Lez 4 Mario Depau Abbiamo iniziato ad esaminare quella che è la clinica e in particolare quella che è la cartella clinica orientata per problemi, distinguendo quelli attivi e passivi: problemi in atto al momento della valutazione del paziente e problemi invece, anche se presenti, sono inattivi al momento della valutazione. Oltre alla valutazione di quelli che sono i problemi dobbiamo verificare i dati clinici di base, quello che sarà il piano iniziale, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico (se necessario). La cartella clinica dovrà disporre di una sezione per le note di aggiornamento e per le informazioni riportate nelle valutazioni successive. Modello di cartella clinica orientata per problemi, di area internistica: -dati anagrafici del paziente -informazioni relative (se si tratta di un ricovero) al momento del ricovero (ora) -data di dimissione e diagnosi di dimissione -medico che ha effettuato il ricovero Al momento del ricovero deve essere fatto un sunto anamnestico ed esame obiettivo di ingresso, per avere nella parte successiva, quella che è l’anamnesi fatta in maniera “…”, quindi successivamente al ricovero, e l’esame obiettivo. Ritornando alla parte iniziale della cartella.. dobbiamo andare ad indagare quelli che sono i problemi attivi del paziente. Se è un ricovero non programmato ed effettuato in regime di urgenza, questa parte andrà compilata dal medico di guardia. Ricovero in modalità URGENZA Il paziente ha presentato un problema più o meno improvviso tale da determinare la necessità di un intervento medico a carattere di urgenza, quindi il paziente si è presentato al pronto soccorso e i medici hanno valutato che è necessario proseguire le indagini e le terapie in regime di ricovero. Ricovero programmato Può avere più di un significato terapeutico: il ricovero può essere praticato sia in regime domiciliare che in regime ospedaliero (day hospital). Per esempio: Un paziente con patologia tumorale in terapia chemioterapica antineoplastica, effettua questa terapia in day hospital. Ma talvolta il paziente è in uno stato di salute tale che si rende necessario il monitoraggio del paziente non solo nelle ore diurne ma anche in quelle notturne, e dunque si richiede un controllo continuo in regime ordinario. Ricovero in regime di urgenza Il paziente viene preso in carico dal medico di guardia che attua quella che è l’attività in regime di urgenza. Al momento del ricovero il medico deve verificare lo stato del paziente all’ingresso e quindi una descrizione immediata di quelli che sono i problemi attivi che hanno reso necessario il ricovero stesso. Nell’ambito di questa valutazione immediata (anamnestica o obiettiva) deve condurre rapidamente a quelle che sono le ipotesi diagnostiche al fine di mettere in atto l’iter diagnostico sulla scorta delle ipotesi. Nell’ambito di questa valutazione immediata è indispensabile effettuare un’anamnesi farmacologica, perché il problema attivo presentato dal paziente (che porta al ricovero in urgenza) può essere correlato all’assunzione di farmaci. Per esempio: un’importante epigastralgia con insorgenza di un dolore di elevata intensità localizzato nell’epigastrio, deve far pensare sia a patologie di tipo gastrico ma anche di origine extragastrica, cardiaca per esempio. Infatti una ischemia miocardica localizzata nella parete postero inferiore del miocardio, proietta un dolore, più che cordiale retro sternale, in regione epigastrica. Aree topografiche addominali: Nel momento in cui il paziente manifesta dolore epigastrico non ci si limita alla correlazione gastroenterica, ma dobbiamo pensare ad una possibile origine cardiaca. Questo lo vedremo in maniera più dettagliata nell’ambito sintomo-dolore. Quando il paziente riferisce un dolore epigastrico, l’importanza di effettuare l’anamnesi farmacologica, mira a verificare se il paziente assume farmaci gastrolesivi come antinfiammatori (sia steroidei che nonsteroidei), senza assumere un farmaco che eventualmente riduce il rischio di lesione gastrica come farmaci inibitori della pompa protonica o farmaci che permettono la formazione di un film protettivo sulla mucosa gastrica. Dunque come si diceva, è utile lo svolgimento di un’anamnesi farmacologica dettagliata. La presenza di dolore epigastrico e, contestualmente, l’evidenza anamnestica dell’assunzione di farmaci potenzialmente gastrolesivi, non ci autorizza ad escludere altre patologie extragastriche, potenzialmente responsabili del dolore epigastrico. Dobbiamo fare comunque tesoro delle informazioni che ci permettono di guidarci nell’inquadramento dei problemi attivi presentati dal paziente. Abbiamo visto quella che è la fase iniziale nell’approccio al paziente in regime d’urgenza. Affrontiamo ora in maniera dettagliata quella che è la cartella clinica effettuata con modalità elettiva, ossia il paziente, anche se ha un problema più o meno importante, non è nella situazione clinica né di urgenza né di emergenza. Ossia il paziente non è in una condizione di potenziale rischio di sopravvivenza, nel cui caso l’anamnesi è particolarmente focalizzata ad inquadrare nel minor tempo possibile, il problema che ha determinato l’insorgenza di quella situazione. La valutazione del paziente in condizioni elettive è effettuata in una condizione in cui abbiamo il tempo sufficiente per effettuare l’anamnesi e l’esame obiettivo, in maniera completa ed esaustiva. Anamnesi Devono essere messe in atto tutta una serie di provvedimenti tali da mettere a proprio agio il paziente e farlo accorgere che le operazioni che stiamo effettuando servono a risolvere il problema per cui lui si è presentato. L’indagine anamnestica deve essere effettuata in ambiente adeguato: si deve garantire una riservatezza della privacy del paziente (come le camere di degenza che non sono singole ed è dunque opportuno fare l’anamnesi in una camera diversa). Si deve cercare di conquistare la fiducia del paziente, senza però correre il rischio di creare una situazione “amichevole”, si deve comunque mantenere la professionalità: assoluta disponibilità alla comprensione dei problemi del paziente e la nostra completa disposizione nell’inquadrare i problemi, risolverli o perlomeno attenuarli. Bisogna inquadrare il coinvolgimento emotivo del paziente perché lo stesso problema può essere vissuto in maniera totalmente diversa da diversi pazienti. Al paziente bisogna effettuare le domande tenendo conto di quello che è il suo livello di scolarizzazione evitando una eventuale “male interpretazione” della domanda effettuata. È importante anche l’età del paziente: per esempio in un soggetto anziano ha una riduzione delle capacità acustiche, con forme lievi e moderate che possono determinare facilmente un’incomprensione alle nostre domande e il paziente risponde semplicemente perché non vuole fare una brutta figura. Pazienti con elevata scolarizzazione: l’utilizzo di termini molto semplici ci può mettere in una situazione di poca credibilità. I termini tecnici vanno comunque evitati. Per grado di scolarizzazione non ci si deve fermare agli anni di reale scolarizzazione: una persona può avere un bagaglio culturale superiore agli anni di scolarizzazione effettuati. Tornando all’anamnesi, questa è composta da domande sia di carattere generale che di carattere specifico, un consiglio è quello di evitare di fare un’anamnesi di tipo “interrogatorio” col paziente che non collabora in maniera adeguata cosicché risulterà impossibile arrivare ad un’ipotesi diagnostica e mettere in atto un percorso terapeutico. L’alternanza di domande specifiche a domande generiche permette di intraprendere un colloquio e non un interrogatorio, guidando il paziente nel fornire le giuste informazioni. Ci potranno capitare i pazienti che rispondono in maniera dicotomica sì/no (paziente in tensione) oppure che divagano senza soffermarsi sull’inquadramento del problema. Il paziente va guidato. Anamnesi familiare Andiamo a verificare se negli ascendenti e collaterali del paziente ci sono patologie che in qualche modo possono essere in relazione al problema presentato, come patologie di carattere ereditario o altre che possono avere carattere trasmissibile o ancora il riconoscimento di situazioni particolari o anormali nell’ambito familiare. Patologia ereditaria mendeliana: la talassemia (alfa o beta) Dobbiamo verificare nell’ambito familiare la presenza di soggetti omo- o eterozigoti. L’evidenza di una anemia microcitica (riduzione del tasso di emoglobina rispetto ai valori normali con evidenza di emazie più piccole rispetto alla norma). Una microcitosi può essere secondaria a un’anemia sideropenica: se un paziente ha un’anemia microcitica associata ad una riduzione della sideremia e della ferritina con aumento della transferrina, ovviamente stiamo andando verso un’anemia microcitica iposideremica. Ma il paziente con un trait talassemico ha la caratteristica di avere: -riduzione del volume globulare medio e -riduzione dell’MCH (contenuto emoglobinico medio) -aumento del numero dei globuli rossi. Andando a valutare l’assetto marziale, la sideremia sarà NORMALE e pure la ferritina. Dunque nell’ambito dell’anamnesi è fondamentale verificare se è nota negli ascendenti e nei collaterali la presenza del difetto genetico che conduce al deficit di produzione delle catene emoglobiniche (alfa o beta). L’evidenza di una patologia di carattere infettivo come per esempio l’epatite da HCV (il vaccino nei confronti del virus B è ormai obbligatorio e vede il crollo delle infezioni da HBV), ci mette di fronte ad un soggetto che ha un partner sessuale potenzialmente infettato. Ma bisogna indagare anche lo scambio di oggetti personali che possono essere veicolo per lo scambio dell’infezione (vedi ad esempio il rasoio da barba). In passato quando non esisteva il vaccino contro l’HBV, la trasmissione in ambito familiare era molto frequente, dato lo scambio di oggetti personali all’interno dei membri di una stessa famiglia. L’HCV riconosce le stesse modalità di trasmissione, ma il rischio è minore, anche se ovviamente non è nullo, questo perché la carica virale minima per generale un’infezione deve essere maggiore. Sempre nell’ambito dell’anamnesi familiare è indispensabile sapere se ci sono anormalità dal punto di vista ambientale: la presenza di animali domestici tenuti in ambienti come la cucina, la camera da letto o sopra il letto. Si deve verificare questa situazione al fine di cercare di capire la possibile trasmissione e infezione da parte di animali domestici. Situazioni familiari per quanto riguarda il rapporto tra i componenti e verificare situazioni conflittuali (pressioni psicologiche che portano all’insorgenza di una sintomatologia soggettiva più o meno importante; presenza di soggetti con patologia di sfera psichiatrica che si ripercuote negativamente sullo stato di salute degli altri componenti; situazioni di abuso tra genitori e figli ecc.).