Tutto quello che avreste voluto sapere sulle Mnemotecniche* (*ma non avete mai osato chiedere) La nascita delle Mnemotecniche. “Si racconta che una volta Simonide stesse cenando a Crannone, in Tessaglia, a casa di Scopa, uomo ricco e nobile. (...) Poco dopo, Simonide fu chiamato fuori: due giovani erano alla porta e lo chiamavano con grande insistenza. Egli si alzò, uscì, ma non vide nessuno. Nel frattempo, la sala in cui Scopa banchettava crollò, ed egli stesso morì con i suoi parenti sotto le macerie. Quando i congiunti vollero seppellirli, non li poterono riconoscere in alcun modo, così maciullati; Simonide allora li identificò uno per uno per la sepoltura perché ricordava la posizione che ognuno di loro occupava durante il banchetto. Stimolato da questo episodio, egli capì che l'ordine era l'elemento fondamentale per illuminare la memoria. Pertanto coloro che esercitano questa capacità della mente devono fissare dei luoghi immaginari, raffigurarsi con il pensiero ciò che vogliono ricordare e collocarlo in questi luoghi: cosi l'ordine dei luoghi conserverà l'ordine delle cose e l'immagine delle cose indicherà le cose stesse; i luoghi saranno per noi come le tavolette di cera, e le immagini come le lettere." Cicerone, “De oratore” Cosa sono e come funzionano le mnemotecniche ? Le mnemotecniche sono delle strategie che sfruttano la nostra capacità innata di apprendere. Innata? Si proprio innata. Se questa capacità è davvero naturale allora perché per apprendere delle nozioni ricorriamo a metodi quali quello della ripetizione? Perché alcune informazioni, stimolando la memoria a sufficienza, rimangono impresse a lungo, e altre invece vengono dimenticate. Simonide di Ceo capì quali caratteristiche deve possedere un’ informazione per essere appresa in poco tempo ed in modo duraturo; nacque da lì lo studio di tecniche che si prefiggevano di rendere stimolanti la memoria le nozioni, normalmente dimenticate, grazie alla manipolazione delle loro proprietà. Le caratteristiche capaci di creare rapidamente un ricordo a lungo termine sono il coinvolgimento emotivo, l’utilizzo della componente visiva della memoria e l’associazione delle informazioni. Quotidianamente sperimentiamo la durata e la nitidezza del ricordo di fatti o concetti emotivamente rilevanti. La memoria visiva è la capacità di ricordare immagini create dalla mente ex novo o da manipolazione della realtà,diversamente da quella fotografica che trattiene immagini reali. La capacità della nostra mente di ricordare immagini, particolarmente se accompagnate da elementi di percezione sensoriale, è molto più sviluppata rispetto a quella di ricordare concetti o ragionamenti. L’associare tra loro queste immagini fa sì che il ricordo di una sia sufficiente a richiamare la successiva e così via, tenendo così a mente lunghe liste di immagini ricordando solo la prima. Se teoricamente è richiesto solo di soddisfare questi tre principi per ottenere un ricordo duraturo delle nozioni, il problema si pone poi nella pratica; non tutte le informazioni da apprendere infatti colpiranno l’ emotività, né saranno facilmente visualizzabili e associabili. Molti di noi ricorderanno come erano vestiti il giorno del loro diciottesimo compleanno: il vestito è l’ elemento visivo, associato a noi, al luogo e all’occasione del festeggiamento; innegabile è la componente emotiva. Ricordare un elenco di muscoli, arterie, presidenti della repubblica con relative date dell’incarico, articoli di codice o vocaboli di una lingua straniera risulta meno immediato. Le tecniche di memoria si propongono di rendere emotivamente attive, associabili e visive delle informazioni che altrimenti sarebbero astratte quanto le idee dell’Iperuranio; queste saranno così apprese con rapidità e verranno ricordate per lungo tempo. Qual è il meccanismo fisiologico alla base del loro funzionamento ? . Il substrato anatomico dei processi mnemonici è identificabile soprattutto con il circuito di Papez,via nervosa che collega ippocampo, fornice, ipotalamo( corpi mammillari), talamo, corteccia limbica, ippocampo nuovamente, corteccia prefrontale, nuclei del setto e amigdala. Quando pensiamo e studiamo andiamo ad attivare aree anatomicamente diverse se noi facciamo uso della logica e della razionalità, come di consueto o se, per mezzo di mnemotecniche ricorriamo alla fantasia, all’evocazione di sensazioni e alla visione mentale di immagini. L’ippocampo, formazione disposta nel profondo del nostro encefalo, può essere paragonato a un anziano libraio che smista le informazioni con cui veniamo a contatto, per depositarle nelle connessione neurali e successivamente per richiamarle a coscienza. Esso quindi è il protagonista principale dell’apprendimento delle nozioni e del successivo richiamo di queste. Ogni volta che noi ricordiamo un’informazione il processo è svolto dall’ippocampo, sia che sia stata appresa con il metodo tradizionale che con le tecniche di memoria. Cambiano invece i luoghi anatomici nei quali queste informazioni vengono archiviate. Con lo studio, che potremmo definire tradizionale che utilizza soprattutto la logica, andiamo a stimolare l’emisfero sinistro e in particolare le cortecce temporale e frontale, quest’ultima sede del ragionamento analitico e astratto; non è un caso che nell’ essere umano questa regione sia molto più sviluppata che in tutte le altre forme viventi. Utilizzando le mnemotecniche invece stimoliamo entrambi gli emisferi: il sinistro grazie ai processi di associazione delle immagini e al ragionamento logico e analitico, necessario alla comprensione del testo, che non deve essere mai tralasciato; il destro per mezzo delle sensazioni e emozioni correlate. Nel particolare le formazioni che soprattutto si attivano sono l’ippocampo, l’ipotalamo e l’amigdala. La differente efficacia del ricordo è spiegabile tramite due fatti: il differente percorso neurale intrapreso per il richiamo di nozioni e l’attivazione bi-emisferica. Con il metodo tradizionale l’informazione richiamata dall’ ippocampo, situato nelle profondità dell’encefalo, deve giungere dalla corteccia frontale, la formazione più superficiale dell’encefalo; è quindi elevata la distanza quantificabile in centimetri e sinapsi. Da un punto di vista filogenetico questo tragitto ripercorre le tappe evolutive dell’encefalo, da quello primitivo al più sofisticato. Stimolando la memoria con le mnemotecniche andiamo a sollecitare due formazioni contigue all’ippocampo, l’amigdala che possiamo immaginare come un bambino che si emozioni facilmente, responsabile delle reazioni emotive; e l’ipotalamo assimilabile a un ragazzaccio che bada solo ai fatti, responsabile delle reazioni alle sensazioni. In sintesi queste tecniche permettono di attivare l’ipotalamo grazie alla creazione di immagini visive accompagnate da sensazioni, l’amigdala per mezzo del coinvolgimento emotivo, la parte razionale del cervello con l’associazione di immagini; inoltre l’ordine di queste agevola l’ippocampo nella sua funzione di richiamo. L’utilizzo di due emisferi invece di uno solo facilita la concentrazione: l’emisfero destro infatti, è il principale responsabile dei così detti “sogni ad occhi aperti”, il suo impegno riduce notevolmente la possibilità che i nostri pensieri si disperdano in voli pindarici. Perché la ripetizione delle informazioni è uno dei metodi meno efficaci? Ogni volta che ripensiamo o ripetiamo a voce un’informazione, a livello neurale vengono riutilizzate delle sinapsi: si verifica il così detto potenziamento sinaptico a lungo termine; fenomeno per il quale a stimoli presinaptici a alta frequenza ripetuti per alcuni secondi, fa seguito un miglioramento dell’efficienza della trasmissione sinaptica stessa. Tale miglioramento trova fondamento nella maggior quantità neurotrasmettitore rilasciato e nella sintesi di più recettori postsinaptici. Il nome di questo fenomeno non deve ingannarci, infatti esso è in grado di spiegare l’apprendimento di nozioni esclusivamente a breve termine. La ripetizione inoltre comporta svantaggi a livello neurofisiologico e psicologico. Ogni volta che ripetiamo un‘ informazione rafforziamo sì temporaneamente la memoria, ma paradossalmente aumentiamo anche la probabilità di perdere quell’informazione, infatti ripetere un dato inibisce la memorizzazione di altri poiché le sinapsi saranno sature dal sovraccarico di lavoro. Dal punto di vista psicologico i fattori da tenere presenti sono principalmente il tempo speso e la noia: un basso rapporto in termini di efficacia/tempo aumenta la sensazione di noia, che diminuendo l’interesse, inficia la capacità di concentrazione e inibisce il ricordo. Sono applicabili in qualsiasi disciplina ?Il loro utilizzo si sostituisce al ragionamento e alla comprensione? L’applicazione pedissequa di mnemotecniche ad ogni tipo di informazione non vi fornirà alcun vantaggio, il loro impiego deve essere calibrato e ragionevole. Non ha senso,ad esempio, imparare a memoria informazioni che una volta analizzate razionalmente e comprese si ricordano già. Il ricorso alle mnemotecniche ci permette di migliorare il ricordo e rendere più rapida la nostra facoltà di apprendere, ma esse non devono essere applicate sempre e ovunque, il loro abuso risulta infatti controproducente. Con un po’di immaginazione potremmo paragonare il loro utilizzo all’impiego della marcia più alta di una macchina da corsa: la tecnica è la marcia che permette di raggiungere le velocità maggiori, ma per impiegare il minor tempo possibile a completare un percorso,sarà importante ricorrere a quella che più si adatta al tratto corrente. Un metodo di studio corretto, a mio modesto parere, si fonda sul ragionamento e la comprensione, che sono le basi per qualsiasi memorizzazione, prima spontanea e poi adiuvata dalle mnemotecniche. L’utilizzo di queste tecniche è alla portata di tutti ? Quali sono i vantaggi ottenibili? Solo chi è sufficientemente curioso e costante nell’esercizio di queste tecniche potrà raggiungere un’abilità soddisfacente; come per ogni altra tecnica, questa è frutto dell’esercizio e dell’abitudine. I vantaggi sono definibili in risparmio di tempo, riduzione dello stato d’ansia, ordine mentale, e acquisizione di un ricordo a lungo termine. Si ha un guadagno di tempo poiché la persona che si avvale di queste tecniche non avrà alcuna necessità di ripetere le informazioni per apprenderle. Il ricordo visivo che si viene a creare rende consapevoli di aver appreso in maniera consolidata le nozioni: la sensazione è quella di aver a disposizione un taccuino per appunti, sfogliabile mentalmente; ciò rende molto più sicuri, diminuendo il livello di ansia. Sotto stress è facilitato il richiamo delle immagini della memoria, amigdala e ipotalamo sono infatti stimolati nello stato di allerta, che invece tende a diminuire l’attività della corteccia frontale, sede dell’analisi e della memoria logica. In sede di esame ad alcuni studenti capita di agitarsi e non riuscire a richiamare le informazioni apprese; per i motivi descritti prima, con le mnemotecniche questo rischio viene meno. Ricordare una consecuzione di immagini permette di manipolare queste, avendone a mente un susseguirsi visuale, e nel frattempo di proseguire con il proprio discorso. Il Sistema Nervoso permette di gestire contemporaneamente due canali differenti di informazioni, uno linguistico e uno visivo; senza immagini ciò è non è possibile. L’ordine delle informazioni viene dato dalle stesse tecniche utilizzate, per questo anche l’esposizione ne avrà dei vantaggi. “cosi l'ordine dei luoghi conserverà l'ordine delle cose e l'immagine delle cose indicherà le cose stesse” Cicerone, “De oratore” Infine le tecniche di memoria, se padroneggiate con esperienza e accortezza, permettono di creare nella maggior parte dei casi un ricordo a lungo termine; grazie a un sistema di ripassi programmati ideato da Tony Buzan , psicologo esperto di apprendimento,qualsiasi informazione memorizzata per mezzo delle mnemotecniche può essere ricordata a lungo termine. Bibliografia Cicerone, De Oratore, Libro II Biblioteca Universale Rizzoli,2006 Tony Buzan, Usiamo la Testa, Sperling & Kupfer Editori,2011 Tony Buzan, Usiamo la Memoria, Sperling & Kupfer Editori,2012 Giuseppe Anastasi, Trattato di Anatomia Umana, Volume III Edi-Ermes, 2010 Tony Buzan, Lettura Veloce, Alessio Roberti Editore - Nlp Italy,2009 Tony Buzan, Mappe Mentali, Alessio Roberti Editore- Nlp Italy,2012 Gianni Golfera, Migliora la tua memoria, Sperling & Kupfer,2006 Sitografia www.wikipedia.it www.unibg.it www.mnemotecniche.com Grazie a Woody Allen, dal quale ho preso spunto per il titolo dell’articolo.