SINTASSI DEL PERIODO CLASSE III A A.S. 2012-2013 Le congiunzioni Le parti invariabili del discorso che svolgono la funzione di collegare due frasi, oppure due o più parole, si chiamano congiunzioni (dal latino coniungere = unire). In base alla loro funzione si distinguono in due gruppi: • congiunzioni coordinanti: quelle che uniscono due parole all’interno di una frase, e che uniscono due o più frasi che, nel periodo, hanno la stessa importanza e sono indipendenti l’una dall’altra. • Congiunzioni subordinanti: quelle che collegano due frasi ponendone una in una situazione d’indipendenza dall’altra. Le congiunzioni coordinanti si suddividono in: 1. copulative: quando collegano due elementi di medesima importanza; queste a loro volta si possono distinguere in: - positive: e, anche, inoltre, pure, etc. - negative: né, neppure, nemmeno, neanche, etc. 2. Disgiuntive: quando separano due concetti dei quali l’uno esclude l’altro (o, oppure, altrimenti…); 3. avversative: quando mettono in contrapposizione due elementi o frasi (ma, tuttavia, anzi, invece, pure…); 4. dichiarative: quando ribadiscono un concetto (cioè, ossia, infatti, ovvero…); 5. conclusive: quando introducono la conclusione di ciò che è stato affermato in precedenza (perciò, dunque, pertanto, quindi, sicché…); 6. correlative: quando mettono in relazione due elementi o frasi mediante congiunzioni spesso copulative o/e disgiuntive (sia…sia, e…e, o…o, così…come, né…né, tanto…quanto, tanto…che,…). Queste congiunzioni determinano, nell’analisi del periodo, proposizioni coordinate per polisindeto (dal greco polys = molto e syndein = congiungere: con molte congiunzioni). Le congiunzioni subordinanti si distinguono in: 1. dichiarative: quando introducono una proposizione dipendente che serve a spiegare un determinato concetto (che, come); 2. interrogative e dubitative: quando introducono una frase che esprime una domanda diretta, o un dubbio e un’incertezza (perchè, se, che…); 3. causali: quando introducono una frase che indica la causa di un’azione espressa dalla precedente: (perchè, poiché, siccome, che, giacché…); 4. consecutive: quando introducono una frase che indica la conseguenza dell’azione espressa dalla reggente: (tanto…che, talmente…da, così…che); 5. finali: quando introducono una frase che indica lo scopo dell’azione espressa dalla reggente (affinché, che, perchè…); 6. modali: quando introducono una frase che spiega il modo in cui avviene l’azione espressa dalla reggente (come, così, quasi, comunque, siccome…); 7. temporali: quando introducono un rapporto di tempo tra le azioni espresse dalla subordinata nella reggente: (mentre, quando, allorché, finché, appena, come…); 1 8. comparative: quando introducono una subordinata in cui si attua un confronto con quanto detto nella reggente; 9. concessive: quando introducono una subordinata che indica una situazione nonostante la quale si compie l’azione espressa dalla reggente (benché, quantunque, sebbene, nonostante…); 10. condizionali: quando la subordinata indica la condizione necessaria affinché avvenga l’azione espressa dalla reggente (se, purché, ove, qualora…); 11. eccettuative e limitative: quando introducono una subordinata che esprime una limitazione o un’eccezione a quanto detto nella reggente (eccetto che, tranne che, fuorché, salvo che…). LE CONGIUNZIONI SUBORDINANTI Esse si distinguono in: CAUSALI Introducono una proposizione che indica la causa di ciò che avviene nella reggente (poiché, perché, siccome, giacché, dato che, visti che, dl momento che). ES.: ho aperto la finestra poiché fa troppo caldo. FINALI Collegano tra loro due o più proposizioni stabilendo tra esse un rapporto gerarchico: Introducono una proposizione che indica una proposizione è necessariamente il fine, lo scopo per cui avviene ciò che è autonoma ed è detta principale o reggente; detto nella reggente (affinché, perché, l’altra dipende dalla principale ed è detta che, onde, acciocché). secondaria o subordinata. ES.: gli stiamo molto vicini affinché non si senta solo. 2 TEMPORALI Servono a esprimere il rapporto di tempo tra l’azione indicata nella reggente e un altro fatto (mentre, quando, finché, allorché, prima che, dopo che, non appena). ES.: sono arrivati quando ormai la cerimonia era terminata. DICHIARATIVE Introducono una proposizione che fa da soggetto o da complemento oggetto oppure una proposizione che serve a spiegare o a dichiarare qualcosa (che, come). ES.: bisogna che tu lo incontri. CONDIZIONALI Introducono una proposizione che esprime un fatto che è la condizione necessaria perché si verifichi quanto indicato nella reggente (se, purché, ove, qualora, nel caso che, supposto che, a condizione che). ES.: il concerto si farà se non verrà a piovere. AVVERSATIVE Introducono una proposizione che esprime una circostanza che si contrappone a quanto viene affermato nella reggente (mentre, laddove, quando). ES.: continua a guardare la TV mentre dovrebbe studiare per l’esame. CONSECUTIVE Introducono una proposizione che indica la conseguenza di quanto è detto nella reggente (così . . . che, tanto . . . che, tanto . . . da, sicché, a tal punto . . . che, di modo . . . che). ES.: era così felice che cominciò a piangere. 3 MODALI Introducono una proposizione che esprime il modo in cui si svolge un’azione (come, così, quasi, siccome, comunque, come quando, in modo che). ES.: ha agito proprio come tutti ci aspettavamo. CONCESSIVE Introducono una proposizione che esprime un fatto nonostante il quale si verifica quanto indicato nella reggente (benché, quantunque, sebbene, nonostante, anche se, malgrado che). ES.: ti regalerò quel computer sebbene costi tanto. COMPARATIVE Introducono una proposizione che attua un confronto con quanto è detto nella reggente (più . . . di, meno . . . che, come, tanto . . . quanto, meglio che, peggio che). ES.: il paesaggio è più suggestivo di quanto potessi immaginare. INTERROGATIVE e DUBITATIVE ECCETTUATIVE e LIMITATIVE 4 Introducono una proposizione che esprime una domanda in forma indiretta o una proposizione che esprime dubbio o timore (perché, se, quando, come, quanto). ES.: fammi sapere perché si sono offesi. Introducono una proposizione che esprime un’eccezione o una limitazione a quanto detto nella reggente (fuorché, tranne, eccetto che, tranne che, salvo che, per quanto, in quanto). ES.: tutto potevamo supporre fuorché rifiutasse. ESCLUSIVE 5 Introducono una proposizione che esprime l’impossibilità di un’azione rispetto a quanto affermato nella reggente (senza, senza che). ES.: ha guardato tutto senza mostrare alcuna emozione. PERIODO E STRUTTURA I periodi o frasi complesse sono dette così perché formate da più proposizioni, ognuna contenente un proprio predicato. Il periodo si può definire un espressione linguistica di senso compiuto delimitata da segni di interpunzione forti e costituita da due o più proposizioni. Ogni periodo è formato da tante proposizioni quanti sono i predicati verbali o nominali. I RAPPORTI TRA LE PROPOSIZIONI. In ogni periodo ogni proposizione svolge una propria funzione e può essere collegata alle altre : PER COORDINAZIONE: PER SUBORDINAZIONE: quando entrambe le proposizioni quando il rapporto che lega le 2 sono indipendenti e sono legate da un rapporto di coordinazione. Es. Lisa suona il pianoforte e Chiara studia la storia . proposizioni, di cui una è autonoma e l’altra presuppone l’esistenza della precedente. Es. Lisa suona il pianoforte mentre Chiara studia la storia. LE PROPOSIZIONI NEL PERIODO: INDIPENDENTI o PRINCIPALI, SUBORDINATE o SECONDARIE. Ogni proposizione può essere : INDIPENDENTE: DIPENDENTE: quando non dipende da nessun quando dipende da un’ altra altra proposizione. proposizione. È anche detta 6 Essa diventa PRINCIPALE o REGGENTE se viene posta in relazione con una o + SECONDARIA O SUBORDINATA. ESEMPIO: Sono felice perché oggi è il mio compleanno (Prop. Principale o reggente) 7 (Prop. Subordinata) I VARI TIPI DI PROPOSIZIONE INDIPENDENTE Le proposizioni indipendenti devono informare, domandare, esortare. -Enunciative o dichiarative: enunciano un pensiero, un giudizio o descrivono un fatto; esprimono insomma una dichiarazione, un’informazione. Il verbo è solitamente all’indicativo, raramente all’infinito.ES: ora devi svoltare a destra. -Interrogative: esprimono una domanda, un’interrogazione o anche un dubbio informa diretta e si concludono con il punto interrogativo. Generalmente il verbo è all’indicativo ma può essere anche al congiuntivo ,al condizionale o all’infinito.ES: Chi arriva? -Esclamative :sono costituite da un’esclamazione che esprime gioia, dolore, dispiacere e si concludono con il punto esclamativo. Hanno solitamente il verbo all’indicativo, al congiuntivo o all’infinito. ES: La nostra squadra ha vinto! -Imperative: esprimono un comando o una proibizione. Hanno il verbo all’imperativo o all’infinito. Spesso si concludono con il punto esclamativo. ES: Vieni subito! -Esortative: esprimono un invito ,un’esortazione, una preghiera e sostituiscono le imperative nelle forme mancanti. Il verbo è al congiuntivo. ES: Su, non ci avviliamo. -Desiderative o ottative: esprimono un desiderio, un’ augurio , un rimpianto. Hanno il verbo al congiuntivo, al condizionale e a volte all’ infinito .Spesso si concludono con il punto esclamativo e sono introdotte da interiezioni o locuzioni interiettive. ES: Venisse anche lui! -Concessive: esprimono una concessione o l’ammissione, per via ipotetica, di un fatto o di una situazione. Hanno generalmente il verbo al congiuntivo rafforzato da pure, anche…ES: Parli pure male di noi. 8 Subordinate CONSECUTIVE La preposizione consecutiva indica la conseguenza dell’evento o dell’azione espressi nella reggente. La consecutiva è di solito anticipata nella reggente da avverbi come così, sì, talmente, tanto o da aggettivi come tale, siffatto, simile posti in relazione con l’elemento che introduce la subordinata. Anche la subordinata consecutiva può avere due forme: Esplicita, quando è introdotta dalla congiunzione che la quale, in alcuni casi, si può fondere con l’elemento presente nella reggente formando un’unica parola o delle locuzioni come cosicché, talché, al punto che … Essa ha il verbo: - All’indicativo, quando esprime una conseguenza certa: es. È così presuntuosa che nessuno la sopporta. - Al congiuntivo, quando la conseguenza è presentata come possibile: es. Gli amici faranno sì che rinunci al cinema per la partita. - Al condizionale, quando la conseguenza è subordinata a una condizione: es. Sono così arrabbiata che, se potessi, mi metterei a urlare. Implicita, quando è espressa con l’infinito preceduto dalla preposizione da o dalle locuzioni al punto da, degno di, indegno di, adatto a, inadatto a … es. Era tanto distratta da non accorgersi di niente 9 Subordinate CONCESSIVE La proposizione concessiva esprime una concessione, indica cioè che una cosa, sia o non sia vera, non ha effetto su un'altra. Si tratta normalmente di una frase subordinata introdotta da congiunzioni come malgrado, nonostante, sebbene, benché. In questi casi, la concessiva richiede l'uso del congiuntivo (malgrado siano tutti arrivati, c'è poca gente alla festa). È l'unico caso, oltre a quello della proposizione interrogativa indiretta, che vede il condizionale seguire alla congiunzione se: - Non andrò alla sua festa domani, anche se mi piacerebbe. La congiunzione anche se richiede invece l'uso dell'indicativo: anche se sono tutti arrivati... Esistono proposizioni concessive implicite, che ricorrono dunque all'uso di modi infiniti come il gerundio: - Pur ballando male, sono andata alla festa e ho conosciuto un sacco di gente L'enunciato corrisponde dunque anche se ballo male... Hanno valore concessivo anche gli enunciati introdotti da indefiniti come chiunque, dovunque, comunque e simili. Si può parlare di frase concessiva anche nel caso della proposizione principale: - Sarà pure un calciatore preparato, ma oggi è apparso del tutto svogliato 10 Subordinate CONDIZIONALI e Periodo Ipotetico Il periodo ipotetico è una struttura sintattica composta da una proposizione subordinata condizionale (detta protasi) e dalla sua reggente (detta apodosi). La protasi (dal tardo latino protăsis, "protendere", "mettere innanzi"[2]), esprime la premessa, cioè la condizione da cui dipende quanto predicato nella reggente; la apodosi (dal tardo latino apodŏsis, , "controparte", restituire"[3]), indica la conseguenza che deriva o deriverebbe dal realizzarsi della condizione espressa dalla proposizione subordinata. - PERIODO IPOTETICO DELLA REALTÀ quando è ritenuta reale Es. Se mi indichi la via (protasi), ci arrivo subito (apodosi) - PERIODO IPOTETICO DELLA POSSIBILITÀ quando è ritenuta possibile Es. Se non ti distraessi di continuo (protasi) renderesti di più (apodosi) - PERIODO IPOTETICO DELL’IRREALTÀ quando è ritenuta irrealizzabile o impossibile Es. Se fossi più alto (ma non lo sono), sarei un campione di pallacanestro Subordinate CAUSALI La proposizione causale indica la causa di quanto si è detto nella proposizione reggente. Essa ha la funzione di un complemento di causa. Risponde alle domande: perché?, per quale motivo? Essa può essere: - Esplicita, quando ha il verbo all’indicativo, al condizionale o, più raramente, al congiuntivo ed è interrotta dalle congiunzioni o locuzioni causali poiché, perché, siccome, dato che, dal momento che, visto che … Es. Lo dico non perché ti voglia punire; - Implicita, quando ha il verbo gerundio, participio passato o all’infinito; quest’ultimo è retto dalle preposizioni per, di, a. 11 Subordinate FINALI La proposizione finale indica lo scopo o il fine per cui si verifica l’azione espressa nella proposizione reggente e ha la funzione di un compl. di fine. Risponde alle domande: perché?, a che scopo?, a quale fine? - Esplicita, quando ha il verbo alo congiuntivo ed è introdotta dalle congiunzioni o locuzioni finali affinché, perché, che, acciocché, in modo che, al fine che, allo scopo che …: Es. Ti avverto affinché tu sappia come rispondere; - Implicita, quando ha il verbo all’infinito ed è introdotta da preposizioni o locuzioni come per, a, da, di, allo scopo di, al fine di, con l’intenzione di …: Es. Studia moltissimo per laurearsi al più presto; Subordinate TEMPORALI La proposizione temporale indica la circostanza di tempo il fatto espresso dalla reggente. Risponde alle domande: quando?, per quanto tempo? - Esplicita, quando è introdotta da congiunzioni o da locuzioni temporali come quando, mentre, allorché, prima che, dopo che, ogni volta che, non appena che. Ha il verbo all’indicativo. Es. Non parlare mentre mangi; - Implicita, quando è espressa con il gerundio oppure con l’infinito preceduto da in, su, prima di, dopo (di). Es. Sono giunti sul far della sera; 12 Subordinate SOGGETTIVE La proposizione soggettiva è la frase subordinata che sostituisce il soggetto della proposizione principale. Ciò che viene indicato sotto forma di soggetto in una frase semplice, può infatti essere espresso con un'intera frase L'arrivo di Massimo mi preoccupa Nella frase principale che regge la subordinata soggettiva, si ritrovano di solito delle espressioni impersonali (bastare, bisognare, convenire ecc.), Basta che tu faccia presto Spesso, si ha nella principale una combinazione del verbo essere con un aggettivo o sostantivo: È uno scandalo che nessuno dica niente a frase spesso dipende anche da costruzioni introdotte dal pronome impersonale si: Si dice che la signora Telma abbia un amante In tutti questi casi, abbiamo incontrato dei verbi coniugati nella secondaria: si tratta della esplicita. Per la subordinata soggettiva esplicita, si usa di solito il congiuntivo. Altre volte, il verbo della soggettiva non è coniugato, ma all'infinito: È meglio andare In questi casi, si parla di subordinata soggettiva implicita. 13 Subordinate OGGETTIVE La proposizione oggettiva è la frase subordinata che sostituisce un complemento oggetto della proposizione principale. Ciò che viene indicato sotto forma di complemento oggetto in una frase semplice, può infatti essere espresso con un'intera frase Abbiamo spiegato ancora una volta le nostre preoccupazioni Può essere all'indicativo quando indica fatti reali e in altri modi quando indicano fatti non sicuri. In questo caso si useranno, a seconda del caso, il congiuntivo ed il condizionale secondo le loro regole di uso: Pensiamo che questa faccenda sia preoccupante È introdotta da verbi di vario tipo nella principale, di cui si propongono alcuni esempi: Dico che è impossibile fare così In tutti questi casi si tratta della proposizione oggettiva esplicita. Quando il soggetto della frase principale e della frase secondaria coincidono, avremo una subordinata oggettiva implicita, formata con l'uso dell'infinito. Mi sono ricordata di finire in tempo Subordinate DICHIARATIVA Le proposizioni subordinate dichiarative, o esplicative precisano il significato di un elemento nominale contenuto nella proposizione principale, vale a dire: 1. un pronome dimostrativo o un aggettivo dimostrativo seguito da un nome: Penso questo: / che tu sia stato poco generoso. 2. un nome il cui significato spesso indica timore, dubbio, opinione, certezza: Ho la sensazione / che Mario sia scontento della sua scuola. Possiamo incontrare una dichiarativa in dipendenza anche da un'altra subordinata (per esempio, una soggettiva o un'oggettiva) purché si riferisca ad un elemento nominale: Penso / sia un bene / che tu abbia preso questa decisione. 14 Nella forma esplicita, la subordinata dichiarativa è introdotta dalla congiunzione "che" ed ha il verbo all'indicativo per esprimere certezza, al congiuntivo o al condizionale per esprimere dubbio o possibilità, come negli esempi appena visti. Nella forma implicita, la subordinata dichiarativa presenta l'infinito, introdotto (ma non sempre) da "di" Aveva la certezza / di essere preparato. La subordinata interrogativa indiretta è una frase subordinata che pone una domanda e, o esprime un dubbio in forma indiretta, per esempio:" dimmi quanto mi vuoi bene". La frase "quanto mi vuoi bene" è l'interrogativa indiretta, mentre "dimmi" è la principale. Inoltre la subordinata interrogativa indiretta è una frase argomentale,insieme alle dipendenti oggettive (o completive) e soggettive, perché funge da argomento al verbo. La proposizione reggente di una interrogativa indiretta contiene elementi lessicali che rimandano in qualche modo alla domanda: verbi come "chiedere, domandare, dire, ignorare, pensare, sapere, informarsi,...ecc. ...", nomi come "domanda, questione, dubbio,...ecc. ...", aggettivi come "incerto, perplesso, ...ecc. ..." Esplicita È introdotta da interrogativi come che, quale, chi, chiunque, dove, se, come seguiti dal verbo all'indicativo, congiuntivo o condizionale Mi ha chiesto come mi chiamo. È l'unico caso, oltre a quello della proposizione concessiva, che vede il condizionale seguire alla congiunzione se: Mi chiesero se Annabella sarebbe venuta alla festa. Implicita Stessi pronomi, aggettivi, avverbi, congiunzioni della esplicita, seguiti però da un verbo all'infinito: Mi chiedo se uscire e quanto mangiare domani. 15 Subordinate RELATIVE Una proposizione subordinata si dice relativa quando viene introdotta o da un pronome relativo ( che, il quale, la quale, i quali, le quali, chi, cui, chiunque, ecc) o da un avverbio relativo ( dove, donde, dovunque, comunque, ecc). La marmellata è quella cosa che sta nei vasetti. La proposizione subordinata: che sta nei vasetti. viene introdotta dal pronome relativo: che, di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa. Mi trovo nella casa in cui sono nato. La proposizione subordinata: in cui sono nato. viene introdotta dal pronome relativo: cui, di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa. Attenti a non fare confusione tra il che congiunzione e il che pronome relativo. Luigi sostiene che la Terra è rotonda. La proposizione subordinata: che la Terra è rotonda. non è una proposizione relativa in quanto il che è una congiunzione e non un pronome relativo. Mi trovo nella casa dove sono nato. La proposizione subordinata: dove sono nato. viene introdotta dall'avverbio relativo: dove, di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa. 16 La proposizione subordinata relativa può essere esplicita se usa un mondo indicativo, congiuntivo, condizionale; è implicita se usa il modo infinito o participio. La marmellata è quella cosa che sta nei vasetti. La proposizione subordinata: che sta nei vasetti. introdotta dal pronome relativo: che, ha il verbo: sta all'indicativo; di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa esplicita. Questa è una casa distante dal mare trecento metri. La proposizione subordinata: distante dal mare trecento metri. è introdotta dal participio presente : distante; di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa implicita; è relativa in quanto al posto di: distante posso mettere: che dista. Ho mangiato delle patate fritte nell'olio di oliva. La proposizione subordinata: fritte nell'olio di oliva. è introdotta dal participio passato : fritte; di conseguenza la chiamiamo subordinata relativa implicita; è relativa in quanto al posto di: che sono fritte posso mettere solo: fritte. 17