FORMAZIONE SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE
P . A . T . - O RD I N E P RO V I N C I A L E D E I ME D I C I – C HI R U RG HI E DE G L I O D O NT O I A T RI
i n fo@ s cu ol a m gt n . i t
Come formiamo i nostri tutor
(a cura del dott. Giuseppe Parisi)
Dal punto di vista squisitamente didattico il tirocinio è un elemento centrale e irrinunciabile di un
percorso formativo che abbia come obiettivo l’acquisizione di competenze professionali complesse. Infatti,
in medicina generale come del resto in ogni professione si può riconoscere un sapere dichiarativo, astratto,
formale, generale, che deriva da un corpo di conoscenze teorico, e un sapere procedurale, specifico, basato
sulla pratica di tutti i giorni, che ha a che fare con l’esperienza, con l’apprendimento lungo l’arco della vita
lavorativa. Il sapere procedurale può essere trasmesso solo sul campo, attraverso l’esibizione della pratica del
professionista, lasciando che lo studente, come un giovane apprendista, immerso nel mondo sanitario,
sperimenti il “fare” nella medicina del territorio. Inoltre, a differenza di altre specialità, la Medicina Generale
è esposta alla variabilità dell’ambiente: per questo sono necessarie abilità particolari (flessibilità gestionale e
negoziazione) che possono essere apprese solo attivando processi di identificazione con un professionista
maturo che motivi profondamente il sé professionale dello studente.
ic
in
a
G
en
er
al
e
Tr
en
to
La scuola di formazione specifica in medicina generale ha posto molta cura e attenzione nel percorso
di apprendimento dei medici tutor: oltre ad avere competenze didattiche approfondite devono saper
trasmettere le abilità specifiche del professionista di primo livello, rispettando sempre il paziente che nella
medicina generale non è oggetto di insegnamento, ma terzo attore in una relazione formativa complessa e
difficile.
Fo
rm
az
io
ne
Sp
ec
ifi
c
a
in
M
ed
Formare un tutor di medicina generale significa partire dalla constatazione che ogni medico
impegnato nel suo lavoro nell’ambito dell’assistenza territoriale e di una certa esperienza è portatore di una
cultura professionale ricca, viva e presente, anche se difficile da esplicitare. Fare il tutor per un medico di
medicina generale è quindi una opportunità di mostrare la propria pratica e avere il coraggio di riflettere su di
essa. Formare un tutor è un compito anche delicato per almeno tre ragioni: è l’unico modo che i medici che
lavorano nell’assistenza territoriale hanno per trasmettere “tradizionalmente” la propria pratica alle future
generazioni di medici, è comunque una forma di attività didattica, e come qualsiasi attività didattica ha un
suo metodo che deve essere appreso. Infine nel percorso di lavoro con i tirocinanti sorgono spesso difficoltà
relazionali, momenti di sconforto: si tratta di un incontro tra due realtà diverse, e in questo incontro, già
difficile, si inserisce una terza persona, il paziente, che rende il lavoro ancor più complesso.
La recente formalizzazione di esperienze di tirocinio presso il medico di Medicina Generale
nell’ambito della formazione pre -laurea del medico (Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia),
rende ancora più urgente la formazione di tutor che si affianchino a quelli già esistenti, e d’altra parte
l’ormai decennale esperienza nel campo della formazione specifica post laurea impone un’attenzione
particolare al miglioramento delle competenze tutoriali nei medici che lavorano già in questo campo.
Nell’ambito della scuola sono stati quindi proposti percorsi formativi differenziati: brevi corsi di
preparazione e brevi seminari avanzati di riflessione su temi della didattica, oltre a gruppi di lavoro
permanenti di supervisione dell’attività. Nel corso di primo livello sono state trasmesse conoscenze base
dell’apprendimento nei setting tutoriali e si sono affinate le capacità organizzative e relazionali dei
partecipanti nel creare un ambiente tutoriale adatto. Ma la piena competenza tutoriale non può essere
raggiunta semplicemente attraverso un breve corso iniziale di abilitazione, è frutto di un lungo percorso che
si svolge lungo tutta la vita lavorativa del professionista. Inoltre, l’esperienza didattica è un’ottima occasione
di riflessione per i tutor. Sono quindi in funzione brevi workshop periodici per riflettere sull’attività fatta e
valutarla.
Il corso di primo livello
Obiettivi didattici del corso di primo livello
Al termine del percorso il futuro tutor deve possedere competenze complesse:
Riconoscere le competenze nucleari del proprio lavoro e declinarle negli obiettivi didattici
Saper organizzare il lavoro proponendo un setting educativo efficace
en
er
al
e
Tr
en
to
Essere consapevole dei problemi del rapporto tra paziente tirocinante e tutor
Essere consapevole delle proprie potenzialità come facilitatore dell’apprendimento
Essere consapevole della complessità della valutazione
Saper scegliere la tecnica coerente con l’obiettivo nel rispetto del paziente
Saper condurre un colloquio di valutazione con il tirocinante
Saper fare un contratto formativo
M
ed
ic
in
a
G
Deve inoltre possedere le seguenti conoscenze:
Fo
rm
az
io
ne
Sp
ec
ifi
c
a
in
Conoscere principi e opportunità delle tecniche tutoriali
Conoscere le teorie dell’apprendimento
Conoscere il concetto di tutorship e le caratteristiche del setting tutoriale
Conoscere principi e metodi della valutazione
Saper utilizzare gli strumenti di valutazione congrui agli obiettivi educativi
Conoscere le direttive europee sui tirocini pre e post laurea e i requisiti minimi richiesti per
l’attività tutoriale
Metodi didattici
Sono stati privilegiati l’utilizzo di metodologie didattiche attive e la costruzione induttiva
degli schemi di riferimento. Lo strumento formativo diviene così strumento generatore di cultura
nell’ambito dell’assistenza di primo livello.
I metodi didattici attivi stimolano il discente a giungere induttivamente alla costruzione di
modelli teorici e di griglie di lettura utili, a riflettere sui propri atteggiamenti e a sperimentare
attivamente le nuove abilità acquisite.
Come in un sistema di specchi o scatole cinesi, le metodologie didattiche del corso (lezioni,
lavori in gruppo, role-playing) sono esse stesse materiale didattico per riflettere sulla tutorship.
Programma
La trasmissione del sapere professionale e le peculiarità della medicina di primo livello
Cosa insegno?
Il lavoro del professionista medico sul territorio e la sua specificità
Il sapere procedurale e le teorie in uso
Gli obiettivi didattici delle attività formative
en
Tr
e
er
al
en
G
a
Sp
ec
ifi
c
a
in
M
ed
ic
in
Come insegno?
La relazione educativa: teorie pedagogiche
La specificità dell’approccio tutoriale
Tecniche dell’insegnamento tutoriale:
Learning contract
Osservazione sul campo
Discussione casi
Esperienze operative con/senza supervisione
Discussione slegata dai casi singoli
Counselling educativo
Diari
Briefing/debriefing
Analisi casi
to
Natura e tecniche dell’insegnamento tutoriale
Fo
rm
az
io
ne
Gestire la visita come strumento didattico.
Valutazione del lavoro didattico
Come valuto?
La valutazione: un problema molteplici soluzioni.
La valutazione del tutor e quella del tirocinante, la valutazione in itinere e certificativa.
La valutazione: criteri, strumenti e scale.
Il contratto e la valutazione del tirocinante.
Organizzazione del lavoro didattico
Come creo opportunità d’apprendimento?
Pianificare il setting didattico e adattarlo ad ogni situazione lavorativa del tutor.
Il tirocinante perturba la consultazione? Il difficile rapporto a tre.
Strumenti e metodi di valutazione:
 Pre- e post- test sugli atteggiamenti e sulle competenze tutoriali
 Questionario di valutazione del corso da parte dei discenti
 Autovalutazione dei cambiamenti in atteggiamento (questionario di 17 voci, risposta su scala
analogica)
 Osservazione continua in itinere dei feed-back dei partecipanti e delle dinamiche gruppali
Risultati
Fo
rm
az
io
ne
Sp
ec
ifi
c
a
in
M
ed
ic
in
a
G
en
er
al
e
Tr
en
to
L’analisi dei dati ottenuti mette in luce l’accettabilità e l’incisività del corso.
In particolare, la valutazione effettuata attraverso il questionario di soddisfazione somministrato ai
partecipanti è stata positiva.
Per valutare il cambiamento d’atteggiamento dei discenti è stato somministrato un questionario: i
risultati del questionario, gli esiti dei lavori di gruppo, l’analisi dei feed-back dei partecipanti
inducono a concludere che l’autovalutazione delle capacità tutoriali si fa più serena nel gruppo.
Ciascuno si sente più sicuro nell’affrontare l’esperienza, meno impaurito e più consapevole dei
problemi e delle potenzialità del lavoro. Tutti hanno una visione più realistica del compito futuro,
sono incuriositi da un percorso formativo, riescono a dar nome alle competenze nucleari del loro
lavoro, soddisfatti dello scambio di esperienza con i colleghi.
Materiali didattici
Sono state fornite la dispensa “Essere Tutor”, la bibliografia di approfondimento e i
materiali didattici prodotti nei lavori di gruppo.