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Fiorenzo Toso
Infinito
11.123. Nell’infinito si possono distinguere usi verbali e usi nominali; per quanto riguarda gli usi verbali, per il suo utilizzo in frasi semplici si rimanda al capitolo 13; per l’uso nelle subordinate si veda il capitolo 14.
11.124. L’infinito presente attivo e passivo può sostituire il congiuntivo presente o imperfetto in proposizioni finali: serò a lamma, â purtòvan in carderiña pe ésse turna cöttu u tunnu ‘chiusa la lattina, la portavano di nuovo nella calderina perché il tonno fosse di nuovo cotto’.
Participio
11.125. Il participio può avere caratteristiche sia di verbo che si aggettivo, e dispone in tabarchino solo del tempo passato. L’uso verbale
del participio passato si ha con i tempi composti di qualsiasi verbo e in
alcune subordinate (cfr. 14).
11.126. Tra gli usi aggettivali del participio passato sono caratteristiche espressioni del tipo végnu quande sun senàu ‘vengo quando avrò
cenato’.
Sostitutivi del gerundio
11.127. In tabarchino, nell’uso tradizionale, il gerundio non è usato,
e viene sostituito da locuzioni perifrastiche. Si considerano come italianizzanti forme quali cantandu, travagiandu, metendu ecc.
11.128. Preferibilmente in luogo del gerundio si usano alcune costruzioni con verbi fraseologici che danno vita a frasi composte con valore incoativo o progressivo:
11.128.1. cun + infinito: cun travagiò tüttu u giurnu pe sta sàia
émmu finìu ‘lavorando tutto il giorno per stasera avremo finito’;
11.128.2. inte + infinito: intu muntò in sciû traghéttu gh’è vegnüu
mò ‘si è sentito male salendo sul traghetto’;
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