Finalista n. 5 di Time: l'italiana Fabiola Gianotti, fisica delle particelle al Cern Time rende onore con una copertina speciale alla fisica italiana Fabiola Gianotti, quinta classificata tra i finalisti al titolo di Persona dell'anno, dato a Barack Obama. La scienziata ha guidato uno degli esperimenti del Cern che hanno confermato il bosone di Higgs, senza dubbio "la particella dell'anno", scoperta la scorsa estate al Large Hadron Collider (Lhc). Per descrivere il personaggio, Time comincia col raccontare che, nel dicembre 2011, Gianotti non rinunciò a presentare al Cern i risultati preliminari della ricerca sul bosone di Hoggs, precipitandosi fuori dall'ospedale dopo un'operazione dentistica d'urgenza. "Era un caso ammirevole di una leader che tiene duro di fronte al dolore, ma la sua reputazione era già leggendaria". Aveva già dimostrato le sue capacità nella gestione di un team di 3.000 persone al Cern, il Centro europeo di ricerca nucleare, "la più grande struttura di ricerca mai costruita dai fisici". Quando la scorsa estate lei e i suoi colleghi del Cern annunciarono che sì, avevano effettivamente catturato il bosone di Higgs, il Time osserva che tre nomi hanno avuto un "insolito livello di fama": Gianotti, che ha guidato uno degli esperimenti che hanno confermato l'Higgs, il collega Joe Incandela, che ha guidato l'altro, e Rolf Heuer, il direttore della ricerca del Cern. Ma è Gianotti che ha forse ricevuto più attenzione – nota Time - per una "prevedibile quanto distorta" ragione di genere. "La fisica è un campo dominato da uomini e si presume che una donna debba superare ostacoli e respingere pregiudizi" che gli uomini non devono affrontare. "Ma non è così", scrive Time, facendo notare che le donne che lavorano nella fisica sono abituate a fare i conti con questa idea sbagliata e ci scherzano su. "Naturalmente ci sono molte donne in posizione di leadership al Cern", ha detto una fisica. "Perché credete che gli esperimenti abbiano avuto tanto successo?". Gianotti, 51 anni, viene da un background diverso da quello che si immagina per un ricercatore di particelle. La madre ha studiato letteratura e musica, il padre è geologo. Al liceo si era concentrata su letteratura, storia, filosofia, latino e greco. Matematica e fisica facevano parte del curriculum, ma verso il fondo. "Il suo interesse per la filosofia e le grandi domande che solleva l'hanno fatto allontanare dagli studi umanistici". "Ho pensato che la fisica, quel poco che ne sapevo, mi avrebbe permesso di affrontare quelle domande in modo più pratico", dice Gianotti, spiegando che voleva "essere capace di dare delle risposte". Ha scelto la fisica delle particelle perché attratta dalla loro "natura fondamentale". E ha deciso di fare fisica sperimentale per ragioni altrettanto "primarie": "Mi piacciono le cose manuali, mi piace fare cose con le mani, la sensazione di toccare". Per di più ha fatto l'università quando i bosoni W e Z erano appena stati scoperti al Cern, quindi sapeva che il campo era in movimento. I team leader al Cern non hanno titoli, sono semplicemente chiamati portavoce. E questo, nota Time, fa capire la natura profondamente collaborativa del lavoro e spiega perché Gianotti mette particolare cura nel deflettere e condividere con gli altri il merito per il trionfo del bosone di Higgs. "Non è solo una grande impresa scientifica ma anche un'avventura umana unica", afferma la scienziata. "Lavorare con tanta gente di tutto il mondo è estremamente arricchente e stimolante". Gianotti deve anche affrontare gli oneri - e le gioie - di essere un modello. Riceve ogni tipo di posta, in particolare da studenti liceali, soprattutto ragazze ispirate dal suo esempio. Ma la storia che lei ama raccontare riguarda un giovane uomo, uno studente universitario di fisica italiano, che stava per abbandonare gli studi perché pensava che il futuro del settore fosse troppo fosco. Gli è capitata in mano una rivista con un'intervista a Gianotti, ha trovato la sua mail e le ha scritto dicendo che lei gli aveva dato nuova speranza. "L'ho chiamato, abbiamo avuto varie chat. L'ho fortemente incoraggiato a continuare", dice Gianotti. "Gli ho detto: non abbandonare mai i tuoi sogni. Potresti rimpiangerlo per il resto dei tuoi giorni". Il giovane fisico ha seguito i consigli, si è dedicato alla fisica delle particelle e ora è al Cern, nel Lhc, a lavorare all'esperimento Atlas. Deve ringraziare Gianotti, conclude Time, per la "saggezza" che lo ha portato fin lì. di Elysa Fazzino - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nWvJf