IT IT PROGETTO DI PROPOSTA DI RISOLUZIONE

Parlamento europeo
2014-2019
Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
2016/2637(RSP)
16.6.2016
PROGETTO DI
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B8xxxxxx e B8–xxxxxx
a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, del regolamento
sugli acidi grassi trans (TFA)
(2016/2637(RSP))
Renate Sommer
a nome del gruppo PPE
Daciana Octavia Sârbu
a nome del gruppo S&D
Nikolay Barekov
a nome del gruppo ECR
Anneli Jäätteenmäki
a nome del gruppo ALDE
Lynn Boylan
a nome del gruppo GUE/NGL
Martin Häusling
a nome del gruppo Verts/ALE
Piernicola Pedicini
a nome del gruppo EFDD
Mireille D'Ornano
a nome del gruppo ENF
RE\1094067IT.doc
IT
PE582.248v01-00
Unita nella diversità
IT
B8-0000/2016
Risoluzione del Parlamento europeo sugli acidi grassi trans (TFA)
(2016/2637(RSP))
Il Parlamento europeo,
–
visto il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25
ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, in
particolare l’articolo 30, paragrafo 71,
–
vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 3
dicembre 2015, riguardante i grassi trans negli alimenti e nella dieta generale della
popolazione dell'Unione (COM(2015)619 final),
–
vista la relazione del Centro comune di ricerca intitolata "Trans fatty acids in Europe:
where do we stand? A synthesis of the evidence: 2003-2013" (Acidi grassi trans in
europa: qual è la situazione attuale? Una sintesi delle prove raccolte: 2003-2013),
–
visto il parere scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) del
2009 che forniva raccomandazioni in merito al consumo dei TFA,
–
viste le pubblicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS): "The
effectiveness of policies for reducing dietary transfat: a systematic review of the
evidence2" (L'efficacia delle politiche ai fini della riduzione del consumo di acidi grassi
trans: un esame sistematico dei dati) e "Eliminating trans fats in Europe - A policy
brief3" (Eliminazione degli acidi grassi trans in Europa – analisi delle politiche),
–
visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A.
considerando che gli acidi grassi trans (TFA – trans fatty acids) sono grassi insaturi
presenti negli alimenti ottenuti da ruminanti, quali i prodotti lattiero-caseari e la carne, e
negli oli vegetali parzialmente idrogenati prodotti industrialmente (gli oli vegetali che
sono modificati tramite l'aggiunta di atomi di idrogeno e che sono utilizzati per friggere
e per cuocere al forno e negli alimenti trasformati per prolungarne la durata di
conservazione);
B.
considerando che il grasso di ruminanti, ad esempio nei prodotti lattiero-caseari e nella
materia grassa della carne bovina, contiene tra il 3 e il 6 % di TFA;
C.
considerando che il consumo umano di TFA naturali prevenienti dai ruminanti è
1
Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, relativo alla
fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, GU L 304 del 22.11.2011, pag. 18.
2
Bull World Health Organ 2013;91:262–269H
3
http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0010/288442/Eliminating-trans-fats-in-Europe-A-policybrief.pdf?ua=1
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solitamente basso;
D.
considerando che il consumo di carne è in costante aumento nell'UE;
E.
considerando che molti ristoranti e fast-food utilizzano i TFA per friggere gli alimenti
perché sono poco costosi e possono essere utilizzati più volte nelle friggitrici
commerciali;
F.
considerando che altri TFA sono generati durante la preparazione di alcuni alimenti (ad
esempio, in caso di frittura degli alimenti);
G.
considerando che il consumo di oli vegetali parzialmente idrogenati prodotti
industrialmente è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari,
infertilità, endometriosi, calcoli biliari, morbo di Alzheimer, diabete e alcuni tipi di
tumore;
H.
considerando che un'elevata assunzione di TFA è, in particolare, uno dei diversi fattori
di rischio per lo sviluppo di cardiopatie coronariche (più di ogni altro nutriente in base
al rispettivo numero di calorie) e che tali patologie, secondo una stima prudente,
causano ogni anno circa 660 000 decessi nell'UE, ossia circa il 14 % della mortalità
complessiva;
I.
considerando che l'EFSA raccomanda di limitare il più possibile il consumo di TFA in
una dieta adeguata sotto il profilo nutrizionale1;
J.
considerando che l'OMS raccomanda, più nel dettaglio, di non assumere più dell'1 %
dell'apporto energetico quotidiano tramite TFA;
K.
considerando che a giugno la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha
stabilito che gli oli parzialmente idrogenati non sono di norma considerati privi di
rischio per essere utilizzati nell'alimentazione umana;
L.
considerando che nonostante la limitata disponibilità limitata di dati a livello di UE, un
recente studio che sintetizza i dati di 9 paesi dell'UE conclude che l'assunzione media
giornaliera di TFA nella popolazione è inferiore all'1 % dell'apporto calorico
giornaliero, ma che sono stati registrati tassi di assunzione più elevati in particolari
gruppi di popolazione di alcuni di tali Stati membri2;
M.
considerando che l'analisi dei più recenti dati disponibili pubblicamente conferma che,
nonostante sia stata segnalata una riduzione dei TFA in determinati prodotti alimentari,
ci sono ancora diversi alimenti con livelli elevati di TFA, ovvero più di 2 g di TFA per
100 g di grasso (ad esempio, biscotti o popcorn con circa 40-50 g di TFA/100 g di
grasso, come pure alimenti non preconfezionati, quali prodotti di panetteria) in alcuni
mercati alimentari dell'UE;
1
EFSA Journal 2010;8(3):1461
2
Mouratidou et al. Trans Fatty acids in Europe: where do we stand? JRC Science and Policy Reports 2014
doi:10.2788/1070
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IT
N.
considerando che studi internazionali mostrano che le politiche finalizzate a limitare il
tenore di TFA degli alimenti comportano una riduzione dei livelli di TFA, senza
aumentare il tenore totale di materia grassa e che tali politiche sono realizzabili e
attuabili ed è probabile che abbiano un effetto positivo sulla salute pubblica;
O.
considerando che il fatto che solamente un consumatore su 3 nell'UE abbia conoscenze
in materia di TFA indica che è necessario intervenire sul piano dell'informazione;
P.
considerando che la legislazione dell'UE non prevede disposizioni in merito al
contenuto di TFA negli alimenti né richiede un'etichettatura corrispondente;
Q.
considerando che in Austria, Danimarca, Lettonia e Ungheria è in vigore una normativa
che limita il contenuto dei TFA negli alimenti , mentre la maggior parte degli altri Stati
membri dell'UE hanno scelto misure volontarie, quali l'autoregolamentazione, le
raccomandazioni alimentari o i criteri di composizione per specifici prodotti
tradizionali;
R.
considerando che vi sono dati che dimostrano che l'introduzione di limiti giuridici per i
TFA industriali da parte della Danimarca, che nel 2003 ha stabilito un limite nazionale
del 2 % del tenore di grassi trans negli oli e nei grassi, ha portato a risultati positivi,
riducendo considerevolmente i decessi causati da malattie cardiovascolari1;
S.
considerando che la ricerca degli oli parzialmente idrogenati nell'elenco degli
ingredienti dei prodotti alimentari preconfezionati è l'unica possibilità per i consumatori
di individuare i prodotti che possono contenere TFA; che, in base alle norme attuali
dell'UE, i consumatori possono avere difficoltà a comprendere la differenza tra oli
parzialmente idrogenati (che contengono, tra gli altri componenti, TFA) e gli oli
completamente idrogenati (che non contengono TFA, ma solamente acidi grassi saturi),
giacché il regolamento (UE) n. 1169/2011 prevede che tali informazioni siano indicate
nell'elenco degli ingredienti dei prodotti alimentari preconfezionati;
T.
considerando che studi recenti hanno dimostrato che le persone con uno stato
socioeconomico più elevato seguono un regime alimentare più salutare rispetto alle
persone con uno stato socioeconomico inferiore e che tale divario si sta ampliando;
U.
considerando che dovrebbero essere introdotti mezzi appropriati a livello di UE per
ridurre il consumo di TFA industriali;
1.
ricorda che la questione dei TFA rappresenta una priorità per il Parlamento europeo e
ribadisce la sua preoccupazione in merito ai rischi posti dai TFA per la salute;
2.
ricorda che è stato dimostrato che l'introduzione di limiti ai TFA può portare a rapidi e
significativi benefici per la salute; sottolinea, a tal proposito, il successo dell'esperienza
compiuta in Danimarca, dove nel 2003 è stato introdotto un limite nazionale del 2 % del
tenore di TFA negli oli e nei grassi;
1
Brandon J. et al. Denmark’s policy on artificial trans fat and cardiovascular disease, Am J Prev Med 2015 (in
stampa)
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3.
evidenzia che la maggior parte della popolazione dell'UE, soprattutto le fasce più
vulnerabili, non dispongono di informazioni sui TFA e sulle loro conseguenze per la
salute, il che impedisce loro di compiere scelte consapevoli in materia di consumo
alimentare;
4.
manifesta preoccupazione per il fatto che i cittadini con uno status socioeconomico o
un'istruzione inferiore continuino a consumare alimenti con un maggiore contenuto di
TFA;
5.
riconosce che tutte le attuali strategie per la riduzione dei TFA sembrano essere
associate a riduzioni significative di livelli di TFA negli alimenti; deplora la mancanza
di un approccio armonizzato a livello dell'UE in materia di TFA e sottolinea che azioni
individuali da parte degli Stati membri creeranno un mosaico di regolamentazioni, che
potrebbero avere effetti sulla salute differenti da uno Stato all'altro e potrebbero, inoltre,
ostacolare il corretto funzionamento del mercato unico;
6.
ritiene, pertanto, che non sia opportuno agire a livello nazionale, ma che siano
necessarie misure a livello dell'UE al fine di ridurre notevolmente il consumo di TFA da
parte della popolazione;
7.
ritiene che, alla luce della mancanza di consapevolezza dei consumatori in merito agli
effetti negativi dei TFA sulla salute, l'etichettatura obbligatoria dei TFA risulti uno
strumento inefficace per tentare di ridurre il consumo di TFA tra i cittadini europei;
8.
invita la Commissione a proporre quanto prima limiti obbligatori per i TFA industriali
al fine di ridurne consumo da parte di tutti i gruppi della popolazione;
9.
invita, altresì, la Commissione a collaborare con gli Stati membri al fine di migliorare
l'alfabetizzazione nutrizionale della popolazione nonché a impegnarsi con l'industria per
incoraggiare una riformulazione in chiave salutare dei prodotti;
10.
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla
Commissione.
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