A CURA DEL COORDINAMENTO DONNE DELLA FISAC CGIL BRESCIA LE BANCHE A 120 ANNI DALLA NASCITA DELLA CAMERA DEL LAVORO DI BRESCIA Quest'anno ricorre il 120° anniversario della fondazione della Camera del Lavoro di Brescia. Nell'ambito delle celebrazioni organizzate dalla CGIL bresciana per ricordare il ruolo svolto dal nostro sindacato nel corso di questi anni, si è svolto un incontro al quale hanno partecipato i delegati di diverse categorie, fra le quali quella dei bancari, che hanno illustrato alle istituzioni locali e alla presenza del vescovo di Brescia, la situazione attuale dei diversi settori. Riportiamo una parte dell'intervento della delegata dei bancari. “E' cambiato il modo di fare banca ed è cambiato il modo di lavorare; specchio della società le banche hanno avviato una profonda ristrutturazione che ha portato alla creazione di grandi colossi nazionali e transnazionali con evidenti ripercussioni sui lavoratori impiegati nel settore e sui rapporti con l'utenza e la collettività. Invece di considerare le risorse umane come l'asse portante della vitalità e dell'impresa bancaria, le aziende si sono mosse con una strategia che ha puntato tutto sulla massimizzazione dei profitti, attraverso una campagna di riduzione dei costi da attuarsi in larga misura con l'espulsione di migliaia di dipendenti, che si sono salvati solo grazie all'ammortizzatore sociale di settore, il Fondo di Solidarietà che ha consentito l'accompagnamento alla pensione di molti lavoratori in maniera non traumatica. Oggi non è più possibile il ricorso a questo strumento, quanto meno non negli stessi termini a causa della scarsità di risorse economiche a disposizione e anche perché la riforma previdenziale ha stravolto le strategie e i piani industriali già varati dalle aziende bancarie. Al principio il sistema creditizio italiano era risultato meno esposto ai rischi della crisi finanziaria del 2008. Tuttavia la trasformazione della crisi finanziaria in crisi economica ha investito profondamente il settore penalizzato dalla scarsa liquidità e dalla contrazione dei margini e delle commissioni che costituivano per le banche una delle principali fonti di guadagno, oltre a risentire delle perdite generate da un aumento delle sofferenze e degli incagli. L'indirizzo a produrre reddito a prescindere e ad ogni costo, con una corsa frenetica alle vendite ha condotto a una crescita dell'attività commerciale con l'offerta di prodotti poco innovativi e contraddistinti da un elevato grado di complessità e poca trasparenza. E ciò si è rivelato un errore perché riempire i portafogli delle famiglie italiane di prodotti tendenzialmente poco adeguati alla profilatura della clientela e raramente comprensibili alla media dell'investitore ha trasformato la gestione del risparmio da fattore fidelizzante in componente instabile e causa della crescente insoddisfazione dei risparmiatori. Le banche negli ultimi decenni si erano abituate a guadagnare tanto e indubbiamente oggi guadagnano meno. Il concetto di responsabilità sociale d'impresa che sta emergendo nella contrattazione nazionale, viene talvolta interpretato dalle banche come una forma di marketing a costi contenuti. Nella realtà attuale le imprese di credito dovrebbero ritrovare quel ruolo sociale che gli consentiva di essere un punto di riferimento per il territorio e per le economie a livello locale. Dovrebbero muoversi nella direzione di venire incontro ai bisogni e alle esigenze delle famiglie, delle imprese, dei dipendenti, delle popolazioni migranti, nel rispetto dei diritti umani nella catena della fornitura e nella tutela dell'ambiente. Alcuni passi su questa strada sono stati intrapresi, a partire dal 2004 con la firma del Protocollo sullo Sviluppo Sostenibile e Compatibile, recepito dalla contrattazione integrativa di molte aziende e dall'inizio della redazione di bilanci sociali. Con l'acutizzarsi della crisi economica, nella nostra provincia è stato sottoscritto un accordo fra istituzioni locali e un elevato numero di istituti di credito, che prevede un anticipo della cassa integrazione ai lavoratori che vengono a trovarsi in una situazione di perdita temporanea o definitiva del posto di lavoro. E' un accordo partito in sordina che ha trovato ampia e capillare diffusione in seguito all'aumento esponenziale delle ore di cassa integrazione e ai fallimenti di numerose aziende bresciane. Grazie a questo protocollo le banche si impegnano ad anticipare senza alcun onere a carico dei lavoratori, l'erogazione di quanto dovrebbero percepire in tempi rapidi e certi, indipendentemente da quando l'Inps esegua il pagamento. Del pari è prevista la sospensione delle rate sui pagamenti dei mutui per le famiglie che vengono a trovarsi in situazioni analoghe di perdita del lavoro. Microcredito e microfinanza sono termini poco diffusi in ambito bancario, benché la povertà sia presente nel nostro paese ed in aumento con intere sacche di popolazione che faticano a arrivare a fine mese. L'esclusione dall'accesso al credito raggiunge in Italia quote più elevate rispetto ad altri paesi europei, secondo le stime della Banca Mondiale. La filosofia del microcredito si fonda sulla considerazione del denaro come strumento di solidarietà e di giustizia ed è un sistema basato sulla fiducia, sulla responsabilità collettiva, sull'idea di comunità e sulla partecipazione. Non è una forma di carità o benevolenza, ma la concessione di un credito sulla fiducia che sta alla base di un rapporto economico fra soggetti con pari dignità. In conclusione vorrei accennare alla situazione dei dipendenti del settore credito, che un tempo erano considerati una categoria privilegiata e posta al riparo dai drammi che si verificavano altrove. Oggi la situazione è mutata e i dipendenti bancari non sono immuni dagli alti livelli di precarietà che permeano la società. Le banche giustificano con la crisi economica le loro politiche di chiusura di sportelli con conseguenti tagli del personale, per il quale non è più sufficiente il ricorso al Fondo di Solidarietà. Per quanto concerne gli aspetti sociali e gli orari, sarebbero opportune politiche più attente alla conciliazione fra tempi di vita e di lavoro, soprattutto nei confronti del personale femminile dedito pur sempre a situazioni di cura e di assistenza domestica, anche a seguito delle carenze strutturali dovute ai continui tagli allo stato sociale e agli investimenti nei servizi pubblici, ad esempio attraverso facilitazioni per l'utilizzo degli asili nido aziendali e la concessione di permessi per familiari inabili. Il ruolo del sindacato e della CGIL è quello di contemperare forze ed esigenze secondo criteri di equità, giustizia e solidarietà con la funzione di rappresentare non soltanto i propri iscritti, ma tutti i lavoratori e più in generale i soggetti deboli e meno garantiti della società. “ Brescia, 19 settembre 2012 COORDINAMENTO DONNE FISAC CGIL BRESCIA