L'handicap non mi ferma
Il sogno di Simona Atzori, ballerina senza braccia
La storia dell'artista milanese e del suo sogno che si realizza: ballare in tournée con Roberto
Bolle, primo italiano invitato a danzare al Metropolitan di New York. Nel suo corpo di ballo, la
Atzori si esibirà al Teatro Greco di Taormina, il 23 luglio e il 25 alla Fenice di Venezia con il Fai.
Ne parla il Corriere della Sera.
MILANO - Incontrare Simona Atzori, 35enne ballerina-pittrice di Gerenzano (Saronno), ti
costringe a un reset dei luoghi comuni della danza, e non solo. La osservi mentre slancia le
gambe in relevé, la chioma botticelliana come ali d'angelo. La guardi mentre sorseggia con
garbo un tè afferrando la tazzina con il piede destro o digita fulminea con l'alluce un numero
sul cellulare. E pensi: l'handicap è solo nei tuoi occhi. La natura le ha sfumato dalla nascita il
corpo all'altezza delle ascelle, il busto non diventa braccia, si ferma alle spalle. Davanti alla sua
storia, gli sforzi per piegare il corpo alla perfezione del balletto si riducono a velleità da pigmei.
Non si è arresa lei: invece di oscurarlo, Simona Atzori ha dato luce al suo corpo in una carriera
unica. Tanto da far colpo sul Principe del balletto, il più glam, quello che il New York Times ha
definito come principal guest dell'Abt al Metropolitan, "the seriously gorgeous Italian star"
("decisamente magnifico, nel fisico e nella danza"): Roberto Bolle. Che ora la vuole accanto a
sé, tra i "Friends" della sua tournée estiva, al Teatro Greco di Taormina, il 23 luglio e il 25 alla
Fenice di Venezia con il Fai.
Il tour di Bolle proseguirà, senza la Atzori, il 27 al Castello di Fenis, in Valle d'Aosta, il 29 e 30
al Giardino dei Boboli di Firenze, il 1° agosto a Villa Manin a Udine, il 3 in piazza della Pilotta a
Parma, il 7 settembre al Regio di Torino con il Fai, il 12 all'Arena Flegrea di Napoli per l'Unicef.
Da New York, Bolle spiega: "Avevo letto la storia di Simona nel libro di Candido Cannavò E li
chiamano disabili, mi aveva commosso per la gioia che traspariva. Quando l'ho vista in video
sono rimasto colpito per la forza e la naturalezza di un'artista di prim'ordine. Oggi sono alla
ricerca di contenuti umani nella danza, oltre l'estetica. Voglio far riflettere". La Atzori si
illumina: "Non mi sembra vero di ballare per Bolle e per il suo pubblico. Ho scoperto la danza a
sei anni, seguendo mia sorella Gioia: la scuola di ballo che frequentavo a Saronno era collegata
con la Royal Academy, fino ai 9-10 anni tutto bene, poi il regolamento prevedeva esami per
l'uso delle braccia. Io ero l'eccezione alla regola. Mia madre scrisse alla sede centrale di
Londra, la cui presidentessa onoraria è la Regina Elisabetta. Rispose l'ufficio della regina: avrei
potuto continuare, ma solo con esami orali. Ho preferito cambiare strada. Prima ballavo sulle
punte, poi ho incontrato il coreografo Paolo Londi che ha modellato la danza su di me". Si è
laureata in "visual arts" alla University of Western Ontario, in Canada, con lode. Puntualizza:
"Non mi considero una portabandiera della "danceability" (la danza per artisti disabili, ndr).
Non amo le etichette, ho sempre ballato in circuiti teatrali normali". Nel 2000, è stata
ambasciatrice della danza al Giubileo, prima ballerina a esibirsi in chiesa, nel 2001 ha dato vita
a un premio d'arte a suo nome, nel 2006 ha danzato alla cerimonia di apertura delle
Paralimpiadi di Torino. Nei galà di Bolle interpreterà Lègàmi, un passo a due femminile in
coppia con Mariacristina Paolini: entrambe in camicia di forza, dopo essersi liberate
confronteranno le proprie diverse abilità come in uno specchio. Lei che dipinge con il piede,
l'altra la segue con le braccia. Qualche apprensione? "Dio è un pittore perfetto. Se mi ha
disegnata così è perché l'ha voluto". (Valeria Crippa - Corriere della Sera, 20 luglio 2009)