NATALE E IL MISTERO DELL`INCARNAZIONE

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Raymond Winling
NATALE
E IL MISTERO
DELL’INCARNAZIONE
QUERINIANA
Introduzione
Che la festa del Natale trovi così profonde risonanze anche in quanti
hanno preso le loro distanze dalla chiesa istituzionale, è una constatazione
che merita di attirare l’attenzione di tutti coloro che si occupano dell’interpretazione del fatto religioso. Natale esercita un fascino e crea un’atmosfera festiva unici nel loro genere nelle nostre società secolarizzate.
Certo non sono pochi quelli che denunciano lo sfruttamento commerciale
che corrompe questa festa popolare, il cui vero significato tende ad essere
svuotato a vantaggio di aspetti piuttosto folcloristici e marginali. Secondo
un sondaggio realizzato da La Croix, il 78% dei francesi si dichiara molto
o abbastanza legato a questa festa. Peraltro, nove francesi su dieci ne criticano l’aspetto troppo commerciale. Infine, il 63% ritiene che «bisogna
ritornare ad una maggiore spiritualità»1. Una presa di coscienza si verifica
a proposito della necessità di reagire alla lenta erosione del contenuto
specifico di una festa che non consiste unicamente in fantasmagorie di luci
eccitanti o in seduzioni create da melodie che suscitano nostalgia.
Ma c’è un pericolo più sottile che rischia di svuotare il Natale della sua
sostanza spirituale. In effetti, uno dei princìpi dell’esegesi attuale è quello
di dare la priorità all’esame delle fonti scritte, secondo il metodo storicocritico. Un tale metodo porta a mettere tra parentesi ciò che è indizio di
trascendenza e a prendere in considerazione unicamente ciò che è fatto
storico debitamente stabilito. Libri di successo, pubblicati in un passato
recente, cercano di dimostrare che in fondo, anche se si può ammettere
la nascita di Gesù in qualche parte della Palestina, nulla si può dire del
mistero di quel bambino. A ciò si aggiungono le reticenze molto decise
da parte di alcuni esegeti a proposito della storicità dei racconti dell’annunciazione e della visita dei Magi, che avrebbero lo scopo di illustrare
una tesi teologica. Inoltre, il dialogo interreligioso invita a mettere in pa-
1
La Croix n. 37326 (23 dicembre 2005) 3-4.
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Natale e il mistero dell’incarnazione
rallelo Gesù e Maometto, o Gesù e i profeti dell’Antico Testamento. Alcuni ne concludono che si può riconoscere a Gesù il rango di profeta, ma
non quello di Figlio di Dio. Altri non retrocedono di fronte alla messa in
relazione tra i vangeli dell’infanzia e alcuni miti pagani sulla nascita degli
dèi. Altri ancora, basandosi sulla data tardiva dell’introduzione della festa
di Natale e lo sforzo di cristianizzazione di feste pagane da parte della
chiesa, pretendono che l’origine della festa di Natale vada spiegata con
l’intenzione di sostituire un mito pagano con un altro mito.
A livello della celebrazione liturgica delle feste, va segnalata un’altra
difficoltà, legata ai rapporti tra la festa di Pasqua e quella di Natale. In
effetti, il ciclo di Natale si è costituito molto più tardi del ciclo di Pasqua.
Si sa che Pasqua è la festa cristiana primordiale la cui celebrazione risale
alle origini e ha ritmato il tempo liturgico. Il ciclo di Natale si viene progressivamente creando a partire dal IV secolo. Fin da allora, l’anno liturgico comporta due centri di gravità, Natale e Pasqua. All’inizio, queste
feste erano armoniosamente legate l’una all’altra e venivano sottolineati i
rapporti di reciprocità e di complementarità. Ma c’è stata evoluzione, sia
per indebolimento dei legami stabiliti sia per accentuazione unilaterale,
dovuta a dei mutamenti di prospettiva. Attualmente, il successo della festa di Natale rischia di occultare l’importanza della festa di Pasqua.
Per tutti questi motivi, i cristiani non possono sottrarsi ad una ridefinizione dell’essenziale e ad una riflessione sul vero senso della festa di
Natale. La ricerca sull’origine di questa festa è ricca di insegnamenti. In
effetti, prima della celebrazione liturgica della nascita di Gesù, la teologia
aveva già parlato del significato di un tale evento: crisi acute della cristologia riguardavano il significato antropologico e teologico della nascita
del Lógos che si è fatto uomo. Ora, l’esame dell’evoluzione che sfocia
nell’introduzione della festa di Natale, dimostra che essa è stata instaurata proprio nel momento più forte di tali controversie.
L’obiettivo del presente studio è quello di prendere in considerazione
aspetti molto diversi di una questione assolutamente fondamentale. A
questo scopo, verranno messi in opera diversi modi di procedere. Per
organizzare una materia tutto sommato piuttosto complessa, sarà utile
raggruppare i dati attorno ad alcuni assi maggiori. Il piano seguito comporterà le seguenti suddivisioni:
1. Le feste di Natale e dell’Epifania: sguardo sulla storia della loro rispettiva origine.
2. I dati della Scrittura a proposito della nascita di Gesù e degli eventi
ad essa collegati.
Introduzione
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3. La nascita di Gesù nella letteratura apocrifa e nel Corano.
4. La nascita di Gesù, oggetto di dibattiti nel corso dell’epoca prenicena.
5. Le grandi crisi del IV e V secolo. Concili di Nicea (325), di Efeso
(431), di Calcedonia (451).
6. Aspetti salvifici del mistero dell’incarnazione.
7. Questioni antiche, questioni attuali: spiritualità e teologia.
8. Omaggio di natura più poetica reso al Verbo incarnato.
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