Progetto: Prodotti e tecnologie innovative su piante ornamentali. Sottoprogetto: Germoplasma. Titolo della Ricerca: Valorizzazione della coltura dell’oleandro in vaso: studio di germoplasma nuovo e preesistente in Toscana. Istituto Sperimentale per la Floricoltura SCOPI E OBIETTIVI DELLA RICERCA. La valorizzazione dell’ Oleandro, unitamente a quella di altre specie mediterranee, risulta molto importante. Infatti in Italia, la produzione vivaistica ed il commercio delle specie ornamentali sono orientati su specie esotiche, che non adattandosi alle nostre condizioni climatico-ambientali, rendono le produzioni nazionali svantaggiate rispetto a quelle dei paesi di origine e a quelle ad alta tecnologia dei paesi del Nord Europa. Il perdurare di questa situazione rischia di portare alla scomparsa di molti produttori italiani (soprattutto le piccole realtà imprenditoriali), o comunque a provocarne una loro trasformazione in semplici intermediari di materiali importati dall’estero. Altri paesi europei (Francia e Spagna) hanno già dato impulso a questo settore di mercato e rischiano di divenire difficili concorrenti sul mercato europeo e internazionale. La coltura dell’oleandro a livello vivaistico è indirizzata principalmente alla produzione di piante da giardino da allevare in piena terra. Mentre non riesce a fare fronte alla sempre maggiore richiesta di piante fiorite in vaso. Pertanto è emersa l’esigenza di individuare le varietà più adatte per quest’ultima destinazione, e le migliori tecniche colturali per ottenere questo tipo di prodotto. Aumento della richiesta di piante in vaso: •100.000 piante nel 1980. •2 milioni nel 1995. (Dati ISTAT) Obiettivi della ricerca Tecnica colturale. •Epoca di taleaggio. •Tipo di talea. (apicale o di ramo). •Numero di talee per vaso. •Dimensioni contenitore. Individuazione di cultivar adatte alla coltivazione in vaso. •Crescita limitata. •Elevato numero di ramificazioni. •Vegetazione compatta. •Precocità e abbondanza di fioritura. •Resistenza al freddo e alle malattie. 1) ATTIVITÀ SVOLTE AL PRIMO ANNO •Acquisizione delle varietà più diffuse sul mercato. •Allestimento collezione. •Rilievi delle caratteristiche morfologiche delle 34 varietà raccolte. •Altezza •Numero di steli •Foglie - dimensioni - contenuto di clorofilla •Compattezza della vegetazione - semplice -tipo - doppio, - corolle sovrapposte -colore: RHS e Colorimetro. -diametro della corolla •Fiore -larghezza massima dei petali -colore gola -forma corona -grado di apertura 2) ATTIVITÀ SVOLTE AL SECONDO ANNO Stesura schede descrittive, costituite da: Album Plenum Scheda fotografica, fiore bocci e foglie Scheda descrittiva, basata su 18 caratteri A) Tipo di fiore: B) Colore dei petali: C) Parte inferiore dei petali: D) Tubo: E)Boccio: F) Diametro della corolla: G)Larghezza dei petali: H) Corona: I) Gola: J) Appendici degli stami: K) Sepali: L) Peduncolo: M) Grado di apertura dei fiori : N) Persistenza della corolla: O) Profumo: P) Taglia della pianta: Q) Dimensioni delle foglie: R) Presenza di frutti: Ampliamento della collezione di varietà: acquisizione nuove provenienze. 3) ATTIVITÀ SVOLTE AL TERZO ANNO. •Studio di diverse varietà di oleandro da destinare alla coltura in vaso. Sono state propagate 15 delle varietà indagate in due diverse epoche: 5 marzo 2001 15 giugno 2001 •Stesura schede descrittive nuove acquisizioni. •Ampliamento della collezione. •Collaborazione con l’Unità Operativa del DiVaPRA di Torino (Prof. Lanteri e Dot. Portis), per la caratterizzazione molecolare delle varietà. I caratteri esaminati nelle 15 varietà indagate : •Percentuale di radicazione: •Percentuale di attecchimento al trapianto •Accrescimenti in altezza e in diametro. •Numero di ramificazioni. •Percentuali di fioritura al primo anno, numero di infiorescenze al secondo. •Danni da freddo. •Percentuali di sopravvivenza al secondo anno. RISULTATI MEDI DEI DUE CICLI DI COLTIVAZIONE. Medie primo ciclo colturale % radicazione % attecchimento Altezza Diametro numero (cm) (cm) ramificazioni % fioritura 1a epoca propagazione 87,1 96,7 49,1 1,0 2,5 28,8 2a epoca propagazione 67,0 80,0 25,1 0,5 2,0 0,0 Medie secondo ciclo colturale Tolleranza al Altezza Diametro numero infiorescenze % sopravvivenza freddo (cm) (cm) ramificazioni a pianta 1a epoca propagazione 3,6 85,2 68,3 1,3 3,0 5,1 2a epoca propagazione 2,5 68,1 51,7 0,9 2,8 0,9 Varietà che per i loro requisiti si sono evidenziate nei due cicli colturali Altezza Diametro numero Varietà emerse al 1o ciclo % radicazione % attecchimento (cm) (cm) ramificazioni colturale % fioritura Angiolo Pucci 100,0 88,9 39,6 0,9 2,5 75,0 Aurora 87,2 100,0 50,7 1,0 2,4 57,1 Petite Pink 100,0 88,9 54,9 1,2 2,7 55,6 Soleil Levant 85,1 100,0 58,6 1,1 2,8 55,6 Maurin des M. 75,6 100,0 60,6 1,1 2,8 44,4 Papà Gambetta 75,9 100,0 51,0 1,0 2,6 44,4 Varietà emerse al 2o ciclo colturale Altezza Diametro numero infiorescenze Tolleranza al % sopravvivenza (cm) (cm) ramificazioni a pianta freddo Minouche 4,33 100,0 75,6 1,5 4,3 4,4 Rosy Rey 4,33 100,0 63,1 1,4 2,2 6,9 Biancaneve 4,00 77,8 75,1 1,5 2,8 6,4 Elfo 3,56 88,9 48,9 1,4 5,9 5,2 DESCRIZIONE DELLE VARIETÀ CHE SI SONO EVIDENZIATE NEI DUE CICLI COLTURALI Angiolo Pucci. Questa cultivar dal fiore crema a gola gialla striata di rosso, ha presentato accrescimento basso, buona ramificazione e soprattutto una ricca fioritura al primo anno che ha interessato il 75 % delle piante. Presenta tolleranza al gelo medio-bassa. Aurora. Presenta i fiori rosa, completamente aperti e profumati. Ha evidenziato una buona vocazione alla coltura in vaso al primo anno quando la fioritura è avvenuta nel 57 % delle piante. Nell’inverno ha manifestato resistenza al gelo. Petite Pink. Ha fiori rosa di piccole dimensioni, una buona crescita, elevata ramificazione media e una buona produzione di fiori già al primo anno (55% sul totale delle piante). Unica nota dolente è la tolleranza del freddo medio-bassa. Soleil Levant. Presenta fiori rosa chiaro. Al primo anno ha mostrato buona ramificazione ed elevata percentuale di piante fiorite (55,6 %), la tolleranza del freddo è scarsa, temperature sotto zero provocano il disseccamento delle foglie. Maurin des Maures. I fiori rosa sono abbastanza numerosi. Presenta un buon accrescimento in altezza con vegetazione densa, il 44% di piante sono fiorite al primo anno e ha fatto registrare una buona resistenza al gelo, risultando quindi una delle varietà più adatte per lo scopo indagato. Papà Gambetta. Presenta fiori semplici di colore rosa intenso completamente aperti e di grandi dimensioni. Al primo anno ha fatto registrare buoni accrescimenti e precocità di fioritura (44 %), associati però ad una bassa ramificazione, caratteri che la pongono comunque fra le più indicate alla coltivazione in vaso. Minouche. Presenta fiori rosa fucsia completamente aperti. Al primo anno non ha raggiunto la fioritura. Al secondo anno si è resa evidente una buona resistenza al gelo, ed anche un buon numero di ramificazioni mentre il numero di infiorescenze per vaso è risultato medio basso. Rosy Rey. I fiori sono rosa pallido. Durante il primo ciclo colturale ha fatto registrare buoni accrescimenti, ramificazione e resistenza al freddo. Però solo l’11% delle piante ha raggiunto la fioritura, inoltre ha presentato bassi valori di radicazione. Al secondo anno, a causa delle numerose infiorescenze e della tolleranza al gelo, ha raggiunto buoni risultati. Biancaneve. Presenta fiori bianchi semplici leggermente profumati. Ha manifestato complessivamente un buon accrescimento e un’elevata tolleranza al freddo, ma non ha fiorito al primo anno. L’elevata fioritura, unita ad uno sviluppo energico ed equilibrato del secondo anno la rendono interessante. Elfo. I fiori bianchi rosati sono profumati e completamente aperti. Al primo anno non ha raggiunto la fioritura, ma ha fatto registrare il maggiore numero di ramificazioni. Per l’aspetto generale sarebbe necessario un accrescimento maggiore e più equilibrato, rientra comunque fra i più adatti al vaso fiorito di colore bianco. ULTERIORI APPROFONDIMENTI SULLE TECNICHE COLTURALI. Prove di concimazione per accelerare l’accrescimento su due varietà: Aurora Capraia Per ottenere un precoce effetto ornamentale, è risultato interessante intervenire sull’accrescimento con degli interventi di fertilizzazione. Infatti dai numerosi contatti intrapresi presso i produttori è sorta l’esigenza di velocizzare l’accrescimento, soprattutto per la creazione di vasi fioriti. Durante la conduzione delle prove sperimentali sono state messe a punto le varie tecniche colturali, ideate allo stadio iniziale del Progetto, in particolare la radicazione è stata condotta su bancali con riscaldamento basale, in vassoi alveolati sommersi nella perlite per evitare danni al sistema radicale al momento dell’invasatura. Risultati ottenuti nelle due accessioni testate Aurora 0 g l-1 2 g l-1 4 g l-1 6 g l-1 8 g l-1 Altezza N° Ø Ø Apice (cm) internodi Colletto 19,2 c 5,8 c 0,94 a 0,19 b 61,6 a 10 ab 0,90 a 0,29 a 58 a 10,6 a 0,84 a 0,31 a 47,8 b 9,2 ab 0,89 a 0,26 a 44,8 b 8,6 b 0,86 a 0,28 a SPAD N° ramificazioni 55,04 a 64,98 a 64,16 a 57,32 a 57,04 a 2,8 a 2,4 a 1,8 a 2,6 a 1,8 a 15,1 b 44,8 a 41,4 a 48,4 a 45,2 a 45,2 a 55,78 a 59,38 a 61,16 a 62 a 3,0 a 2,4 a 2,6 a 3,0 a 2,4 a Capraia 0 g l-1 2 g l-1 4 g l-1 6 g l-1 8 g l-1 6,8 b 10,00 a 10,4 a 10,4 a 10,8 a 1,13 a 1,24 a 1,26 a 1,14 a 1,12 a 0,21 b 0,3 a 0,29 a 0,28 a 0,29 a Valori sulla stessa colonna seguiti da lettera uguale non sono statisticamente diversi per P = 0,05 (Test SNK). Dalla valutazione dei risultati, emerge che in Capraia per alcuni caratteri (numero di internodi, diametro all’apice, SPAD) anche se in misura non significativa, si sono registrati risultati migliori alle dosi maggiori; mentre in Aurora oltre i 2 g l-1 non è stato riscontrato alcun miglioramento dei parametri misurati, che anzi spesso hanno mostrato valori decrescenti. Sembra quindi che, l’utilizzazione di elevate concentrazioni di concime risulti ingiustificata per entrambe le accessioni testate. Tra le due, Aurora a causa delle buone percentuali di fioritura e del maggiore accrescimento in altezza, sembra più adatta per la produzione di vasi fioriti in tempi brevi. Mentre Capraia potrebbe essere più adeguata per la produzione di piante destinate al trapianto nel terreno, più rustiche, anche se a sviluppo iniziale più lento. Aurora Capraia Fioritura in Aurora 4) RACCOLTA DI NUOVO GERMOPLASMA Questa sezione della ricerca, attiva durante l’intero svolgimento del progetto, si è sviluppata in più campi: a) Acquisizione di nuove varietà reperibili in commercio. b) Raccolta di provenienze spontanee o spontaneizzate in varie aree: Capraia, Isola d’Elba e Pianosa. c) Nuove costituzioni tramite riproduzione per seme. L’insieme di queste attività, unitamente alla raccolta iniziale, ha determinato la costituzione dell’attuale collezione del DISAT, che a causa della dimensione assunta (3 piante per ciascuna delle 52 varietà raccolte, 156 contenitori da 30 litri) viene conservata presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze. a) Successivamente alla raccolta iniziale che ha determinato la nascita della collezione, sono state compiute ulteriori raccolte di varietà reperibili in commercio: Durante il 2001, ne sono state reperite altre 10 di origine francese ad accrescimento compatto, provenienti dal vivaio francese Filippi e una di origine •italiana proveniente dai vivai Gambetta di Finale Ligure. Con la fioritura avvenuta nell’estate 2002 se ne è iniziata a stilare la scheda descrittiva effettuata per tutte le 52 varietà appartenenti alla collezione. •Algiers: taglia media, fiore semplice rosso vivo, poco tollerante il gelo (foglie e parte apicale dei fusti bruciati con -7°C). Algiers •Arad: taglia media, precoce e fiorifero, fiore semplice rosa chiaro. Arads •Arizona: taglia media, fiore semplice, giallo sabbia molto chiaro sfumato di rosa, larga gola giallo-arancio luminoso, subisce forti danni con il gelo (fusti e foglie bruciati con -7°C). Arizona •Dimona: taglia media, fiore semplice rosa pallido con margine rosa vivo. Dimona •Elat: taglia media, fiore semplice rosa vivo a petali stretti molto separati, poco tollerante il gelo (parte apicale dei fusti e tutte le foglie danneggiate con -7°C). Elat •Fiesta Pienk: taglia media a forma di cupola arrotondata regolare, molto fiorifero e leggermente profumato, fiore semplice rosa vivo, poco Fiesta Pienk tollerante il gelo (parte apicale dei fusti e gran parte delle foglie bruciate con -7°C). •Nana rosso: taglia media, piccolo fiore semplice, rosa con petali rovesciati e non completamente aperti (tipo Petite Red). Nana Rosso •Mishna: taglia media, fiore semplice bianco rosato. Mishna •Nomade: taglia media, fiore semplice, rosa chiaro. Nomade •Sausalito: taglia media, fiore semplice, salmone crema sfumato di rosa, come Arizona subisce forti danni con il gelo (in caso di gelate riparte dalle gemme basali perché i fusti e le foglie sono bruciati con -7°C). Sausalito • varietà italiane, Rosa Bartolini dai vivai Gambetta, taglia media, fiore rosa a margini rivolti verso l’alto e più scuri. Rosa Bartolini b) Raccolta di provenienze spontanee o spontaneizzate in varie aree: Capraia, Isola d’Elba e Pianosa. Nel 2000 è stata acquisita una varietà autoctona nell’arcipelago toscano sull’Isola di Capraia. È caratterizzata da vigore elevato, foglie coriacee e a lamina abbastanza larga; il fiore è rosa, con corolla fra 5 e 6 cm Ø. I petali Capraia presentano delle ondulature sul margine ricurvo. c) Nuove costituzioni tramite riproduzione per seme. Aurora Biancaneve Aurora: selezionata nell’ambito di una popolazione da seme ottenuta da una pianta della varietà commerciale Alsace. Rispetto a questa, Aurora presenta minori dimensioni e foglie più strette; il fiore è rosa chiaro, di dimensioni comprese fra 5 e 6 cm. Biancaneve: presenta fiori bianchi semplici di dimensioni medie (~5 cm Ø) leggermente profumati. Ha manifestato complessivamente un buon accrescimento e un’elevata tolleranza al freddo. Elfo: i fiori bianchi rosati sono profumati, completamente aperti e di dimensioni medio-piccole (~ 5 cm di Ø). L’accrescimento e la taglia sono ridotti. Elfo Sono state compiute nuove raccolte di seme, nel corso dei vari anni di prova. Nell’inverno del 2003, sono stati raccolti i semi e quindi propagate le varietà acquisite nell’anno precedente in Francia e si è ripetuta la semina delle varietà risultate con potere germinativo minore. Dato che il potere germinativo, nelle diverse varietà, non è risultato uniforme, ed in alcune è stato addirittura nullo. I semi di queste varietà sono stati sottoposti al test con il tetrazolium e nonostante siano risultati vitali, non sono germinati neanche nelle semine successive. Sono attualmente in corso ulteriori prove per testare l’accelerazione della crescita, la risposta a varie concentrazioni e a diversi tipi di concime, e gli effetti del pH del substrato colturale sull’intensità del colore delle infiorescenze. Tutti caratteri per i quali le realtà produttive contattate, hanno manifestato interesse. Si è infatti definitivamente accertata l’effettiva attenzione (e necessità), da parte dei produttori, per la messa a punto di tecniche colturali e la costituzione di nuove selezioni. 5) RISULTATI OTTENUTI E LORO TRASFERIMENTO IN CAMPO APPLICATIVO. 5.1) Acquisizione delle varietà di oleandro più diffuse sul mercato, per la costituzione di una collezione e l’individuazione delle più adatte alla coltura in vaso. Sulle varietà acquisite si è iniziata una caratterizzazione morfologica (DISAT, Firenze) e molecolare (DIVAPRA, Torino) ai fini di un sicuro riconoscimento delle varietà. 5.2) La collezione raccolta, costituita da 52 varietà, è stata messa a disposizione dei produttori e vivaisti, 5 vivai hanno già usufruito di questa possibilità. Oltre alle più diffuse varietà commerciali, sono state raccolte e inserite nella collezione provenienze spontanee (Capraia, Elba, Pianosa) e altre derivanti da propagazioni per seme (Aurora, Biancaneve, Elfo). 5.3) Sono state messe a punto e confrontate varie tecniche colturali, e individuate le varietà adatte per ottenere nel minore tempo possibile un vaso commerciale. Le varietà più adatte per precocità e taglia sono risultate: Angiolo Pucci, Aurora, Petit Pink, Soleil Levant, Maurin des Maures e Papà Gambetta. 5.4) La tecnica colturale per la produzione dei vasi fioriti deve privilegiare l’epoca di propagazione, infatti il materiale proveniente dalla propagazione primaverile ha fornito sempre risultati migliori di quello ottenuto in estate. Si consiglia inoltre l’impiego di talee di ramo con 2-3 nodi, che presentano un ottimo attecchimento e l’uso di vasi di diametri diversi a seconda del numero di talee impiegate: da 12-14 cm per talee singole, oppure 18-20 cm per 2-3 talee, più adatti per un precoce effetto ornamentale. 5.5) Per quanto riguarda la concimazione di base del substrato (torba + pomice, in rapporto 2:1), è risultato che un intervento con 2 g l-1 (Triabon 16-8-12) è sufficiente per soddisfare i fabbisogni del primo anno di coltura. 6) CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL PROGETTO Il carattere finalizzato di questo progetto valorizzando gli scambi fra enti di ricerca e produttori ha favorito, e in alcuni casi consolidato, il sorgere di rapporti di collaborazione fra questi due mondi che hanno spesso problemi di comunicazione. Da segnalare che nel corso degli ultimi anni del progetto la collaborazione avviatasi con il DiVaPRA Genetica Agraria, dell’Università di Torino (Prof. Lanteri e Dott. Portis) si è rivelata molto produttiva e in grado di risolvere alcuni problemi di identificazione varietale. L’effettiva richiesta da parte del mercato della specie oggetto di studio (molti dei vivai contattati non sono riusciti a soddisfare completamente la domanda degli ultimi anni), ha reso il progetto particolarmente attuale e suscettibile di attenzione da parte dei produttori. Forte interesse è emerso nei confronti delle selezioni da seme effettuate da questa unità operativa, e oltre che alle varie tecniche colturali messe a punto, sono sembrate molto apprezzate anche le schede di riconoscimento che però devono ancora trovare una veste editoriale. 7) POSSIBILI SVILUPPI E PROSPETTIVE Durante lo svolgimento della ricerca in questione si è constatata una crescente attenzione sia per l’oleandro che per molti altri generi appartenenti alle Apocinaceae, come: Trachelospermum, Vinca (major, minor e rosea), Diplodenia e Allamanda. Per tutte infatti la forte richiesta ne rende spesso la produzione insufficiente. Allamanda Vinca rosea Mandevilla splendens Mandevilla boliviensis Tale interesse, rende ipotizzabile un’ulteriore approfondimento sulla specie in questione e l’inizio di studi sulle altre Apocinacee, che con sempre maggiore forza stanno facendo la loro comparsa sui nostri mercati.