CHIMICA ANALITICA Prof. Pasquale Avino [email protected] INFORMAZIONI GENERALI Insegnamento di Metodologie di Chimica Analitica - 4+2 CFU II Anno - II Semestre (C (Corsi i di Laurea L triennale ti l in i Scienze S i Ambientali A bi t li e Biotecnologie) Bi t l i ) Obiettivi generali dell dell’insegnamento: insegnamento: ¾ fornire i fondamenti di base della disciplina ¾ descrivere principi e applicazioni di alcune tecniche strumentali di analisi ¾ introdurre gli studenti al problema del controllo di qualità in chimica hi i analitica liti Prerequisiti indispensabili: ¾ acquisizione degli obiettivi relativi alla Chimica Generale ed Inorganica ¾ cognizioni generali di Chimica Organica, Matematica e Fisica L’obiettivo dell’insegnamento è quello di fornire un’adeguata g preparazione p p di base sui p più importanti p principi di chimica analitica (calcoli inerenti gli equilibri in soluzione, controllo di qualità dei dati analitici, principi ed applicazioni delle più popolari tecniche di analisi chimica). Oltre alle lezioni teoriche, il corso comprende esercitazioni numeriche, i h una o più iù prove scritte itt in i itinere iti ed d esercitazioni it i i di laboratorio. Applicazioni biologiche e nanotecnologiche Salvaguardia d ll' bi t dell'ambiente e dei beni culturali Analisi e Caratterizzazione Analisi di sistemi di interesse biologico ambientale, biologico, ambientale alimentare e tecnologico Tecniche analitiche separative, tecniche bioanalitiche, tecniche spettroscopiche e spettrometriche: aspetti fondamentali, strumentali ed applicazioni a nano e microsistemi dispersi di interesse biologico, g , biomedico,, farmaceutico,, alimentare,, industriale. P t Proteomica i Biotecnologie cellulari Isolamento ed identificazione di microorganismi Sviluppo metodologico e strumentale in campo chimico analitico: cromatografia, spettrofotometria, fluorescenza, voltammetria, pirolisi, spettrometria tt t i di massa, microscopia i i ottica, tti SEM e micro i FTIR FTIR. Applicazione a campioni di interesse ambientale ed artistico-archeologico. Studio dei p processi di trasferimento e ridistribuzione masse d'aria in ambienti remoti quali l'Antartide e stazioni d'alta quota. Caratterizzazione chimica e radiometrica dell'aerosol atmosferico in ambiente urbano e in ambienti incontaminati (PM10) ( ) ¾Competenza sulle tecniche analitiche e di caratterizzazione. Chimica Analitica ¾ Capacità di valutare le possibilità e i limiti di tali tecniche e di affrontare e risolvere problemi complessi ad esse legati. ¾ Competenza scientifica. sulla strumentazione ¾ Capacità di pianificare ed eseguire ll'analisi analisi e la caratterizzazione di campioni reali. Competenze necessarie all’inserimento nel mercato del lavoro in laboratori di ricerca e di analisi analisi, nell'Industria nell Industria e negli Enti di Controllo e di Ricerca pubblici e privati privati. FREQUENZA AL CORSO E VERIFICHE DI PROFITTO Si consiglia la frequenza del corso perché ritenuta molto importante per un corretto apprendimento della materia. Durante il corso saranno svolte 1-2 1 2 prove in itinere di valutazione (quesiti a risposta singola, calcoli analitici, trattazione sintetica di specifici argomenti). L'accertamento finale consisterà in una prova scritta (quesiti a risposta p singola g e/o calcoli analitici e/o trattazione sintetica di specifici p argomenti) per l’accesso al colloquio orale. Qualora la votazione finale sia almeno 18/30, è possibile tentare di migliorarla con una prova orale. (Le prove di valutazione in itinere saranno considerate ai fini della valutazione finale dello studente) Testo Consigliato T i consigliati: Testi i li i Appunti delle lezioni Chimica Analitica. Analitica Una introduzione Skoog, West, Holler - EdiSES 3a Ed Testi di consultazione: Analisi Chimica Quantitativa Kolthoff, Sandell, Meehan, Bruckenstein – Piccin Chimica analitica strumentale Skoog Leary – EdiSES - 1995 Skoog, Chimica Analitica Quantitativa Harris – Zanichelli – 2005 Analisi Chimica Strumentale C Cozzi, i Protti, P tti Ruaro R - Zanichelli Z i h lli PROGRAMMA DEL CORSO S Scopo della chimica analitica. Valutazione e trattamento dei dati analitici. d ll hi i liti V l t i t tt t d i d ti liti i Introduzione Errori in chimica analitica o c ca a a t ca Errori casuali nelle analisi Applicazione della statistica al trattamento ed alla valutazione dei dati Equilibri in soluzioni acquose. Elettroliti e tamponi. Equilibri di solubilità • • • • Metodi di analisi basati sulla titolazione Chi i d ll Chimica delle soluzioni acquose l i i Effetto della presenza di elettroliti sugli equilibri ionici Applicazione a sistemi complessi dei calcoli all'equilibrio Titolazioni di neutralizzazione, di precipitazione, di ossido‐riduzione 9 9 9 9 9 9 Teoria delle titolazioni di neutralizzazione Teoria delle titolazioni di neutralizzazione Curve di titolazione per sistemi acido/base complessi Applicazione delle titolazioni di neutralizzazione Metodi gravimetrici di analisi Metodi gravimetrici di analisi Titolazioni di precipitazione Applicazioni di titolazioni di ossido/riduzione INTRODUZIONE CONCETTI BASILARI CHIMICA DELLE SOLUZIONI ACQUOSE GLI ERRORI NELL’ANALISI CHIMICA VALUTAZIONE DEI DATI ANALITICI METODI GRAVIMETRICI DI ANALISI METODI DI ANALISI BASATI SU TITOLAZIONE TEORIA DELLE TITOLAZIONI DI NEUTRALIZZAZIONE TITOLAZIONI DI PRECIPITAZIONE TITOLAZIONI CON FORMAZIONE DI COMPLESSI INTRODUZIONE ALL ALL’ELETTROCHIMICA ELETTROCHIMICA APPLICAZIONI DEL POTENZIALE ELETTRODICO STANDARD METODI POTENZIOMETRICI INTRODUZIONE AI METODI SPETTROSCOPICI TEORIA DELLA SPETTROMETRIA DI ASSORBIMENTO MOLECOLARE APPLICAZIONI DELLA SPETTROMETRIA DI ASSORBIMENTO MOLECOLARE SPETTROSCOPIA ATOMICA INTRODUZIONE AI METODI CROMATOGRAFICI APPLICAZIONI DELLA CROMATOGRAFIA INTRODUZIONE ALLA VOLTAMMETRIA CENNI SULLE TECNICHE NUCLEARI INTRODUZIONE Secondo il Working Party of Analytical Chemistry della Federation of European Chemical Society (WPAC/FECS) la Chimica Analitica è la disciplina scientifica che sviluppa e applica metodi, strumenti e strategie per ottenere informazioni sulla composizione e natura della materia nello spazio e nel tempo. Questa definizione suggerisce una natura interdisciplinare interdisciplinare.. In effetti, il chimico analitico spesso deve utilizzare nozioni, tecniche e metodi specifici della Chimica Fisica, Fisica, Elettronica, Informatica, Biologia, Fisiologia, Tossicologia, Chimica dei Materiali, Statistica, ecc. ecc. La suddivisione tradizionale in Chimica Analitica classica (equilibri in soluzione, gravimetria e volumetria) e Chimica Analitica Strumentale è ormai antiquata. antiquata. Anche la distinzione tra Chimica Analitica qualitativa e quantitativa ha perso gran parte del suo significato, e l'interesse si sposta sempre più verso l'analisi di speciazione,, definita come speciazione il processo d'identificazione e quantificazione delle diverse specie, forme o fasi in cui un elemento occorre in un materiale. LA CHIMICA ANALITICA TROVA ORMAI APPLICAIZONE NELLA MAGGIOR PARTE DELLE ATTIVITÀ UMANE Analisi chimico‐cliniche (sangue, urine, tessuti, ecc.) Analisi dei farmaci Analisi forensi (conformità a limiti legali, contestazioni) Analisi merceologiche Controllo ambientale (acqua, aria, suolo) Controllo della q qualità degli g alimenti ((sicurezza alimentare)) Controllo di qualità nelle industrie manifatturiere Sviluppo di materiali tecnologici (compositi, ceramiche, ecc.) ... e tanto altro CLASSIFICAZIONI DEI METODI DI ANALISI: qualitativi o quantitativi classici o strumentali volumetrici o gravimetrici ….… METODI ANALITICI STRUMENTALI: • spettroscopici (UV‐VIS, IR, FAAS, EAAS, AES, MS, XPS, …..) • cromatografici (GC, LC, HPLC, GC‐MS, …..) • elettroanalitici l li i i (pHmetria, ( H i DPASV, DPASV AdSV, AdSV …..)) • nucleari (INAA, …….) • microscopici (SEM, (SEM TEM, TEM ESEM, ESEM ……)) • …..… LE PRINCIPALI DEFINIZIONI IN CHIMICA ANALITICA Tecnica analitica: è l'insieme dei principi teorici e degli accorgimenti sperimentali che permettono di utilizzare un fenomeno scientifico fondamentale al fine di ottenere informazioni sulla composizione di un certo campione. Metodo analitico: applicazione di una tecnica analitica per risolvere un problema analitico specifico. Procedura: insieme delle istruzioni di base necessarie per utilizzare un metodo analitico. Nell'ipotesi che l'utilizzatore disponga di una cultura specifica nel campo in cui deve operare, la procedura si limita a stabilire la successione degli stadi operativi principali. Protocollo: insieme delle istruzioni e direttive dettagliate da seguire rigidamente affinché il risultato possa essere accettato per fini particolari ( (controversie i legali, l li conformità). f i à) Misura: insieme di un numero, un’incertezza ed un'unità di misura assegnati a rappresentare un parametro in un determinato stato del sistema. Misurazione: insieme di operazioni materiali ed elaborative compiute mediante appositi dispositivi posti in interazione con il sistema misurato allo scopo di assegnare la misura di una grandezza assunta come parametro di tale sistema. Le definizioni sono tutte sul testo: Chimica Analitica. Equilibri ionici e fondamenti di Analisi Chimica Quantitativa Desimoni – CLUEB. QUALI SONO LE FASI DI UN’ANALISI QUANTITATIVA UNITÀ DI MISURA SI (Sistema Internazionale di Unità) Massa chilogrammo kg Lunghezza metro m Tempo p secondo s Temperatura kelvin K Quantità di sostanza Quantità di sostanza mole mol Corrente elettrica ampere A Intensità luminosa Intensità luminosa candela cd carica coulomb C* potenziale elettrico t i l l tt i volt lt V* * Unità derivate SI Anche il litro (L o l) è d’uso comune. yottazettaesapetat teragigamegamega kilodecicentimillimicro nanopicofemtoattozeptot yocto- Y Z E P T G M k d c m µ n p f a z y 1024 1021 1018 1015 1012 109 106 103 10-1 10-2 10-3 10-66 10-9 10-12 10-15 10-18 21 10-21 10-24 Mole (m-mole, n-mole, p-mole, ecc.) Quantità assoluta Quantità relativa: concentrazione (moli kg-1, µmoli L-1, ….) Concentrazione % ppm ⇔ mg/kg ppb ⇔ µg kg-1 ⇔ ng g-1 Molarità,, concentrazione di una specie p Manalitica (Canalitica) Numero di Avogadro (6 (6,022×10 022×1023) 9 20 mL di HCl 0,02 M ⇔ 0,4 mmol HCl 9 0,4 mmol HCl ⇔ 400 umol HCl 9 30 mL di NaOH 0,05 M ⇔ 1,5·10-3 mol NaOH 9 0,2345 g di NaCl in 25 mL ⇔ 0,2345/(0,025·58,443)(g·mol/g·L) = 0,160 M 9 0,0040 g/kg ⇔ 4,0 ppm ⇔ 4000 ppb 9 0,5 mL HA (P = 98%; d = 1,25 g/mL; M = 66) in 100 mL ⇔ (0,5·1,25·0,98)/(66·0,1) (mL·g/mL)/(g/mol·L) = 0,093 mol/L 9 Canalitica = 0,045 , M ⇔ 0,030 , M HAc + 0,015 , M NaAc 9 20 mL di HCl 0,02 M + 80 mL HNO3 0,01 M ⇔ 100 mL (HCl [0 02 20/100] M + HNO3 [0,01×80/100] [0,02×20/100] [0 01 80/100] M) ⇔ 100 mL L (HCl 0,004 M + HNO3 0,008 M) 9 50 mL NaCl 0,02 M + 50 mL di BaCl2 0,03 M ⇔ 100 mL Cl[(50×0,02+50×2×0,03)/100] M ⇔ 100 mL Cl- 0,04 M 9 0,5 mL HA 0,02 M + 2,0 mL LiOH 0,005 M ⇔ 2,5 mL Li+A0 004 M 0,004 9 moli = M×volume = M×mL/1000 9 20 mL di BaCl2 10-4 M diluiti a 50 mL ⇔ [(20×10-4)/50] M ⇔ BaCl2 4 4·10 10-5 M FUNZIONI p In notazione scientifica, l’operatore p indica il logaritmo negativo del valore della grandezza in oggetto. Keq = 5·10 5 10-16 ⇔ pKeq = - log (Keq) = 15,30 15 30 [H+] = 2·10-4 M ⇔ pH = - log [H+] = 3,70 [Cl-] = 7·10-11 M ⇔ pCl = 10,15 S (solubilità) = 2,5×10 2 5×10-8 mg/kg ⇔ pS = 7,60 7 60 Nel caso si voglia riportare in grafico la [H+] delle soluzioni acquose conviene i usare una scala l lineare li o logaritmica? l it i ? COSA VUOL DIRE FARE STATISTICA COSA VUOL DIRE FARE STATISTICA Quando si fanno affermazioni del tipo: • il profitto di questa classe è in media p q sufficiente;; • quest’anno sono di moda le vacanze di tipo agrituristico si fanno affermazioni di tipo statistico. STATISTICA La statistica si occupa della raccolta, classificazione, analisi dei dati che esprimono p aspetti p di fenomeni collettivi scelti come oggetto di studio e che si manifestano negli elementi di un determinato insieme. Scopo della statistica è quello di descrivere questi fenomeni o di individuare regolarità di comportamento in essi. Indagine statistica d Raccolta dei dati Spoglio e trascrizione dei dati Elaborazione dei dati Elaborazione dei dati Raccolta dei dati Raccolta dei dati • Natura dei dati: qualitativa, quantitativa • Metodo di raccolta: censimento, Metodo di raccolta: censimento, campionamento • Tecnica di raccolta: intervista, compilazione di T i di l i i il i di questionario, ecc. Spoglio e trascrizione dei dati Spoglio e trascrizione dei dati • Enumerazione dei dati • Classificazione in gruppi Classificazione in gruppi • Trascrizione in tabelle Tabelle Voto (modalità) Allievi (frequenza) 4 5 6 7 8 3 5 8 5 3 FFrequenza o frequenza f assoluta (peso) di una modalità è il numero totale modalità è il numero totale di volte che essa si presenta nelle unità presenta nelle unità rilevate. Abbiamo la Tabella semplice, la Tabella composta e la Tabella a doppia entrata. Frequenze Voti 4 5 6 7 8 Totale Allievi Frequenza Frequenza (frequenza) relativa relativa % 2 4 8 5 3 22 0.09 0.18 0.36 0 23 0.23 0.14 1 9 18 36 23 14 100 2 / 22 ≈ 0.09 4 / 22 ≈ 0.18 …. • Frequenza Frequenza relativa relativa di una particolare modalità è di una particolare modalità è il rapporto fra la sua frequenza assoluta e il numero totale delle unità rilevate, se moltiplicata p per 100 è detta frequenza relativa percentuale Elaborazione dei dati Elaborazione dei dati • Rappresentazione dei dati (grafici) perché con l’immagine si riesce a dare un quadro generale della situazione indagata riuscendo a dare informazioni facilmente, rapidamente comprensibili. • Quali grafici? Istogrammi, diagrammi a torta, Istogrammi torta grafici cartesiani, cartesiani cartogrammi, ecc. Istogramma Diagramma a torta Matem 7,5 Italiano Inglese Scienze 28% 24% 7 65 6,5 Sciennze Ingleese 26% 5,5 Italianno 22% M atem m. 6 1^A 1^B 1^C Cartogramma Diagramma cartesiano 6,9 6,8 6,7 66 6,6 6,5 6,4 6,3 6,2 6,1 6 1° 2° 3° Anno scolastico 4° Indici Statistici Indici Statistici Per sintetizzare i dati ed evidenziare una certa caratteristica: • Indici di tendenza centrale Indici di tendenza centrale • Indici di dispersione La media La media Non esiste una sola media buona per ogni occasione, ma esistono più medie e verrà scelta la più adatta a mettere in evidenza la situazione cercata. La Media La Media Gli obiettivi che ci si prefigge nel calcolo di una media sono sostanzialmente due: 1) sostituire a più dati rilevati un solo numero che dia però una efficace rappresentazione del fenomeno dato; 2) esprimere l’ordine di grandezza o tendenza centrale dell’insieme dei dati relativi a un fenomeno. Tale ordine di grandezza può a volte sfuggire f i perché hé i dati d ti sono spesso differenti diff ti fra f loro. La Media La Media I più importanti, e quindi quelli più usati, criteri pratici per calcolare il valor medio, medio sono i seguenti: a) si può calcolare il valor medio come funzione matematica dei dati rilevati e in tal caso si parla di media analitica; b) sii possono ordinare di i dati d i rilevati il i e ottenere la l media in relazione alla posizione che occupa fra essii e in i tall caso sii parla l di media di di posizione. ii La Media Aritmetica La Media Aritmetica La media aritmetica semplice M di n valori è il rapporto fra la loro somma e il loro numero n: x1 + x 2 + ... + x n M ( x1 , x 2 ,..., x n ) = n Dati i seguenti valori : 5 , 8 , 5 , 6 5 + 8 + 5 + 6 24 M = = =6 4 4 La media aritmetica ponderata La media aritmetica ponderata Quando ciascuna modalità si presenta con una certa frequenza o peso, è più vantaggioso calcolare la media aritmetica considerando le frequenze (assolute o relative): in tal caso si parla di media aritmetica ponderata (assolute o relative): in tal caso si parla di media aritmetica ponderata perché ogni valore entra nella media con il suo peso, cioè la sua frequenza. La media aritmetica ponderata M di n valori è: La media aritmetica ponderata M di n valori è: x1 ⋅ n1 + x 2 ⋅ n 2 + ... + x n ⋅ n n M ( x1 , x 2 ,..., x n ) = n dove n = n1 + n 2 + ... + n n Calcolo della media ponderata Voto (modalità) Allievi (frequenza) 4 5 6 7 8 3 5 8 5 3 (4×3)+(5×5)+(6×8)+(7×5)+(8×3) =6 M= 24 Attenzione! Non sempre il calcolo della media aritmetica rappresenta in modo significativo l’insieme dei valori a cui si riferisce. Per esempio, assegnati i valori: 5 + 6 + 7 + 6 + 5 + 5 + 7 + 6 48 = =6 8 8 2 + 3 + 3 + 2 + 9 + 9 +10 +10 48 b) 2, 3, 3, 2, 9, 9,10,10 M = = =6 8 8 1+ 2 +1+ 3 +1+1+ 2 +13 24 c)1, 2,1, 3,1,1, 2,13 M = = =3 8 8 a) 5, 6, 7, 6, 5, 6, 7, 6 M= ÈÈ opportuno allora definire altri valori medi che non opportuno allora definire altri valori medi che non siano frutto di calcolo matematico, ma che siano individuati in base alla loro posizione nella sequenza individuati in base alla loro posizione nella sequenza dei valori osservati. Tali medie si dicono medie di posizione le più Tali medie si dicono medie di posizione le più utilizzate sono: •La moda •La mediana La MODA Voto Allievi (modalità) (frequenza) 4 5 6 7 8 3 5 8 5 3 Moda di un fenomeno è la fenomeno è la modalità con f frequenza più iù elevata. Moda 6 Moda = 6 La MEDIANA La MEDIANA Mediana: è il valore divisorio in quanto bipartisce la successione dei dati in due gruppi ugualmente numerosi; è il valore che taglia in due parti uguali la è l l h l l l distribuzione dei dati ordinati, cioè il termine preceduto e seguito dallo stesso numero di dati. d d ll d d Mediana Me di n valori ordinati in modo non decrescente è: n +1 • se n è dispari il termine che occupa la posizione centrale 2 n n • se n è pari abbiamo due valori mediani e + 1 2 2 n ⎛n ⎞ e si usa la semisomma di e ⎜ + 1⎟ 2 ⎝2 ⎠ Esempio: dati i valori ordinati: 1, 2, 2, 3, 4, 5, 6 Me = 3 i valori sono 7 la mediana è il termine che occupa il 4° posto ¿ (7+1)/2=4 Avendo a disposizione la distribuzione di Avendo a disposizione la distribuzione di frequenza (Frequenze cumulate) la mediana corrisponde al valore con frequenza del 50% cioè corrisponde al valore con frequenza del 50%, cioè quel valore che ha il 50% dei casi prima e il 50% dopo Dalla tabella Me = 6 dopo. Dalla tabella Me = 6 Allievi Frequenza Frequenza Frequenza Voti 1^ A (frequenza) relativa relativa % cumulata , 9 9 4 2 0,09 5 4 0,18 18 27 6 8 0,36 36 64 7 5 0,23 23 86 8 3 0,14 14 100 Totale 22 1 100 Asimmetria simmetria Asimmetria ‐ I Quartili I Quartili Il concetto di mediana si può facilmente generalizzare ottenendo altri valori divisori fra i quali i più usati sono ottenendo altri valori divisori fra i quali i più usati sono i quartili. Tali indici di posizione si fondano sempre sul concetto di divisione della distribuzione concetto di divisione della distribuzione. I Quartili dividono la serie ordinata in quattro parti contenendo ciascuna lo stesso numero di dati. x1 Q1 Q2= Me Q3 Q4 = xn Punteggio Frequenza Frequ. relativa % Frequ. Cumulata 0 1 4,2% 4,2% 2 2 8,3% 12,5% 4 1 4,2% 16,7% 5 1 4,2% 20,8% 7 1 4,2% 25,0% 9 1 4,2% 29,2% 10 1 4,2% 33,3% 11 1 4,2% 37,5% 12 2 8,3% 45,8% 13 1 4,2% 50,0% 14 1 4,2% 54,2% 16 1 4,2% 58,3% 19 1 4,2% 62,5% 21 4 16,7% 79,2% 22 1 4,2% 83,3% 24 1 4,2% 87,5% 25 1 4,2% 91,7% 26 1 4,2% 95,8% 29 1 4,2% 100,0% = Q1 =Q2 =Q3 =Q4 Primo quartile: si trova esattamente sul valore 7, dato che la percentuale cumulata corrispondente a tale punto è l t i d t t l t è 25,0% Secondo quartile: si trova esattamente sul valore 13 dato che la percentuale sul valore 13, dato che la percentuale cumulata corrispondente a tale punto è 50,0%. Coincide sempre con la mediana Terzo quartile: si trova all’incirca Terzo quartile: si trova all incirca sul sul valore 21, dato che la percentuale cumulata corrispondente a tale punto è 79 2% (75 0%) 79,2% (75,0%) Quarto quartile: si trova sempre sull’ultimo valore, in questo caso è 29, dato che la percentuale cumulata p corrispondente a tale punto è 100% La variabilità La variabilità Il calcolo della media ci permette di sintetizzare una quantità di dati, ma dall’altro riduce l’informazione racchiudendo tanti valori in un solo ‘dato’, rende simili situazioni che proprio simili non sono. 1^ prova 1 2^ prova 2 3^ prova 3 4^ prova 4 5^ prova 5 MEDIA Allievo 1 3 4 5 9 9 6 Allievo 2 6 6 6 6 6 6 Allievo 3 2 4 7 8 9 6 Per ridurre la perdita di informazioni, si ricorre allo studio della variabilità del fenomeno. studio della variabilità del fenomeno. Variabilità è la tendenza di un fenomeno ad assumere modalità diverse fra loro. La variabilità può essere rappresentata graficamente mediante il diagramma di dispersione. di t il di di di i Diagramma di dispersione 9 8 7 6 5 4 3 2 Allievo 1 Allievo 2 Allievo 3 0 1 2 Prov e 3 4 5 Indici statistici di variabilità Indici statistici di variabilità • • • • Campo di variazione o range R Varianza Scarto quadratico medio …. Permettono di valutare le disuguaglianze dei dati Permettono di valutare le disuguaglianze dei dati rilevati in relazione al loro scostamento o dispersione da una media. da una media. Campo di variazione o range R di un insieme di valori osservati è la differenza fra il valore massimo e il valore minimo: R= x max ‐ x min Attenzione tale indice presenta due grossi difetti: 1) dipende esclusivamente dai valori massimo e minimo registrati, senza considerare i valori intermedi; 2) su di esso influisce pesantemente la presenza anche di un solo valore anomalo. a ) 5, 6, 7, 6, 5, 6, 7, 6 R =7−5=2 b ) 2, 3, 3, 2, 9, 9,10,10 R = 10 − 2 = 8 c ) 1, 2,1, 3,1,1, 2,13 R = 13 − 1 = 12 Altri indici di variabilità, più raffinati, si possono trovare utilizzando un altro criterio,cioè la variabilità rispetto a un centro che può essere la media. La varianza La varianza è la media aritmetica degli scarti dalla media al quadrato, σ2 (sigma quadrato) ( x1 − M ) + ( x2 − M ) σ = 2 2 2 + ... + ( xn − M ) 2 n Es. 1° allievo : σ 2 ( 3 − 6 ) + (4 − 6 ) + (5 − 6 ) + (9 − 6 ) = 2 2 2 2 ⋅2 =8 5 1^ prova 2^ prova 3^ prova 4^ prova 5^ prova MEDIA Varianza Allievo 1 3 4 5 9 9 6 8 Allievo 2 6 6 6 6 6 6 0 Allievo 3 2 4 7 8 9 6 8,5 Scarto quadratico medio Scarto quadratico medio Lo scarto quadratico medio (sqm) σ o deviazione standard è la radice quadrata ( iti ) d ll (positiva) della varianza i ( x1 − M )2 + ( x2 − M )2 + ... + ( xn − M )2 σ = σ2 = n 1^ prova 2^ prova 3^ prova 4^ prova 5^ prova MEDIA sqm o Varianza Deviazione standard Allievo e o1 3 4 5 9 9 6 8 2 83 2,83 Allievo 2 6 6 6 6 6 6 0 0,00 Allievo 3 2 4 7 8 9 6 8,5 2,92 N Normalizzazione li i La normalizzazione è un’operazione statistica che permette di mettere a confronto distribuzioni diverse mettere a confronto distribuzioni diverse. Avendo due prove il cui punteggio grezzo massimo raggiungibile dagli studenti è diverso, 30 nella prima prova e 45 nella seconda prova, non permette di confrontare i risultati ottenuti. Per superare questo inconveniente ricorro alla normalizzazione. Essa t i i t i ll li i E si basa su una proporzione: (Punti studente) : (p.ti totali) = (P.ti studente normalizzati) : 100 Normalizzazione Allievi Punti 1^ prova Punti 1^ prova P.ti 1^ p normalizzati P.ti 2^ p normalizzati A1 25 40 83,3 88,9 A2 15 43 50,0 95,6 A3 28 38 93,3 84,4 A4 19 33 63,3 73,3 A5 22 31 73 3 73,3 68 9 68,9 A6 30 20 100,0 44,4 A7 27 26 90,0 57,8 A8 18 45 60,0 100,0 Per A1 1^p 25 : 30 = x : 100 x = 25/30*100 = 83,3 2^p 40 : 45 = x : 100 x = 40/45*100 = 88,9 Come leggere i risultati Nella tabella sono riportati i dati relativi alla media alla deviazione standard, media, standard al valore minimo e massimo, alla mediana e alla moda. Vediamo come co e leggere egge e quest questi dat dati a aiutandoci uta doc co con le e definizioni di tali valori statistici ed un esempio di risultati ottenuti da una scuola. I p punteggi gg sono normalizzati a 100: la scala di riferimento ha come valore minimo 0 (le risposte a tutti i quesiti della prova sono errate) e come valore massimo 100 (le risposte a tutti i quesiti della prova sono corrette). tt ) Media scuola 59,3 Dev. standard 16,9 Min. Max. Moda Mediana 20,0 98,2 73,3 61,3 Media (o punteggio medio) È la somma dei punteggi ottenuti dagli studenti diviso il numero totale degli stessi. Una media elevata indica la presenza nella scuola di elevate competenze, al contrario una media bassa indica la presenza di scarse competenze nella scuola. Nell'esempio la Media (o punteggio medio) è 59 3 59,3. Moda È il p punteggio gg ottenuto p più frequentemente q dagli g studenti,, nell'esempio p la scuola ha ottenuto come valore modale 73,3. Ovvero tra tutti i punteggi possibili tra 0 e 100, tale punteggio è quello ottenuto da più studenti. Mediana M di È il punteggio in corrispondenza del quale gli studenti vengono esattamente divisi in due parti uguali. Nell'esempio la mediana corrisponde a 61,3 e indica che il 50% degli studenti ha ottenuto un punteggio inferiore a 61,3% e che il restante 50% ha ottenuto un punteggio superiore al 61,3. Media scuola 59,3 Dev. standard 16,9 Min. Max. Moda Mediana 20,0 98,2 73,3 61,3 Minimo E' il punteggio più basso ottenuto dagli studenti. Nell'esempio il punteggio minimo è 20,0; Massimo E' il punteggio più alto ottenuto dagli studenti. Nell'esempio il punteggio massimo è 98,2. Deviazione standard È una misura della dispersione del punteggio intorno al punteggio medio. Un basso valore della deviazione standard indica che i punteggi sono concentrati intorno alla media e che le competenze degli studenti sono omogenee; g ; al contrario una deviazione standard alta indica che le competenze degli studenti sono disomogenee. Nel nostro esempio, aggiungendo e sottraendo al punteggio medio (59,3) la deviazione standard (16 9) si ottiene un intervallo (42 (16,9) (42,4 4 - 76,2) 76 2) in cui si trova il 68% degli studenti studenti. Analogamente aggiungendo e sottraendo 2 volte la deviazione standard si ottiene un intervallo (25,5 - 93,1) in cui si trova il 95% degli studenti. Prova di Prova di Scienze Scuola Prova di Italiano Matematica deviazione media deviazione media deviazione media di standard standard standard 56.1 14.3 60.3 12.8 Scuola XX 53.3 53 3 12 0 12.0 Veneto Nord-Est 51.5 53.4 13.8 13.8 50.5 53.1 17.9 17.7 58.6 56.3 13.5 14.8 Come si può notare, i risultati ottenuti dagli studenti della Scuola XX sono decisamente migliori rispetto g p alle medie del Veneto e del Nord‐Est, sia nei valori medi che nella omogeneità della preparazione. … ancora sui quartili ancora sui quartili Dalla distribuzione dei punteggi si sono trovati i seguenti Dalla distribuzione dei punteggi si sono trovati i seguenti percentili notevoli (i 4 quartili): x25 = 37 x50 = 51 x75 = 62 x90 = 74 % Stud. 1° Percentile 25% Punteggi <= 37 51,5 % Stud. 2° Percentile 25% Punteggi > 37 e <= 51 27,9 % Stud. 3° Percentile 25% Punteggi > 51 e <= 62 16,2 % Stud. 4° % Stud. Nel Percentile 25% Top Punteggi Punteggi > 62 >= 74 4,4 - Allora il 51,5% degli studenti ha ottenuto un punteggio inferiore al 25‐esimo percentile (37) , il 27,9% un punteggio compreso tra il 25‐esimo e il 50‐esimo p percentile (tra37‐51) ... ( ) Confronto con il campione nazionale Confronto con il campione nazionale Nel confronto tra i dati della scuola e quelli del q campione nazionale si dovrà tener conto dell’errore di campionamento. p Esempio: se la scuola ha M = 80 e la media del campione è Mc = 70 con un errore di 10, il dato della campione è M 70 con un errore di 10 il dato della scuola non si discosta significativamente dal dato del campione 80 70 ± 10 Coefficiente di variazione Coefficiente di variazione • Il Coefficiente di variazione è dato dal rapporto tra Deviazione Standard e Media p p moltiplicato per 100. • Se supera il 35% indica una variabilità l d bl à eccessiva, fuori ai parametri di normalità. 1. Errori Sistematici 2. Errori Casuali Curva Gaussiana (o curva normale degli errori) Misura della Precisione Criteri per la scelta di un Metodo Analitico