dicembre 2008 La gestione “magica” delle risorse The path to successful and effective post-modern management di Ferdinando Buscema e Alessandro Almonti “La magia ha una sua struttura: è possibile scoprirla e insegnare ad usarla.” - R.Bandler & J.Grinder Introduzione Con il presente articolo, abbiamo il piacere di presentare la descrizione di un modello, che riteniamo essere innovativo ed originale. Integrando teorie moderne e concetti antichi, proponiamo un nuovo punto di riferimento per un management efficace e di successo, andando a rivelare un pattern that connects multi-disciplinare e multi-dimensionale. In questa sede privilegeremo la descrizione degli aspetti più pertinenti alla formazione comportamentale-manageriale nella modalità esperienziale, dando solo rapidi cenni delle applicazioni nell’ambito della consulenza aziendale. Si vedrà, inoltre, come tale modello possa essere implementato, con pari efficacia, in interventi di tipo formativo (e trasformativo), per individui, per gruppi e per intere organizzazioni. Tra i nostri molteplici riferimenti teorici e culturali, ricordiamo in particolare la P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica) e il lavoro psicoanalitico di Carl G.Jung sugli Archetipi. 1 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Dall’esperienza maturata in diversi contesti formativi e consulenziali, e con spirito di condivisione che offriamo, per la prima volta ai lettori italiani, una prima sintesi del modello “gestione magica” delle risorse. “In principio fu la Magia...” La Magia è una dimensione profonda dell’esperienza umana, territorio occulto ed ineffabile, avvolto da mistero e segreti. Fenomeno ubiquitario, che ha accompagnato l’uomo fin dagli albori, la magia è stata (ed è tutt’ora) oggetto di studio da parte dell’ antropologia culturale e della psicologia. Già Bandler e Grinder, “padri fondatori” della PNL, avevano chiaramente colto la pertinenza della metafora della Magia per spiegare e analizzare i misteri della comunicazione umana, del comportamento e della pratica psicanalitica di successo. Furono loro i primi a parlare dell’esistenza di una struttura della magia, intesa come un’insieme di conoscenze, che è possibile identificare, analizzare e comprendere, per essere insegnate, trasmesse ed utilizzate. Come essi stessi scrivono nell’ormai classico “La struttura della magia” (1975): “La presenza di maghi, stregoni, sciamani e guru ha sempre affascinato l’uomo comune ispirandogli un senso di timore reverenziale. Le formule magiche e gli incantesimi che costoro ordinavano erano incredibilmente temuti, ma in pari tempo cercati continuamente per l’aiuto che potevano offrire. Nell’epoca moderna, il manto del mago è per lo più sulle spalle di quei dinamici professionisti della psicoterapia la cui perizia è di gran lunga superiore a quella degli altri terapeuti. Come il sapere di ogni mago in ogni epoca – un sapere accumulato e tramandato di generazione in generazione, ma con una struttura di base – così anche la magia di questi maghi terapeutici ha una struttura.” Ad oltre 30 anni dalla scrittura di queste parole, noi aggiungiamo che: nell’epoca postmoderna, il manto del mago è sulle spalle di quei dinamici professionisti nel mondo del business, i Manager, la cui perizia è di gran lunga superiore a quella degli altri manager. Spingendoci oltre a quanto già affermato da Bandler e Grinder, affermiamo che: se è vero che la magia ha una sua struttura, è anche vero che la magia ha i suoi precisi contenuti. 2 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Sintetizzando, i due aspetti della forma e del contenuto, proiettandoli nella dimensione dell’esperienza, il nostro modello emergente è olistico, integrato ed efficace. Bandler e Grinder costruirono il modello della PNL a partire dall’osservazione delle “apparenti capacità magiche” di alcuni terapeuti di successo, per poi modellarne le strategie. Il nostro modello, partito dal modellamento di manager dotati di “poteri magici”, ci ha portati fino all’identificazione dei building blocks del successo di “aziende magiche”, quelle, cioè, che hanno – consapevolmente o meno – ingegnerizzato questi processi e contenuti. Definizione parole chiave Dedichiamo le mosse di apertura ad alcune definizioni: Magia La nostra definizione post-moderna del concetto di Magia è riassunta dall’insieme di due brillanti citazioni: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è pressocché indistinguibile dalla vera Magia” - Arthur C.Clark “La Magia è la Scienza e l’Arte di causare cambiamenti in conformità della volontà” - Aleister Crowley Dunque, la definizione emergente di Magia assume una nuova connotazione semantica, depurata da qualsiasi traccia di superstizione primitiva, ed orientata ad una nuova visione del suo significato. Per Magia intenderemo: la tecnologia per realizzare i propri sogni e desideri. Ricordiamo che la parola “tecnologia” (nell’accezione etimologica della parola greca “techné”) sottintende un insieme di conoscenze, metodi e regole a supporto di un’attività creativa, di natura artistica o tecnica. Il potere magico delle parole, per la creazione della realtà, è stato riconosciuto e documentato da tempo immemore: “Le radici della lingua sono irrazionali e la loro natura è magica” (Zeig). “La Magia si nasconde nella lingua che parliamo” (Bandler e Grinder). 3 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 “Come decidiamo di chiamare le cose, così determiniamo il tipo di esperienza che ne avremo” (Pearson). Ci preme, dunque, sottolineare e fare apprezzare come l’adozione di un nuovo registro linguistico - con la sua conseguente ristrutturazione di significati - comporti uno shift comportamentale e dischiuda enormi opportunità e potenzialità creative. Management Il Management è la scienza (e l’arte) di ottenere e realizzare delle cose grazie all’aiuto e al supporto di altri, organizzando e dirigendo le loro attività. Un manager, pertanto, definisce, pianifica, guida, assiste, supporta, valuta, il lavoro e le attività di altri, con lo scopo finale di contribuire al bene e alla prosperità della propria azienda e, in ultima analisi, al bene dell’intera società. Delle molteplici definizioni esistenti della parola “management” (Drucker, Peters, Senge) non ci risulta alcuna, ad oggi, che abbia rilevato un significato etimologico che riteniamo interessante in seno a questa nuova visione emergente. mana [term. nativo della Polinesia]: termine largamente usato da Jung nei suoi lavori, che definisce poteri magici e forze sovrannaturali, può essere associata a persone, spiriti o oggetti inanimati. E’ usata generalmente per indicare potere, forza, status, prestigio sociale e politico. Ci piace pensare che forse non sia un caso che la parola mana è radicata in management! Non è difficile dimostrare come gli odierni CEO e manager siano i depositari di quel potere, prestigio sociale, ricchezza e conoscenza, che un tempo è stato di maghi e di uomini “di potere”, secolare e spirituale (Drucker, Senge, Scharmer, Toffler, Wilber). Archetipi Gli Archetipi sono stati uno degli argomenti principali del lavoro psicanalitico di C.G.Jung. Secondo una definizione dello stesso Jung: “Gli Archetipi sono forme o immagini di natura collettiva, che ritroviamo praticamente in tutte le culture del mondo, come elementi costitutivi dei miti, e allo stesso tempo come prodotti individuali di origine inconscia”. 4 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Gli Archetipi, possono essere considerati come un “software” fondamentale della psiche: essi offrono una struttura significativa alle nostre esperienze, proprio come il letto di un fiume da forma al fiume stesso. Gli Archetipi forniscono chiavi di lettura per rappresentare ed interpretare quello che ci accade nella realtà quotidiana. Inoltre, ogni Archetipo è depositario di un potere che, una volta acquisito ed integrato, ci permette di esprimere ed esternare parti di noi stessi, in modo accresciuto e con rinnovate abilità (Campbell). La pratica del pensiero mitico, codificando miti antichi per insegnamenti attuali, attraverso l’uso di simboli, leggende, metafore e parabole, è stata usata in ogni epoca, per trasferire saggezza e conoscenze alle generazioni successive, offrendo struttura, significati e visione. I due archetipi principali, in seno al nostro modello, sono quello del Guerriero e quello del Mago, di cui tratteggiamo le caratteristiche principali. Archetipo del Guerriero L’immagine del Guerriero è quella dell’eroe valoroso, chiamato a combattere per i suoi obiettivi e ideali, disposto a rischiare la vita per difendere il suo regno e vincere la sua guerra. Il Guerriero dentro di noi ci chiama ad avere coraggio, forza, integrità, capacità di fissare gli obiettivi e rimanervi fedeli, avere la capacità di combattere con ferocia, se necessario. Noi viviamo totalmente immersi in una cultura del Guerriero, essendo il nostro sistema basato sulla strenua competizione, dallo sport alla politica, all’economia capitalista (Drucker, Senge, Scharmer). L’obiettivo del Guerriero è la ricerca del potere, ottenuto e conquistato sul campo di battaglia, in uno scenario di vita o di morte, in cui si vince o si perde. Archetipo del Mago Le più antiche rappresentazioni del Mago sono state gli sciamani e gli antichi sacerdoti. In seguito, sono stati gli alchimisti, con la loro ricerca della pietra filosofale. Ancora più tardi, furono gli scienziati (investigatori dei segreti della natura), gli psicologi (a sondare il funzionamento della coscienza umana), guru di varie scuole (depositari di conoscenze per il successo spirituale). Tratto comune ai Maghi è il desiderio di ricercare e scoprire le leggi fondamentali che regolano il funzionamento dell’universo e utilizzare tali conoscenze per realizzare idee e sogni. 5 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Le persone “magiche” hanno sogni che gli altri ritengono impossibili. Eppure è proprio questa l’essenza della Magia: avere una visione e poi riuscire a realizzarla. Il potere del Mago è quello di trasformare la realtà, a partire dalla trasformazione della propria (e altrui) coscienza e percezioni. Il nuovo modello manageriale: un’integrazione tra Mago e Guerriero Il mondo di oggi sta cambiando ad una velocità non prevedibile, così come anche il mondo del business, che ricopre una parte così importante della società moderna occidentale, globale e post-industriale. In molti stanno già avvertendo l’avvento di un cambio di paradigma, che permeerà tutte le aree dello scibile umano e influenzerà profondamente il modo in cui vediamo noi stessi, il mondo in cui viviamo, il modo in cui ci relazioniamo con gli altri (Drucker, Jensen, Kuhn, Peters, Roberts, Toffler, Pine, Gilmore). Nel campo del management, questo cambio di marcia è dal Management del Guerriero al Management del Mago, ossia uno spostamento dal pensare solo come Guerrieri al pensare anche come Maghi (Senge, Scharmer). Nelle dinamiche di business quotidiane, la maggior parte delle persone sono totalmente intrappolate nel pensiero del Guerriero: i Guerrieri danno per scontato che la guerra sia inevitabile, e addirittura onorevole. Essi hanno stima della competizione, della tenacia e dell’ostinazione. Non c’è nulla di intrinsecamente errato nell’Archetipo del Guerriero, depositario dei preziosi doni dell’analisi, della concentrazione e della forza. Ma il mito del Guerriero può essere divorante e costare molte energie, facendoci dimenticare che esistono comportamenti alternativi, possibilmente più efficienti. La coscienza espansa del Mago sa riconoscere che la dualità e la lotta degli opposti può essere trascesa, portando a soluzioni più ampie, dove gli opposti non sono più in antagonismo, ma riunificati. Non più vincere o perdere, ma soluzioni vincenti per tutte le parti. L’approccio dei Maghi e dei Guerrieri non è esclusivo l’un l’altro. Il nuovo set di credenze non sostituisce il precedente, piuttosto espande ed amplia quanto già conosciamo. Proprio come nel caso degli scienziati, i quali non hanno smesso di usare o insegnare la fisica di Newton dopo aver scoperto la fisica di Einstein. Semplicemente, hanno ampliato la loro mappa della realtà. La stessa cosa è avvenuta con qualsiasi cambio di paradigma che l’umanità abbia fronteggiato: inizialmente il nuovo modello di realtà è messo in dubbio, o 6 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 addirittura respinto, alla luce del modello attuale. E poi, dopo il tempo opportuno, il modello si espande, trovando il modo di incorporare ed integrare le nuove conoscenze (Kuhn, Toffler). Analogamente, quando apriamo le nostre menti al modo di pensare e di agire del Mago, non necessariamente rinunciamo a vecchi comportamenti e abitudini che hanno funzionato e ci sono stati utili in precedenza. In realtà, costruiamo sul passato nuove opzioni ed espandiamo quello che siamo capaci di fare, grazie a strumenti nuovi. In vista di quello che sarà un cambio di paradigma manageriale/dirigenziale, l’atteggiamento ideale dei Manager, da oggi, deve essere una equilibrata integrazione tra l’archetipo del Mago e quello del Guerriero. Le dinamiche sul lavoro nel passato recente erano relativamente semplici: si era a conoscenza del proprio business e del proprio mercato di riferimento, si decideva cosa era opportuno fare e lo si comunicava ai propri collaboratori. Oggi, ci si aspetta che un manager sia un esperto in relazioni umane, sia in grado di motivare i propri collaboratori, anche quelli molto diversi da se; piuttosto che dire alle persone cosa che devono fare, si cerca di creare il consenso su obietti condivisi e, quando sorgono conflitti, trovare delle soluzioni reciprocamente vincenti. Inoltre, nell’attuale economia, in costante e rapidissima evoluzione, un manager deve essere in grado di anticipare tendenze future e prepararsi per l’occorrenza. Manager di successo fanno pianificazioni a breve e lungo termine per la stessa ragione per cui gli antichi Maghi scrutavano nella loro sfera di cristallo: per prepararsi per il futuro, immaginando e visualizzando un futuro così “motivante” da farlo desiderare anche agli altri! Come i Maghi hanno i loro strumenti, incantesimi, trucchi, erbe e pozioni, per fare succedere le cose e cambiare la consapevolezza e le percezioni di quelli attorno a loro... analogamente, il moderno Manager dispone dei suoi strumenti: programmi di formazione per ampliare le competenze, definire skills efficaci, rivitalizzare collaboratori spenti, team building e team working, workshop sulla diversità per aiutare la gente ad apprezzare i reciproci valori. Come i Maghi anticamente usavano i rituali per creare la comunità, i leader di oggi utilizzano i meeting, le convention, gli incentive e le celebrazioni, per comunicare la loro vision e ricreare un senso comune di mission ed identità. I Maghi sono spesso rappresentati come camaleontici, capaci di cambiare “forma fisica” e sembianze; analogamente i Manager di oggi si adattano rapidamente alle mutevoli circostanze, preservando la loro integrità, ma cambiando la loro “forma mentis”. Infine, così come i Maghi sono anche 7 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 inventori, che creano e costruiscono i loro strumenti del mestiere, ecco che i moderni Manager re-inventano e re-ingegnerizzano praticamente tutti i processi ed i metodi sul loro luogo di lavoro. Applicazioni del pensiero Archetipico La nostra istintiva e profonda risonanza con immagini Archetipiche dipende proprio dal modo in cui è configurata la nostra mente, come esseri umani (Jung, Campbell). Pertanto, è possibile comunicare dei significati, in modo rapido ed efficace, evocando storie che incorporino questo tipo di immagini. Il risultato è un’automatico ed immediato riconoscimento di qualche verità fondamentale, riconoscibile ed indiscutibile. L’efficacia di un approccio Archetipico è stata ben documentata negli ultimi anni: che si tratti del Marketing di un prodotto o di un servizio (Pearson, Mark), del Branding di un personaggio (Peters), della Corporate Identity di un’azienda (Roberts), della struttura di una produzione cinematografica (Pine, Gilmore), quando il pensiero Archetipico è all’opera, in modo consistente e congruente, il successo è certamente più vicino. L’alchimia per riuscire ad attingere al potere che è proprio degli Archetipi – quando non è un fortuito incidente, prodotto di intuizioni inconscie – è frutto di consapevole ingegneria delle percezioni: attenzione ai sottili processi inconsci, sapiente utilizzo del linguaggio dei simboli, meccanismi di comunicazione subliminale. Seguono, per completezza della trattazione, brevi cenni di applicazione del pensiero Archetipico. Esempi e Casi Individui: Un “Magic Manager” Kevin Roberts è il CEO Worldwide della Saatchi & Saatchi, una delle Agenzie Pubblicitarie più note e di successo del mondo. Ricopre questo ruolo dal 1997, tempo in cui la società viveva una grave crisi, e col morale ai minimi storici. Nell’arco di pochissimo tempo, 8 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Roberts è riuscito a risollevare le sorti dell’azienda, guidandola verso risultati spettacolari, in termini di immagine, creatività, benessere, clima aziendale e fatturato. Lo stesso Roberts, nel suo libro Lovemarks (2005), elicita consapevolmente la strategia del suo successo, nonchè del successo delle sue campagne pubblicitarie e dell’azienda stessa. La sua filosofia personale e manageriale è riassunta nella formula: “Niente è impossibile”, perfetto distillato dell’essenza stessa della Magia. Questo è il “pensiero magico” che, opportunamente declinato, ha indicato all’azienda il percorso da seguire, comportando uno shift della filosofia/cultura aziendale, che ha portato la Saatchi a posizionarsi, per l’appunto, come un’azienda Magica. La capacità di Roberts di fidarsi del proprio istinto, la sua chiara comprensione del potere dei miti, delle storie e degli archetipi, le elevate capacità immaginative e di vision, per ispirare e motivare i collaboratori, l’uso consapevole dell’ingrediente del Mistero, oltre che le frequenti immagini e metafore di esplicito contenuto “magico” nei suoi scritti e nelle sue conferenze, ci portano a considerare il suo profilo quello di un perfetto Magic Manager, a capo di una Magic Company. Infine, grazie ad una elegante ristrutturazione di signicati, oggi la Saatchi non è più un’Agenzia di Pubblicità, ma una Ideas Company. Anzi, “the one and only” Ideas Company. Organizzazioni: “Magic Companies” In questa sede ci limiteremo ad una rapida carrellata di aziende che hanno scelto di improntare campagne di Marketing, Comunicazione e Pubblicità all’Archetipo del Mago. Ovviamente il loro successo come aziende leader nei rispettivi settori non è da cercare esclusivamente nell’uso di tali strategie. Quello che qui vogliamo sottolineare è la congruenza di tale scelta con altri elementi delle aziende stesse, relativamente ai loro prodotti e servizi, cultura e filosofia aziendale. La magia è, in qualche modo, l’inconscio della tecnologia, il suo lato oscuro: man mano che il progresso avanza, diventano disponibili – in forma di tecnologia – quelle che un tempo erano le promesse della Magia. A tal proposito basti pensare ad alcuni esempi: telefonia (comunicazioni a distanza/telepatia), tecnologie informatiche (onniscenza e memoria prodigiose), mezzi di trasporto a distanza (spostamenti in tempi rapidissimi – “volo magico”), tecnologie farmaceutiche e genetiche (cura delle malattie ed eterna giovinezza). Questi sono solo alcuni dei territori che sono stati, in un epoca o un’altra, appannaggio dei Maghi. Pertanto, tutte le aziende il cui business ricade in categorie di questo tipo, possono 9 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 aspirare a trasformarsi in “Magic Companies”, e adottare una strategia manageriale improntata all’Archetipo del Mago. Ci sono alcune aziende che, consapevolmente, hanno impostato le loro campagne di marketing e comunicazione con claim pubblicitari dall’esplicito contenuto “Magico”: The power of dreams (Honda), Impossible is Nothing (Adidas), Think Different (Apple). Caso di un ns. Cliente Il nostro cliente è uno dei top player del mercato italiano delle telecomunicazioni, che fornisce un'ampia gamma di servizi: dai servizi di telefonia vocale e connettività internet a larga banda alle più avanzate applicazioni di video-comunicazione. Già per la tipologia del business di riferimento, il nostro cliente aveva le caratteristiche di una potenziale “Magic Company”. L’intervento formativo, di natura esperienziale, si è svolto nell’arco temporale di circa 18 mesi, ed ha visto la partecipazione delle risorse legate all’area commerciale (Key Account Manager), nonché il coinvolgimento di alcune figure di riferimento del Top Management. I fabbisogni formativi e le competenze da sviluppare sono stati individuati attraverso il modello di assessment online “Learning Path” (www.learning-path.it) che ha permesso di dimensionare esattamente le necessità legate alla microprogettazione dell’intervento formativo. Dall’analisi di alcuni parametri specifici del Learning Path, si è evidenziata la possibilità di un approccio formativo riferibile al modello Magic Management. Si proceduto pertanto all’implementazione delle parti specifiche di tale modello, relativamente alle esigenze richieste dal cliente. L’efficacia di tale modello è stata verificata con opportuni strumenti di monitoraggio, e dimostrata a livello operativo, sia da una serie di comportamenti efficaci acquisiti dal target formato, sia da valutazioni relative all’ampliamento e al consolidamento del business (R.O.I.). Conclusioni Il segreto del successo del modello della gestione “magica” delle risorse risiede nel management della coscienza. L’attuale contesto aziendale è ormai radicalmente peer 10 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 focused, empowering, fatto da persone che, a tutti livelli e funzioni aziendali, tengono in alta considerazione il significato e il valore del proprio operato e contributo (Jensen, Shedroff). C’è stato un tempo in cui scienza e tecnologia, psicologia e spiritualità, religione e magia erano un tutt’uno indifferenziato. Negli ultimi duemila anni, l’uomo ha fatto molto per “dissezionare” questi saperi, analizzarli e differenziarli. Il nuovo trend va nella direzione della sintesi e dell’integrazione di questi campi di conoscenza, in una visione fortemente olistica. Il risultato è l’espansione della consapevolezza, che la dialettica di analisi e sintesi comporta (Senge, Scharmer, Wilber). E tutto questo ci riporta alla mente un famoso aforisma buddhista: “Prima di praticare lo Zen, i fiumi sono fiumi e le montagne, montagne. Dopo che si è cominciato a praticare lo Zen, i fiumi non sono più fiumi e le montagne non sono più montagne. Quando si è realizzato lo Zen, i fiumi tornano ad essere fiumi e le montagne, montagne.” Riferimenti Bibliografici R.Bandler e J.Grinder, La struttura della Magia, Astrolabio, 1981 Joseph Campbell, Il potere del Mito, Guanda, 2004 Peter Drucker, The Frontiers of Management, Penguin Books, 1986 Carl G. Jung, Archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri, 1977 Carl G. Jung, L’uomo e i suoi simboli, TEA, 2007 Thomas Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, 1969 Tom Peters, The Brand U, Random House, 1999 J.Pine e J.Gilmore, The Experience Economy, Harvard Business School Press, 1999 Kevin Roberts, Lovemarks, Mondadori, 2005 Peter Senge, Otto Scharmer et al, Presence, Currency Books, 2005 Nathan Shedroff, Experience Design, New Riders, 2001 Alvin Toffler, Future Shock, Bantam Books, 1970 Ken Wilber, A Theory of Everything: An Integral Vision for Business, Politics, Science and Spirituality, Shambala, 2001 11 www.formazione-esperienziale.it [email protected] dicembre 2008 Note sugli autori Alessandro Almonti, Formatore e Consulente aziendale, Socio di Percorsi S.p.A., membro del Consiglio Direttivo AIF Lazio. [email protected] Ferdinando Buscema, formatore e Senior Partner Percorsi S.p.A., ha un background in ingegneria meccanica, formazione aziendale, psicologia cognitiva ed experience design. Vive attualmente a Torino, città magica per eccellenza, con la sua Regina di Cuori e due gatti invisibili. [email protected] 12 www.formazione-esperienziale.it [email protected]