www.gliamicidellamusica.net Pubblicato il 25 Febbraio 2011 Cinque compact da gustare con gli occhi e con le orecchie Le delizie musicali della Dymanic recensioni di Roberta Pedrotti La collezione delle Delizie Musicali Dynamic prosegue con un'invitante pera caramellata che c'introduce alla corte medicea culla del melodramma. Qui, con Gagliano, Caccini, Peri, troviamo Lorenzo Allegri, detto Lorenzino del liuto, (1567-1648) ad animare le spettacolari feste dei palazzi e dei parchi fiorentini. Favole in musica, pantomime, azioni coreografiche cui partecipavano anche più autori e per le quali Allegri compose danze dai titoli spesso chiarificatori della suggestiva destinazione, come La Serena (ovvero la sirena), Le ninfe della Senna, Notte d'amore, L'iride, I campi elisi e Alta Maria. Li esegue il Gran Consort Li Stromenti, che con strumenti d'epoca delle diverse famiglie (violini, viola tenore e basso, violone, flauto diritto, cornetto, trombone, organo, cembalo, liuto soprano, chitarrino napoletano, chitarra barocca, tiorba e percussioni) che restituiscono perfettamente sia la varietà timbrica ricercata nel XVI secolo, sia il trapassare verso un gusto barocco più omogeneo e chiaroscurato. D'altra parte Allegri, uno dei primi autori a codificare la suite come raccolta di danze, non compone per un ensemble predefinito, ma prevede nella natura stessa della sua musica la variabilità dell'organico. L'arte della danza, che Baldassarre Castiglione aveva elencato fra le abilità fondamentali del cortegiano, è una sorta di metafora della società europea fra XVI e XVII secolo e non stupisce la familiarità che le forme adottate da Allegri dimostrano nei confronti di molte pagine monteverdiane (ovviamente, anche qui, più di destinazione cortigiana che ecclesiastica o per il teatro pubblico), né la sottile affinità fra i Masque di Purcell in Inghilterra e i grandi spettacoli medicei. L'affermarsi dell'opéra b allet e la stessa importanza della danza alla corte parigina non può non essere considerata alla luce della presenza di Maria De' Medici sul trono francese dal 1600, presenza che creerà un legame privilegiato fra Parigi e Firenze, consacrato dal toscano Giovan Battista Lulli come fondatore dell'opera francese e naturalizzato Jean Baptiste Lully. Pregevole dunque il lavoro filologico di Piero Gargiulo, estensore anche delle note di copertina, e del Gran Consort Li Stromenti diretto da Gian Luca Lastraroli, autori di una performance accurata e raffinata. L.Allegri - Le suites medicee il primo libro delle musiche 1618 Gran Consort Li Stromenti - direttore Gian Luca Latraioli CD Delizie Musicali Dynamic vol. 7, DM8007 * * * L'ottavo volume delle Delizie Musicali ci catapulta in universo completamente diverso da quello delle corti tardo rinascimentali. Là avevamo un'Europa catapultata in un mondo che da poco più di un secolo s'era fatto immensamente più grande, scossa da guerre di religione, turbata dalla crisi dei valori dell'Umanesimo, ma Max Reger (1873-1916) vede questa stessa Europa, dopo Sedan, sgretolare il positivismo, scivolare nel nazionalismo, dividersi fra fermenti rivoluzionari che toccano le strutture economiche e non più antichi regimi e patria indipendenza. Vede il trionfo di un capitalismo assolutista e imperialista, soprattutto nella Francia della Terza Repubblica e nella Germania bismarckiana e guglielmina. Fino alla prima guerra mondiale, di cui Max Reger non vedrà la fine. L'ascolto di questo CD vibra di una strana inquietudine, a tratti quasi insostenibile, per come la voce solitaria della viola - strumento così poco frequentato dalla letteratura solistica classica - e poi del violino sembra esprimere in un canto solitario e spigoloso la psiche infranta dell'uomo moderno al sorgere della psicanalisi. Sembra un grido di dolore che s'aggrappa con supremo sforzo di volontà, con ossessiva ricerca d'una radice e di una sicurezza anche formale ai modelli di Bach e Brahms, ma non può ignorare che il linguaggio musicale sta mutando, che la tonalità classica proprio con la generazione di Brahms ha definitivamente esaurito il suo cammino e che la musica sta prendendo altre strade, anche dolorose. La scelta per la copertina del grigio e di cucchiaini metallici fra i quali, per contrasto, scivola sinuoso miele castano dorato ci pare particolarmente azzeccata, così come l'interpretazione di Luigi Alberto Bianchi, con il timbro straniante di una viola Amati del 1595, è particolarmente efficace, permeata da profondo senso di lacerazione e inquietudine. Da segnalare solo il refuso in quarta di copertina - corretto nel libretto - che fa morire il compositore oltre due secoli prima d'esser nato. M. Reger - The 3 viola Suites Op.131d - Violin Sonata Op. 91 n. 7 Luigi Alberto Bianchi - CD Delizie Musicali Dynamic vol. 8, DM8008 * * * Cristalli di zucchero brillano su dolcetti bianchi e arancio, quasi piccoli babà, con spruzzate di cioccolato fondente, scintillanti in colori giustapposti con una punta di più morbida dolcezza che già preannunciano il contenuto del CD. Si ascolta Johann Friedrich Fasch (1688-1758), ovvero uno dei compositori più importanti e stimati della sua epoca e uno dei meno conosciuti al pubblico contemporaneo; il suo non fu però un talento effimero apprezzato per moda più che per merito, bensì un autore di finissima cultura strumentale le cui composizioni ottennero limitata circolazione come la maggior parte dei lavori dei maestri di cappella delle piccole corti tedesche, destinati a restare manoscritti senza venir stampati. Un peccato perché Fasch, nato tre anni dopo Bach e morto due dopo la nascita di Mozart, rappresenta splendidamente la transizione dalla civiltà strumentale barocca a quella galante e classica, sia per il trattamento delle diverse famiglie, sia per il rapporto fra orchestra e strumento solista, già svincolato dal concerto barocco, di cui ancora echeggia risposte e rimandi dinamici fra sezioni e blocchi timbrici. L'Accademia Bach Baroque Orchestra diretta da Carlos Gubert ha la brillantezza e la sensibilità dinamica necessarie a far emergere il valore di questa musica e il suo nascente, suggestivo afflato lirico. Un bel disco di rarità strumentali. J.F. Fasch - Concertos & Ouverture Accademia Bach Baroque Orchestra, direttore Carlos Gubert CD Delizie Musicali Dynamic vol. 9, DM8009 * * * Antonio Vivaldi dedicò all'imperatore asburgico Carlo VI due raccolte di dodici concerti intitolate La cetra. Dalla seconda di queste vengono proposti sei concerti, taluni senza particolari denominazioni, altre battezzate in modo anche pittoresco come il Concerto n.5 in Si minore RV 391, detto “con violin scordato”, in cui balzano subito all'orecchio l'uso di passaggi cromatici e i frequenti sforzati. Il decimo concerto in Mi maggiore RV 271, L'amoroso, e l'undicesimo in Mi minore RV 277, Il favorito , chiariscono subito fin dall'intenzione dell'intitolazione, la sensibilità di Vivaldi per l'espressione degli affetti, tanto nella produzione vocale e teatrale quanto in quella eminentemente strumentale, sia che cerchi un nome evocativo per la composizione o che ci si limiti a numerazione e tonalità. C'è in Vivaldi un gusto pittorico vicino a quello del vedutismo veneto coevo, virtuoso e poetico, attento ai colori ma non esasperato nel manierismo; la strumentale bravura richiesta anche alle voci pare sempre legata a un affetto, al canto, anche per gli strumenti. E la cantabilità virtuosa di questo Vivaldi è ben interpretata dall'ensemble l'Arte dell'arco e dai solisti Giovanni e Federico Guglielmo, il primo anche direttore, forti di una precisione tecnica unita alla sensibilità stilistica ed espressiva che rendono piena giustizia a questa piccola ma eloquente antologia vivaldiana, godibile come la composizione di teneri pasticcini di marzapane in copertina. A. Vivaldi - The best of La cetra II - 6 violin concertos from Autograph Manuscripts L'arte dell'Arco - direttore Giovanni Guglielmo CD Delizie Musicali Dynamic vol. 11, DM8011 * * * Il cremasco Giovanni Bottesini (1821 - 1889) ha attraversato la storia dell'Ottocento musicale italiano come illustrissimo comprimario: eccellente contrabbassista divenne direttore d'orchestra e tenne a battesimo la prima di Aida, si dedicò alla composizione e oltre al suo strumento si dedicò all'opera, collaborando anche con Boito per Ero e Leandro (un paio d'anni fa ripresa a Crema), ma senza trovar modo di veder rappresentate ben quattro delle sue dodici opere teatrali. Il Paganini del contrabbasso fu apprezzato in tutto il mondo, ma come compositore faticò a entrare nella storia, stretto nel genere operistico dalla presenza titanica di Verdi e dall'ombra di una tradizione con la quale era difficile competere, penalizzato dallo scarso rilievo da sempre attribuito alla musica strumentale italiana del XIX secolo (e non solo). Gli stessi quartetti d'archi di Verdi e Puccini sono o esercizi di studenti o, comunque, prove quasi private, passatempo, lavori considerati minori nell'ambito della loro produzione. Le stesse sei sonate per quartetto d'archi di Rossini nascono quasi per gioco fra raffinati dilettanti affidato al genio di un dodicenne sorprendente. Così i quartetti di un comprimario di lusso come Bottesini, uno di quegli artisti che possono offrire un contributo determinante per un successo ma poi non vengono mai ricordati per primi negli applausi e nelle cronache, non potevano consacrarlo all'immortalità. Eppure sono dei bei pezzi, la scrittura è di qualità e sintetizza bene due mondi che per l'estetica musicale ottocentesca parevano inconciliabili, quello della melodia italiana e della civiltà strumentale e armonica tedesca. Al di là delle schematizzazioni, sentiamo una vena se non originalissima capace di intense cantabilità, di autentico trasporto, di leggiadri squarci cantabili, perfino di qualche ironia, ma anche un disegno accuratissimo, ben conscio di un'evoluzione del linguaggio musicale che non può esser ingabbiato rigidamente in scuole nazionali. Sono quartetti italianissimi per gusto e stile, ma né provinciali né velleitari come talvolta si può essere portati a credere quando si parla dell'Ottocento strumentale italiano. Anzi, ascoltando questo CD verrebbe da pensare a una scuola sotterranea e meno nota ma dotata di una sua ben precisa e spiccata personalità. L'esecuzione del Quartetto Elisa è davvero ottima e le quattro fragole glassate in abito da sera colgono con ironia lo spirito del CD. G. Bottesini - Three String Quartets Quartetto Elisa CD Delizie Musicali Dynamic vol. 12, DM8012