A Campobasso la risonanza magnetica cardiaca al centro di uno

8
ORIZZONTE RICERCA
NUOVO oggi MOLISE
Mercoledì 7 Marzo 2007
Diagnostica di eccellenza alla Cattolica
Una moviola per il cuore
A Campobasso la risonanza magnetica cardiaca
al centro di uno studio nazionale
PROBABILMENTE tutti
conoscono la risonanza
magnetica, un esame ormai fondamentale in moltissimi settori della medicina. Ma in passato c’era
sempre un problema: non
si poteva usare per studiare il cuore perchè si tratta
di un organo in continuo
movimento, e questo appariva un ostacolo insuperabile.
Oggi il problema è risolto ed alla Cattolica di
Campobasso la risonanza
magnetica cardiaca è usata regolarmente. Il centro
scientifico molisano, inoltre, è coinvolto, con altri 8
istituti di ricerca italiani,
in uno studio a livello nazionale su questa tecnica.
Ma come si è riusciti ad
eseguire la risonanza magnetica di un organo in
movimento?
Lo abbiamo domandato
a Gennaro Restaino, radiologo dell’equipe di Radiodiagnostica della Cattolica
di Campobasso diretta da
Pina Sallustio.
«La risonanza magnetica cardiaca - spiega Restaino, che ha trascorso periodi
di
perfezionamento
presso il Leiden University
Medical Center in Olanda riassume in sé tutti i progressi che questa metodica
ha realizzato negli ultimi
anni. E’ vero: fino al decennio scorso il continuo movimento del cuore rappresentava un ostacolo insuperabile per la visualizzazione di questo organo con
la risonanza magnetica: le
immagini apparivano immancabilmente confuse e
sfumate, inutili per l’uso
diagnostico. Oggi, grazie
all’elaborazione di nuove
sequenze, più veloci e definite, ma soprattutto grazie
alla cardiosincronizzazione
(l’acquisizione delle immagini sincronizzata alle fasi
del ciclo cardiaco, registrate mediante l’esecuzione
contemporanea
dell’elettrocardiogramma, ndr), è
possibile visualizzare immagini molto dettagliate
del cuore sia ferme che in
movimento, ed effettuare
misurazioni molto precise
del flusso del sangue attraverso i vasi e le valvole
cardiache ottenendo informazioni sia anatomiche
che funzionali».
Quali sono i principali vantaggi che la risonanza magnetica cardiaca offre?
«Consente di fare un’analisi accurata e panoramica delle caratteristiche
sia morfologiche, cioè della
forma delle camere cardiache (atri e ventricoli), che
funzionali del cuore, studiandone le eventuali anomalie del movimento, i
malfunzionamenti
delle
valvole, i difetti di perfusione, cioè le zone del muscolo cardiaco che ricevono
meno sangue e che sono
quindi a rischio di ischemia o infarto, oppure le
zone infartuate e quindi
ormai "irrecuperabili". Sostanzialmente la RM integra e completa tutte quelle
valutazioni che si fanno
già da anni con l’ecocardio-
grafia, la metodica più consueta per visualizzare immagini nello studio della
funzione cardiaca».
Rispetto
all’ecocardiografia?
«La risonanza magnetica del cuore non ha quei limiti tipicamente legati
all’anatomia del paziente,
alla sua costituzione fisica
o all’esistenza di precedenti interventi chirurgici al
torace, che possono limitare o precludere l’esecuzione di una buona ecocardiografia. In particolare, risulta particolarmente utile
nello studio del ventricolo
destro, di difficile valutazione ecografica, nello studio delle malformazioni
congenite o dei tumori del
cuore e rappresenta la metodica di riferimento per la
valutazione della perfusione del miocardio e per l’identificazione delle aree
infartuate. Inoltre ci permette di calcolare i volumi
e la funzione del cuore in
modo più preciso e riproducibile. Bisogna d’altro
canto considerare che, rispetto all’ecocardiografia,
la risonanza magnetica
cardiaca è molto meno diffusa nel territorio (si esegue in meno di 20 Centri
in tutta Italia, la maggior
parte dei quali del centronord) richiede costi maggiori, tempi di esecuzione
più lunghi (30-40 minuti) e
la disponibilità di software costosi e dedicati per l’elaborazione delle immagini, nonché di competenze
superspecialistiche per la
loro interpretazione: implica quindi un impegno più
gravoso sia per il paziente,
che per il medico».
Bilanciando costi e
benefici, quali sono i
casi in cui è più indicata la risonanza magnetica del cuore?
«E’ importante sapere
che va fatta solo in casi selezionati, previsti da specifiche linee guida e selezionati dal cardiologo in stretta collaborazione con il
cardio-radiologo. Un’indicazione elettiva è rappresentata dallo studio della
vitalità miocardica, cioè l’i-
Il traguardo ’toccato’
con Pasquale Del Mano
Progetto
Moli-sani
raggiunge
«quota» 9.000
dentificazione di quelle
zone di muscolo cardiaco
che, pur essendo apparentemente "morte" a causa di
un infarto, in realtà potrebbero ancora giovarsi di
un intervento di rivascolarizzazione (ad es. del bypass, ndr) e riprendere a
funzionare, perché non
sono ancora andate incontro a necrosi. C’è poi lo studio del ventricolo destro, in
particolare nei casi sospetti di cardiomiopatia aritmogena, che può colpire
soggetti anche molto giovani, talora provocandone la
morte improvvisa; le indagini sulle cardiomiopatie,
sulle miocarditi e sui sospetti tumori cardiaci ed
infine lo studio delle cardiopatie congenite complesse, che viene fatto sia
in fase preoperatoria che
post operatoria».
Come si esegue questo
esame?
«Prima di tutto è importante valutare con estrema
attenzione la presenza di
eventuali controindicazioni
alla sua esecuzione: ad
esempio, pazienti con il
pace-maker non possono
assolutamente essere sottoposti a questa indagine,
così come a tutti gli altri
tipi di risonanza magnetica; al contrario, la presenza di valvole cardiache
(purché non impiantate
prima degli anni ’80), di
stent coronarici o di bypass, così come della maggior parte delle protesi articolari, non rappresenta
un problema. Una volta
esclusi i casi controindicati, l’esame è sostanzialmente innocuo e viene eseguito con un normale apparecchio per risonanza
magnetica ad alto campo:
la differenza è che prima
di iniziare l’esame vengono
posizionati sul torace 4
elettrodi per registrare l’elettrocardiogramma. Gran
parte dell’esame può essere eseguito senza somministrare per via endovenosa
il mezzo di contrasto (una
sostanza che migliora la
visualizzazione di alcune
strutture cardiache, ndr),
che in molti casi non è necessario; questo è indispensabile, invece, quando
Il dottor Gennaro Restaino
dell’equipe di radiodiagnostica
della Centro di ricerche
della Cattolica di Campobasso
si voglia studiare la perfusione e la vitalità del miocardio, o caratterizzare dei
sospetti tumori, o studiare
le arterie o le vene del torace, eseguendo la cosiddetta angio-RM. In media
l’esame dura 30-40 minuti
(ma la sua durata può variare in rapporto al quesito
clinico) e richiede, da parte
del paziente, la capacità di
trattenere il respiro per
periodi di circa 10 secondi,
un tempo accettabile per la
maggior parte dei soggetti,
anche anziani e cardiopatici».
Quali sono i vantaggi
per il medico che alla
fine dovrà decidere la
terapia per il paziente?
«I vantaggi sono quelli
di avere delle informazioni
anatomiche molto dettagliate e panoramiche, delle
misurazioni più accurate e
ripetibili dei parametri di
funzione cardiaca e degli
indici importantissimi nella stadiazione della cardiopatia ischemica, il tutto
allo scopo di scegliere la terapia migliore, medica o
chirurgica, e di controllarne l’efficacia nel tempo. E’
chiaro che la risonanza
magnetica del cuore, per i
limiti che ho illustrato prima, non può essere proposta come esame di screening, o come esame di primo livello nel paziente cardiopatico. E’ quindi indi-
spensabile la precisa definizione, da parte dello specialista cardiologo, del quesito clinico, che servirà anche al cardio-radiologo per
la corretta esecuzione ed
interpretazione dell’esame,
che può variare da paziente a paziente. La chiave di
volta è rappresentata, anche in questo caso, come
sempre quando si voglia
fare medicina di qualità,
dalla stretta collaborazione tra gli specialisti delle
varie branche - cardiologo,
radiologo, medico nucleare,
internista - e tra questi ed
il medico di base, che meglio di tutti conosce la storia clinica del suo assistito».
Quali sono i progetti
di ricerca che vi vedono
impegnati? «Sta partendo proprio in questi giorni
uno studio multicentrico, il
MIOT (Myocardial Iron
Overload in Thalassemia),
una ricerca che punta ad
una maggiore comprensione delle complicazioni della talassemia, anche conosciuta come anemia mediterranea (una patologia
ereditaria nella quale si ha
un difetto di formazione
dell’emoglobina nel sangue, ndr). Il progetto, che
vede coinvolti 9 centri di
cardio-radiologia in tutta
Italia ed è coordinato dal
CNR di Pisa, utilizzerà la
risonanza magnetica come
tecnica non invasiva per
monitorare l’accumulo di
ferro a livello cardiaco ed
epatico, una complicanza
tipica nei malati di talassemia. Il MIOT, in particolare, valuterà l’efficacia di
questa specifica tecnica nel
fornire misurazioni precise
sul livello di ferro in quegli
organi ed il nostro Centro
rappresenterà la sede di riferimento per i pazienti
dell’Italia Meridionale insieme a Palermo e Catania. Altri progetti di ricerca, tutti "autoctoni" e con
l’impiego della RM cardiaca, sono attualmente allo
studio in collaborazione
con il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari del
nostro Centro e con il Dipartimento di Scienze Radiologiche e Studio delle
Bioimmagini del Policlinico
Gemelli di Roma, ma siamo assolutamente disponibili ed anzi saremmo lieti
di poter instaurare rapporti di collaborazione, con finalità sia cliniche che di ricerca, con le altre realtà
cardiologiche
dell’intero
Molise».
Francesca de Lucia
IL Progetto Moli-sani ha
raggiunto quota 9.000
partecipanti.
Il traguardo è toccato
questa volta a Pasquale
Del Mano, un simpatico
signore di Mirabello Sannitico di settantanove
anni. Il nostro novemillesimo moli-sano è padre di
2 figlie e nonno di due nipoti.
Come vuole la consuetudine del nostro Progetto
per ogni volta che si raggiunge un altro migliaio di
partecipanti, il signor Pasquale Del Mano è stato
accolto da una cerimonia
informale completa di foto
e assegnazione del tradizionale diploma Moli-sani
consegnato personalmente
dal Direttore di Sede Giuseppe Mobilia (a destra
nella foto) e dal Direttore
dei Laboratori di Ricerca
Giovanni de Gaetano (a
sinistra).