NEI DOMINI DELL’INCONSCIO: FREUD Lo scorso anno, ci siamo introdotti nello studio della “Psicologia dello sviluppo” Abbiamo visto: Che cos’è lo “Sviluppo” , cioè una serie di cambiamenti psichici dell’individuo nel corso del tempo Che la conoscenza di questi cambiamenti ci permette, ad esempio, di descrivere le caratteristiche dell’infanzia Che lo sviluppo riguarda più dimensioni dell’individuo: da quella motoria, a quella cognitiva, a quella affettiva Che tutte queste dimensioni s influenzano tra loro, ad esempio: un corretto sviluppo motorio favorisce un buon sviluppo cognitivo. Infatti, se il bimbo sa camminare, potrà esplorare l’ambiente e quindi esercitarsi nella conoscenza della realtà Ma soprattutto……. Che per studiare lo sviluppo, sono nate teorie anche molto diverse tra loro. Ad esempio, Piaget si è occupato dello sviluppo del pensiero Erikson si è occupato dello sviluppo sociale, cioè parte dall’ipotesi che il carattere dell’individuo si forma “collezionando” una serie di caratteristiche positive o negative nel corso del susseguirsi delle tappe sociali che scandiscono la sua crescita Aggiungeremo allo studio di queste due teorie, una terza: la teoria dello sviluppo secondo Freud, una teoria che studia lo sviluppo dal punto di vista della dimensione affettiva dell’individuo. Pag. 1 a 8 LA PSICOANALISI Per comprendere la teoria dello sviluppo secondo Freud, dobbiamo prima di tutto farci un’idea generale della “Psicoanalisi”, cioè di quella teoria psicologica fondata da Sigmund Freud; una teoria, il cui manifesto compare nel 1899 con la pubblicazione di un famoso libro “L’interpretazione dei sogni” Chi era Sigmund Freud? Un medico. Nasce nell’ex Cecoslovacchia nel 1856 da una famiglia ebrea che si trasferirà a Vienna. Qui, Freud, dopo la laurea in medicina, si specializzerà in neuropatologia. Da medico-neurologo, è interessato alla cura di pazienti “Isterici” attraverso l’ipnosi, un metodo di cura che impara da un collega francese Jean-Martin Charcot. Più avanti collabora con uno psichiatra austriaco Joseph Breuer, mettendo in pratica l’ipnosi appresa da Charcot “Isteria” deriva dal greco “hysteron” che significa “utero”. Poiché l’utero è l’organo sessuale femminile, è facile concludere che la scelta di questa parola derivava dalla convinzione che si trattasse di una patologia che colpiva esclusivamente le donne!! I risultati delle esperienze di cura dell’isteria verranno poi pubblicati da Freud in “Studi sull’isteria” nel 1895. Che cos’è l’isteria? 1. L’isteria è un disturbo secondo il quale disagi psichici come fobie, ansia, stati confusionali si accompagnano a disturbi fisici. 2. Il paziente isterico non risponde alle cure solitamente indicate per la guarigione del disturbo fisico A questo proposito, Freud riporta un caso di “Isteria” “Il caso di Anna O”: Anna O. è lo pseudonimo di una paziente che soffre di disturbi che oggi chiameremmo “bipolari”, accompagnati da difficoltà motorie e di linguaggio . Il trattamento ipnotico dimostrò il benefico effetto “catartico” ( liberatorio) che permise alla giovane donna di far riemergere il ricordo traumatico secondo cui l’aver assistito molti anni prima ad una scena in cui il cagnolino della sua dama di compagnia era solito bere da un normale bicchiere la portò a non riuscire a bere un goccio d’acqua( la ragazza viveva da sei settimane sostituendo all’acqua un frutto). Fu così che a seguito dello sfogo violento della rabbia che aveva represso a causa di quell’esperienza, Anna dopo il trattamento ipnotico si svegliò chiedendo un bicchier d’acqua. Il caso di Anna O fu una di quelle esperienze di cura dell’isteria che portarono Freud ad una ipotesi: i sintomi delle malattie psichiche potevano rappresentare la manifestazione esteriore di una causa collocata in una zona della psiche che il pensiero cosciente non Pag. 2 a 8 poteva né raggiungere né richiamare a sé con un semplice sforzo della memoria o della volontà, o del ragionamento. Freud chiamò inconscio questa dimensione più profonda e nascosta della psiche, inaccessibile alla coscienza Un altro caso: “La paralisi del soldato”: di ritorno dalla guerra in trincea, un soldato contrae la paralisi alle gambe. La terapia medica non funziona, inoltre dalle analisi non emergono lesioni di alcun centro nervoso. Sottoposto a terapia psicoanalitica ( Freud aveva da tempo abbandonato l’ipnosi) il ragazzo rivive l’esperienza della guerra: racconta il suo desiderio di sfida del pericolo gettandosi in un campo minato. Raggiunto dal rumore assordante dello scoppio di una mina, miracolosamente riesce a scappare ma….la conseguenza del trauma è la paralisi. Freud arriva alla conclusione che la malattia rappresenti una strategia di difesa dell’Io, volta ad impedire al soldato di rifare quella terribile esperienza LA RIMOZIONE Che cos’è: è un meccanismo di difesa con cui il soggetto cerca di respingere o mantenere nell’inconscio contenuti psichici sgraditi come esperienze, ricordi che gli procurano sofferenza, o desideri giudicati imbarazzanti, vergognosi, comunque inadeguati per essere accettati dalla coscienza. L’esistenza dell’inconscio, in realtà, era già stata ipotizzata da altri pensatori prima di Freud. La novità freudiana consiste nel fatto che a. La zona cosciente è molto ridotta rispetto all’inconscio le motivazioni del comportamento umano sono dirette in gran parte dall’inconscio che dalla nostra parte cosciente caratterizzata dalla razionalità e dalla volontà b. Esiste un legame tra rimozione e inconscio Freud spiega questo legame ricorrendo a una metafora: lo spettatore di una conferenza comincia improvvisamente a schiamazzare, disturbando così la platea; subito, le persone del servizio d’ordine lo allontanano dalla sala e si mettono a guardia della porta perché non cerchi di rientrare. Allo stesso modo, senza che noi ne abbiamo consapevolezza, i contenuti psichici sgraditi ( lo spettatore che schiamazza) vengono allontanati e la nostra mente ( il servizio d’ordine) vigila e si oppone con tutte le sue forze ad ogni loro tentativo di ricomparsa. Può accadere, però, che lo spettatore molesto, per essere riammesso in sala, decida di presentarsi sotto mentite spoglie: si mostrerà pentito e pieno di buone intenzioni così da ingannare i suoi guardiani. Il sintomo isterico rappresenta la “mentita spoglia” , il “travestimento” con cui il contenuto rimosso si ripresenta. Una volta che il contenuto vero viene portato alla coscienza attraverso la pratica terapeutica ( l’ipnosi e più avanti l’interpretazione dei sogni e le libere associazioni) il sintomo isterico cessa di esistere e il paziente comincia il percorso della guarigione. Pag. 3 a 8 LE ASSOCIAZIONI LIBERE Se Freud in un primo tempo aveva pensato che l’ipnosi fosse il metodo più efficace per ingannare la coscienza e recuperare così i contenuti mentali “scomodi” più tardi abbandonò questo metodo perché ritenuto insufficiente. Elaborò gradualmente un metodo originale: le associazioni libere, con le quali compare il nucleo originario del metodo psicoanalitico. L’origine di questo metodo sta nell’assumere come punto di partenza il fatto che la causa di ogni disturbo psichico che chiamò nevrosi stia nella presenza di contenuti mentali inconsci che fanno sentire la loro presenza attraverso il sintomo, o disturbo psichico. Poiché l’emersione alla coscienza è impedita dall’IO( il servizio d’ordine) occorre trovare un sistema per “ingannare” l’IO stesso, “distrarlo” dalla sua funzione di vigilanza. E’ così che invitando il paziente ad esprimere a ruota libera qualunque sensazione, immagine, si possa far emergere sotto il fluire incalzante delle parole anche i contenuti mentali inconsci. La forza di questo metodo sta nella spontaneità di ciò che si dice, impedendo al paziente di “riflettere” prima di dire qualcosa. Il compito del terapeuta in tutto questo sembra soltanto passivo: egli non interrompe, anzi favorisce la libera espressione ( non a caso è alle spalle del paziente, proprio per evitare che questi sia influenzato da segnali non verbali di approvazione/disapprovazione), intervenendo solo se il paziente ha un blocco. In realtà, la passività del terapeuta serve al paziente per sentirsi libero, aggirando la vigilanza della sua coscienza. Non solo: durante la terapia, avviene un fenomeno importante: il transfert. Con esso, il paziente trasferisce, sposta sull’analista sentimenti e atteggiamenti legati a figure significative come genitori o fratelli che fanno parte di quelle esperienze passate e rimosse. L’INCONSCIO NELLA VITA QUOTIDIANA Procedendo nella ricerca di tracce utili a rintracciare contenuti rimossi, Freud si imbatte in due classi di fenomeni: gli “atti mancati” e i “sogni” GLI ATTI MANCATI Per atti mancati, intendiamo dimenticanze, sviste, ma anche lapsus, cioè errori involontari ( gaffe) che succedono spesso nella nostra vita quotidiana. Sembrano fenomeni insignificanti, ma Freud attribuisce loro un valore importante in quanto, secondo lui, sono la spia di contenuti rimossi. Egli riunisce l’insieme degli atti mancati nella categoria psicopatologia della vita quotidiana. Un esempio: non riesco a ricordare il nome di un amico, di un luogo…può darsi che quel nome sia associato in qualche modo a un ricordo, a un’esperienza dolorosa, che per questo ho rimosso. Che cosa pensare poi se dimentichiamo di presentarci in chiesa per celebrare il nostro matrimonio??................evidentemente si tratta di un desiderio…?!, confinato nell’inconscio in quanto considerato improponibile, scandaloso dalla nostra parte razionale. Un altro esempio: mi trovo davanti a una persona che non vorrei aver incontrato. La mia parte cosciente e razionale mi spinge ad invitarla a cena. Al termine della cena, mentre lei si sta alzando Pag. 4 a 8 da tavola, invece di dirle “te ne vai così presto?”, involontariamente faccio una gaffe: le dico “Te ne vai così tardi? ehm… cioè….scusa, così presto?” L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI L’analisi dei sogni è la naturale prosecuzione delle associazioni libere: l’invito al paziente di raccontare a ruota libera porta anche al racconto dei suoi sogni. Gli eventi che compaiono nei sogni ( il contenuto manifesto) sono prodotti dal lavoro onirico, cioè la trasformazione dei contenuti latenti ( i ricordi custoditi nell’inconscio) in contenuti mascherati ( manifesti). E’ opera della coscienza: poiché lo scopo è quello d’impedire l’emersione dei contenuti alla coscienza, essa li “trasforma” in modo che così mascherati non possano comparire nella loro verità. Durante il sonno, l’attività di vigilanza della coscienza si riduce e ciò permette all’inconscio di scaricare i contenuti mentali scomodi, in particolare i desideri: per Freud, i sogni sono appunto l’appagamento di un desiderio. Il compito dell’analista è quello di smascherare il contenuto manifesto per arrivare al significato del sogno, cioè al contenuto latente. Lettura di alcuni sogni, tratta dal libro “L’interpretazione dei sogni” N.B: 1. secondo Freud, il contenuto dei sogni è “il desiderio” che, come abbiamo visto, fa parte del materiale rimosso e sta nell’inconscio 2. Tra sogni infantili e adulti c’è una differenza sostanziale: più il sogno è quello di un bimbo piccolo, più il desiderio è vicino alla coscienza e risponde ad esigenze di soddisfazione che interessano, ad esempio, il giorno precedente o la notte stessa in cui si sogna 3. I sogni degli adulti manifestano desideri rimossi che riguardano l’infanzia 4.I desideri infantili hanno un carattere sessuale o erotico: sono cioè l’espressione di “Pulsioni” che portano il bambino a provare piacere dalle esperienze legate al proprio corpo 5. Per “Pulsione”, Freud intende quella spinta interiore che induce la persona a soddisfare un desiderio. 5 a. La pulsione è diretta dal “ Principio del piacere” 5 b. Connessa alla pulsione sta la “Libido”, cioè una sorta di energia psichica di origine organica che dà la carica all’individuo per soddisfare il desiderio stesso Pag. 5 a 8 DUE PUNTI DI VISTA DI STUDIO DELLA MENTE Freud ha analizzato la mente da due punti di vista diversi Nella 1° topica, cioè nella prima formulazione della sua teoria, egli descrive la mente dal punto di vista TOPOGRAFICO La mente è descritta come la piantina di una casa, formata da tre “locali” Sono “Locali” che ospitano i nostri contenuti mentali CONSCIO: ospita i contenuti mentali di cui siamo coscienti PRECONSCIO: ospita quei contenuti mentali di cui non siamo temporaneamente coscienti ma che possono affiorare alla coscienza pensandoci sopra SUBCONSCIO INCONSCIO: ospita l’insieme delle pulsioni di odio/amore. Alimenta quei contenuti mentali rimossi che affiorano nei Sogni Lapsus Atti mancati Quando alcuni dei contenuti mentali rimossi sono affettivamente molto intensi provocano disturbi psicologici, come l’isteria. Freud li raccoglie nella categoria “nevrosi”. Solo attraverso l’aiuto dell’analista, essi possono affiorare alla coscienza e permettere la guarigione. Pag. 6 a 8 Nella 2° topica, cioè nella seconda formulazione della sua teoria, egli descrive la mente dal punto di vista STRUTTURALE. La mente è descritta come un soggetto attivo formato da tre strutture, o istanze ( Freud le chiama proprio così) che sono: : l’ES, l’IO, il SUPER- IO. L’ES: è innato ed è l’insieme delle pulsioni di odio/amore orientate al Principio di piacere. È inconscio. Si tratta degli impulsi vitali preposti alla soddisfazione dei nostri bisogni, a partire da quelli primari L’IO: si forma durante il primo anno di vita. Coincide con la coscienza. È orientato al Principio di Realtà : cerca, cioè, strategie di soddisfazione dei desideri che siano compatibili con le norme e i divieti posti dal contesto. Una strategia con cui l’Io soddisfa i desideri è, per esempio, fantasticare, immaginare e sognare fantasie che vengono dall’inconscio. Un’altra strategia di soddisfazione è il saper aspettare il momento giusto: è come se l’io cercasse di acquietare l’ES dicendogli “aspetta…e vedrai…” . Con la crescita il bambino matura sul piano intellettivo. In questo modo, l’IO trova altre strategie più “sottili”, “intelligenti” per soddisfare le pulsioni. Ad esempio: trova altre motivazioni, interessi legati alla vita sociale come coltivare hobbies, impegnarsi in attività sportive, accettare sfide impegnative… SUPER-IO: si forma tra i 3 e i 5 anni di vita, in seguito al Complesso di Edipo. È parzialmente conscio. Il SUPER-IO coincide con l’interiorizzazione di norme e divieti ed impedisce che desideri inconsci particolarmente intensi, considerati socialmente inaccettabili, affiorino alla coscienza. LA DINAMICA DELLE TRE STRUTTURE: le tre strutture non operano isolatamente ma interagiscono tra loro, determinando il comportamento umano ES Pulsioni orientate al Principio di Piacere IO Pulsioni di Impegno orientate al Principio di Realtà (Interessi, motivazioni, reazione agli stimoli ambientali) Pag. 7 a 8 Super Io Regole e Divieti/coscienza Morale Il comportamento umano è la risultante di un’attività di mediazione dell’Io tra Es (il desiderio, ciò che vorrei fare) e Super io (la norma e il divieto, ciò che devo o non devo fare). Alla base del comportamento i fattori inerenti le tre strutture si organizzano in modi diversi: alla base di ogni comportamento c’è una dinamica diversa tra i fattori. Facciamo tre esempi che spiegano come alla base di diversi comportamenti si verifichi il predominio di un fattore rispetto agli altri o viceversa una mediazione: 1) Sto parlando con un mio amico il quale mi dà del “tonto”. Provo rabbia, una rabbia talmente intensa che non riesco a pensare e gli do una sberla. La pulsione dell’Es è una pulsione aggressiva, una pulsione di rabbia. Se non interviene il Super Io nel rimuovere quell’impulso e canalizzarlo altrove e l’io non è sufficientemente forte da controllare la pulsione, io agisco l’impulso. L’Es prevale sugli altri due fattori. 2) Riprendiamo la situazione precedente, in cui il mio amico mi dà del “tonto”. La cosa mi offende, sento che qualcosa non va, ma non capisco bene cosa. Non dico nulla, ma a un certo punto mi viene un gran mal di testa. In questo caso il Super Io ha impedito all’impulso aggressivo di emergere e lo ha rimosso. La rimozione però non ha funzionato completamente e così il mio impulso aggressivo viene somatizzato. Somatizzare significa che l’impulso viene scaricato, ma non sull’altra persona, su di me. Scaricare l’impulso su di me è frutto di un compromesso tra il Super Io, che non permette che l’impulso venga agito, e l’Es, che comunque ha necessità di scaricare l’impulso. Il sintomo è un compromesso tra i due fattori. Questo tipo di funzionamento è la base dell’isteria. 3) Ultimo caso: il mio amico mi dà del “tonto”. In questo caso sento che la cosa mi offende e mi fa arrabbiare. Mi rendo conto però che la mia rabbia è eccessiva rispetto alla provocazione e che probabilmente il mio amico non intendeva offendermi. A questo punto gli spiego che può anche evitare di darmi del tonto perché la cosa non mi fa piacere e posso sdrammatizzare con una battuta ironica, che mi permette di elaborare ulteriormente la pulsione aggressiva. In questo caso c’è un massiccio intervento di mediazione dell’Io. L’Io percepisce la pulsione dell’Es senza esserne sopraffatto e sa che non deve esprimerla senza che intervenga il Super Io a rimuoverla. A questo punto l’Io trova un modo adattivo di scaricare quella pulsione, di elaborare la rabbia e lo fa dando voce all’emozione: dico al mio amico che mi ha offeso e faccio una battuta: ”comunque non ti preoccupare, anche i migliori sbagliano”. Questo mi permette di scaricare la mia pulsione aggressiva senza danni per me o per gli altri. Pag. 8 a 8