Soluzione Compito di Elettrotecnica Ipotesi preliminare: i trasformatori, lavorando in condizioni nominali, dovranno appartenere allo stesso gruppo (ad esempio: Triangolo – Triangolo), in modo che non ci sia un eventuale ricircolo di corrente. Poiché hanno lo stesso rapporto di trasformazione a vuoto, possono essere messi in parallelo. Calcoliamo le correnti nominali dei due trasformatori: I2nA (Trasformatore A) = SnA/(√3 * V20n) = 120000/(1.73 * 400) = 173 A I2nB = 160000/(1.73 * 400) = 231 A Si ricava dai dati la Potenza di corto circuito: PccA = (Pcc% * SnA) / 100 = 2,4 *120000/100 = 2880 W Analogamente per PccB = 3520 W Poiché il fattore di potenza in corto circuito del trasformatore A (cosφccA) è pari a Pcc%A / Vcc%A Ricavo la quantità incognita, ossia Vcc%A = Pcc%A / cosφccA = 2,4 / 0,4 = 6% E analogamente Vcc%B = 5,5% Da qui si ottiene la tensione di corto circuito di ciascun trasformatore: VccA = (Vcc%A * V20nA) / 100 = (6 * 400) / 100 = 24V VccB = 22V Avendo ricavato la tensione di corto circuito e la corrente nominale di ciascun trasformatore, ottengo per semplici passaggi l’impedenza di corto circuito (considerando il circuito equivalente semplificato del trasformatore reale, quello composto soltanto dalla impedenza di corto in serie al carico e dalla ammettenza proporzionale alle perdite a vuoto in parallelo), che valgono ZccA = 0,08 Ω e ZccB = 0,055Ω Conoscendo il fattore di potenza in corto circuito cosφcc dei due trasformatori (che è uguale), si trova l’angolo di sfasamento tra il favore della tensione e quello della corrente in corto circuito φcc = cos-1 (0,4) = 66,4° da cui otteniamo RccA = ZccA * cosφccA = 0,032 Ohm RccB = ZccB * cosφccB = 0,022 Ohm Essendo i due fattori di potenza uguali, le correnti erogate dai due trasformatori sono in fase tra loro, e proporzionali alle rispettive potenze apparenti, per cui valgono le relazioni: (I2nA / I2nB) = (SnA / SnB) e (Itot / I2A) = (Stot / SnA) ma quanto vale la corrente Itot erogata dai trasformatori? Occorre partire dall’assorbimento dei motori asincroni posti in parallelo tra loro. Ogni motore eroga una certa potenza meccanica, con un dato rendimento: la potenza elettrica assorbita è data dal rapporto tra quella meccanica ed il rendimento tabellato. Per cui Pa (potenza attiva assorbita dal motore a) = 90000 / 0,94 = 95744 W Pb = Pa Pc = 32608 W Conoscendo il fattore di potenza (cosφ) nominale dei motori in questione, si perviene al risultato delle potenze apparenti assorbite, pari rispettivamente a 111330 VA e 39287 VA, la cui somma è pari a 111330 + 111330 + 39287 = 261947 VA da cui si ricava la relazione della corrente totale assorbita dal complesso dei tre motori 8in valore assoluto): Itot = Stot / (√3 * Vn) = 400A A questo si può determinare l’impedenza equivalente del complesso costituito dai due trasformatori in parallelo, considerando che hanno lo stesso fattore di potenza: I2A = Itot * (SnA / Stot) che porta al risultato di 171A per il primo e 229A il secondo (poco al disotto dei valori nominali). Il rendimento va studiato tenendo presente la potenza resa dai trasformatori, e quella assorbita dalla rete che si differenzia dalla prima a causa delle perdite interne ai trasformatori stessi (considerati ovviamente come componenti reali, non ideal). Le perdite si possono riassumere in Perdite nel rame statorico e rotorico (riassunte nella Rcc, resistenza di corto circuito) = PCuA = 3 * Rcc * I2A2 = 3 * 0,032 * 1712 = 2807 W PCuB = 3461 W Le perdite a vuoto (approssimando la tensione nominale con quella effettivamente erogata dovendo alimentare i motori alla tensione nominale 380V): PfeA = (Po% * SnA) / 100 = 1080 W PfeB = 1280 W Il rendimento a questo punto si ricava dal rapporto di cui sopra: η = Presa / Passorbita = 0,96 che è un rendimento tipico per queste macchine. Lo scorrimento si può ricavare dall’analisi dei dati di targa dei motori. Questi mi indicano la coppia torcente nominale, ad un dato valore di scorrimento. Da qui Cn = (60/2π) * (Pn/nn) dove nn è il valore del numero di giri nominale. Attraverso la formula inversa si ottiene nn = 1480 giri/minuto . il numero di giri a frequenza rotorica (ossia quello calcolato secondo la frequenza elettrica del rotore) è pari a no = 60f/2π con p numero delle coppie polari (in questo caso 2, perché la macchina ha quattro poli individuali). Si ricava no = 1500 giri al minuto. Lo scorrimento è pertanto sa = (1500 – 1480) / 1500 = 0,013 = 1,3% per gli altri due otteniamo analogamente 1,3% e 2% . Per la penultima risposta, un procedimento può essere quello, semplificando al massimo i passaggi, di valutare la potenza persa nel rame rotorico come quella trasmessa da statore a rotore moltiplicata per il fattore di scorrimento, e quella trasmessa come somma di quella erogata + quella meccanica persa. Inoltre si possono ipotizzare i valori di resistenza statorica considerando la taglia e le caratteristiche dei motori stessi. A questo punto, considerando tutte le perdite in campo (meccanica per attrito e ventilazione, addizionali, nel rame statorico e rotorico, nel ferro) il rendimento in tali condizioni è sempre quello dato dal rapporto tra la potenza erogata e quella assorbita valutata come somma di tutti questi termini indicati sopra. Il valore della resistenza reostatica aggiuntiva (ipotizzando la macchina a rotore avvolto), è tale da permettere alla macchina di girare a n’ = (1469 – 146,9) = 1322 giri/minuto. Si rifanno tutti i calcoli con la nuova velocità n’ e si ottiene la nuova Pn’: da cui ricavare la resistenza (modificata) di rotore( le altre grandezze si considerano non variate). Infine, nel caso uno di questi motori da 90 kW stia fermo, il rendimento varia perché varia l’assorbimento delle macchine (complessivamente), ma anche le perdite nel rame dei trasformatori, mentre in prima approssimazione non varia la potenza a vuoto (e quindi le perdite nel ferro): si può ritenere quindi che il rendimento cali leggermente. Commento. Testo di non particolare complessità scientifica, ma risulta estremamente difficile da completare nel tempo assegnato. Le tematiche sono quelle tipiche di una classe Quinta di un Istituto Tecnico Industriale – Indirizzo Automazione.