Osservare la Stazione Spaziale

OSSERVARE LA STAZIONE
SPAZIALE
di Giulia Iafrate
La Stazione Spaziale
Internazionale (International Space Station - ISS) è un avamposto di ricerca in
orbita attorno alla Terra. Si tratta di un
progetto congiunto delle agenzie spaziali
di Stati Uniti (NASA), Russia (RKA),
Giappone (JAXA), Canada (CSA) ed Europa (ESA).
La ISS viaggia ad un’altezza variabile tra i
350 e i 460 km dalla superficie del nostro
pianeta, ad una velocità media di 27000
km/h, percorrendo più di 15 orbite al
giorno ...ed è visibile ad occhio nudo!
LA SALYUT, LO SKYLAB E LA MIR
L’Unione sovietica lanciò la prima stazione spaziale del mondo, la Salyut 1,
nel 1971, dieci anni dopo aver mandato
il primo uomo nello spazio. Il primo
equipaggio arrivò alcuni giorni più tardi
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a bordo di una navicella Soyuz, ma non
riuscì ad accedere alla stazione e rientrò
a terra poche ore dopo. Il successivo equipaggio, composto da tre cosmonauti, riuscì
a salire a bordo e vi rimase per 22 giorni,
durante i quali le TV sovietiche pubblicizzavano la loro avventura nei telegiornali
serali: per la prima volta un uomo aveva
abitato una stazione spaziale! Il destino
volle però che il successo si trasformasse
subito in tragedia: ci fu un guasto nella
capsula che avrebbe dovuto riportare a
terra l’equipaggio e i tre cosmonauti morirono per mancanza di aria. Mosca pose in
orbita altre Salyut negli anni ‘70 e nei primi anni ‘80, aumentando di volta in volta
il tempo trascorso in orbita dai cosmonauti. Il direttore dell’Istituto per i Problemi
Medici e Biologici, che all’epoca lavorava
per il programma spaziale russo, affermò
La ISS (International Space Station)
nella sua attuale conformazione.
che la cosa più importante di queste missioni era che esse provavano la possibilità
di aumentare la permanenza dell’uomo
nello spazio, superando i problemi provocati dall’assenza di gravità.
Gli Stati Uniti misero in orbita la loro prima stazione spaziale, lo SkyLab, nel 1973,
ed esso ospitò tre equipaggi prima di essere definitivamente abbandonato nel 1974.
Lo Skylab rientrò a Terra cinque anni più
tardi, uccidendo una mucca in Australia
durante l’atterraggio!
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La stazione
spaziale russa MIR.
Poiché gli Stati Uniti stavano iniziando
a pensare a uno Shuttle per voli spaziali
brevi, i Russi continuarono a volgere l’attenzione verso missioni spaziali di lunga
durata, e nel 1986 lanciarono il primo
modulo della stazione spaziale MIR. Da
allora, fino al suo rientro in atmosfera
nel 2001, i cosmonauti hanno sempre
abitato la MIR, tranne due brevi periodi.
Tra il 1994 e il 1995 il cosmonauta Valery
Polyakov stabilì il record di permanenza
umana nello spazio: 438 giorni in orbita.
La Russia continuò ad aggiungere moduli
alla MIR fino al 1996, creando la più
duratura stazione spaziale mai costruita:
aveva 250 tonnellate di massa e rimase
in orbita per 15 anni. Nata come stazione
esclusivamente russa, nel corso degli
anni, ed in seguito al crollo del Muro di
Berlino, la MIR divenne la base perfetta
per una cooperazione internazionale
nell’esplorazione spaziale, specialmente
nel corso degli agganci avvenuti con lo
Space Shuttle. Al pieno della sua attività,
la MIR poteva ospitare 2-3 astronauti
(a volte si toccò il numero di 6) per missioni corte della durata di pochi giorni
o lunghe interi mesi. Nel corso della sua
vita permise l’esecuzione di una serie di
ricerche: sulla microgravità, esperimenti
tecnologici in vari ambiti, biologici, osservazioni della Terra e dello spazio, registrazioni di dati sulla vita di bordo o altre
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attività in tempo reale. La MIR, oltre ad
avere un compito strettamente scientifico, ha permesso di creare un clima di
collaborazione internazionale, unendo
nello spazio ricercatori di nazionalità e
culture diverse nel nome del progresso e
della conoscenza: forse non sarà un caso
che il nome MIR in russo significhi “pace”.
Purtroppo l’avanzata età della stazione,
come alcuni errori umani, portarono al
verificarsi di svariati incidenti sulla MIR,
specialmente nel suo ultimo periodo
di vita. Uno su tutti ha fatto temere il
peggio, quando nel giugno 1997 una
navetta di rifornimento Progress andò a
sbattere contro uno sette moduli durante
la fase di avvicinamento. Questo impatto,
oltre a danneggiare i pannelli solari,
provocò un buco nel rivestimento
esterno del modulo che iniziò a
perdere aria, mettendo a repentaglio la vita dell’equipaggio
composto sia da russi che da
americani. L’intenso lavoro
di riparazione nei mesi successivi all’incidente riportò
la MIR in efficienza, ma la
Il modulo della
navicella russa
Soyuz utilizzato
dai russi per il
rientro dalla MIR.
NASA volle che la Russia ritirasse la stazione dei record per permettere a Mosca
di concentrare le proprie forze su una
nuova stazione, costruita in collaborazione con le principali agenzie spaziali degli
altri continenti.
Nelle prime ore del mattino del 23 marzo
2001 venne avviata la manovra controllata di rientro in atmosfera, grazie
a tre accensioni dei retrorazzi frenanti
dell’ultima navicella di trasporto del tipo
Progress che era rimasta agganciata alla
stazione spaziale. Le ultime parti e componenti metalliche della MIR, che non si
erano disintegrate mentre rientravano
in atmosfera, precipitarono nella zona
precedentemente calcolata nelle acque
dell’Oceano Pacifico.
L’ARRIVO DELLA STAZIONE
SPAZIALE INTERNAZIONALE
Il primo pezzo della ISS, l’attuale stazione spaziale, è stato lanciato nel novembre del 1998 dal Kazakistan. Poche
settimane più tardi l’equipaggio della
missione STS-88 dello Space Shuttle
arrivò a connettere il secondo modulo.
Successivamente, per la crisi finanziaria
russa, il lancio del terzo e critico modulo
fu posticipato fino al luglio del 2000, a
cui seguirono alcuni voli dello Shuttle
necessari per i rifornimenti e il materiale.
Il primo equipaggio arrivò sulla ISS nel
novembre del 2000, a bordo di una navicella Soyuz, e vi rimase fino al marzo del
2001, quando fu sostituito dal secondo
equipaggio. Dal 1998, la costruzione della
ISS, la cui fine è prevista per il 2010, ha
visto l’aggiunta di molti altri moduli,
andando a superare le dimensioni della
MIR. Terminato l’assemblaggio, la ISS
dovrebbe rimanere operativa in orbita
fino al 2016.
Dopo gli Stati Uniti e la Russia, l’Italia è il
terzo Paese al mondo per partecipazione
alla Stazione Spaziale Internazionale. In
Italia, precisamente all’A lenia Spazio, è
stato infatti realizzato il modulo pressurizzato Columbus. Si tratta di un laboratorio spaziale finanziato dall’ESA, che
ospiterà gli strumenti per gli esperimenti
a bordo della ISS. Columbus è progettato
per una vita operativa di 10 anni, è stato
consegnato nel Maggio 2006 al Kennedy
Space Center ed il lancio è previsto per
l’inizio del 2008 con il volo STS-122.
La ISS si trova su un’orbita attorno alla
Terra a un’altitudine media di 386 km, in
quella che viene normalmente definita
LEO (Low Earth Orbit, orbita terrestre
bassa). L’altezza dell’orbita può variare
di qualche chilometro a seconda della
resistenza atmosferica. La ISS compie un
giro attorno alla Terra circa ogni 92 minuti: al primo gennaio 2008, la stazione
spaziale ha completato più di 73000 orbite! E’ servita principalmente dagli Space
Shuttle, dalla Soyuz e dalla Progress; al
momento ha la capacità di ospitare un
equipaggio di tre persone. Finora, tutti
i membri (permanenti) dell’equipaggio
provenivano dal programma spaziale
americano o russo, tuttavia, la ISS è stata
visitata da molti altri astronauti, un certo
numero dei quali di altri paesi e da 2 turisti spaziali.
degli oggetti celesti più luminosi, facile da
distinguere mentre si muove attraverso il
cielo stellato.
La ISS è facilmente riconoscibile perché
si presenta come un oggetto molto brillante, più della maggior parte delle stelle
(durante i suoi passaggi più favorevoli
può raggiungere la magnitudine -3!),
muovendosi in linea retta e attraversando la volta celeste in circa 3 o 4 minuti.
La luminosità della ISS dipende dalla sua
posizione rispetto al Sole, e quindi dalla
quantità di luce che colpisce i pannelli
solari e viene riflessa verso la Terra. La
ISS transita ogni giorno sopra la maggior
parte delle località terrestri, ma non può
sempre essere vista: il momento migliore
per vederla è poco prima dell’alba o appena dopo il crepuscolo, perché in quei
momenti, mentre noi ci troviamo già al
buio, la ISS è ancora illuminata dal Sole e
sembra una stella scintillante che attraversa il cielo...
Esistono molti siti web che forniscono
giorno per giorno i dati sui passaggi della
ISS. Il sito più semplice è sicuramente
www.heavens-above.com, dove, partendo
dalla pagina http://heavens-above.com/
countries.aspx è possibile inserire la propria città (o paese) e poi avere informazioni su molti fenomeni astronomici, tra
cui passaggi visibili della ISS. Dopo aver
inserito la propria località appare il grafico della posizione della ISS, successivamente, cliccando a sinistra, nella sezione
satelliti, su “ISS” si apre una pagina con i
dati dei passaggi visibili per i successivi
10 giorni. Selezionando un passaggio
comparirà la mappa del cielo stellato
con il percorso della ISS e tutte le informazioni per rintracciarla agevolmente:
l’istante dell’inizio, della massima altezza
sull’orizzonte e della fine del transito
con le direzioni (altezza sull’orizzonte e
azimut) in cui guardare in ciascuno dei
tre momenti.
Per chi volesse compiere delle osservazioni sistematiche, un altro sito utile è www.
calsky.com, su cui ci si può registrare per
ricevere quotidianamente una mail con
le informazioni sui passaggi della ISS il
giorno seguente.
Due curiosità: la ISS è più luminosa quando ad essa è agganciato lo Shuttle, perché
aumenta la superficie riflettente e a volte
può essere vista anche di giorno (con l’aiuto di un telescopio e di una macchina fotografica) mentre transita sul disco del Sole.
Buona visione... e quando, dopo qualche
tentativo, riuscirete finalmente a vedere
la ISS ricordatevi di sorridere perché
lassù, dalla stazione spaziale più grande
mai costruita, ci sono 3 astronauti che vi
stanno guardando!
Un esempio di passaggi della ISS su Cortina (da Heavens-Above.com)
PASSAGGI VISIBILI
La ISS compie 15 orbite al giorno sopra
la Terra da 10 anni... ma quanti di voi la
hanno mai vista? Magari per caso qualcuno anche sì, ma quanti la hanno mai
vista consapevoli di quello che stavano
guardando? Probabilmente pochi lo immaginano, però la ISS è facilmente visibile (e riconoscibile) ad occhio nudo: capita
spesso che durante una delle frequenti
orbite attorno alla Terra la Stazione Spaziale passi sopra le nostre teste.
“Beccare” la ISS ad occhio nudo non è poi
così difficile, è sufficiente sapere in che
direzione scrutare il cielo. Infatti, anche
se la ISS viaggia a quasi 8 km al secondo,
è posizionata su un’orbita molto bassa e,
grazie ai suoi larghi pannelli solari, è uno
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