giovedì 18 novembre 2010 – ore 10.15 (scolastica) e ore 21.00
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
dramma teatrale di Luigi Pirandello
con gli attori del teatro Sociale
cast: Delia Cajelli (il capocomico), Gerry
Franceschini (il padre), Isabella Perego (la
figliastra), Mario Piciollo (Madama Pace),
Anita Romano (la madre), Claudio Tettamanti
(il figlio), Stefano Montani (il giovinetto) e una
piccola allieva dei laboratori «Officina della
creatività»
riduzione scenica e regia di Delia Cajelli
produzione: associazione «Educarte» – teatro
Sociale di Busto Arsizio
spettacolo di prosa
IN SINTESI
Uno dei testi più prestigiosi della tradizione teatrale italiana. Un dramma che contiene in sé tutte le future
evoluzioni e trasformazioni della drammaturgia e della ricerca contemporanea. Uno spettacolo che
raffigura una metafora insuperabile della condizione dell'uomo moderno, in bilico tra realtà e apparenza,
verità e finzione. Un racconto di come vita e teatro possano incontrarsi su un palco, creando uno magico e
misterioso cortocircuito. Tutto questo è «Sei personaggi in cerca d'autore» (1921), prima opera della
trilogia pirandelliana del «teatro nel teatro», detto anche «metateatro», completata da «Ciascuno a
modo suo» (1924) e «Questa sera si recita a soggetto» (1928-1929).
I precedenti narrativi di questo componimento teatrale, tra i più rappresentati e amati dal
pubblico, sono da ricondurre alle novelle «Personaggi» (1906), «Tragedia di un personaggio»
(1911) e «Colloqui coi personaggi» (1915); la fonte diretta è, però, l’abbozzo di un romanzo,
appena due pagine pervenute in foglietto, databile al 1910-‘12. Nasce così in Luigi Pirandello
l’idea di mettere in scena il meccanismo della creazione artistica nel momento e nell’atto del
proprio farsi, la volontà di raccontare il passaggio dalla persona al personaggio. E’ rottura con la
struttura tradizionale del dramma e l’innovazione non viene immediatamente compresa: la prima
nazionale dello spettacolo, tenutasi nel maggio 1921 al teatro Valle di Roma con la compagnia di
Dario Nicodemi, viene accolta al grido di «Manicomio, manicomio!»; il successo arriva solo nel
settembre dello stesso anno al teatro Manzoni di Milano. Da allora «I sei personaggi in cerca
d’autore» esibiscono senza sosta il loro fascino sottile e originale in tutto il mondo. Il testo fu,
Associazione culturale Educarte, piazza Plebiscito 1 (presso teatro Sociale di Busto Arsizio) – 21052 Busto Arsizio
(Varese), tel. 0331 679000, fax 0331 637289. Sito web:www.teatrosociale.it
Facebook: www.facebook.com/pages/Busto-Arsizio-Italy/Teatro-Sociale-di-Busto-Arsizio/120959544605486
infatti, tradotto presto in varie lingue, vedendo la scena nel 1922 a Londra e nel 1923 a Parigi e
New York. La trama ha accenti da feuilleton borghese familiare, da romanzo d’appendice. Sulle
tavole di un palcoscenico, dove si stanno facendo le prove del dramma pirandelliano «Il gioco
delle parti», si presenta una tormentata famiglia, composta da un padre, una madre, un figlio, una
figliastra, un giovinetto e una bambina. Questi personaggi chiedono al capocomico e agli attori di
mettere in scena la loro fosca e intricata vicenda, intessuta di tradimenti, abbandoni,
riconciliazioni, sofferenza, desideri di vendetta. Ciò che colpisce l’attenzione dello spettatore non
è, dunque, l’intreccio della storia, fitta di luoghi comuni, quanto le illuminazioni metateatrali
pirandelliane. Lo scrittore agrigentino inizia con questo dramma il suo passaggio dal «teatro
d’attore», tipico della tradizione ottocentesca, al «teatro di regia», caratteristico della nuova
temperie novecentesca. L’enfasi declamatoria degli interpreti e gli intrecci leggeri e mondani di
tradizione francese lasciano, dunque, spazio a un «teatro di idee», nel quale un ruolo importante
assume la figura del regista, sguardo esterno che dà una corretta lettura del testo, istradando in
qualche modo un'autorizzata e privilegiata ipotesi di regia. In «Sei personaggi» appare, inoltre,
per la prima volta nel teatro di Luigi Pirandello l’eliminazione della «quarta parete», cioè della
parete trasparente che sta tra attore e pubblico.
«Due sono le novità dell'allestimento del teatro Sociale di Busto Arsizio -spiega la regista Delia
Cajelli-: la rivalutazione del personaggio del figlio, secondo una rilettura testoriana del capolavoro
pirandelliano, e l’eliminazione della compagnia di attori che assiste al «miracolo» dell’apparizione
dei «sei personaggi». In questa lettura rimane in scena solo il capocomico, al quale viene affidato il
ruolo di «controparte», ossia di depositario di un vecchio modo di fare e intendere il teatro. Gli
altri interpreti de «Il gioco delle parti» saranno rappresentati da manichini. Questa semplificazione
contribuisce a rendere più nitida, netta e magica l’apparizione dei «sei personaggi» e fare dello
spettacolo uno strumento efficace, chiaro e completo per capire tutto il teatro contemporaneo».
APPROFONDIMENTI
Il testo secondo Luigi Pirandello
«[…]Posso soltanto dire che, senza sapere d’averli punto cercati, mi trovai davanti, vivi da poterli toccare, vivi
da poterne udire perfino il respiro, quei sei personaggi che ora si vedono sulla scena. E attendevano, lì presenti,
ciascuno col suo tormento segreto e tutti uniti dalla nascita e dal viluppo quelle vicende reciproche, ch’io li
facessi entrare nel mondo dell’arte, componendo delle loro persone, delle loro passioni e dei loro casi un
romanzo, un dramma o almeno una novella. Nati vivi, volevano vivere[…]Creature del mio spirito, quei sei
già vivevano d’una vita che era la loro propria e non più mia, d’una vita che non era più in mio potere negar
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loro[…] -O perché – mi dissi – non rappresento questo novissimo caso d’un autore che si rifiuta di far vivere
alcuni suoi personaggi, nati vivi nella sua fantasia[…]Così ho fatto. Ed è avvenuto naturalmente quel che
doveva avvenire […]».
(Luigi Pirandello, prefazione ai Sei personaggi in cerca d’autore, 1925)
Il testo secondo la critica
«Non c’è teatro vivo, che possa fare a meno della lezione di Pirandello; specialmente del Pirandello più
impegnato, ormai fuori da ogni considerazione autobiografica, teso a scrutare sino al fondo della coscienza ( e
la non-coscienza) dell’individuo, in quanto parte di società, essere pesante e agente: uomo storico. La sua idea
del teatro e della funzione del teatro è nuova e rivoluzionaria soprattutto nell’esasperare i termini
dell’esperienza individuale, riversando quell’esasperazione sulla società […]».
« […] D’altro canto nel suo teatro c’è sempre in agguato un’imprevedibilità che lo caratterizza: è un teatro
mentre si fa, mai fisso in una forma definitiva, canonica[…]».
La regia di Delia Cajelli
I più grandi registi italiani si sono sempre confrontati con Luigi Pirandello e, in modo particolare
con i «Sei personaggi in cerca d’autore». Questo testo viene considerato, a giudizio unanime,
l’opera pirandelliana più teatrale in assoluto.
La mia regia si rifà a quella suggerita dallo stesso Luigi Pirandello nella prefazione all’opera,
scritta per l’edizione del 1925, quando lo spettacolo era già stato rappresentato a Milano e a
Parigi.
Novità del mio allestimento è l’eliminazione della compagnia di attori che assiste al «miracolo»
dell’apparizione dei «sei personaggi»; rimane in scena solo il capocomico, al quale viene affidato il
ruolo di «controparte», ossia di depositario di un vecchio modo di fare ed intendere il teatro.
Questa semplificazione contribuisce a rendere più nitida, netta e magica l’apparizione dei « sei
personaggi» e a dare allo spettacolo un ritmo molto serrato, che non permette allo spettatore di
distrarsi.
Tutto il peso dello spettacolo è a carico degli attori, necessariamente e indispensabilmente
«bravissimi». Tutte le regie degne di nota, firmate dai grandi registi del teatro internazionale,
hanno assolutamente puntato sui grandi interpreti. Non si può, infatti, incarnare figure quali la
madre, il padre, la figliastra e il figlio senza essere dei mostri del teatro.
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Altra novità di questo allestimento è la rivalutazione del personaggio del figlio, generalmente
messo in secondo piano. Questa mia rivalutazione parte da tre importanti affermazioni:
«[…] è insomma il solo che vive soltanto come personaggio in cerca d’autore; tanto
che l’autore che egli cerca non è un autore drammatico […]»
(Luigi Pirandello)
«[…]Il Figlio de «I sei personaggi» come l’Amleto di Shakespeare, come lui ha una
missione da compiere […]».
(Giovanni Testori)
«[…]In definitiva, credo di poter dire che il rapporto con Pirandello sia stato, nel
corso del mio itinerario artistico, quello più significativo e fattivo. La straordinaria
urgenza teatrale di Pirandello, un’urgenza che attraversa tutta la sua opera, anche le
novelle -, continua ad essere per me il massimo paragone per un teatro che voglia
essere nuovo e serio[…]».
(Orazio Costa)
Lo spettacolo si pone, inoltre, come strumento efficace, chiaro e completo per capire tutto il teatro
contemporaneo; «Sei personaggi in cerca d’autore» è un testo esemplare per comprendere come si
fa il teatro, perché lo si fa e a chi serve. (Delia Cajelli)
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