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POLITICA COME NARCISO: PER GUARIRE, CORPI INTERMEDI, GENIO ITALIANO
L’intervento di Dario di Vico sul Corsera di lunedì 4 marzo è molto stimolante, perché finalmente
riflette sul ruolo degli organismi intermedi. Lo fa in modo originale, rilevando anche la potenziale
novità del Movimento Cinque Stelle, che pare voler costruire un sistema di partecipazione
democratica dal basso che pretende di portare direttamente ogni cittadino in politica, a contatto
diretto con la res publica: sembrano non servire più, in questo modello, quei corpi intermedi che
sono stati croce e delizia del nostro sistema politico. La vecchia politica usava in modo strumentale
i corpi intermedi - e a volte si faceva usare dalle lobbying più attrezzate, magari dietro “adeguato
corrispettivo”; la politica diretta dal basso promossa dal Movimento Cinque Stelle sembra invece
rifiutare ogni intermediario, e basta a se stessa. I cittadini che bisogno hanno di mettersi insieme,
promuovere associazioni di volontariato, realtà di auto mutuo aiuto, gruppi di acquisto solidale,
cooperative, sindacati, reti di imprese? Basta la Rete, attraverso la quale si ritrova la vera
uguaglianza di ciascuno: il Movimento Cinque Stelle diventa così strumento di democrazia diretta:
“lo” strumento, anzi: l’unico?
La sfida è grande, soprattutto per un Paese che si regge anche grazie al capitale sociale generato da
una straordinaria società civile, capace di offrire solidarietà, azione sociale e rappresentanza a tanti
soggetti sociali, che altrimenti sarebbero stati travolti dal tumultuoso e immorale sviluppo del
mercato globale, oltre che dal triste spettacolo troppo spesso offerto dalla leadership politica. Molti
ricordano che misurare il valore economico dell’azione dei corpi intermedi oggi attivi nel nostro
Paese farebbe salire il PIL di diversi punti percentuali: quanto valgono i milioni di ore di
volontariato che ogni settimana vengono donati per la protezione e la promozione degli emarginati,
per la tutela dell’ambiente, per la promozione dei beni culturali, per l’impegno sociale e politico? E’
vero, come dice Di Vico, che gli organismi intermedi sono fragili, poco presenti su Internet, spesso
agganciati alla vecchia politica (sindacati inclusi): ma perché non si dice che senza di essi il nostro
Paese sarebbe molto più povero e disperato?
Allora da dove cominciare, come chiede Di Vico, per capire come gli organismi intermedi possano
accreditarsi in modo innovativo e credibile con un movimento politico che rifiuta il vecchio
modello di dialogo? Forse però bisognerebbe rovesciare il punto di vista, e restituire voce, titolarità
e rilevanza pubblica a quelli che anche la Costituzione riconosce come parte integrante del disegno
di cittadinanza, proprio nell’art. 2, dove “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Serve più
sussidiarietà, più voce alla società civile. Proviamo, per una volta, a vedere prima di tutto il Paese
reale, e a valutare come costruttori di bene comune e responsabili della cosa pubblica non solo i
partiti e quelli che parlano con i partiti, ma quelli che ogni giorno, spesso nel silenzio, costruiscono
quotidianamente la coesione sociale e la solidarietà nel nostro Paese. E assolutamente meritorio, a
questo punto, è l’articolo di Di Vico, che inserisce finalmente un tema di società civile all’interno di
un dibattito politologico che parla solo di formule e di schieramenti parlamentari. Quanti
responsabili di società civile avete visto in televisione a parlare del futuro del Paese, dopo le
elezioni? E quanti politici, vecchi e nuovi?
Altrimenti anche i media e la società civile per primi rischiano di ricadere nella sindrome di
Narciso, malattia della nostra élite politico-dirigenziale, che a forza di guardarsi nello propria
immagine riflessa nell’acqua, è caduta dentro se stessa, e sta affogando. E la stessa novità del
Movimento Cinque Stelle, se non riesce a vedere oltre se stesso, rischia di cadere, prima o poi, nello
stesso stagno.
Francesco Belletti
presidente del Forum delle associazioni familiari
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