Bilancio Pubblico e Politica Fiscale in Italia Mario Tirelli 2010/2011 Settore Pubblico • Settore statale (e altre amministr. centrali) (25+171) • • • • organi centrali dello Stato (25) (Presid. Consiglio, Ministeri, ..) enti economici nazionali (Cassa Depositi e Prestiti, ANAS,...) enti di ricerca (CNR…) enti di assistenza • Amministraz. locali – 22 Regioni, 8.100 Comuni, 100 Province – 319 Amministr. Serv. Sanitario Nazionale (ASL, Ospedali) – 95 Atenei • Sistema di sicurezza sociale – 27 Istituzioni (INPS, INAIL, INPDAP ecc.) Mario Tirelli 2 Struttura del bilancio ENTRATE Impos te dirette Impos te indirette Totale Entrate tributarie Contributi s ociali Altre Entrate correnti S PES E Redditi da lavoro dipendente Cons umi intermedi Pens ioni Altre pres tazioni s ociali Altre Spes e correnti al netto di interes s i Spes e correnti al netto di interes s i Interes s i pas s ivi Totale Entrate correnti Totale Spese correnti di cui s pes a s anitaria Entrate in c/capitale Spes e in c/capitale Totale s pes e al netto di interes s i TOTALE ENTRATE FINALI TOTALE SPESE FINALI SALDO PRIMARIO SALDO DI PARTE CORRENTE INDEBITAMENTO NETTO Mario Tirelli 3 Tipi di bilancio • Bilancio di previsione annuale. È riferito all’esercizio ed all’anno finanziario successivo rispetto a quello di redazione. Contiene le entrate che si intendono realizzare e le spese che si intendono effettuare nell’anno successivo. • Bilancio consuntivo - Rendiconto Generale dello Stato. È riferito all’esercizio conclusosi l’anno precedente rispetto a quello durante il quale viene redatto; riporta le entrate e le spese effettivamente realizzate nell’anno precedente. Mario Tirelli 4 Criteri di registrazione o Il bilancio di competenza, include l’ammontare delle somme che si autorizza rispettivamente di accertare per le entrate e di impegnare per le uscite, durante il periodo di riferimento, indipendentemente dal fatto che la data di effettiva riscossionepagamento sia corrente of futura. o Il bilancio di cassa, invece, include l’ammontare delle somme che si prevede di riscuotere e pagare durante il periodo di riferimento, indipendentemente dal fatto che i rispettivi accertamenti o impegni si siano giuridicamente realizzati nello stesso periodo o in periodi precedenti. Mario Tirelli 5 Entrate e uscite (% PIL) 60 50 40 30 20 10 0 -10 -20 2007 2005 2003 2001 1999 Entrate 1997 1995 Mario Tirelli 1993 1991 1989 1987 1985 1983 1981 1979 1977 1975 1973 Saldo da finanziare Uscite 6 Struttura dei conti e formazione del fabisogno Conto Economico Conto delle Partite Finanziarie Entrate correnti Entrate in c/capitale _ _ Spese correnti Spese in c/capitale = = Saldo corrente Saldo in c/capitale Entrate (rimborso crediti) _ Conto Finanziario Accensione prestiti Concessione crediti _ _ Uscite (concessione crediti) Rimborso prestiti Rimborso crediti = = = SALDO Variazioni Passività Variazioni attività _ = + = = Indebitamento Netto = Saldo Finanziario + = FABBISOGNO (formazione) = Mario Tirelli FABBISOGNO (copertura) 7 Componenti in (% PIL 2008) Mario Tirelli 8 Il debito pubblico (% PIL) Passività nette (debito) 140 120 100 80 60 40 20 Mario Tirelli 2007 2005 2003 2001 1999 1997 1995 1993 1991 1989 1987 1985 1983 1981 1979 1977 1975 1973 0 9 Il debito nel confronto europeo Mario Tirelli 10 La struttura della spesa Mario Tirelli 11 Spese correnti per titoli e funzioni • • • • • • • • • • • Personale Acquisto di beni di consumo e o di materie prime Prestazioni di servizi Utilizzo di beni di terzi Trasferimenti Interessi passivi e oneri finanziari diversi Imposte e tasse Oneri straordinari della gestione corrente Ammortamenti di esercizio Fondo svalutazione crediti Fondo di riserva Mario Tirelli 12 Spese conto capitale per titoli e funzioni • Acquisizione di beni immobili • Espropri e servitù onerose • Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia • Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia • Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico-scientifiche • Incarichi professionali esterni • Trasferimenti di capitale • Partecipazioni azionarie • Conferimenti di capitale • Concessioni di crediti e anticipazioni Mario Tirelli 13 Composizione spesa pubblica Mario Tirelli 14 Spesa C/C P.A. (2008) Altro 3% Poste correttive entrate 9% Traf. in c/c imprese pubbl. loc. 0% Trasf. in c/c a imprese pubbl. naz. 1% Trasf. c/c imprese priv. 1% Spese di personale 20% Interessi passivi 7% Acquisto Beni - Servizi 16% Trasf. c/c famiglie e istit. Soc. 43% Mario Tirelli 15 • I “consumi intermedi” sono beni di consumo e servizi offerti dal settore pubblico al privato, sono principalemente alimentati dalla spesa sanitaria. • Le “prestazioni soc.” e i “trasferimenti alle famiglie” sono ad es. costitutiti da assegni famigliari, sussidi di disoccupazione, assegni di invalidità e soprattutto da pensioni. • I “trasferimenti alle imprese” sono soprattutto contribuiti (ad es, per acquisto/sostituz. macchinari, realizzazione impianti a energie rinnovabili,..) Mario Tirelli 16 Spesa C/K P.A. (2008) Altro 1% Conc. crediti, etc. 17% Beni e opere immobiliari 33% Partecipazioni azionarie e conf. 21% Beni mobili, macchinari, etc. 4% Trasf. in c/K imprese pubbl. Loc. 2% Trasf. in c/K imprese pubbl. Naz. 4% Trasf. in c/K imprese priv. 15% Mario Tirelli Trasf. in c/K famiglie e istit. Sociali 3% 17 La spesa per interessi Mario Tirelli 18 Composizione della spesa nel confronto europeo • Livelli di spesa simili ma diversa composizione • Maggiore spesa per interessi (circa il doppio) • Elevata spesa per prestazioni sociali, costituita per oltre il 50% da pensioni di anzianità Mario Tirelli 19 Mario Tirelli 20 Prestazioni sociali Qual è la quota più importante della spesa sociale diversa dalle pensioni? Le “protezioni sociali” • la spesa sanitaria (25% circa) • Pensioni e assegni di invalidità (50% + 6% circa) • Sostegno alle famiglie (5% circa) • Ammortizzatori soc. del lavoro e contro l’“esclusione sociale” (3% circa). In particolare, tutela del reddito dei lavoratori che sono a rischio di perdita di lavoro (cassa integrazione guadagni) o lo hanno già perduto (indennità di disoccupazione e di mobilità). Mario Tirelli 21 Composizione spesa % spesa protez. soc. in Italia FUNZIONI 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Malattia/salute 25,1 26,1 26,8 26,9 26,0 26,4 25,8 Invalidità 6,2 6,0 6,0 5,9 6,0 5,9 6,0 Vecchiaia 51,9 51,1 50,7 50,8 51,5 51,3 51,0 Superstiti 10,2 10,0 10,0 9,6 9,6 9,4 9,4 4,4 4,5 4,4 4,5 4,8 4,7 4,8 2,2 2,2 2,3 2,3 2,1 2,2 3,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Famiglia, maternità, infanzia Disoccupazione e altra esclusione sociale Totale Mario Tirelli 22 Composizione % spesa protez. soc. in Italia 2003-2009 (ISTAT) Mario Tirelli 23 Fr an c Sv i a ( ez a) ia (a Be ) D Pa an l gio e s im i B arc as a si (a G Au ) er s t m ria an IT ia ( AL a) IA R eg Fin (a ) no l an Un di a i Po to ( rto a) ga G llo r U ec ia n Sl gh ov er ia e Sp nia ( Lu a gn a) ss a em (a bu ) R rg ep ub Irla o b l nd ic a a C C ec a ip ro (a ) M al Sl t ov Pol a a c on ch ia ia Bu (a) Li l ga tu an ria ia R (a) om an Es ia Le to tto ni a ni a (a ) Confronto europeo (Eurostat) 35 Spesa per protezione sociale in % PIL, 2007 30 Ue27 (a) 25 20 15 10 5 0 Mario Tirelli 24 Sostegno alle famiglie confronto europeo (2000) Mario Tirelli 25 • Distinguiamo tra prestazioni sociali lorde e nette. • Quella netta esclude il prelievo fiscale sui trasferimenti monetari e le imposte indirette su beni e servizi acquistati con i sussidi ricevuti. • In Italia tale prelievo fiscale è alto, pari al 3,5% del Pil, anche nel confronto internaz. (+ alto solo in Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia, 6-7%). Tra i paesi europei con minori oneri fiscali ci sono il Regno Unito, l’Irlanda e la Germania (1,2-1,6%). Mario Tirelli 26 Ammortizzatori sociali del lavoro • Per ammortizzatori sociali del lavoro si intende il sistema di meccanismi di tutela del reddito dei lavoratori che sono in procinto di perdere o hanno perso il posto di lavoro. • In genere si scompone di 3 livelli/“pilastri” di protezione del reddito. • Il pilastro assicurativo: le prestazioni sono erogate, per durate massime prestabilite, a fronte di versamenti contributivi. • Il pilastro assistenziale “dedicato”: le prestazioni vengono corrisposte in base ai diversi requisiti di reddito, ed erogate nel caso di impossibilità di accesso al primo pilastro oppure nell’evenienza di esaurimento delle spettanze e perdurante stato di disoccupazione. Mario Tirelli 27 • Il pilastro assistenziale “generale”: riguarda le persone le quali si trovano in condizioni di povertà o hanno delle difficoltà che ostacolano un reinserimento nel mercato del lavoro. Sono prestazioni che assicurano un “reddito minimo garantito” in base a stringenti requisiti di reddito e patrimonio. Mario Tirelli 28 Ammortizzatori soc. del lavoro in Italia La Cassa Integrazione guadagni (CIG) • E’ un intervento di sostegno per lavoratori di aziende in difficoltà. • Restano esclusi apprendisti e collaboratori occasionali o saltuari. • La cassa integrazione è pagata all’INPS da ogni impresa con un contributo del 4,5% (3% se occupano meno di 50 persone) e da ogni lavoratore con un contributo del 0,6% e 0,3% se assoggettato a CIGS. • Può essere ordinaria o straordinaria Mario Tirelli 29 La CIG ordinaria (CIGO) • E’ concessa per difficoltà temporanee di mercato non imputabili all’impresa o ai lavoratori dell'industria (escluso l'artigianato) a prescindere dal numero di dipendenti, del settore edile e dell'agricoltura (per eventi meteo). • La durata massima della CIGO è di tre mesi continuativi, prorogabili per un massimo di 12 mesi in 2 anni. Mario Tirelli 30 La CIG straordinaria (CIGS) è concessa alle imprese industriali con più di 15 dipendenti e del commercio con più di 50, e alle aziende dell'editoria nei casi di –Ristrutturazione,riorganizzazione o riconversione aziendale (max 2 anni consecutivi, prorogabili per due volte di 1 anno) –Crisi di mercato (max 1 anno consecutivo, prorogabile di 1 ulteriore anno). –Fallimento (max 1 anno, prorogabile di 6 mesi) Mario Tirelli 31 • Deroghe del Ministro del lavoro per max durata di 3 anni nell'arco di 5 anni • Entrambi gli istituti garantiscono ai lavoratori messi in CIG l'80% del salario per le ore che avrebbero dovuto prestare • I lavoratori in CIG decadono dal beneficio se: – non partecipano a corsi di riqualificazione professionale o di aggiornamento – non accettano offerte di lavoro migliori o simili di quella precedente – rifiutano di svolgere attività lavorative di pubblica utilità offerte dallo Stato Mario Tirelli 32 La “mobilità” • Può ricorrere alla “mobilità” l’impresa che – ha esaurito la CIGS della cassa integrazione straordinaria e non riesce a reintegrare tutto il personale – cessa l'attività • Le imprese interessate sono quelle con più di 15 dipendenti rientranti nel campo applicativo della CIGS. • Il lavoratore ne ha diritto quando: – è iscritto nelle liste di mobilità compilate dai Centri per l'impiego; – ha un'anzianità aziendale complessiva di almeno 12 mesi; – può far valere almeno 6 mesi di effettivo lavoro (comprese ferie, festività, infortuni). • La durata varia in relazione all'età del lavoratore al momento del licenziamento e all'ubicazione dell'azienda. Mario Tirelli 33 • Per i primi 12 mesi:100% del trattamento di CIGS, o che sarebbe spettato nel periodo immediatamente precedente il licenziamento, nei limiti di un importo massimo mensile non superiore a € 971,67 netti. Per i periodi successivi:80% del predetto importo. • Il lavoratore viene cancellato dalle liste di mobilità per motivi analoghi a quelli per i quali decadrebbe dalla CIG. • La competenza in materia di mobilità è dell'INPS. Mario Tirelli 34 L’indennità ordinaria di disoccupazione • Spetta al lavoratore disoccupato con: – almeno due anni di assicurazione per la disoccupazione involontaria; – almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. • L'indennità viene corrisposta per 8 mesi (o 12 se il disoccupato ha più di 50 anni). Mario Tirelli 35 • ai lavoratori con meno di 50 anni spetta il 60% della retribuzione per i primi sei mesi e il 50% per il settimo mese e ottavo mese; • ai lavoratori con non inferiore a 50 anni spetta il 60% della retribuzione per i primi sei mesi, il 50% per il settimo e ottavo mese e il 40% per i mesi successivi. Mario Tirelli 36 Osservazioni • Gli ammortizzatori (o prestazioni) sociali esaminati sono una forma di assicurazione che copre alcune imprese e lavoratori da alcuni rischi. • Per le imprese la CIG è un’assicurazione parziale contro i rischi di crisi temporanea. • Per i lavoratori sono forme assicurative che coprono parte del rischio di perdita totale del reddito da lavoro. • Per entrambi, si tratta appunto di assicurazioni con effetti temporanei (con ciò riduce fenomeni di rischio morale). Mario Tirelli 37 La struttura delle entrate della pubblica amministrazione Mario Tirelli 38 In % del PIL Entrate in % PIL 60% 50% 40% Tributi Propri 30% DIRETTE INDIRETTE Totale Entrate 20% 10% 0% 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Mario Tirelli 2005 2006 2007 2008 39 Entrate % totale Imposte in % entrate totali 40% 35% 30% 25% DIRETTE 20% IRPEF INDIRETTE IVA 15% 10% 5% 0% 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Mario Tirelli 2004 2005 2006 2007 2008 40 Entrate in conto corrente P.A. (2008) Trasf. in c/c da imprese pubb. naz. 0% Trasf. in c/c da imprese pubb. loc. 0% Vendita beni/servizi 3% Trasf. in c/c da famiglie e istit. soc. 0% Trasf. in c/c da U.E. e altre istit. est. 0% Altri incassi Poste correttive corr. e comp. spese 2% 1% Trasf. in c/c da imprese priv. 1% Imposte dirette 33% Contributi sociali 26% Redditi da capitale 2% Altri tributi propri 0% Imposte indirette 32% Mario Tirelli 41 Entrate in conto capitale P.A. (2008) Altri incassi di capitale 0% Trasf. in c/K da imprese pubb. loc. 0% Riscossione di crediti 22% Trasf. in c/K da imprese pubb. naz. 0% Trasf. in c/K da imprese private 3% Trasf. c/K da U.E. e altre istit. est. 7% Trasf. in c/K da famiglie e istit. soc. 0% Alienaz. di beni patr. 68% Mario Tirelli 42 Suddivisione per livelli di governo Amministrazioni (2008) Centrali Locali Regionali 10% 6% 84% Mario Tirelli 43 Le fonti di finanziamento della spesa sociale e il cuneo fiscale • • Tra il 1995 e il 2006 si è registrato un aumento del peso della fiscalità generale a scapito del finanziamento mediante contribuzione: nella media europea, gli oneri sociali sono passati dal 18,3% del PIL nel 1995 al 16,8% nel 2006, mentre l’apporto dello Stato è aumentato dal 9,2% al 10,8%. In Italia, i contributi sono passati dal 17,2% del PIL nel 1995 al 15,2% nel 2006; l’apporto dello Stato è salito dal 7,6% all’11,2%. I contributi sono diminuiti anche in relazione al totale degli apporti, dal 67,6% al 56,4%. La quota a carico del datore di lavoro si è ridotta dal 50% delle risorse totali al 41%, a fronte di una sostanziale stabilità della componente dei lavoratori; anche la riduzione di 2 punti di PIL dei contributi totali è quasi interamente a vantaggio del datore di lavoro. Mario Tirelli 44 La politica fiscale • Obiettivi generali: 1. Promuovere l’efficienza allocativa con, • l’offerta di beni e servizi; • Interventi regolamentari; • Interventi di stabilizzazione macroeconomica. 2. Promuovere un certo grado di equità distributiva (del reddito/ricchezza, delle opportunità di accesso alle attività economiche e sociali). Mario Tirelli 45 • Strumenti: – la spesa pubblica per beni pubblici e meritori (difesa, sicurezza, giustizia, previdenza soc, scuola, infrastrutture civili) persegue 1., 2. La troviamo in voci di bilancio diverse (consumi intermedi, personale, trasferimenti). – spesa per la protezione sociale (sopr. nella forma di trasferimenti) ha finalità 1. e 2. anche con effetti di stabilizzazione (automatica) macro. – entrate tributarie hanno finalità di finanziamento della spesa e finalità dirette 1. e 2. (es. imposizione progressiva sui redditi). – Indebitamento (vs. imposizione) ha finalità di stabilizzazione (sopr. di breve periodo). Mario Tirelli 46 Efficacia della stabilizzazione • Dal modello IS-LM-AD-AS presentato in aula abbiamo calcolato i moltiplicatori della politica fiscale. • Possiamo interpretare tali moltiplicatori come indicatori dell’ ”effetto complessivo” prodotto, in un orizzonte sufficientemente lungo, da una data politica. • Se il moltiplicatore relativo a un aumento di un’unità di spesa per consumi pubblici è maggiore di 1, vuol dire che un aumento della spesa produce una crescita dell’output più che proporzionale. Ovvero che provoca una crescita della componente privata della domanda aggregata (consumi e/o investimenti). • Viceversa, se il moltiplicatore è minore di 1 si ha un crowding out (finanziario e/o reale) della spesa pubblica ai danni di quella privata. Mario Tirelli 47 Alcuni dati recenti I moltiplicatori della spesa pubblica sono molto contenuti, nei 20 paesi a più alto reddito: in media un aumento temporaneo dell’1% della spesa per consumi pubblici (in t=0), produce un +0.24% di PIL reale nel primo trimestre e circa +1% di PIL reale se si considera l’effetto cumulato per 2 anni. Mario Tirelli 48 Cambi fissi vs. flessibili • Dividendo i paesi considerati nell’analisi precedente in due gruppi, con cambi prevalentemente fissi e flex, si osserva che i secondi hanno moltiplicatori della spesa per consumi pubblici pressoché nulli (anche nel lungo periodo). • Un aumento della spesa pubblica determina un aumento della domanda aggregata e dei tassi di interesse che tende a fare apprezzare il tasso di cambio. Questo, unitamente a una politica monetaria non-accomodante, frena l’espansione della domanda aggregata. • Tale freno innescato dall’aggiustamento del cambio, è tanto maggiore quanto maggiore è la quota di esportazioni nette di un paese sul PIL (il suo grado di apertura al commercio estero). Mario Tirelli 49 Investimenti pubblici I moltiplicatori degli investimenti pubblici sono decisamente più elevati (circa 2% dopo 2 anni in USA con dati 1980-2007). Mario Tirelli 50 Osservazioni • Moltiplicatori alti sono solo condizione necessaria per avere l’efficacia di politiche fiscali di stimolo, discrezionali, di tipo keyenesiano. • Cruciale ai fini dell’efficacia con la quale tali manovre consentano di stabilizzare la domanda aggregata nelle alterne fasi cicliche è la tempestività delle decisioni. • Esiste un’ormai copiosa evidenza empirica che mostra come le scelte di politica fiscale tendano spesso a essere acicliche o anche pro-cicliche, nella maggior parte dei paesi sviluppati. • Tuttavia, a partire dagli anni ’90, l’azione contro-ciclica della politica fiscale sembra però essere aumentata a partire dagli anni ‘90. Mario Tirelli 51 • Una politica fiscale pro-ciclica tende a aumentare la spesa pubblica, ridurre la tassazione, ridurre l’avanzo primario, nelle fasi di ciclo positivo e ad operare una scelta di segno opposto nelle fasi di ciclo negativo. Una politica aciclica è una che è caratterizzata da entrate, uscite, saldo primario del bilancio pubblico che sono sostanzialmente indipendenti dal PIL. • Le entrate tributarie totali tendono a essere procicliche: Tributi = Aliquota x Base imponibile. La base imponibile è decisamente pro-ciclica. • Mentre, almeno in Italia, la spesa pubblica per sua natura (vedi composizione della spesa) ha una forte componente aciclica. Mario Tirelli 52 • Un governo “passivo” di fronte al ciclo genera quindi una politica fiscale tendenzialmente anticiclica. Al netto degli stabilizzatori automatici, la spesa sarà costante e il prelievo tributario totale tenderà a ridursi (al ridursi della base imponibile), producendo disavanzo. • Tuttavia, affiché la politica fiscale si possa dire (effettivamente) anticiclica, deve produrre effetti stabilizzanti sull’output gap; deve quindi portare a una effettiva riduzione del prelievo fiscale e/o a un aumento della spesa pubblica in termini relativi: in % del PIL o rispetto ai valori tendenziali di queste variabili. • Le causa di politiche (effett.) acicliche o anche procicliche sono: – stabilizzatori automatici “deboli”; – vincoli di bilancio pubblico stringenti (es. Mastricht) o, nel caso di politiche pro-cicliche, sistematici errori di tempistica ( … quando l’intervento comincia a produrre i suoi effetti, l’economia ha già cambiato fase del ciclo). Mario Tirelli 53 Nella tabella è riportata una stima dell’indice di correlazione tra il deficit/PIL e la previsione dell’output gap. Mario Tirelli 54 Mario Tirelli 55 Mario Tirelli 56 Spesa primaria nel ciclo Le serie sono detrendizzate per isolare la sola componente ciclica. Valori negativi indicano valori della serie al disotto del suo livello tendenziale (di equilibrio di lungo periodo). Le fasce in rosa sono fasi di ciclo decrescente (da Pick to Through) e quelle verdi di ciclo crescente Mario Tirelli 57 (da Through to Pick). Entrate totali nel ciclo Mario Tirelli 58 Saldo primario nel ciclo Mario Tirelli 59 Tre fasi cicliche • 1980 (Peak) - 1983 (Trough). L’andamento della spesa primaria risulta anticiclico. Quando la fase ciclica negativa sembra esaurirsi e il Pil tornare a crescere (maggio1983), la spesa primaria si riduce. Durante lo stesso periodo le entrate mostrano invece un comportamento contradditorio. Il comportamento della spesa e delle entrate si riflette saldo primario, sostanzialemente anticiclico. • 1985 (T) - 1989 (P). L’andamento della spesa è parzialmente prociclico: durante i primi anni la spesa segue l’andamento del Pil, durante l’ultima parte della fase ciclica sembra comportarsi in maniera aciclica. Le entrate sembrano invece acicliche. Il saldo di bilancio e la politica fiscale nel suo complesso sono aciclici. • 2000 (P) – 2005 (T). La spesa cresce e si comporta in maniera anticiclica. L’andamento delle entrate non indica un chiaro comportamento anticiclico, mentre il saldo di bilancio segue l’andamento del Pil. Quindi, la politica fiscale risulta sostanzialmente anticiclica col disavanzo che Mario Tirelli 60 aumenta in risposta alla caduta del Pil. Alcune criticità italiane • Il bilancio pubblico è imponente nelle dimensioni (in %PIL), anche nel confronto estero. • Tuttavia, la quota alle prestazioni sociali, escluse quelle sanitarie e pensionistiche, è piccola. Lo stabilizzatore automatico più importante è la tassazione progressiva sui redditi, ma il livello di progressione non è così elevato. • Vincoli europei e sostenibilità della finanza pubblica (Mastricht ’92, Patto di Stabilità ‘97). La dimensione del debito non consente margini di manovra discrezionali molto ampie, cosicché nelle fasi cicliche negative possiamo permetterci disavanzi più contenuti rispetto ad altri paesi europei. Mario Tirelli 61 Stabilizzaz. vs. “politiche dell’offerta” • L’efficienza allocativa viene anche perseguita con politiche dell’offerta. • Si tratta di interventi volti a modificare I “fondamentali” dell’economia e “l’equilibrio di lungo periodo”. • Esempi: – Investimenti pubblici diretti. – Contributi in c/k a imprese. – Riduzione oneri fiscali attività produttive, di ricerca e formazione. – Interventi regolamentari. Mario Tirelli 62 • In particolare gli investimenti pubblici (cfr. Grafico moltiplicatore) in infrastrutture, innovazione e sviluppo, formazione, hanno effetti positivi sulla produttività dei fattori (e sui costi di produzione delle imprese); possono favorire l’accumulazione, ridurre il tasso di disocupazione strutturale, anche migliorando il grado di competitività internazionale. • Le “criticità” principali emerse per gli interventi di stabilizzazione si estendono in larga misura alle politiche dell’offerta. • L’unica eccezione riguarda gli interventi regolamentari volti a accrescere la produttività (ridurre costi) migliorando la funzionalità dei mercati (delle merci e del lavoro). Mario Tirelli 63