Seminario di studio in preparazione alla 47a Settimanale Sociale Famiglie … Fragilità e Speranze Schema intervento Don Gigi Cabrino Direttore PSL Casale Monferrato CRISI FINANZIARIA E FAMIGLIE Il funzionamento organico ed armonico di un sistema economico si basa sull’interazione delle tre principali “istituzioni economiche”, vale a dire lo Stato, il libero mercato ed i corpi sociali intermedi. E’ questa una impostazione normalmente accolta che si evince dall’evidenza reale e che è stata fatta propria anche dalla Dottrina Sociale della Chiesa. Proprio dallo squilibrio che si è venuto a creare tra queste tre istituzioni possiamo intravedere quali siano le origini della crisi sociale, economica e lavorativa che stiamo vivendo e quali siano le conseguenza di questa crisi sulle famiglie: • LO STATO: intendiamo per stato l’autorità pubblica in generale, ai vari livelli, nazionale, sopranazionale, e locale (regioni, province comuni etc….). L’autorità pubblica che in nome del popolo attraverso le sue rappresentanze nelle istituzioni, orienta e governa con opportuni provvedimenti la società e l’economia verso il bene comune. Sulla crisi dello Stato credo sia inutile aggiungere parole alle tante che già si sono dette, dalle crisi politiche di rappresentanza, allo stallo delle istituzioni, fino a politiche di integrazione sopranazionale che non sempre sono state sinonimo di unione di forze e valorizzazione in uno scenario più ampio di legittimi interessi nazionali e locali in cooperazione con altri stati ma spesso si sono rivelate autentiche deleghe in bianco. • I CORPI SOCIALI INTERMEDI: tutto ciò che tra lo Stato e la singola persona umana crea opportunità di legami, relazioni ed associazione (associazioni, gruppi, partiti, sindacati…) La prima e più importante forma di corpo intermedio è, come si può evincere dalla naturale considerazione della realtà, la famiglia: è nelle relazioni familiari che la persona entra in relazione con il mondo e con la società. Inoltre, come osservano diversi economisti (citiamo tra gli altri il prof. Campiglio della Cattolica di Milano) la famiglia è, dal punto di vista economico, un centro decisionale, luogo in cui si prendono decisioni rilevanti anche a fine economico( comprare casa, cambiare auto, rimandare un acquisto etc…) • IL LIBERO MERCATO:legittima e necessaria realtà per il normale svolgimento della vita economica, per la produzione e la allocazione di beni e servizi che dovrebbe portare alla generazione di occupazione. Se non è governato da legittime norme date dall’autorità pubblica rischia di diventare un mondo a sé stante, un autentico far west dove sopravvive il più forte e le garanzie per chi “resta indietro” non ci sono. Mi pare di potere affermare che la crisi attuale sia generata dalla progressiva perdita di consistenza delle prime due istituzioni economiche, Stato e corpi intermedi con la riduzione del sistema economico alla terza istituzione, il libero mercato. A questo aggiungiamo la progressiva (e pianificata?) riduzione dell’economia produttiva (lavoro, produzione di beni e servizi e loro commercializzazione) al solo aspetto finanziario, che dovrebbe essere di supporto all’economia e ne diventa espressione quasi esclusiva. Una vera e propria riduzione “antropologica” (dietro all’economia c’è sempre una visione dell’uomo, un’antropologia): l’uomo ridotto alla sua dimensione economica ( in un’economia di solo mercato) e l’economia ridotta alla finanza. Sarebbero infiniti gli esempi di grossi gruppi finanziari che finanziano con somme enormi politiche volte a sminuire il ruolo di questi “corpi intermedi” in particolare della famiglia, indebolendo sempre più la dimensione relazionale che genera processi economici sani ( oltre che una vita sociale più felice). PROSPETTIVE DI SPERANZA. Innanzitutto mantenere una sana antropologia, l’uomo è giustificato dal peccato nell’ordine della grazia, ma nell’ordine naturale le conseguenza del peccato originale restano tutte e si traducono nelle “strutture di peccato” richiamate più volte dal Beato Giovanni Paolo II. Questo per metterci al riparo di sogni utopistici di creazione di paradisi in terra; ce ne sono state, abbiamo sotto gli occhi la macerie di queste utopie. Detto questo la comunità cristiana non si deve esimere dal proporre, questo è essere “sale della terra”. Innanzi tutto sapere , conoscere ed informarsi, sono queste situazioni che toccano tutti noi, non sono questioni da “addetti ai lavori” o come va di moda definirli “tecnici”. Cristiani competenti che possano indirizzare i propri fratelli alla conoscenza di questi temi economici e sociali. E poi affermare con forza che investire su questi beni “relazionali”, in primis la famiglia, non è un “dare soldi” ma formare quasi una griglia che permette di filtrare proposte e provvedimenti al di là delle disponibilità finanziarie del momento. Acquisire una forma mentis al di là della liquidità disponibile ( erogazioni) o esigibile (tassazione). Infine proporre e far conoscere ciò che già c’è e viene fatto dalla Chiesa, spesso nel nascondimento o nella scarsa attenzione dei media; non parlo della beneficenza (lodevole) ma delle varie forme di accompagnamento delle famiglie in difficoltà, alle forme di microcredito, alla nascita di nuove cooperative etc… Don Gigi Cabrino