MODULO DI CONSENSO INFORMATO PER L’ESECUZIONE DI
ENDOSCOPIA OPERATIVA NON BILIARE
S.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva,
Presidi Ospedalieri di La Spezia e Sarzana
Direttore Dr. L. Camellini
Gentile Signora/ Egregio Signore
Nel modulo informativo allegato Le abbiamo spiegato in cosa consistano le principali procedure endoscopiche a carico del
tratto digestivo superiore (EGDS) o inferiore (colonscopia) e come esse possano essere eseguite in sedazione per ridurne il
disagio. In questo modulo le forniamo ulteriori dettagli circa procedure operative che possono essere eseguite durante l’EGDS e la
colonscopia. La maggior parte delle procedure operative sono eseguite in sedazione perché la loro esecuzione allunga i tempi e il
disagio degli esami. Della maggior parte delle procedure descritte è ipotizzabile una alternativa chirurgica, che è però gravata da
maggiore invasività e morbidità.
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Recupero colpi estranei: possono trovarsi nel primo tratto digerente (esofago, stomaco, duodeno), nel colon-retto o
raramente nell’ultima ansa ileale. Possono essere pericolosi o direttamente (con meccanismo meccanico causando
perforazione o occlusione intestinale), o in quanto possono rilasciare sostanze tossiche (es: batterie). Non tutti i corpi
estranei sono pericolosi; alcuni possono essere lasciati all’interno del tratto digerente, aspettando la loro eliminazione
spontanea. Quando indicata la loro asportazione endoscopica è meno invasiva e rischiosa della asportazione
chirurgica, ma non del tutto scevra da rischi, perché i corpi estranei possono danneggiare il tratto digerente durante la
fase di recupero.
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Manovre emostatiche: sono quelle finalizzate all’interrompere un sanguinamento in atto, o a prevenirne la recidiva o
la manifestazione, sia nel tratto digestivo superiore, sia in quello inferiore. Possono essere eseguite con metodiche
iniettive (iniezione di sostanze che costringono i vasi, o ne chiudono il lume, come rispettivamente l’adrenalina e le
colle acriliche per uso medicale), meccaniche (posizionamento di “punti” metallici, o di lacci), o termiche
(coagulazione dei vasi). Anche le manovre emostatiche possono causare alcuni effetti indesiderati tra cui la
perforazione del viscere o la formazione di ulcere in seguito al trattamento, ma il rischio è comunque inferiore di
quello di un sanguinamento non arrestato. Un caso particolare di lesioni sanguinanti o a rischio di sanguinamento
sono le varici gastro-esofagee. Nei pazienti con malattia del fegato o talora del pancreas, parte del sangue
proveniente dall’intestino non riesce a passare attraverso il fegato e viene deviato lungo le vene dell’esofago o dello
stomaco, che si dilatano e prendono il nome di varici. Queste vene possono rompersi con comparsa di emorragia. Il
trattamento endoscopico può avvenire o legandole con dei lacci montati sull’endoscopio o sigillandole iniettando al
loro interno della colla acrilica. Per ottenere la completa eliminazione delle varici possono essere necessarie sedute
ripetute. Effetti indesiderati del trattamento possono essere il dolore toracico, la difficoltà o il dolore nella deglutizione,
l’induzione del sanguinamento in seguito alla manovra stessa o al distacco di un’escara anche alcuni giorni dopo la
procedura; complicanze rare sono la formazione di restringimenti cicatriziali, la perforazione dell’esofago, l’infezione
del mediastino (rarissime), l’embolizzazione in sedi lontane di particelle di colla acrilica.
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Polipectomie di grossi polipi o asportazione di lesioni sottomucose: le tecniche che si utilizzano nelle
polipectomie maggiori sono sostanzialmente le medesime che si impiegano nelle polipectomie minori, ma il rischio
può essere aumentato dalla maggiore dimensione delle lesioni trattate. La base delle tecniche di polipectomia è la
polipectomia con ansa: il polipo è stretto in un cappio, quindi si fa passare corrente elettrica per tagliare la lesione e
coagularne la base, prevenendo il sanguinamento. Quando la lesione è poco rilevata e aderente alla mucosa, oppure
posta all’interno della sottomucosa (lo strato di parte sotto la mucosa), si utilizza la mucosectomia: prima di afferrare
la lesione con l’ansa, la si solleva iniettando del liquido nella sottomucosa. Una ulteriore tecnica di polipectomia è la
dissezione sottomucosa: in questo caso dopo aver espanso la sottomucosa iniettando del liquido al suo interno
(come nella mucosectomia), si asporta la lesione sezionando con un ago le fibre della sottomucosa. La dissezione
sottomucosa è un trattamento permette l’asportazione di lesioni più grandi della mucosectomia, talora in modo più
radicale, ma il rischio di complicanze è più elevato. Si deve ricordare che una emorragia digestiva si può verificare
anche alcuni giorni dopo una polipectomia, per il distacco dell’escara. Infine la polipectomia ha oltre un ruolo
terapeutico anche un ruolo diagnostico; solo dopo aver asportato completamente una lesione è possibile esaminarla
al microscopio nella sua interezza, effettuando così una diagnosi affidabile. In alcuni casi quindi dopo aver asportato
completamente una lesione con tecnica endoscopica, può risultare comunque indicato un intervento chirurgico, per
prevenire la recidiva della malattia nella stessa sede o in altri organi.
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Dilatazione di stenosi, cioè di restringimenti del tratto digestivo superiore o inferiore, dovuti ad infiammazione,
neoplasia, o esiti chirurgici. Con controllo endoscopico e talora anche radiologico si introduce attraverso il canale
dell’endoscopio un filo guida oltre la stenosi. Sul filo guida vengono fatte scivolare delle sonde di materiale plastico
con estremità assottigliata, di calibro via, via crescente; in alternativa si utilizzano, sempre su filo guida dei cateteri
con palloncino gonfiabile per dilatare gradualmente il restringimento. Benché la manovra sia sempre eseguita con
gradualità, è facilmente intuibile che i rischi maggiori sono quelli di emorragia e perforazione. La tecnica di dilatazione
con palloncino si applica anche nella acalasia, un disturbo della contrazione dell’esofago, per cui la parte terminale di
esso non si rilascia regolarmente per far transitare il cibo nello stomaco.
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Posizionamento di protesi: anche questa tecnica si impiega in presenza di restringimenti (stenosi) del tratto
digestivo. Come nella tecnica precedente si posiziona un filo guida oltre la stenosi; quindi su di esso si fa scorrere un
tubo di materiale plastico o di maglia metallica arrotolata (protesi), che è posizionato a cavallo del restringimento
stesso. Una volta posizionata, la protesi by-passa il restringimento e permette il passaggio a valle del contenuto
intestinale. Dopo il posizionamento è normale un certo dolore, di solito lieve, transitorio e agevolmente controllabile
con analgesici. Ancora una volta le complicanze più frequenti sono l’emorragia e la perforazione; è anche possibile
che la protesi, pur correttamente posizionata, si dislochi (cioè si sposti a monte o a valle della stenosi, perdendo la
sua funzione). E’ disponibile una ampia gamma di protesi per i diversi tratti intestinali e per uso temporaneo o
definitivo, in diverse situazioni cliniche. Tuttavia è necessario ricordare che il superamento della stenosi da parte della
protesi non sempre risolve il quadro clinico di ostruzione del tratto digestivo, in quanto possono essere presenti
ulteriori stenosi più a valle, o la motilità gastro-intestinale può essere alterata dalla patologia. I pazienti che hanno
ricevuto una protesi a livello del tratto digestivo superiore (e in particolare dell’esofago) dovrebbero ricevere una dieta
semiliquida ed assumerla in posizione seduta (non sdraiata); possono anche lamentare reflusso di materiale
alimentare o di succhi gastrici dallo stomaco in esofago: quest’ultima situazione è alleviata con la prescrizione di
farmaci.
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Posizionamento di sondini ad uso nutrizionale o decompressivo. L’endoscopia può essere utilizzata per
posizionare sondini naso-gastrici, naso-duodenali o naso-digiunali.
CONSENSO ALL'ESECUZIONE DI PROCEDURA ENDOSCOPICA OPERATIVA
Io Sottoscritto/a .................................................................................................. dichiaro di essere stato/a informato/a in modo
chiaro e a me comprensibile dal Dott. ...................………................ del fatto che per il mio quadro clinico, è opportuna l'esecuzione
della procedura di…………………………………………………………………... Sono stato/a informato/a della possibilità che nel
corso dell’esame potranno essere messe in opera altre manovre endoscopiche necessarie al trattamento di eventuali complicanze
della colonscopia stessa. Di quanto prospettato mi sono stati spiegati gli obiettivi, i benefici, i possibili eventi avversi e il loro
trattamento, le alternative diagnostiche e terapeutiche, anche in relazione al mio stato di salute. Sono comunque consapevole che,
qualora si presenti la necessità di salvarmi da un pericolo imminente e non altrimenti evitabile e/o di un danno grave alla mia
persona, verranno poste in atto tutte le pratiche ritenute idonee a scongiurare tale pericolo. Acconsento inoltre alla esecuzione
della sedazione, quando a giudizio dell’operatore essa sia indicata per la buona e sicura esecuzione della procedura.
FIRMA LEGGIBILE DEL PAZIENTE:......................................................................……………………
FIRMA DEL MEDICO:…………………………………….......................................................................…
Data……………………………………………………. Ora …………………………………………………….