con il patrocinio
e il contributo di
www.fontemaggiore.it / www.teatrobrecht.it
2011.12
Organizzazione/coordinamento
Fontemaggiore - Teatro Stabile di Innovazione
Progetto grafico/editoriale
Fattoria Creativa - Perugia
Si ringraziano tutte le Compagnie citate
nel programma per i materiali, testi e foto fornite.
Programma finito di stampare nel mese di Dicembre 2011
E miracolo fu. Nonostante il pessimo contesto
ambientale, nonostante tagli e tagliole, nonostante
televendite, veline e natiche al vento in prima serata,
il teatro resiste. E fa ancora miracoli. Tale può essere
considerata la stagione serale del Teatro Bertolt Brecht
di San Sisto che si appresta a prendere eroicamente
il via, andando oltre la storica rassegna rivolta
ai bambini e agli adolescenti, vero e proprio marchio
di fabbrica di un Teatro Stabile d’Innovazione entrato
a pieno titolo nella storia recente della cultura
cittadina.
La programmazione serale riprende quello che fu uno
spunto dettato dall’allora Amministrazione Comunale
che, in tempi finanziariamente più pingui, immaginò
il Brecht come teatro a tutto tondo, in grado di proporre
stagioni complesse che andassero ad integrare
il cartellone storico del TSU. L’obiettivo rimane quello,
anche alla luce del risultato straordinario che
il combinato teatro-biblioteca sta avendo in una parte
di città che sempre più richiede la disponibilità
di esperienze culturali di livello qualitativo adeguato.
San Sisto è lo strumento attraverso il quale è possibile
completare quella dotazione strumentale che permette
di rispondere ai bisogni culturali di un pubblico,
quello perugino, esigente, a volte un po’ rigido,
ma sicuramente competente.
Il tutto sarà possibile grazie ai sacrifici, alla volontà,
alla professionalità dei soci e dei collaboratori
di Fontemaggiore e, fatto non scontato in un periodo
buio e difficile, grazie alla famiglia Caporali che, come
sento spesso dire nei corridoi del mio Assessorato,
“se ce ne fossero altre due a Perugia non avremmo
più problemi”. Alla loro generosità è appesa la vita
dei due teatri comunali. Grazie. Grazie. Grazie.
Andrea Cernicchi
Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali
Comune di Perugia
nuova linfa
al teatro
contemporaneo
Le “stagioni” non sono più quelle di una volta. Non bastano più a contemplare e comprendere tutti i
cambiamenti (climatici e non solo!) che si presentano oggi. Ed ecco allora la scelta di presentarne una in più:
la quinta. Non una nuova o un’altra: una in più, che però mancava. Un nuovo spazio ufficiale che si apre nella
nostra città, al riparo da nevicate, acquazzoni e calure estive. La quinta stagione ospiterà gruppi che
si muovono in uno stesso “territorio di ricerca teatrale”: sei compagnie nazionali e due compagnie umbre
(Occhisulmondo con Le babbucce del buon re e La società dello spettacolo con Finding beauty).
Insieme al Progetto Immaginario porteremo al Brecht Antonio Rezza e Flavia Mastrella con lo spettacolo
Pitecus, lavoro che si scaglia contro la “cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa”.
Ospiteremo I sacchi di sabbia in una serata doppia all’insegna del sacro e del profano, con due lavori:
Abram e Isac e a seguire Don Giovanni di W.A.Mozart, un particolarissimo spettacolo che interpreta
attorialmente e “rumoristicamente” alcune delle arie più celebri dell’opera mozartiana. Da un classico ad un
altro, si arriva a un Cuore di De Amicis messo in scena con vitalità e fantasia dallo storico Teatro due mondi.
Questo testo, tanto amato e tanto odiato da generazioni di studenti, ed ora pressoché dimenticato, ha cercato
di far nascere l’Italiano post risorgimentale che, si chiede lo spettacolo, chissà se è effettivamente nato o
come è cambiato. è la volta poi di due gruppi giovani ma ormai popolarissimi, diventati importanti anche grazie
al Premio Scenario che li ha scoperti e di cui Fontemaggiore è socio fondatore. Il Teatro Sotterraneo con il suo
Dies Irae_5 episodi intorno alla fine della specie ci parla in modo ironico e spiazzante del nostro rapporto
con il tempo e con il presente; Babilonia Teatri ci mostra in maniera cruda e spietata la nostra contemporaneità
fatta di pregiudizi, volgarità, ipocrisia con quel groviglio di parole, icone e tubi luminosi che è Made in Italy.
Sono gruppi questi che possiamo considerare “amici”, con cui condividiamo pezzi di storia e sicuramente
di pensiero, ed è con grande piacere che possiamo portare il loro lavoro nella nostra città, grazie anche ad
uno spazio bello e funzionale come il Teatro Brecht. E parlando di amicizia non poteva mancare una compagnia
di veri amici, Scimone e Sframeli con lo spettacolo La festa, compagnia che da quindici anni è conosciuta
a livello internazionale grazie alle alte qualità drammaturgiche e attoriali che esprime nei suoi lavori.
I gruppi che compongono la stagione presentano il teatro italiano in Europa. Qualche volta, siamo riusciti
a presentarli nel vecchio spazio del Teatro Sant’Angelo, in una piccola rassegna che si chiamava Incontri
Imprevisti. Ecco, non vogliamo più fare degli incontri imprevisti: con il Teatro Brecht e la sua “quinta stagione”
vogliamo far “uscire di quinta” quel teatro necessario a cui altrimenti è difficile assistere nella nostra città.
Fontemaggiore
Teatro Stabile di Innovazione
2011.12
nuova linfa
al teatro
contemporaneo
PRENOTAZIONI
TELEFONICHE
SABATO 10 MARZO 2012
ore 21.15
Compagnia Sandro Lombardi/
I Sacchi di Sabbia
La settimana dello spettacolo
ore 10 - 15
Fontemaggiore
Tel. 075.5286651 - 075.5289555
SABATO 17 DICEMBRE 2011
ore 21.15
Compagnia Occhisulmondo
Il giorno dello spettacolo
ore 18 - 20
Teatro Brecht
Tel. 075.5272340
Le babbucce
del buon Re
I biglietti prenotati vanno ritirati
tassativamente entro le ore 20.45
SABATO 14 GENNAIO 2012
ore 21.15
fontemaggiore / Progetto immaginario
Antonio Rezza e Flavia Mastrella
BIGLIETTI
Pitecus
intero € 13
ridotto € 9 (sotto 26 e sopra 60 anni)
SABATO 21 GENNAIO 2012
ore 21.15
Teatro Sotterraneo
Fies Factory One
Convenzione Soci Coop Centro Italia
Presentando la tessera alla biglietteria
Ingresso RIDOTTO € 11
intero € 72
Ridotto € 48 (sotto 26 e sopra 60 anni)
É possibile sottoscrivere l’abbonamento
martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011
dalle ore 12 alle ore 14
e venerdì 16 e sabato 17 dicembre 2011
dalle ore 17 alle ore 20
presso la biglietteria del Teatro Brecht.
a seguire
Don Giovanni
di W.A. Mozart
GIOVEDì 29 MARZO 2012
ore 21.15
Teatro due mondi
Cuore
SABATO 21 APRILE 2012
ore 21.15
Compagnia Scimone Sframeli
La Festa
Dies irae
La biglietteria del Teatro Brecht è aperta
il giorno dello spettacolo dalle ore 18
ABBONAMENTO
A 8 SPETTACOLI
Abram
e IsAc
5 episodi intorno
alla fine della specie
Info
Teatro Brecht - Biglietteria
Viale San Sisto, 93
Tel. 075.5272340
www.teatrobrecht.it
Fontemaggiore
Tel. 075.5286651 - 075.5289555
[email protected]
www.fontemaggiore.it
SABATO 18 FEBBRAIO 2012
ore 21.15
La Società dello Spettacolo
Finding
Beauty
SABATO 3 MARZO 2012
ore 21.15
Babilonia Teatri
Made
in Italy
Per cause di forza maggiore il programma può subire variazioni.
Gli eventuali aggiornamenti saranno consultabili
su www.teatrobrecht.it e su www.fontemaggiore.it
sabato 17 dicembre 2011 ore 21.15
prima
assoluta
OCCHISULMONDO
«Studiare Caligola di Albert Camus, un’opera
grandiosa, che parla dell’uomo e per l’uomo.
Abbiamo cercato una strada, un percorso per
avvicinare i temi dell’opera, molteplici
e stratificati. Non ci siamo posti un limite né un
traguardo visibile.
Abbiamo preferito procedere lentamente come
un respiro, cercando di giocare con il testo, ma
non con il contesto, abbiamo iniziato un percorso
nell’opera che indaga la mancanza, la solitudine,
l’assenza, la perdita e l’assurdo.
Tutto questo cercando di mettere in parallelo
noi ai personaggi della storia e disegnando un
quadro che potesse contenerne le follie.
Abbiamo trovato il contemporaneo della nostra
società, cosi forte in questa storia e non abbiamo
fatto altro che seguirlo.
Leggere il Caligola di Camus, è leggere la storia
dell’uomo contemporaneo, così pieno di sé
da dimenticare il presente. L’assurdità di certe
azioni è solo il palesarsi logico di un mondo
confuso e alla deriva.»
con Daniele Aureli,
Massimiliano Burini,
Giulia Frattini,
Matteo Svolacchia
audio e musiche
Francesco Valente - Maisaund
regia Massimiliano Burini
coreografia Arianna Cianchi
scrittura di scena
Caligola, affettuoso
soprannome dato
all’imperatore Gaio Cesare
in giovane età dai soldati
del padre Germanico,
significa “piccola caliga”,
la calzatura dei legionari.
Da ciò l’associazione
con le babbucce, la nuova
calzatura imperiale...
curiosità
Massimiliano Burini
dicono di loro
“La compagnia Occhisulmondo ha la volontà di abbattere
i limiti descritti dalle scene grazie alla contaminazione di stili
e linguaggi artistici. C’è un costante sforzo produttivo e di ricerca
per arrivare ad una chiave contemporanea della messa in
scena finale. Occhisulmondo è composta da attori e performer
promettenti e qualificati che studiano il reale cercando di
portarlo in scena attraverso linguaggi a loro più consoni.”
Danilo Nardoni
Il Giornale dell’Umbria
Lo spettacolo nasce da uno studio teatrale
iniziato nel 2010 e già presentato in vari festival,
nei quali ha riscosso importanti apprezzamenti.
La compagnia teatrale Occhisulmondo, nata nel
2005, è impegnata nella costante ricerca di uno
stile espressivo che la contraddistingua.
Occhisulmondo è un collettivo di artisti,
danzatori, acrobati e attori con già numerose
esperienze alle spalle, maturate in grandi realtà
nazionali ed internazionali.
Quello messo in scena da Occhisulmondo è un
teatro dinamico che si contamina dei diversi
linguaggi del corpo, partendo dal movimento
nello spazio attraverso lo studio delle azioni
fisiche e dei processi che le causano.
sabato 14 gennaio 2012 ore 21.15
regia Antonio Rezza, Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria Pastore
curiosità
Antonio Rezza e Flavia
Mastrella dal 1987 hanno
realizzato sette opere teatrali
interpretate da Rezza.
Estratti di queste opere sono
state trasmesse da Rai 1, Rai 2,
Canale 5, TMC, VideoMusic,
Italia Uno, La Sept Art
e pluripremiate
nei maggiori festival
nazionali della comicità.
Un andirivieni di personaggi che si muovono nervosetti,
fanno capolino dalle fessure e dai buchi, i menti
e le capoccette pensanti spuntano e si alternano
dai vasi di stoffa variopinti, dando il senso di quartieri
popolari affollati, dove il gioco e la fantasia alzano
il vessillo dell’incomprensione media.
La stoffa avvolge i personaggi completandoli:
juta, seta, cotone, sintetici, plastica, li rendono
opachi o scintillanti. Parti di corpo che aggrediscono
parti di realtà, porzioni di arti che inveiscono contro
la narcosi che sembra fare scempio di uomini
e desideri, parole tronche che inneggiano alla libera
immaginazione. Pitecus si scaglia contro la cultura
dell’assopimento e della quiescenza creativa.
Una comicità nera e provocatoria, con un guizzo
vitale capace di irritare, ma anche di rotolarsi
dalle risate. Uno spettacolo geniale che non
assomiglia a niente che abbiate mai visto.
Samantha Biferale
“…spettacolo dirompente, capace
di farci respirare una moltitudine di
mondi diversi e paralleli dove pezzi di
corpo raccontano una storia. […] Mille
volti e mille storie, tutte interpretate
con maestria e carisma da Antonio
Rezza, celato tra stoffe e forme, a cui
dà vita con la forza travolgente delle
sue parole e la singolarità mimica del
suo volto.[…]”.
dicono di loro
www.progettoimmaginario.org
www.casertanews.it, Luglio 2011
in collaborazione con
Progetto immaginario
“Pitecus è il primo vero lavoro di uno
degli attori più geniali e irriverenti
del teatro italiano. Sono passati sedici
anni dal debutto ma questo spettacolo
conserva una potenza che non ha
eguali e un’attualità disarmante.”
antonio rezza
e flavia mastrella
sabato 21 gennaio 2012 ore 21.15
teatro sotterraneo /
fies factory one
curiosità
Cinque episodi ed un prologo pervasi da una ironia
costante che sottende però sempre alla visione
di un mondo in perenne dissolvimento.
Dies Irae è infatti una dissertazione sul tempo.
Non potrai mai camminare a fianco di un neandertaliano.
Non potrai mai nemmeno parlare con un mesopotamico
oppure osservare il cielo con un maya.
Non vedrai l’arrivo di una delegazione aliena sul
maxischermo e non vedrai il sole diventare supernova.
In realtà non ti sei visto nascere e non ti vedrai
nemmeno morire. Il presente è un tempo storico.
Il presente è una convenzione.
Il presente è soprattutto un perimetro d’azione.
Per colonizzare passato e futuro possiamo immaginare
due archeologie opposte: una che dissotterri
il passato e una che sotterri il presente in attesa
di un dissotterramento futuro.
Abbiamo sempre seguito delle tracce
e non potremo non lasciarne di nuove.
Ognuno viva e canti il suo tempo e poi torni
alla polvere. Alleluia.
i premi
Spettacolo vincitore al Silver Laurel
Wreath Award come miglior spettacolo
nella categoria Future MESS
al MESS Festival di Sarajevo
Nel 2009 Teatro Sotterraneo
vince il premio Ubu speciale
Motivazione della Giuria:
“uno dei gruppi guida [...] dell’attuale cambio
generazionale […] dimostrando una capacità di
rinnovare la scena, mettendo alla prova la tenuta
del linguaggio e facendo emergere gli aspetti più
inquieti e imbarazzati del nostro stare nel mondo
attraverso l’uso intelligente di nuovi codici
visuali e linguistici.”
Sono stati definiti
“i quattro discoli
del teatro italiano”
Mario Bianchi
su www.eoloragazzi.it
con Sara Bonaventura, Iacopo Braca,
Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
scrittura Daniele Villa
luci Roberto Cafaggini
graphic design costumi Claudio Paganini
costumi Lydia Sonderegger sartoria Laura Dondoli
collaborazione tecnica Loris Giancola
“I Sotterraneo hanno dimostrato
di essere [...] uno dei collettivi
ai quali il termine emergenti
sta davvero troppo stretto.
Arguti, fini, cerebrali,
intellettuali ma allo stesso
tempo intuitivi. Donano flash
di emozione e lampi d’attualità
ed è un piacere ogni volta
osservarli nelle loro vere
e proprie performances. […]”.
“Le creazioni di Teatro Sotterraneo [...] sono schiaffi alla mediocrità
dei tempi, di cui siamo tutti complici. Il ritmo sempre precisissimo
si scioglie in una fruibilità altissima [...]. Uno sguardo sul quotidiano
che, non prendendosi sul serio, obbliga il pubblico a fare il contrario.
[...] L’ironia deflagrante messa in atto dal Teatro Sotterraneo può
essere letta come comicità pura. Cioè come quella comicità che
è violenta perché ci restituisce la violenza del mondo [...].
Così si ride moltissimo, oscillando tra un parlato corrosivo capace
di frustrare tutte le aspettative e momenti di puro teatro fisico, ma
tra gag e brandelli di scenette si fa strada un retrogusto amaro,
e il ridere si fa storto e livido, e fa male. [...] La bruttura del
quotidiano [...] sale alla superficie e inchioda lo spettatore alla realtà.”
Tommaso Chimenti
Il Corriere di Firenze,
5 dicembre 2006
Lucia Oliva
Non tutte le ciambelle riescono col buco,
Teatri del tempo presente, maggio 2009 dicono di loro
la società
dello spettacolo
produzione La Società dello Spettacolo
con la collaborazione di Attack
drammaturgia Michelangelo Bellani
con Giulia Battisti, Michelangelo Bellani
regia C.L. Grugher
curiosità
I fondatori
della compagnia:
Michelangelo Bellani
amico del sole
C.L. Grugher
cosmonauta
Marianna Masciolini
equilibrista
La società dello spettacolo prende il proprio nome
dall’omonimo titolo dell’opera di esordio del filosofo e
cineasta francese Guy Debord alla cui tesi, il progetto
di studio e riflessione sulla civiltà contemporanea del
collettivo, si ispira.
L’Associazione nasce in Umbria nel 2007 dalla
cooperazione di tre artisti, C.L. Grugher, Marianna
Masciolini, Michelangelo Bellani, provenienti
da differenti percorsi individuali.
Pluralità di linguaggi espressivi, dunque, e nessuna
chiusura, in una libera sperimentazione che non perde,
però, la memoria della tradizione.
note di regia
È un lavoro sulla salvezza.
Sulla salvezza della bellezza. La bellezza vive sommersa
al nostro tempo. Dunque ci si deve muovere
nei sobborghi umani, nei bassifondi.
È al contempo una battaglia.
Un “attacco” alla mentalità dominante
che dimentica l’agilità mentale del sentimento,
della purezza, della poesia.
«La bellezza salverà il mondo» scriveva Dostoevskij,
ora è la bellezza a dover essere salvata.
Finding beauty: trovare la bellezza.
Trovare la bellezza dove nessuno se l’aspetta.
Più che una storia è uno scorcio.
Un clown dislessico e una giovane donna dei nostri
giorni. Il clown forse proviene dal celebre episodio
del clown tragico narrato da Søren Kierkegaard
il quale mandato ad annunciare l’incendio del circo,
non è creduto dal pubblico che, pensando si tratti di
un numero comico, scoppia a ridere finendo bruciato
dalle fiamme. La giovane donna è presa (a caso)
da una delle nostre famiglie.
Tra lampadine accese e spente, un dialogo che parla
di incubi, traumi, sogni, della difficoltà di esprimersi
ed usare le parole, dei poeti ammazzati che “non ce ne
sono tanti nel mondo” e infine, di esseri umani che
in ogni caso r-esistono insieme a cercare/trovare.
«Abbiamo ‘ripensato’ il rapporto con un pubblico.
La messinscena di “Finding Beauty” è il frutto di questo ripensamento.
Abbiamo ri-pensato che c’è una presenza viva di esseri umani,
nel pubblico, che respirano e con i quali si può instaurare un rapporto
oppure apparire sul palco senza lasciarsi coinvolgere da questa
relazione. […] Che ci sia un pubblico di esseri in carne ed ossa
non è un fatto banale, è un fatto reale, è un rapporto autentico
tra esseri senzienti che si vedono e si ascoltano reciprocamente.
Con “Finding Beauty” parliamo di e sulla base di questa reciprocità.»
sabato 18 febbraio 2012 ore 21.15
sabato 3 marzo 2012 ore 21.15
babilonia
Teatri
di e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani
cura Valeria Raimondi
parole Enrico Castellani
scene Gianni Volpe costumi Franca Piccoli
luci e audio Nicola Fasoli,
Marco Spagnoli, Luca Scotton
movimenti di scena Giovanni Marocco,
Ilaria Dalle Donne
coproduzione Operaestate Festival Veneto
dicono di loro
“Una teatralità ilare, ritmi
contagiosi, una bella energia
comunicativa, originali nel modo
di stare in scena: bravi davvero
Valeria Raimondi ed Enrico
Castellani di Babilonia Teatri
in Made in Italy per le idee,
i modi di realizzarle, la capacità
di giocare con intelligenza, spirito
critico e molto rigore, con parole,
oggetti e situazioni, certo meritato
il Premio Scenario 2007.”
V. Ottolenghi
Un Made in Italy alla rovescia,
Gazzetta di Parma, 14 aprile 2008
Made in Italy racconta in modo ironico
e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo
a partire dai discorsi sentiti al bar, per strada,
in pizzeria. Lo spettacolo procede per accumulo:
fotografa e fagocita quello che ci circonda.
è uno spettacolo che non racconta una storia.
Procede per accostamenti, per intersezioni.
Le scene non iniziano e non finiscono.
Vengono continuamente interrotte.
Morsicate. Le immagini e le parole nascono
e muoiono di continuo.
La musica è sempre presente e spesso detta
la logica con cui le cose accadono.
Come in un video-clip.
Sullo sfondo è presente una struttura
che rimanda a un cartellone pubblicitario.
A uno studio televisivo.
A una luminaria natalizia.
Made in Italy è un groviglio di parole.
è un groviglio di tubi luminosi.
è un groviglio di icone.
Per un teatro pop.
Per un teatro rock.
Per un teatro punk.
Un teatro carico di input e di immagini
sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni.
Babilonia Teatri, dopo il debutto di Made in Italy
nel 2007, è diventata una delle più popolari
e amate compagnie del teatro di ricerca italiano,
grazie ad un linguaggio tagliente ed originale
e ad una carica potentissima e provocatoria
che esplode ad ogni spettacolo.
i premi
Spettacolo Vincitore
Premio Scenario 2007
Motivazione della Giuria
“Il Nord Est italiano ritratto come fabbrica
di pregiudizi, volgarità e ipocrisia;
straordinario produttore di luoghi comuni
sciorinati come litanie, e di modelli
famigliari ispirati al presepe ma pervasi
da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo.
Il made in Italy è un prodotto dozzinale
e tragicamente umoristico […]
Strutture verbali semplici ma efficacissime
fanno sbottare il riso e la percezione
del non senso, in un lavoro che coniuga
sapientemente stilizzazione interpretativa
e parossismo gestuale. […]
Un lavoro dove si infrangono con sagacia
e leggerezza tabù e divieti, per rilanciare
anche il teatro oltre gli schemi
e i conformismi.”
Nel 2009 Babilonia Teatri
vincono il Premio Ubu speciale
curiosità
Questa è la replica
n. 150
sabato 10 marzo 2012 ore 21.15
i sacchi
di sabbia
a seguire
liberamente tratto dalla
Rappresentazione di Abramo ed Isac
di Feo Belcari
scrittura Giovanni Guerrieri
con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo,
compagnia
sandro lombardi /
i sacchi di sabbia
Giovanni Guerrieri, Giulia Solano
i premi
Con il “Don
Giovanni di
W. A. Mozart”
i Scacchi di
Sabbia hanno
vinto nel 2008
il prestigioso
Premio Ubu
speciale.
curiosità
Cosa avrà voluto dire Dio ad Abramo? Che cosa ha significato realmente nel momento
in cui gli ha dato l’ordine di salire sul monte Moria insieme ad Isacco e all’asino
per compiere il peggiore dei “sacrifici”?
“Quello che accade qui, la mia chiamata, il mio comando e la tua risposta,
la tua responsabilità, sono cose che devono assolutamente rimanere segrete.
Tra noi. Non parlarne con nessuno. Non darne notizia. Soprattutto niente giornalisti!”
Jacques Derida
L’episodio biblico del sacrificio di Isacco diviene nello spettacolo il pretesto
per una riflessione sull’enigma della comunicazione tra Abramo e Dio, dove
la ritualità della “sacra rappresentazione” si colora di nuove impalpabili suggestioni.
Segni contemporanei e segni arcaici si fondono in una dimensione performativa sospesa,
al tempo stesso ironica e sacra. L’elemento ironico - che contrasta fortemente con
la drammaticità dell’episodio biblico - costituisce infatti la quintessenza del progetto.
In bilico tra comico e tragico, l’immagine donchisciottesca del pubblico che insorge
per impedire un’ingiustizia, e al tempo stesso distrugge la rappresentazione, ci ha fatto
da guida in questo percorso denso di implicazioni filosofiche, in cui l’enigma si erge
a metafora di una condizione che, per quanto indagata col pensiero, finisce
per restare imperscrutabile.
un progetto di Giovanni Guerrieri,
dicono di loro
“Un racconto alato
e pieno di poesia […]
È la vicenda di Abramo e Isacco
raccontata con la suspence
misteriosa di un X-file, la grazia
leggera di un fumetto, la stilizzata
eleganza di un canto gregoriano.
Se Giovanni Guerrieri venisse
delegato a riscrivere
la «sceneggiatura» di moderne
omelie, immaginiamo che
farebbe un boom di ascolti.
Siamo certi, invece, che questo
piccolo, delizioso spettacolo
affascinerà qualsiasi tipo
di pubblico. Credente o no.”
Rossella Battisti
L’Unità, ottobre 2011
Giulia Solano e Giulia Gallo
«Il nostro nome?
La più desueta metafora di resistenza
che ci veniva in mente!»
con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo,
Giovanni Guerrieri, Maria Pacelli, Matteo
Pizzanelli, Federico Polacci, Giulia Solano
“Ricantare la celebre opera di Mozart
a cappella, con i rumori e le pernacchie
che fanno i bambini e un’espressione
imperturbabile sul volto. è l’ultima trovata
de I Sacchi di Sabbia, la compagnia
tosconapoletana che riporta nei capolavori
della lirica un po’ di sana trivialità.”
Igor Vazzaz
Il Giudizio Univerale
Lo spettacolo è un capriccio per “boccacce e rumorini”
che propone, attraverso una partitura rigorosissima
di “gesti musicali”, la struttura essenziale del Don Giovanni
di Mozart: una selezione delle arie più significative incastonate
in un disegno drammaturgico compiuto e interpretate
“rumoristicamente” dagli attori della Compagnia
I Sacchi di Sabbia. Frutto di un approccio all’opera
spiazzante, questo lavoro si colloca nella scia
di una ricerca sul melodramma.
Un omaggio a Mozart: uno sberleffo e al tempo stesso
un atto d’amore per un’opera magnifica.
Noi lo riproponiamo, perché sentiamo l’esigenza
di riflettere - come si fa in teatro, facendo uno
spettacolo che va incontro alla mente e alla
sensibilità delle persone - sulle possibili risposte
alla domanda: è nato l’italiano?
Quante differenze e quante somiglianze ci sono
nelle aule di oggi con la classe di Enrico Bottini?
I meridionali di ieri sono forse gli immigrati
di oggi?
“Come sempre una grande, travolgente e coinvolgente
teatralità con Teatro Due Mondi e la regia di Alberto
Grilli, […] alternando narrazione e azione, tra
siparietti di canti e musiche della tradizione, inserendo
anche qualche racconto. Molto bravi gli attori, Tanja
Horstmann, Angela Pezzi e Renato Valmori, che mutano
ruoli, entrano ed escono dai personaggi, trasmettono
una vivace energia alla platea. […] Forse con un
gentile assaggio di retorica che però riesce così anche
a far intuire alcuni caratteri dell’opera originaria.
Tra divertimento e vaga commozione.”
Valeria Ottolenghi
www.eolo-ragazzi.it, aprile 2011
di Edmondo De Amicis
drammaturgia Gigi Bertoni
con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori
direzione musicale Antonella Talamonti
consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini
progetto luci Marcello D’Agostino
foto Stefano Tedioli progetto grafico Marilena Benini
video Sunset Soc. Coop regia Alberto Grilli
Vogliamo poter uscire dal teatro convinti che tutto
si possa, che non ci si deve arrendere alla perdita
di valori importanti e da troppo tempo dimenticati.
Vogliamo, con la poesia della scena, dare
il coraggio per affrontare quella poesia crudele
e vivida che è la vita.”
Gigi Bertoni
Il Teatro due mondi
ha più di trent’anni.
Oltre a lavorare in teatro,
fa spettacoli di strada
in tutto il mondo.
Cuore nasce come spettacolo per ragazzi.
Abbiamo pensato di proporlo all’interno di una
stagione di teatro contemporaneo innanzi tutto
perché il teatro ragazzi, quando è di qualità,
è semplicemente teatro, capace di parlare a tutti,
indipendentemente dall’età del destinatario per cui
è stato originariamente creato. E poi perché i temi
che il romanzo di De Amicis affronta, grazie anche
alla bellissima rielaborazione fatta dalla compagnia,
si scoprono essere estremamente attuali e ancora,
in buona parte, irrisolti.
“Cuore di Edmondo De Amicis è un libro
che ha accompagnato l’infanzia di intere
generazioni con la forza che hanno tutti i prodotti
culturali dotati di una connotazione precisa:
in questo caso, la manifestazione di un orgoglio.
Nazionale. Il Risorgimento si è concluso, fatta
l’unità politica occorre fare quella economica
e occorre fare, soprattutto, chi trasporterà
questa unità nel futuro, l’Italiano.
Nella scuola di oggi, nelle antologie su cui i ragazzi
studiano non c’è più spazio per Cuore.
dicono di loro
curiosità
teatro due mondi
giovedì 29 marzo 2012 ore 21.15
dicono di loro
di Spiro Scimone
con Francesco Sframeli,
Spiro Scimone, Gianluca Cesale
regia Gianfelice Imparato
scena e costumi Sergio Tramonti
musiche Patrizio Trampetti
regista assistente Leonardo Pischedda
direttore tecnico Santo Pinizzotto
in collaborazione con
Fondazione Orestiadi Gibellina
COMPAGNIA
SCIMONE
E SFRAMELI
Nello storico Théâtre du Vieux
Colombier, la sala più sperimentale
di Parigi, quella che si permette
innovazioni e scoperte, è andato
in scena “La Festa”.
“Magnificamente tradotto
e interpretato, il testo di Scimone
è entrato nel repertorio della Comédie
française […]. È il sesto italiano ad
entrare in repertorio. Prima di lui:
Goldoni, Pirandello, D’Annunzio, Fò
e Pasolini. […] Spiro Scimone è uno
dei rari autori validi del nostro teatro
contemporaneo. La consacrazione
parigina aggiunge un tassello ad una
carriera internazionale già di rispetto
che attualmente, in Francia, divide
con Romeo Castellucci, con Pippo
Delbono e con Emma Dante. […]
Và in scena la claustrofobia familiare,
i discorsi da millenni sempre uguali:
il cibo, i ricordi, le raccomandazioni,
le ossessioni, i sogni infranti.
Il rapporto malsano tra madre
e figlio, quello rassegnato tra madre
e padre. […] Il pubblico ride spesso,
ma un’angoscia sottile si fa strada,
lentamente. Alla fine l’applauso
è liberatorio. […].”
Sono un padre, una madre e un figlio, rinchiusi nello spazio geometrico di un’astratta
cucina, il chiuso contenitore di quel microcosmo familiare, dove ciascuno recita
la propria parte dialogando per domande e risposte.
Com’è il tempo? Vuoi il latte? Hai messo lo zucchero? è calda l’acqua?
Come formule di un rito che si ripete uguale da un lungo tempo. Banalmente uguale.
La festa del titolo celebra un anniversario, i trent’anni di matrimonio della coppia.
E fondamentale è l’aspetto del gioco, cioè proprio del recitare.
Ciascuno dei tre personaggi recita la propria parte.
La madre assillante che accentua il suo ruolo di vittima.
Il padre che fa la voce grossa per mascherare la propria debolezza e dipendenza.
Il figlio protervo, che se ne sta accucciato a muso duro.
Il gioco è teso, crudele, apparentemente devastante. Con una continua nota di comicità.
La madre rinfaccia. Il padre fa il gesto di uno schiaffo che è incapace di dare.
Il figlio, cosa fa il figlio? Il figlio non fa niente, se ne sta in silenzio e quando è stanco
di domande esce fuori. Ma c’è un limite nel gioco oltre cui non può andare.
La necessità di non arrivare alla rottura, perché il giorno dopo si possa riprendere
da capo, con le stesse parole. Con lo stesso rito.
La compagnia è una delle più interessanti formazioni del teatro italiano,
riconosciuta e amata in Italia e all’estero.
Nel 1997 Scimone e Sframeli
vincono il Premio UBU, rispettivamente
come “Nuovo Autore” e “Nuovo Attore”.
I testi dei loro spettacoli sono stati
tradotti in francese, inglese, tedesco,
greco, spagnolo, portoghese,
norvegese, croato, sloveno e danese.
curiosità
La Repubblica
i premi
sabato 21 aprile 2012 ore 21.15
Ogni sera il foyer del teatro si trasforma
per informazioni sugli appuntamenti del coffeebrecht: www.teatrobrecht.it
“Visto che
tutti gli altri posti
erano occupati,
ci sedemmo
dalla parte del torto.”
B. Brecht
teatro brecht / viale san sisto / 06132 perugia / tel. 075.5272340 / www.teatrobrecht.it / www.fontemaggiore.it