L’INCHIESTA Viaggio nelle osterie italiane Dal 2000 alla Locanda dei girasoli si sono alternati vari ragazzi con sindrome di Down in qualità di camerieri o pizzaioli. Alla p.10, momenti di lavoro in cucina alla Lanterna di Diogene che entra qui dentro voglio sapere chi l’ha fatto e come l’ha fatto». Per lui la ristorazione è una vera filosofia di vita, che ha ormai permeato tutta la cooperativa. «Mangiare è un atto agricolo», ripete con convinzione. Nel ristorante i coperti sono solo quaranta. Una scelta dettata dall’esigenza di creare un luogo raccolto, sia per i clienti che per i ragazzi che ci lavorano: «Chi viene da noi sa di poter godere di una diversa convivialità» è ormai un motto. Tre persone con disabilità sono tra i fondatori della cooperativa. Tra loro c’è Simona, una ragazza con sindrome di Down che si occupa sia della sala che della cucina. La sua passione sono le torte, ma ama anche gli animali e coltivare l’orto. Prima di lavorare alla “Lanterna di Diogene” ha svolto uno stage formativo in una mensa, ma di quel periodo conserva ancora l’amaro in bocca. «Mi trattavano come fossi una buffona. Qui, invece, lavoro con i miei amici. Siamo una famiglia». Con Nicola, Caterina, Sara e gli altri ragazzi che provengono dal centro “La Lucciola”, Simona divide la giornata lavorativa all’osteria. C’è il gruppo che si occupa della cucina e quello che, invece, svolge mansioni nella fattoria. Per tutti, però, la giornata inizia sulla corriera che dai paesini vicini li porta al casale. «Questo tragitto che fanno da soli li espone agli stessi pericoli che correrebbe qualsiasi altro ragazzo: un momento di confronto e di contatto con gli altri non mediato dai familiari, un gesto di profonda libertà e autonomia», aggiunge Giovanni, convinto che anche questo sia un modo per includere la diversità nella quotidianità. D’altronde, il progetto dell’osteria si ispira al filosofo greco di Sinope «che ricercava l’uomo vero, non l’essenza dell’uomo – sottolinea –. Era controcorrente ma contemporaneamente dentro la società. Anche noi, fuori da ogni considerazione buonista, pensia- 10 mo che occorra vivere la realtà delle cose riconoscendo i pregi e i difetti delle persone. E quando il piatto te lo porta a tavola una ragazza con gli occhi a mandorla che ti dice: “Io so fare solo questo, ma so farlo bene”, sei portato a introiettare il cambiamento». Alla “Lanterna di Diogene” il menù è a degustazione, con un antipasto a buffet che include i salumi e le verdure di produzione propria; due primi piatti tra diversi tipi di pasta fatta in casa e zuppe