Lezioni del 26, 27 e 31 ottobre Scuola Etnologica Francese, Claude Lévi-Strauss/Rappresentazioni sociali RIEPILOGO. - LA SCUOLA ETNOLOGICA FRANCESE: EMILE DURKHEIM: LA COSCIENZA COLLETTIVA/IL FATTO SOCIALE/LA COMPARAZIONE DI FATTI SOCIALI: IL METODO DELLE VARIAZIONI CONCOMITANTI/LE FORME ELEMENTARI DELLA VITA RELIGIOSA LUCIEN LEVI-BRUHL: LA MENTALITA’ PRIMITIVA/LA PARTECIPAZIONE MISTICA MARCEL MAUSS: OMOLOGIA STRUTTURALE TRA SOCIALE E SIMBOLICO/IL FATTO SOCIALE TOTALE/IL DONO COME FATTO SOCIALE TOTALE -CLAUDE LEVI-STRAUSS: LA CRITICA AI FUNZIONALISTI E ALLA SCUOLA ETNOLOGICA FRANCESE/L’ANALISI STRUTTURALE/LA PROBLEMATICA DEI MODELLI/LO STUDIO DEI SISTEMI DI PARENTELA E DEI MITI/IL COMPITO DELL’ANTROPOLOGIA -BILANCI -NOI VS ALTRI: UN ESEMPIO DEI MECCANISMI OPPOSITIVI E CLASSIFICATORI IN ATTO NEI PROCESSI DI RAPPRESENTAZIONE. 1. Contesto. La riflessione francese sulle società primitive: - si sviluppa in ritardo rispetto alla Gran Bretagna e in rapporto di dipendenza dalla filosofia positiva di Comte e dalla sociologia di Durkheim; - è segnata da un marcato interesse per i sistemi di rappresentazione e credenze delle società: a) le società primitive sono il luogo in cui e’ possibile reperire i fenomeni sociali nella loro forma più semplice. b)il sistema sociale proietta il suo ordine sul sistema simbolico: società semplici--------sistemi di classificazioni semplici società complesse------sistemi di classificazione complessi c) è possibile una scienza etnologica sul modello delle scienze naturali 2. Autori, opere, concetti dell’etno-sociologia francese Emile Durkheim (1858-1917) La divisione sociale del lavoro, 1893 Le regole del metodo sociologica, 1895 Le forme elementari della vita religiosa, 1912 Coscienza collettiva Fatto sociale Lucien Lévy-Bruhl, (1857-1939) La mentalità primitiva, 1922 Partecipazione mistica Marcel Mauss (1872-1950) Saggio sul dono, 1923/24 Omologia strutturale tra sociale e simbolico Fatto sociale totale Il dono: l’obbligo di dare, ricevere, contraccambiare 3. Claude Lévi-Strauss - “Claude Lévi-Strauss è un antropologo non solo in senso specialistico, ma anche nell’accezione più larga del termine, quella di cultore di tutte le scienze dell’uomo. Come etnografo militante, è vissuto a lungo presso popolazioni che sono tra le più “primitive” della terra. Come teorico, ha profondamente rivoluzionato l’impostazione stessa degli studi etnologici, e l’influenza del suo pensiero si è ben presto estesa alle discipline limitrofe, specialmente alla sociologia e alla psicologia sociale... Non è possibile infine sottovalutare il profondo significato filosofico del suo pensiero, anche per l’influsso che ha esercitato e continua ad esercitare sugli intellettuali e sugli uomini di cultura... se si aggiunge a tutto ciò uno stile ammirato dai letterati e un’erudizione, umanistica e scientifica, davvero straordinaria, non è difficile spiegarsi perché la sua personalità si sia così autorevolmente imposta alla cultura mondiale.” (Introduzione di Paolo Caruso a Razza e storia e altri studi di antropologia) - .CLAUDE LÉVI-STRAUSS (n. nel 1908) 1945 L’ANALYSE STRUCTURALE EN LINGUISTIQUE ET EN ANTHROPOLOGIE 1949 LES STRUCTURES ÉLÉMENTAIRES DE LA PARENTÉ 1955 TRISTES TROPIQUES 1958 ANTHROPOLOGIE STRUCTURALE 1962 LA PENSÉE SAUVAGE DAL 1964 QUATTRO VOLUMI MYTHOLOGIQUES 1973 ANTHROPOLOGIE STRUCTURALE II 1983 LO SGUARDO DA LONTANO -Nel tentativo di elaborare un metodo rigoroso, la sua critica si rivolge tanto al concetto di struttura sociale utilizzato dai funzionalisti, quanto alla scuola etnologica francese. • concepire l’etnologia sotto la forma di una descrizione esaustiva di diversità chiuse in se stesse (particolarismo e funzionalismo di Malinowski) rende impossibile ogni comparativismo. •il concetto di struttura sociale utilizzato da Radcliffe-Brown ha il difetto di ridurre la struttura all’insieme delle relazioni sociali esistenti in una società, quindi di essere eccessivamente appiattito sulla descrizione empirica. • a Marcel Mauss, Lévi-Strauss riconosce il merito di aver esaminato in dettaglio fatti concreti per poi interpretarli nel quadro di un’ipotesi teorica; in essai sur le don (1923-24) fenomeni economici diversi ed eterogenei hanno assunto un significato nel momento in cui sono stati collocati nel quadro di una problematica forte: quella dello scambio, il “fatto sociale totale”. Tuttavia, anche Marcel Mauss ha sbagliato in quanto il suo modo di considerare lo scambio in relazione all’esperienza concreta gli ha impedito di avviare una vera analisi strutturale. - per fare questo Lévi-Strauss si propone di utilizzare i modelli elaborati dalla linguistica strutturale. il senso e la funzione di un elemento culturale non vanno ricercati nelle ricostruzioni storiche o nella loro realtà sociale immediata, ma all’interno del sistema a cui appartengono; un elemento culturale acquista senso, infatti, in base alla posizione che occupa nel sistema, dipendente dalla relazione di opposizione/correlazione con altri elementi culturali Il sistema, a sua volta, si determina in virtù delle proprie leggi di organizzazione. per comprenderlo bisogna comprendere la sua struttura interna, la sua logica. - Il concetto di struttura e i modelli come via per le strutture (l’organizzazione del villaggio dei Bororo). Lettura di pag. 332, 333, 334 di Storia dell’antropologia - La possibilità della comprensione dell’altro è garantita dal fatto che il modello dell’antropologo e il modello del nativo si incontrano nell’inconscio strutturale, dove le strutture dello spirito umano si congiungono. - Lévi-Strauss applica l’analisi strutturale allo studio dei sistemi di parentela e ai miti. - Sistemi di Parentela: il sistema di parentela è un linguaggio, una struttura di comunicazione, all’interno del quale ogni individuo di una società acquisisce uno status e un ruolo sociale in base alla posizione che occupa. I sistemi di parentela assumono contenuti diversi a secondo dei contesti, ma dietro questa variabilità esistono regole universali soggiacenti, regole che appartengono all’inconscio e che si inscrivono nella natura dello spirito umano. Levi- Strauss ne individua una fondamentale: la proibizione dell’incesto che fonda il principio di reciprocità - Miti: Lévi-Strauss estende il metodo strutturale allo studio del pensiero mitico. in Mythologiques I (1964) egli scrisse che “in un certo senso, i miti si pensano tra loro”, a significare che un mito non può essere compreso se separato dal suo contesto, cioè dal gruppo di varianti a cui appartiene. È la trama di relazioni tra i miti che consente di individuarne la loro struttura comune soggiacente, dal momento che uno stesso dispositivo mentale è all’origine di tutte le versioni. tutti i sistemi di classificazione, infatti, rinviano alla attività simbolica dello spirito umano, il cui fondamento è costituito dalla “struttura inconscia dello spirito umano”. - Il compito dell’antropologia è quello di trovare un ordine dietro l’apparente disordine dei fenomeni culturali. per fare questo è necessario, attraverso un’analisi comparativa, svelare la legge strutturale che sta dietro ai fatti osservati. per lévi-strauss esistono una serie di categorie simboliche, invarianti da cultura a cultura, che configurano la “struttura dello spirito umano”. Tra queste, egli ha studiato, per mezzo di un imponente lavoro comparativo, la norma che vieta l’incesto e la logica binaria che regge i miti primitivi (alto/basso; destra/sinistra; cotto/crudo) - Sempre a livello di strutture dello spirito si inserisce il compito morale dell’antropologia. “essa deve esercitare il proprio studio e la propria vigilanza non tanto sulle sue realizzazioni storiche, quanto piuttosto sulle potenzialità strutturali dell’uomo. queste ultime, che costituiscono la base di tutte le possibili forme di vita e di pensiero di cui sono capaci le società umane sono “una possibilità permanente dell’uomo”. su esse occorre vigilare “nelle ore più buie” quelle cioè in cui una storia esclusiva e intollerante impone a una molteplicità culturale originaria l’unicità e la falsa assolutezza di un particolare e relativo modo d’essere uomo”. (Francesco Remotti, Lévi-Strauss. Struttura e Storia, Torino, Einuadi, 1971) La critica di lévi-strauss alla cultura occidentale si configura quindi come una contestazione del valore “universale” dello spirito europeo-occidentale. - All’antropologo, figura nella quale si esprime il rimorso dell’occidente, esploratore della memoria collettiva, spetta l’ultimo e quasi impossibile compito. Ripercorrere quei legami necessari tra l’uomo e l’universo nei quali si esprime, al di là della storia e al di là dell’evento, l’immutabilità delle strutture dello spirito umano. • sentimento della perdita del passato • rimorso dell’occidente 4. Bilanci. - Aspetti positivi. Lo strutturalismo ha avuto ampia diffusione negli anni ’60 portando all’antropologia una esigenza di rigore metodologico e proponendo una teoria complessa della conoscenza con la quale ancora oggi è inevitabile confrontarsi. Le analisi strutturaliste hanno dato all’antropologia un importante contributo: hanno matrice strutturalista l’etnoscienza e l’antropologia cognitiva. - Aspetti problematici. Una eccessiva propensione all’astrazione, dovuta alla maggiore attenzione accordata alla forma astratta piuttosto che ai rapporti reali. L’assenza di storicità, che ha permesso di collocare le strutture logiche fuori dal tempo: la storia sembra essere dimenticata nella misura in cui vengono trascurati i rapporti di forza interni ad una società e i rapporti di dominio tra società diverse. L’idea di una natura umana unica e invariabile al di là delle diversità storiche e culturali. L’assunto che i fatti vadano studiati per se stessi, sembra oscurare la tensione tra osservatore ed osservato che in alcuni scritti, invece, Lévi-Strauss, sembra riconoscere. 5. Noi vs Altri. Intervento di Marzio Gatti “L’antropologia del terrorismo religioso. Una introduzione” - Il ritardo della nascita della riflessione antropologica sulla violenza - Il modello di D. Riches - Caratteri comuni alle forme di terrorismo religioso - “Costruire il nemico”: costruzione e reificazione della differenza. Bibliografia essenziale. Lévi-Strauss, C. Tristi Tropici, il Saggiatore, Milano, 1956 Lévi-Strauss, Antropologia strutturale, il Saggiatore, Milano, 1966 Lévi-Strass, C. “Ciò che l’etnologia deve a Durkheim” in Antropologia strutturale due, Il Saggiatore, Milano, 1978 Mauss, M., “Saggio sul dono” in Teoria generale della magia e altri saggi, Einaudi, Torino, 1991 Dei F., Antropologia della violenza Meltemi, Roma, 2006 Hertier F. (a cura), Sulla violenza, Meltemi, Roma, 1997 Juergensmeyer M., Terroristi in nome di Dio, Laterza, Bari, 2003 Juzik J., Le fidanzate di Allah, Roma, Manifestolibri 2004 Riches D. (a cura), The anthropology of violence, Oxford, Blackwell 1986 Riferimenti ai testi in programma: Ugo Fabietti, Storia dell’antropologia, cap. 5, 6, 18 e relative letture