di Vacis Lo zio Vanja

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Teatro
Cinema
Valutazione
della Commissione
nazionale film:
New Moon:
consigliabile,
semplice;
Segreti
di famiglia:
complesso,
problematico,
(prev.);
2012:
consigliabile,
semplice.
2012
■ L’ultimo lavoro di Roland Emmerich è spettacolare, costosissimo e catastrofico – come mai si
era visto –, grazie all’impiego degli ultimi ritrovati virtuali. Dopo i suoi
precedenti Independence
day e L’alba del giorno dopo, che illustravano pericoli globali possibili, 2012
ci pone di fronte a eventi
ritenuti certi: si dice che
accadranno tra tre anni e
segneranno la fine di un
certo modo di vivere e l’inizio di uno nuovo.
Il regista ha dichiarato
che questo è il suo ultimo disaster movie e che
vi è stato spinto dal fatto
Il manifesto
dal catastrofico
“2012” di Roland
Emmerich;
a destra,
scene da “Zio
Vanja”, regia
di Gabriele Vacis.
che molte persone su Internet hanno scritto sulla
fine del mondo, prevista
per il solstizio invernale
del 2012, in coincidenza
con la fine di uno dei calendari degli antichi
Maya. Ha ritenuto che ne
valesse la pena, perché
quando, come è successo
a lui, «si fa qualcosa che
dà tanta adrenalina, vuol
dire che va fatta». E, da
maestro nel genere, si è
lasciato condurre dal gusto di impressionare,
puntando sul realismo
Città nuova • n.23 • 2009
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dei trucchi e su fughe dei
protagonisti, impossibili
e, a volte, umoristiche.
La sceneggiatura non è
banale, orientandosi a
motivi significativi. Migliaia di persone si salvano su grandi arche, costruite in gran fretta e in
assoluto segreto, assieme
a coppie di molte specie
animali e una raccolta
delle migliori opere d’arte. È prospettata la rifondazione di una nuova società, forse migliore, perché maggiormente rispettosa dei rapporti umani,
come fanno intendere
scene di eroismo di certi
personaggi
maschili.
Mentre quelli femminili,
nessuno dei quali muore,
sono assimilabili alla Ter-
ra, che sopravvive rinnovandosi. E l’Africa è predestinata ad essere nuovamente culla della civiltà
rinascente. Un filmone
indirizzato ai giovani,
sconvolgente e divertente
come un luna park; un
po’ ingenuo, ma coerente.
Regia di Roland Emmerich; con Thandie Newton, John Cusack, Amanda
Peet, Woody Harrelson, Danny Glover, Chiwetel Ejiofor,
Oliver Platt.
Raffaele Demaria
Lo zio Vanja
di Vacis
■ Intuire che la gran
parte degli uomini non
compie e non compirà
mai gesti eroici è una
delle grandi scoperte di
Cechov. Eppure egli rende rilevante la loro vita,
priva di eventi eccezionali, in quella mescolanza di malesseri e di piccole speranze, di accensioni e di delusioni dell’anima che costituiscono il gran tempo della
vita quotidiana. Come
nello Zio Vanja. Nel rappresentare
“la
vita
com’è” ci fa osservare le
loro minime azioni, partecipare ai loro sentimenti, senza indicarci un
modo di giudicarli. Poggiando uno sguardo di
infinita, umana pietà.
Tra i molti allestimenti
del celebre testo questo di
Gabriele Vacis è da ricordare. Attraverso un gran
lavoro sugli attori della
sua ricomposta compagnia Teatro Settimo –
gruppo che ha fatto la
storia del teatro italiano
degli ultimi vent’anni –,
l’ozio e la noia che solitamente pervadono le atmosfere cechoviane e la
disperata ironia dell’autore, assumono una leggerezza e un ritmo coinvolgente dall’inizio alla fine,
facendone uno spettacolo
sospeso tra immobilità e
tempesta. Con i personaggi che sembrano recuperati dalla memoria.
La vicenda è quella
della famiglia borghese e
rurale turbata dal ritorno
del vecchio, tronfio “professore” e della sua seconda giovane moglie. Il suo
ex cognato Vanja e la prima figlia Sonia vedono
sconvolto il proprio quieto tran tran. Della bella
Elena si innamorano sia
Vanja che il pacioso
Astrov, medico ed ecologista ante litteram, di cui
è invece invaghita Sonia.
L’elemento scatenante
del testo è la decisione
del professore di vendere
la tenuta. Alla conseguente ribellione di
Vanja a cui scappa un
colpo di pistola che manca il bersaglio diretto al
professore, segue la partenza immediata della
coppia ospite. Per chiudersi con quel finale
struggente in cui Vanja e
Sonia ritornano alle loro
mansioni di contabilità
sognando un futuro di
felicità nell’altra vita.
Un tumulto di sentimenti sembra rivitalizzare il tempo dello spettacolo di Vacis, accrescen-
Appuntamenti
do ulteriormente la frustrazione dei personaggi
che restano, anche se il
mancato bersaglio della
vita colpisce tutti quando un barlume di azione
e di cambiamento sembrerebbe concretizzarsi.
E li raggela nell’incapacità di agire.
Attuale come non
mai, anche per il tema
ecologico – natura violentata e lottizzazione – e
politico – un’intellighenzia sterile e improduttiva,
che parla a vuoto –, in
Zio Vanja Cechov registra la mutazione di
un’epoca, senza dare ai
protagonisti l’opportunità di parteciparvi.
Nel privilegiare una
scrittura asciutta e colloquiale, si compie con vitalità quel teatro di narrazione caro a Vacis, e
quel “farsi” del teatro
mentre accade. Gli attori
tirano in giù alberi rinsecchiti con le radici per
aria, sipari di plastica trasparente; spostano armadi e sedie, e vestono da
un guardaroba aperto
zeppo d’abiti. Su questa
scena evocativa un tessuto sonoro di voci della
natura accompagna il
lento fluire del tempo.
Sono da ricordare, tra
gli interpreti, il Vanja di
Eugenio Allegri, l’Astrov
di Michele Di Mauro, ricco di umorismo, la Elena
di Lucilla Giagnoni, e
quella minuta balia di
Laura Curino, figura marginale ma presente e attiva
come lo sono tutti gli altri
ruoli apparentemente secondari, in realtà tutti determinanti nel comporre
questa emozionante pagina corale di gran teatro.
ESSENTIAL EXPERIENCE A PALERMO
MOSTRE
1
Tempi di Stalin
71 foto artistiche storiche realizzate dai più grandi
fotografi russi del secolo
scorso con l’obiettivo di
spiegare la trasformazione
iconografica del corpo, dalla seconda metà degli anni
Venti al culmine del regime
stalinista degli anni Trenta.
Nudo per Stalin. Roma,
Sala Santa Rita, fino all’11/1/10.
Beppe Lopretone
2
Le più belle campagne
fotografiche di Lopretone
(1950-2007) realizzate per
note firme della moda che
restituiscono un ritratto
della produzione made in
Italy degli ultimi 30 anni.
Beppe Lopretone. Moda e
celebrità. Carpi (Mo), Palazzo dei Pio, fino al 31/1/10.
Rumori d’artista
3
Le suggestive opere di
artisti giovani che hanno
saputo imporsi attraverso
linguaggi innovativi ed originali.
Shhh… Rumori d’artista.
Gloria Campriani, Lorenzo
Filomeni, Tannaz Hosseini
Lahiji, Luca Palatesi. Pontedera (Pi), Museo Piaggio, fino al 30/1/10.
Genio futurista
4
Esposta dopo più di 30
anni la monumentale opera
(olio su tela d’arazzo, la più
grande di Balla) entrata recentemente a far parte della
ricca collezione della stilista
Laura Biagiotti.
Genio futurista. Roma,
1
ARTE E SPETTACOLO
2
20 tra i maggiori artisti
del panorama contemporaneo – come Gilbert&George,
Gloria Friedman, Kiefer,
Paolo Grassino, Koji Tanada,
Gunther Uecker – e tre nuove produzioni commissionate a Dennis Oppenheim, Pedro Cabrita Reis e Richard
Nonas sulle questioni etiche
che riguardano il concetto di
creazione e il tema della responsabilità dell’artista.
Essential Experience. Palermo, Palazzo Riso, fino al
28/2/10. www.palazzoriso.it
Museo dell’Ara Pacis, fino
al 31/1/10.
Giordania
5
Opere prestigiose e selezionate a documentare una
civiltà antichissima e un crocevia di popoli e di culture.
Giordania. Crocevia di
popoli e culture. Roma, Palazzo del Quirinale, fino al
31/1/10.
dedicata alla creatività giovanile emergente, con l’installazione di Comoretti
ispirata agli ex voto anatomici, che riproducono con
fedeltà le parti del corpo
malate su cui deve concentrarsi la pietas divina.
Vania Comoretti. Gratia.
Modena, Galleria Civica,
dal 13/12 al 10/1/10.
IN SCENA
Burri e Fontana
6
Un confronto fra i due
titani del Novecento. Opere
sceltissime dei due artisti
che, ognuno con specifiche
invenzioni pittorico-plastiche, hanno impresso alle arti visive una svolta di radicale mutamento.
Burri e Fontana. Materia
e spazio. Catania, Fondazione Puglisi Casentino, fino
al 14/3/10.
Vania Comoretti
Sesto appuntamento dell’Area Progetto, iniziativa
3
4
Schiaccianoci
all’Opera di Roma
Torna il balletto natalizio
per eccellenza, andato in
scena per la prima volta nel
1892 al Mariinskij di San
Pietroburgo. La versione
onirica del coreografo Luc
Buy e la drammaturgia e regia di Beppe Menegatti,
sfrutta la multimedialità di
grandi proiezioni e piccole
immagini di teleschermo
Al Teatro Nazionale per
la stagione dell’Opera di
Roma, dal 15 al 31/12.
5
a cura di
G.D.
6
Giuseppe Distefano
Al Valle di Roma. In
tournée.
71
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