con il patrocinio e il contributo di www.fontemaggiore.it / www.teatrobrecht.it 2011.12 Organizzazione/coordinamento Fontemaggiore - Teatro Stabile di Innovazione Progetto grafico/editoriale Fattoria Creativa - Perugia Si ringraziano tutte le Compagnie citate nel programma per i materiali, testi e foto fornite. Programma finito di stampare nel mese di Dicembre 2011 E miracolo fu. Nonostante il pessimo contesto ambientale, nonostante tagli e tagliole, nonostante televendite, veline e natiche al vento in prima serata, il teatro resiste. E fa ancora miracoli. Tale può essere considerata la stagione serale del Teatro Bertolt Brecht di San Sisto che si appresta a prendere eroicamente il via, andando oltre la storica rassegna rivolta ai bambini e agli adolescenti, vero e proprio marchio di fabbrica di un Teatro Stabile d’Innovazione entrato a pieno titolo nella storia recente della cultura cittadina. La programmazione serale riprende quello che fu uno spunto dettato dall’allora Amministrazione Comunale che, in tempi finanziariamente più pingui, immaginò il Brecht come teatro a tutto tondo, in grado di proporre stagioni complesse che andassero ad integrare il cartellone storico del TSU. L’obiettivo rimane quello, anche alla luce del risultato straordinario che il combinato teatro-biblioteca sta avendo in una parte di città che sempre più richiede la disponibilità di esperienze culturali di livello qualitativo adeguato. San Sisto è lo strumento attraverso il quale è possibile completare quella dotazione strumentale che permette di rispondere ai bisogni culturali di un pubblico, quello perugino, esigente, a volte un po’ rigido, ma sicuramente competente. Il tutto sarà possibile grazie ai sacrifici, alla volontà, alla professionalità dei soci e dei collaboratori di Fontemaggiore e, fatto non scontato in un periodo buio e difficile, grazie alla famiglia Caporali che, come sento spesso dire nei corridoi del mio Assessorato, “se ce ne fossero altre due a Perugia non avremmo più problemi”. Alla loro generosità è appesa la vita dei due teatri comunali. Grazie. Grazie. Grazie. Andrea Cernicchi Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali Comune di Perugia nuova linfa al teatro contemporaneo Le “stagioni” non sono più quelle di una volta. Non bastano più a contemplare e comprendere tutti i cambiamenti (climatici e non solo!) che si presentano oggi. Ed ecco allora la scelta di presentarne una in più: la quinta. Non una nuova o un’altra: una in più, che però mancava. Un nuovo spazio ufficiale che si apre nella nostra città, al riparo da nevicate, acquazzoni e calure estive. La quinta stagione ospiterà gruppi che si muovono in uno stesso “territorio di ricerca teatrale”: sei compagnie nazionali e due compagnie umbre (Occhisulmondo con Le babbucce del buon re e La società dello spettacolo con Finding beauty). Insieme al Progetto Immaginario porteremo al Brecht Antonio Rezza e Flavia Mastrella con lo spettacolo Pitecus, lavoro che si scaglia contro la “cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa”. Ospiteremo I sacchi di sabbia in una serata doppia all’insegna del sacro e del profano, con due lavori: Abram e Isac e a seguire Don Giovanni di W.A.Mozart, un particolarissimo spettacolo che interpreta attorialmente e “rumoristicamente” alcune delle arie più celebri dell’opera mozartiana. Da un classico ad un altro, si arriva a un Cuore di De Amicis messo in scena con vitalità e fantasia dallo storico Teatro due mondi. Questo testo, tanto amato e tanto odiato da generazioni di studenti, ed ora pressoché dimenticato, ha cercato di far nascere l’Italiano post risorgimentale che, si chiede lo spettacolo, chissà se è effettivamente nato o come è cambiato. è la volta poi di due gruppi giovani ma ormai popolarissimi, diventati importanti anche grazie al Premio Scenario che li ha scoperti e di cui Fontemaggiore è socio fondatore. Il Teatro Sotterraneo con il suo Dies Irae_5 episodi intorno alla fine della specie ci parla in modo ironico e spiazzante del nostro rapporto con il tempo e con il presente; Babilonia Teatri ci mostra in maniera cruda e spietata la nostra contemporaneità fatta di pregiudizi, volgarità, ipocrisia con quel groviglio di parole, icone e tubi luminosi che è Made in Italy. Sono gruppi questi che possiamo considerare “amici”, con cui condividiamo pezzi di storia e sicuramente di pensiero, ed è con grande piacere che possiamo portare il loro lavoro nella nostra città, grazie anche ad uno spazio bello e funzionale come il Teatro Brecht. E parlando di amicizia non poteva mancare una compagnia di veri amici, Scimone e Sframeli con lo spettacolo La festa, compagnia che da quindici anni è conosciuta a livello internazionale grazie alle alte qualità drammaturgiche e attoriali che esprime nei suoi lavori. I gruppi che compongono la stagione presentano il teatro italiano in Europa. Qualche volta, siamo riusciti a presentarli nel vecchio spazio del Teatro Sant’Angelo, in una piccola rassegna che si chiamava Incontri Imprevisti. Ecco, non vogliamo più fare degli incontri imprevisti: con il Teatro Brecht e la sua “quinta stagione” vogliamo far “uscire di quinta” quel teatro necessario a cui altrimenti è difficile assistere nella nostra città. Fontemaggiore Teatro Stabile di Innovazione 2011.12 nuova linfa al teatro contemporaneo PRENOTAZIONI TELEFONICHE SABATO 10 MARZO 2012 ore 21.15 Compagnia Sandro Lombardi/ I Sacchi di Sabbia La settimana dello spettacolo ore 10 - 15 Fontemaggiore Tel. 075.5286651 - 075.5289555 SABATO 17 DICEMBRE 2011 ore 21.15 Compagnia Occhisulmondo Il giorno dello spettacolo ore 18 - 20 Teatro Brecht Tel. 075.5272340 Le babbucce del buon Re I biglietti prenotati vanno ritirati tassativamente entro le ore 20.45 SABATO 14 GENNAIO 2012 ore 21.15 fontemaggiore / Progetto immaginario Antonio Rezza e Flavia Mastrella BIGLIETTI Pitecus intero € 13 ridotto € 9 (sotto 26 e sopra 60 anni) SABATO 21 GENNAIO 2012 ore 21.15 Teatro Sotterraneo Fies Factory One Convenzione Soci Coop Centro Italia Presentando la tessera alla biglietteria Ingresso RIDOTTO € 11 intero € 72 Ridotto € 48 (sotto 26 e sopra 60 anni) É possibile sottoscrivere l’abbonamento martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011 dalle ore 12 alle ore 14 e venerdì 16 e sabato 17 dicembre 2011 dalle ore 17 alle ore 20 presso la biglietteria del Teatro Brecht. a seguire Don Giovanni di W.A. Mozart GIOVEDì 29 MARZO 2012 ore 21.15 Teatro due mondi Cuore SABATO 21 APRILE 2012 ore 21.15 Compagnia Scimone Sframeli La Festa Dies irae La biglietteria del Teatro Brecht è aperta il giorno dello spettacolo dalle ore 18 ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI Abram e IsAc 5 episodi intorno alla fine della specie Info Teatro Brecht - Biglietteria Viale San Sisto, 93 Tel. 075.5272340 www.teatrobrecht.it Fontemaggiore Tel. 075.5286651 - 075.5289555 [email protected] www.fontemaggiore.it SABATO 18 FEBBRAIO 2012 ore 21.15 La Società dello Spettacolo Finding Beauty SABATO 3 MARZO 2012 ore 21.15 Babilonia Teatri Made in Italy Per cause di forza maggiore il programma può subire variazioni. Gli eventuali aggiornamenti saranno consultabili su www.teatrobrecht.it e su www.fontemaggiore.it sabato 17 dicembre 2011 ore 21.15 prima assoluta OCCHISULMONDO «Studiare Caligola di Albert Camus, un’opera grandiosa, che parla dell’uomo e per l’uomo. Abbiamo cercato una strada, un percorso per avvicinare i temi dell’opera, molteplici e stratificati. Non ci siamo posti un limite né un traguardo visibile. Abbiamo preferito procedere lentamente come un respiro, cercando di giocare con il testo, ma non con il contesto, abbiamo iniziato un percorso nell’opera che indaga la mancanza, la solitudine, l’assenza, la perdita e l’assurdo. Tutto questo cercando di mettere in parallelo noi ai personaggi della storia e disegnando un quadro che potesse contenerne le follie. Abbiamo trovato il contemporaneo della nostra società, cosi forte in questa storia e non abbiamo fatto altro che seguirlo. Leggere il Caligola di Camus, è leggere la storia dell’uomo contemporaneo, così pieno di sé da dimenticare il presente. L’assurdità di certe azioni è solo il palesarsi logico di un mondo confuso e alla deriva.» con Daniele Aureli, Massimiliano Burini, Giulia Frattini, Matteo Svolacchia audio e musiche Francesco Valente - Maisaund regia Massimiliano Burini coreografia Arianna Cianchi scrittura di scena Caligola, affettuoso soprannome dato all’imperatore Gaio Cesare in giovane età dai soldati del padre Germanico, significa “piccola caliga”, la calzatura dei legionari. Da ciò l’associazione con le babbucce, la nuova calzatura imperiale... curiosità Massimiliano Burini dicono di loro “La compagnia Occhisulmondo ha la volontà di abbattere i limiti descritti dalle scene grazie alla contaminazione di stili e linguaggi artistici. C’è un costante sforzo produttivo e di ricerca per arrivare ad una chiave contemporanea della messa in scena finale. Occhisulmondo è composta da attori e performer promettenti e qualificati che studiano il reale cercando di portarlo in scena attraverso linguaggi a loro più consoni.” Danilo Nardoni Il Giornale dell’Umbria Lo spettacolo nasce da uno studio teatrale iniziato nel 2010 e già presentato in vari festival, nei quali ha riscosso importanti apprezzamenti. La compagnia teatrale Occhisulmondo, nata nel 2005, è impegnata nella costante ricerca di uno stile espressivo che la contraddistingua. Occhisulmondo è un collettivo di artisti, danzatori, acrobati e attori con già numerose esperienze alle spalle, maturate in grandi realtà nazionali ed internazionali. Quello messo in scena da Occhisulmondo è un teatro dinamico che si contamina dei diversi linguaggi del corpo, partendo dal movimento nello spazio attraverso lo studio delle azioni fisiche e dei processi che le causano. sabato 14 gennaio 2012 ore 21.15 regia Antonio Rezza, Flavia Mastrella con Antonio Rezza quadri di scena Flavia Mastrella (mai) scritto da Antonio Rezza assistente alla creazione Massimo Camilli disegno luci Maria Pastore curiosità Antonio Rezza e Flavia Mastrella dal 1987 hanno realizzato sette opere teatrali interpretate da Rezza. Estratti di queste opere sono state trasmesse da Rai 1, Rai 2, Canale 5, TMC, VideoMusic, Italia Uno, La Sept Art e pluripremiate nei maggiori festival nazionali della comicità. Un andirivieni di personaggi che si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dai vasi di stoffa variopinti, dando il senso di quartieri popolari affollati, dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell’incomprensione media. La stoffa avvolge i personaggi completandoli: juta, seta, cotone, sintetici, plastica, li rendono opachi o scintillanti. Parti di corpo che aggrediscono parti di realtà, porzioni di arti che inveiscono contro la narcosi che sembra fare scempio di uomini e desideri, parole tronche che inneggiano alla libera immaginazione. Pitecus si scaglia contro la cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa. Una comicità nera e provocatoria, con un guizzo vitale capace di irritare, ma anche di rotolarsi dalle risate. Uno spettacolo geniale che non assomiglia a niente che abbiate mai visto. Samantha Biferale “…spettacolo dirompente, capace di farci respirare una moltitudine di mondi diversi e paralleli dove pezzi di corpo raccontano una storia. […] Mille volti e mille storie, tutte interpretate con maestria e carisma da Antonio Rezza, celato tra stoffe e forme, a cui dà vita con la forza travolgente delle sue parole e la singolarità mimica del suo volto.[…]”. dicono di loro www.progettoimmaginario.org www.casertanews.it, Luglio 2011 in collaborazione con Progetto immaginario “Pitecus è il primo vero lavoro di uno degli attori più geniali e irriverenti del teatro italiano. Sono passati sedici anni dal debutto ma questo spettacolo conserva una potenza che non ha eguali e un’attualità disarmante.” antonio rezza e flavia mastrella sabato 21 gennaio 2012 ore 21.15 teatro sotterraneo / fies factory one curiosità Cinque episodi ed un prologo pervasi da una ironia costante che sottende però sempre alla visione di un mondo in perenne dissolvimento. Dies Irae è infatti una dissertazione sul tempo. Non potrai mai camminare a fianco di un neandertaliano. Non potrai mai nemmeno parlare con un mesopotamico oppure osservare il cielo con un maya. Non vedrai l’arrivo di una delegazione aliena sul maxischermo e non vedrai il sole diventare supernova. In realtà non ti sei visto nascere e non ti vedrai nemmeno morire. Il presente è un tempo storico. Il presente è una convenzione. Il presente è soprattutto un perimetro d’azione. Per colonizzare passato e futuro possiamo immaginare due archeologie opposte: una che dissotterri il passato e una che sotterri il presente in attesa di un dissotterramento futuro. Abbiamo sempre seguito delle tracce e non potremo non lasciarne di nuove. Ognuno viva e canti il suo tempo e poi torni alla polvere. Alleluia. i premi Spettacolo vincitore al Silver Laurel Wreath Award come miglior spettacolo nella categoria Future MESS al MESS Festival di Sarajevo Nel 2009 Teatro Sotterraneo vince il premio Ubu speciale Motivazione della Giuria: “uno dei gruppi guida [...] dell’attuale cambio generazionale […] dimostrando una capacità di rinnovare la scena, mettendo alla prova la tenuta del linguaggio e facendo emergere gli aspetti più inquieti e imbarazzati del nostro stare nel mondo attraverso l’uso intelligente di nuovi codici visuali e linguistici.” Sono stati definiti “i quattro discoli del teatro italiano” Mario Bianchi su www.eoloragazzi.it con Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri scrittura Daniele Villa luci Roberto Cafaggini graphic design costumi Claudio Paganini costumi Lydia Sonderegger sartoria Laura Dondoli collaborazione tecnica Loris Giancola “I Sotterraneo hanno dimostrato di essere [...] uno dei collettivi ai quali il termine emergenti sta davvero troppo stretto. Arguti, fini, cerebrali, intellettuali ma allo stesso tempo intuitivi. Donano flash di emozione e lampi d’attualità ed è un piacere ogni volta osservarli nelle loro vere e proprie performances. […]”. “Le creazioni di Teatro Sotterraneo [...] sono schiaffi alla mediocrità dei tempi, di cui siamo tutti complici. Il ritmo sempre precisissimo si scioglie in una fruibilità altissima [...]. Uno sguardo sul quotidiano che, non prendendosi sul serio, obbliga il pubblico a fare il contrario. [...] L’ironia deflagrante messa in atto dal Teatro Sotterraneo può essere letta come comicità pura. Cioè come quella comicità che è violenta perché ci restituisce la violenza del mondo [...]. Così si ride moltissimo, oscillando tra un parlato corrosivo capace di frustrare tutte le aspettative e momenti di puro teatro fisico, ma tra gag e brandelli di scenette si fa strada un retrogusto amaro, e il ridere si fa storto e livido, e fa male. [...] La bruttura del quotidiano [...] sale alla superficie e inchioda lo spettatore alla realtà.” Tommaso Chimenti Il Corriere di Firenze, 5 dicembre 2006 Lucia Oliva Non tutte le ciambelle riescono col buco, Teatri del tempo presente, maggio 2009 dicono di loro la società dello spettacolo produzione La Società dello Spettacolo con la collaborazione di Attack drammaturgia Michelangelo Bellani con Giulia Battisti, Michelangelo Bellani regia C.L. Grugher curiosità I fondatori della compagnia: Michelangelo Bellani amico del sole C.L. Grugher cosmonauta Marianna Masciolini equilibrista La società dello spettacolo prende il proprio nome dall’omonimo titolo dell’opera di esordio del filosofo e cineasta francese Guy Debord alla cui tesi, il progetto di studio e riflessione sulla civiltà contemporanea del collettivo, si ispira. L’Associazione nasce in Umbria nel 2007 dalla cooperazione di tre artisti, C.L. Grugher, Marianna Masciolini, Michelangelo Bellani, provenienti da differenti percorsi individuali. Pluralità di linguaggi espressivi, dunque, e nessuna chiusura, in una libera sperimentazione che non perde, però, la memoria della tradizione. note di regia È un lavoro sulla salvezza. Sulla salvezza della bellezza. La bellezza vive sommersa al nostro tempo. Dunque ci si deve muovere nei sobborghi umani, nei bassifondi. È al contempo una battaglia. Un “attacco” alla mentalità dominante che dimentica l’agilità mentale del sentimento, della purezza, della poesia. «La bellezza salverà il mondo» scriveva Dostoevskij, ora è la bellezza a dover essere salvata. Finding beauty: trovare la bellezza. Trovare la bellezza dove nessuno se l’aspetta. Più che una storia è uno scorcio. Un clown dislessico e una giovane donna dei nostri giorni. Il clown forse proviene dal celebre episodio del clown tragico narrato da Søren Kierkegaard il quale mandato ad annunciare l’incendio del circo, non è creduto dal pubblico che, pensando si tratti di un numero comico, scoppia a ridere finendo bruciato dalle fiamme. La giovane donna è presa (a caso) da una delle nostre famiglie. Tra lampadine accese e spente, un dialogo che parla di incubi, traumi, sogni, della difficoltà di esprimersi ed usare le parole, dei poeti ammazzati che “non ce ne sono tanti nel mondo” e infine, di esseri umani che in ogni caso r-esistono insieme a cercare/trovare. «Abbiamo ‘ripensato’ il rapporto con un pubblico. La messinscena di “Finding Beauty” è il frutto di questo ripensamento. Abbiamo ri-pensato che c’è una presenza viva di esseri umani, nel pubblico, che respirano e con i quali si può instaurare un rapporto oppure apparire sul palco senza lasciarsi coinvolgere da questa relazione. […] Che ci sia un pubblico di esseri in carne ed ossa non è un fatto banale, è un fatto reale, è un rapporto autentico tra esseri senzienti che si vedono e si ascoltano reciprocamente. Con “Finding Beauty” parliamo di e sulla base di questa reciprocità.» sabato 18 febbraio 2012 ore 21.15 sabato 3 marzo 2012 ore 21.15 babilonia Teatri di e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani cura Valeria Raimondi parole Enrico Castellani scene Gianni Volpe costumi Franca Piccoli luci e audio Nicola Fasoli, Marco Spagnoli, Luca Scotton movimenti di scena Giovanni Marocco, Ilaria Dalle Donne coproduzione Operaestate Festival Veneto dicono di loro “Una teatralità ilare, ritmi contagiosi, una bella energia comunicativa, originali nel modo di stare in scena: bravi davvero Valeria Raimondi ed Enrico Castellani di Babilonia Teatri in Made in Italy per le idee, i modi di realizzarle, la capacità di giocare con intelligenza, spirito critico e molto rigore, con parole, oggetti e situazioni, certo meritato il Premio Scenario 2007.” V. Ottolenghi Un Made in Italy alla rovescia, Gazzetta di Parma, 14 aprile 2008 Made in Italy racconta in modo ironico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo a partire dai discorsi sentiti al bar, per strada, in pizzeria. Lo spettacolo procede per accumulo: fotografa e fagocita quello che ci circonda. è uno spettacolo che non racconta una storia. Procede per accostamenti, per intersezioni. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. La musica è sempre presente e spesso detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip. Sullo sfondo è presente una struttura che rimanda a un cartellone pubblicitario. A uno studio televisivo. A una luminaria natalizia. Made in Italy è un groviglio di parole. è un groviglio di tubi luminosi. è un groviglio di icone. Per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk. Un teatro carico di input e di immagini sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni. Babilonia Teatri, dopo il debutto di Made in Italy nel 2007, è diventata una delle più popolari e amate compagnie del teatro di ricerca italiano, grazie ad un linguaggio tagliente ed originale e ad una carica potentissima e provocatoria che esplode ad ogni spettacolo. i premi Spettacolo Vincitore Premio Scenario 2007 Motivazione della Giuria “Il Nord Est italiano ritratto come fabbrica di pregiudizi, volgarità e ipocrisia; straordinario produttore di luoghi comuni sciorinati come litanie, e di modelli famigliari ispirati al presepe ma pervasi da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo. Il made in Italy è un prodotto dozzinale e tragicamente umoristico […] Strutture verbali semplici ma efficacissime fanno sbottare il riso e la percezione del non senso, in un lavoro che coniuga sapientemente stilizzazione interpretativa e parossismo gestuale. […] Un lavoro dove si infrangono con sagacia e leggerezza tabù e divieti, per rilanciare anche il teatro oltre gli schemi e i conformismi.” Nel 2009 Babilonia Teatri vincono il Premio Ubu speciale curiosità Questa è la replica n. 150 sabato 10 marzo 2012 ore 21.15 i sacchi di sabbia a seguire liberamente tratto dalla Rappresentazione di Abramo ed Isac di Feo Belcari scrittura Giovanni Guerrieri con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo, compagnia sandro lombardi / i sacchi di sabbia Giovanni Guerrieri, Giulia Solano i premi Con il “Don Giovanni di W. A. Mozart” i Scacchi di Sabbia hanno vinto nel 2008 il prestigioso Premio Ubu speciale. curiosità Cosa avrà voluto dire Dio ad Abramo? Che cosa ha significato realmente nel momento in cui gli ha dato l’ordine di salire sul monte Moria insieme ad Isacco e all’asino per compiere il peggiore dei “sacrifici”? “Quello che accade qui, la mia chiamata, il mio comando e la tua risposta, la tua responsabilità, sono cose che devono assolutamente rimanere segrete. Tra noi. Non parlarne con nessuno. Non darne notizia. Soprattutto niente giornalisti!” Jacques Derida L’episodio biblico del sacrificio di Isacco diviene nello spettacolo il pretesto per una riflessione sull’enigma della comunicazione tra Abramo e Dio, dove la ritualità della “sacra rappresentazione” si colora di nuove impalpabili suggestioni. Segni contemporanei e segni arcaici si fondono in una dimensione performativa sospesa, al tempo stesso ironica e sacra. L’elemento ironico - che contrasta fortemente con la drammaticità dell’episodio biblico - costituisce infatti la quintessenza del progetto. In bilico tra comico e tragico, l’immagine donchisciottesca del pubblico che insorge per impedire un’ingiustizia, e al tempo stesso distrugge la rappresentazione, ci ha fatto da guida in questo percorso denso di implicazioni filosofiche, in cui l’enigma si erge a metafora di una condizione che, per quanto indagata col pensiero, finisce per restare imperscrutabile. un progetto di Giovanni Guerrieri, dicono di loro “Un racconto alato e pieno di poesia […] È la vicenda di Abramo e Isacco raccontata con la suspence misteriosa di un X-file, la grazia leggera di un fumetto, la stilizzata eleganza di un canto gregoriano. Se Giovanni Guerrieri venisse delegato a riscrivere la «sceneggiatura» di moderne omelie, immaginiamo che farebbe un boom di ascolti. Siamo certi, invece, che questo piccolo, delizioso spettacolo affascinerà qualsiasi tipo di pubblico. Credente o no.” Rossella Battisti L’Unità, ottobre 2011 Giulia Solano e Giulia Gallo «Il nostro nome? La più desueta metafora di resistenza che ci veniva in mente!» con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Maria Pacelli, Matteo Pizzanelli, Federico Polacci, Giulia Solano “Ricantare la celebre opera di Mozart a cappella, con i rumori e le pernacchie che fanno i bambini e un’espressione imperturbabile sul volto. è l’ultima trovata de I Sacchi di Sabbia, la compagnia tosconapoletana che riporta nei capolavori della lirica un po’ di sana trivialità.” Igor Vazzaz Il Giudizio Univerale Lo spettacolo è un capriccio per “boccacce e rumorini” che propone, attraverso una partitura rigorosissima di “gesti musicali”, la struttura essenziale del Don Giovanni di Mozart: una selezione delle arie più significative incastonate in un disegno drammaturgico compiuto e interpretate “rumoristicamente” dagli attori della Compagnia I Sacchi di Sabbia. Frutto di un approccio all’opera spiazzante, questo lavoro si colloca nella scia di una ricerca sul melodramma. Un omaggio a Mozart: uno sberleffo e al tempo stesso un atto d’amore per un’opera magnifica. Noi lo riproponiamo, perché sentiamo l’esigenza di riflettere - come si fa in teatro, facendo uno spettacolo che va incontro alla mente e alla sensibilità delle persone - sulle possibili risposte alla domanda: è nato l’italiano? Quante differenze e quante somiglianze ci sono nelle aule di oggi con la classe di Enrico Bottini? I meridionali di ieri sono forse gli immigrati di oggi? “Come sempre una grande, travolgente e coinvolgente teatralità con Teatro Due Mondi e la regia di Alberto Grilli, […] alternando narrazione e azione, tra siparietti di canti e musiche della tradizione, inserendo anche qualche racconto. Molto bravi gli attori, Tanja Horstmann, Angela Pezzi e Renato Valmori, che mutano ruoli, entrano ed escono dai personaggi, trasmettono una vivace energia alla platea. […] Forse con un gentile assaggio di retorica che però riesce così anche a far intuire alcuni caratteri dell’opera originaria. Tra divertimento e vaga commozione.” Valeria Ottolenghi www.eolo-ragazzi.it, aprile 2011 di Edmondo De Amicis drammaturgia Gigi Bertoni con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori direzione musicale Antonella Talamonti consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini progetto luci Marcello D’Agostino foto Stefano Tedioli progetto grafico Marilena Benini video Sunset Soc. Coop regia Alberto Grilli Vogliamo poter uscire dal teatro convinti che tutto si possa, che non ci si deve arrendere alla perdita di valori importanti e da troppo tempo dimenticati. Vogliamo, con la poesia della scena, dare il coraggio per affrontare quella poesia crudele e vivida che è la vita.” Gigi Bertoni Il Teatro due mondi ha più di trent’anni. Oltre a lavorare in teatro, fa spettacoli di strada in tutto il mondo. Cuore nasce come spettacolo per ragazzi. Abbiamo pensato di proporlo all’interno di una stagione di teatro contemporaneo innanzi tutto perché il teatro ragazzi, quando è di qualità, è semplicemente teatro, capace di parlare a tutti, indipendentemente dall’età del destinatario per cui è stato originariamente creato. E poi perché i temi che il romanzo di De Amicis affronta, grazie anche alla bellissima rielaborazione fatta dalla compagnia, si scoprono essere estremamente attuali e ancora, in buona parte, irrisolti. “Cuore di Edmondo De Amicis è un libro che ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni con la forza che hanno tutti i prodotti culturali dotati di una connotazione precisa: in questo caso, la manifestazione di un orgoglio. Nazionale. Il Risorgimento si è concluso, fatta l’unità politica occorre fare quella economica e occorre fare, soprattutto, chi trasporterà questa unità nel futuro, l’Italiano. Nella scuola di oggi, nelle antologie su cui i ragazzi studiano non c’è più spazio per Cuore. dicono di loro curiosità teatro due mondi giovedì 29 marzo 2012 ore 21.15 dicono di loro di Spiro Scimone con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale regia Gianfelice Imparato scena e costumi Sergio Tramonti musiche Patrizio Trampetti regista assistente Leonardo Pischedda direttore tecnico Santo Pinizzotto in collaborazione con Fondazione Orestiadi Gibellina COMPAGNIA SCIMONE E SFRAMELI Nello storico Théâtre du Vieux Colombier, la sala più sperimentale di Parigi, quella che si permette innovazioni e scoperte, è andato in scena “La Festa”. “Magnificamente tradotto e interpretato, il testo di Scimone è entrato nel repertorio della Comédie française […]. È il sesto italiano ad entrare in repertorio. Prima di lui: Goldoni, Pirandello, D’Annunzio, Fò e Pasolini. […] Spiro Scimone è uno dei rari autori validi del nostro teatro contemporaneo. La consacrazione parigina aggiunge un tassello ad una carriera internazionale già di rispetto che attualmente, in Francia, divide con Romeo Castellucci, con Pippo Delbono e con Emma Dante. […] Và in scena la claustrofobia familiare, i discorsi da millenni sempre uguali: il cibo, i ricordi, le raccomandazioni, le ossessioni, i sogni infranti. Il rapporto malsano tra madre e figlio, quello rassegnato tra madre e padre. […] Il pubblico ride spesso, ma un’angoscia sottile si fa strada, lentamente. Alla fine l’applauso è liberatorio. […].” Sono un padre, una madre e un figlio, rinchiusi nello spazio geometrico di un’astratta cucina, il chiuso contenitore di quel microcosmo familiare, dove ciascuno recita la propria parte dialogando per domande e risposte. Com’è il tempo? Vuoi il latte? Hai messo lo zucchero? è calda l’acqua? Come formule di un rito che si ripete uguale da un lungo tempo. Banalmente uguale. La festa del titolo celebra un anniversario, i trent’anni di matrimonio della coppia. E fondamentale è l’aspetto del gioco, cioè proprio del recitare. Ciascuno dei tre personaggi recita la propria parte. La madre assillante che accentua il suo ruolo di vittima. Il padre che fa la voce grossa per mascherare la propria debolezza e dipendenza. Il figlio protervo, che se ne sta accucciato a muso duro. Il gioco è teso, crudele, apparentemente devastante. Con una continua nota di comicità. La madre rinfaccia. Il padre fa il gesto di uno schiaffo che è incapace di dare. Il figlio, cosa fa il figlio? Il figlio non fa niente, se ne sta in silenzio e quando è stanco di domande esce fuori. Ma c’è un limite nel gioco oltre cui non può andare. La necessità di non arrivare alla rottura, perché il giorno dopo si possa riprendere da capo, con le stesse parole. Con lo stesso rito. La compagnia è una delle più interessanti formazioni del teatro italiano, riconosciuta e amata in Italia e all’estero. Nel 1997 Scimone e Sframeli vincono il Premio UBU, rispettivamente come “Nuovo Autore” e “Nuovo Attore”. I testi dei loro spettacoli sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, greco, spagnolo, portoghese, norvegese, croato, sloveno e danese. curiosità La Repubblica i premi sabato 21 aprile 2012 ore 21.15 Ogni sera il foyer del teatro si trasforma per informazioni sugli appuntamenti del coffeebrecht: www.teatrobrecht.it “Visto che tutti gli altri posti erano occupati, ci sedemmo dalla parte del torto.” B. Brecht teatro brecht / viale san sisto / 06132 perugia / tel. 075.5272340 / www.teatrobrecht.it / www.fontemaggiore.it