SSN – PROPOSTE del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo – Taranto” GdL Sanità Ricentralizzazione del Sistema Sanitario. La Sanità regionale è stata un fallimento. Occorre tornare ad un sistema centralizzato e pubblico. Bisogna ridefinire tutti i rapporti con il sistema privato convenzionato e rivalutare la sanità pubblica. Screening gratuiti per i residenti/lavoratori delle SIN. Bisogna considerare i costi e quali effettuare (ad esempio per il mesotelioma maligno gli screening sono inefficaci). Conoscenza del bilancio sanitario regionale. Blocco con tutti i mezzi consentiti della costruzione del nuovo Ospedale “San Cataldo”, sia per i notevoli costi che per i ritardi che comporterebbe l’opera. La città dispone già di due ospedali in cui sono dislocati diversi reparti (oncologia, malattie infettive, otorinolaringoiatria, oculistica, ematologia stano per esempio all’Ospedale Nord “San Giuseppe Moscati”). Inoltre il punto in cui dovrebbe nascere (presso San Giorgio) non ci sembra idoneo, essendo una zona ad alta densità di traffico. Destinare i finanziamenti all’ammodernamento ed efficienza dell’Ospedale Nord. Situato in un punto strategico e facilmente raggiungibile dall’intera provincia, ha a disposizione un notevole spazio (da poter essere usato come terminale bus e parcheggio) e può sicuramente essere ampliato con l’aggiunta di padiglioni o monoblocchi. L’investimento in macchinari di ultima generazione e l’ottimizzazione dei reparti (intendendo anche le stanze che ospitano i degenti, così come l’igiene, la mensa, il decoro, ed in genere la qualità dei servizi) lo rendono idoneo a coprire il ruolo di centro d’eccellenza e polo oncologico regionale (purtroppo l’alta percentuale, superiore alla media nazionale, di tumori porta a designare il “San Giuseppe Moscati” quale sede naturale). Riconversione degli ospedali “minori”, con chiusura dei reparti non funzionali, in “Ospedali delle Comunità” per lungodegenze e riabilitazioni. L’emergenza del futuro sono le malattie cronico-degenerative, demenze, ictus, cardiopatie, pneumopatie, che possono e devono essere gestite sul territorio. Sono legate all’invecchiamento della popolazione e qualsiasi pianificazione sanitaria deve tenerne conto. Uno-due ospedali per acuti in provincia sono sufficienti e il passaggio del paziente sarà dal ricovero in struttura ospedaliera (fase di attacco alla patologia) alla degenza/riabilitazione presso gli ospedali delle comunità, gestiti dai medici di base (turnazione). Quindi STOP COSTRUZIONI NUOVI OSPEDALI ma ottimizzare le strutture esistenti adeguandole alle nuove destinazioni d’uso. Potenziare l’assistenza domiciliare. Pensare anche ad un incentivo per le famiglie che se ne facciano carico, laddove l’infermità lo consenta, per il risparmio in termini economici, organizzativi temporali, che ne deriva allo Stato/Regione. Riorganizzare i trattamenti domiciliari socio riabilitativi per disabili e malati cronici totalmente o parzialmente non autosufficienti. Considerare una distribuzione domiciliare dei farmaci su richiesta avvalendosi di una rete sinergica tra ASL, Farmacie, Comune/quartiere, Volontariato/Associazionismo, personale delle Poste. Sinergia tra Ospedali Civili e Militari. Pensare a forme di collaborazione in particolare per esami di laboratorio e prestazioni ambulatoriali. Sfruttare le potenzialità delle strutture militari anche in termini logistici. Standardizzazioni costi e prestazione sanitarie. Ogni ASL e Azienda Ospedaliera dovrà attingere tutto il materiale di consumo presso un Centro Unico Regionale che avrà i costi armonizzati con la media nazionale. Le cure mediche e chirurgiche avranno protocolli comuni e standardizzati affinché ad ogni paziente sia offerta la cura più efficace (che non coincide con quella più costosa). Istituire una Commissione per valutare, a secondo dei casi, l’impiego di tecniche, cure e protesi non standardizzate. Si considera utile l’insediamento di una commissione che controlli, valuti e sanzioni l’operato delle ASL e Aziende Ospedaliere. Distribuzione capillare del “Pronto Soccorso” e miglioramento dotazione autoambulanze. Qualsiasi P.S. deve essere in grado di trattare ogni paziente stabilizzandolo e destinandolo all’eventuale reparto dell’Ospedale provinciale trasportandolo rapidamente con apposita ambulanza. Ogni P.S. deve essere dotato di astanterie qualora le condizioni del paziente fossero talmente critiche da non sopportare il trasferimento, per monitorizzarlo e assisterlo in loco. Aumentare il numero del personale sanitario da destinare ai P.S. . Rivedere la dotazione ospedaliera mobile ottimizzandone, con l’ausilio di modelli statistici e matematici, il rimessaggio, anche in funzione degli eventi e del periodo stagionale. L’eventuale fattura delle prestazioni del P.S. (codice bianco), che sarà consegnata insieme al referto all’atto della dimissione del paziente, sarà inviata on-line, da pagare tramite carta di credito o bonifico. Assunzione personale OSS e OSA. Reintegro delle vacanza tabellari del personale medico e paramedico, uniformandoci agli standard europei. Ritorno dei “Comitati di Gestione” degli ospedali e trasparenza amministrativa. Devono essere composti da rappresentanti dei comuni della provincia che ne controllino appunto la gestione. Diventano anche i referenti istituzionali dei cittadini che vi si rivolgeranno per lamentele, rimproveri, consigli. Pensare anche ad un metodo per semplificare e valorizzare le istanze dei cittadini e favorire il rapporto tra ASL- Azienda Ospedaliera e Cittadino. Le contabilità delle aziende sanitarie, controllate e certificate da personale amministrativo statale di altra regione, saranno esplicitate e divulgate nei canali mediatici previsti. Informatizzazione dell’intero sistema sanitario. Ottimizzare la sinergia tra medico di base, medico del lavoro, medico privato, ospedali, farmacie, sistema sanitario pugliese (e nazionale) , con apposito software in cui far veicolare tutte i dati sugli assistiti al fine di creare cartelle cliniche personali di cui la valorizzazione di tutte le informazioni (stili di vita, tipologia lavorativa, mansioni, luogo di lavoro e rischi relativi, decorso delle malattie, farmaci usati, ricoveri, interventi, risultati analisi ed esami da laboratorio) fornisca un quadro clinico incontrovertibile che segua sempre l’assistito. Una cartella clinica digitale da valorizzare e valutare continuamente e automaticamente (es. comparazioni tra analisi) che faciliterà all’occorrenza le diagnosi e che sarà, con l’insieme delle cartelle cliniche degli assistiti del paese, un valido strumento, sostituendosi ai registri epidemiologici, per la statistica e la ricerca. Fondamentale è quindi il medico di base e l’uso di un’informatizzazione che non sia fine a se stessa ma che faccia rete con tutto il sistema sanitario. Obbligatorietà dei farmaci monouso: vendita e distribuzione. Con il controllo digitale si evitano gli abusi e gli sprechi dimezzando i costi per il SS. L’uso delle dosi monouso certamente va nella corretta direzioni per ottenere una gestione valida dei farmaci da parte degli assistiti, ponendo le basi per un cambio di mentalità e un nuovo modi di approcciarsi al farmaco. Sperimentazione richiesta digitale. Sperimentare la richiesta digitale (dotata di codice univoco) con parametri automatici di prenotazione (distanza, tempo di attesa, giornate libere ecc,) con pagamento on-line tramite bonifico o carta di credito. Prevenzione: Stili di Vita e Alimentazione. Programmare serie di conferenze nelle scuole, sia primarie che secondarie, e negli ospedali su alimentazione e stili di vita. L’organizzazione delle mense scolastiche e comunque di tutte le aziende pubbliche, preveda menù vegetariani due volte a settimana. Sia data preferenza a prodotti di stagione e locali e che comunque non siano extra-regione. Nell’ambito di una campagna preventiva ed informatrice su una sana alimentazione a cui correlare opportuni stili di vita, ogni comune dovrà organizzare, due volte all’anno, le giornate della salute, con il patrocinio della Regione. Introduzione Medicina Biologica e Cellulare Con la collaborazione del Polo Universitario verificare la validità delle mutazioni genetiche sulle malattie neurodegenerative affinché si possano porre le basi per la creazione in Puglia di un primo “Centro Diagnostico Sperimentale” che sfrutti i principi dell’epigenetica.