A. 2009-2010 – STORIA GRECA – PROF. EUGENIO LANZILLOTTA – 25 Febbraio 2010
LA TERRA SECONDO GLI AUTORI ANTICHI
I. Ricostruzione da OMERO (IX sec. a. C.):
II. Ricostruzione da ECATEO di Mileto (VI sec. a. C.):
“Rido quando vedo che molti hanno disegnato la mappa della terra, ma che nessuno ne ha
dato una spiegazione ragionevole: raffigurano un Oceano che scorre intorno alla terra,
tonda come se l’avessero fatta con il compasso, e disegnano l’Asia grande come l’Europa”
(Erodoto IV, 36).
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III. Ricostruzione da ERODOTO di Alicarnasso (V sec. a. C.):
IV. Ricostruzione da ERATOSTENE di Cirene (III sec. a. C.):
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BRANI DI RIFERIMENTO
I. La descrizione dello scudo di Achille
(Omero, Iliade, libro XVIII, vv. 478-605 - trad. di Maria Grazia Ciani, Marsilio Editori,
Venezia 1990).
“E fabbricò [Efesto] per primo uno scudo, grande e pesante, in ogni parte adorno, vi pose
intorno un triplice bordo, luminoso, splendente, e vi attaccò un balteo d'argento. In cinque
fasce era diviso lo scudo; e su di esso il dio dall'abile ingegno incise molti disegni a rilievo.
Raffigurò la terra e il cielo e il mare, e poi il sole instancabile e la luna piena e tutte le
costellazioni che incoronano il cielo, le Pleiadi, le Iadi e il grande Orione e l'Orsa - che
chiamano anche il Carro - l'Orsa che gira su se stessa rivolta a Orione ed è la sola che non
si bagna nelle acque di Oceano. Disegnò poi due fiorenti città di uomini mortali. [...] Fece
infine, lungo il bordo estremo dello scudo possente, la grande forza di Oceano”.
II. Selezione di passi tratti dal “catalogo delle navi”
(Omero, Iliade, libro II - versione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, 1993)
vv. 493-510
Ma dirò i capi di navi e tutte le navi.
Dei Beoti Penèleo e Leito erano a capo,
e Arcesílao e Clonio e Protoènore,
Iría abitavano alcuni ed Aulide petrosa,
e Scheno e Scolo, e il ricco di vette Eteone,
e Tespia e Graia e Micalesso spaziosa;
altri abitavano intorno ad Arma, a Ilisio, a Eritra;
avevano altri Eleone ed Ile e Peteone,
Ocalea e Medeone, borgo ben costruito,
Cope, Eútresi e Tisbe dalle molte colombe;
altri Coronea e Alíarto erbosa,
e altri avevan Platea, e abitavan Gli santo,
e avevano Ipotebe, borgo ben costruito,
e Onchesto sacra, recinto nobile di Poseidone;
altri avevano Arne ricca di grappoli, e Mídea
e Nisa divina e la lontana Antedone;
vennero di costoro cinquanta navi, in ognuna
centoventi giovani dei Beoti eran saliti.
vv. 517-590:
E dei Focesi Schedío ed Epístrofo erano a capo,
figli d’Ifito magnanimo Naubolíde;
questi avevan Cipàrisso e Pito petrosa,
Crisa divina e Daulíde e Panopeo,
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e ad Anemoria vivevano e a Iàmpoli,
e presso il fiume Cèfiso divino abitavano,
e avevano Lílaia, sulla sorgente del Cèfiso;
costoro quaranta navi nere seguivano,
e i capi ordinavan le file dei Focesi attivamente;
accanto ai Beoti, a destra, stavano armati.
Dei Locri era a capo l’Oileo, il rapido Aiace,
meno grande, non tanto grande quanto l’Aiace Telamonio,
molto meno grande, piccolo anzi e con cotta di lino,
ma con l’asta vinceva tutti gli Elleni e gli Achei.
Questi abitavano Cino e Oponto e Callíaro,
e Bessa e Scarfe, e l’amabile Augea,
e Tarfe e Tronio, sulla corrente del Boagrio.
Costui quaranta navi nere seguivano,
dei Locri, che vivono in faccia alla sacra Eubea.
Quelli che avevan l’Eubea, gli Abanti che spirano furia,
e Calcíde ed Eretria e Istíea ricca di grappoli,
e Cerinto marina e l’alta città di Dione,
e quelli che avevano Càristo, e abitavano Stira,
di questi era a capo Elefènore, rampollo d’Ares,
figlio di Calcodonte, magnanimo principe degli Abanti;
a lui obbedivan gli Abanti rapidi, chiomati alla nuca,
armati di lancia, bramosi coi lunghi frassini
di rompere la corazza intorno al petto ai nemici.
Costui quaranta navi nere seguivano.
E quelli che avevano Atene, città ben costruita,
popolo del magnanimo Eretteo, che Atena un tempo
allevò, la figlia di Zeus – lo generò la terra feconda –
e pose in Atene, dentro il suo ricco tempio;
e lui qui con tori e agnelli propiziano
i giovani degli Ateniesi al tornare dell’anno:
di questi era a capo il figlio di Peteòo, Menesteo:
mai sulla terra nacque uomo simile
per ordinare cavalli e uomini armati di scudi.
Soltanto Nestore entrava in gara, poi ch’era più vecchio.
Costui cinquanta navi nere seguivano.
Aiace da Salamina guidava dodici navi;
e li dispose ordinandoli dov’erano le falangi ateniesi.
Quelli che avevano Argo e Tirinto murata,
Ermione e Asine sul golfo profondo,
Trezene, Eione, Epídauro piantata a vigneti,
e avevano Egina e Màsete, giovani degli Achei,
di questi era a capo Diomede, potente nel grido,
e Stènelo, caro figlio di Capaneo glorioso,
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terzo Euríalo andava con essi, mortale pari agli dèi,
figlio di Mecisteo, del re Talaonide;
ma su tutti imperava Diomede, potente nel grido.
Costoro ottanta navi nere seguivano.
Quelli che avevan Micene, città ben costruita,
e l’abbondante Corinto, e il ben costruito Cleone,
o che abitavano Ornea e l’amabile Aretirea,
e Sicione, là dove Adrasto prima regnò,
e quelli che Iperesía e l’alta Gonòessa
avevano e Pellene, e abitavano intorno ad Ègio,
e in tutto quanto l’Egialo, e intorno all’ampia Elíce,
cento navi di questi guidava il potente Agamennone,
figlio d’Atreo; con lui moltissime e nobili
schiere venivano; egli era vestito di bronzo abbagliante,
e andava superbo, tra tutti gli eroi primeggiava,
perché era il più forte, guidava moltissime schiere.
Quelli che avevano Lacedèmone concava, avvallata,
e Fari e Sparta e Messe ricca di colombe,
e abitavano Brisea e l’amabile Augea,
che avevano Amicla ed Elo, borgo sulla riva del mare,
che avevano Laa e che abitavano Ètilo,
di questi guidava il fratello, Menelao potente nel grido,
sessanta navi; a parte stavano armati;
egli in mezzo moveva, fidando nel suo coraggio,
e li spingeva alla guerra; moltissimo ardeva in cuore
di vendicare d’Elena le ribellioni e i gemiti.
vv. 631-637
Odisseo conduceva i Cefalleni magnanimi,
quelli che avevan Itaca e il Nèrito, sussurro di fronde:
e abitavano Crocílea e l’aspra Egílipa,
e avevan Zacinto e abitavano Samo,
e possedevan le coste e le rive di faccia abitavano;
di questi era a capo Odisseo, simile a Zeus per saggezza.
Andavan con esso dodici navi dai fianchi vermigli.
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