Sgombero del campo rom di via Muratori a Cornigliano, le maestre

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Sgombero del campo rom di via Muratori a Cornigliano, le
maestre di scuola: “Che ne sarà dei bambini?”
Sabato 4 marzo 2017
Genova. Hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Genova Marco Doria, al prefetto
Fiamma Spena e all’assessore comunale Emanuela Fracassi per esprimere la loro
preoccupazione rispetto all’annunciato sgombero del campo rom di via Muratori che
dovrebbe avvenire nelle prossime settimane come era stato annunciato in aula
dall’assessore ai diritti e alla legalità Elena Fiorini. Un paio di settimane fa con l’aiuto
della polizia di Stato nel campo è stato fatto un censimento proprio in vista dello sgombero
e della ricollocazione delle famiglie con bambini.
A scrivere la lettera un gruppo di docenti dell’istituto comprensivo di Cornigliano che pone
l’accento proprio sui molti bambini che da tempo frequentano le scuola di Cornigliano e
che dopo lo sgombero del campo saranno trasferiti con le loro famiglie probabilmente in
altre zone della città interrompendo un percorso di inserimento scolastico e di
integrazione.
Ecco il testo della lettera:
“Da tempo le scuole di Cornigliano accolgono bambini del campo rom sito dietro Villa
Bombrini e tante insegnanti si sono recate negli anni in quel luogo spesso dimenticato.
L’otto febbraio scorso un gruppo di maestre della scuola Ferrero di Cornigliano
accompagnate dalle volontarie della scuola della pace della Comunità di sant’Egidio sono
andate in quel campo rom… il campo “abusivo”.Una ventina di roulotte dismesse, abiti
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stesi ad asciugare, lamiere e tanti esseri umani…Uomini, donne, anziani ma sopratutto
tanti bambini e bambine della scuola che ci hanno preso la mano e ci hanno letteralmente
trascinato nella “loro casa” per farci stare al caldo, per raccontarci qualcosa. In
quell’occasione abbiamo appreso che presto quel campo sarebbe stato sgomberato.
Sgomberato perché abusivo, perché scomodo, malvisto, additato, sporco, perché rom….
Ma quando si sgombera un campo rom, che fine fanno i bambini che si erano integrati nel
quartiere frequentando la nostra scuola? Tutto l’investimento educativo di noi insegnanti
dove va a finire? E quello dei loro genitori che si sono impegnati a mandarceli tutti i giorni
mostrando di rispettare le regole dello Stato e di sognare un futuro diverso almeno per i
loro figli?”
“Allontanandoli con la forza dal campo senza offrire alternativa alcuna “umanamente
accettabile” semplicemente significa distruggere tutto il rapporto di fiducia costruito in
anni. Significa abbandonare quei bambini che continuando a frequentare la scuola
avrebbero potuto avere un futuro diverso ed ora sono condannati ad un destino già
segnato e senza nessuna possibilità di riscatto. Quali saranno i pensieri dei “nostri”
bambini? Che cosa proveranno nei confronti delle Istituzioni che li hanno sgomberati ossia
allontanati dalle loro maestre/i, professori/professoresse, dai loro compagni, dalla loro
scuola? Come si sentiranno nella nuova condizione di “senzatetto”?… “L’obiettivo
principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non
semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”. concludono citando Jean
Piaget.
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