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Bilancio Pubblico
e
Politica Fiscale in Italia
Mario Tirelli
2010/2011
Settore Pubblico
• Settore statale (e altre amministr. centrali) (25+171)
•
•
•
•
organi centrali dello Stato (25) (Presid. Consiglio, Ministeri, ..)
enti economici nazionali (Cassa Depositi e Prestiti, ANAS,...)
enti di ricerca (CNR…)
enti di assistenza
• Amministraz. locali
– 22 Regioni, 8.100 Comuni, 100 Province
– 319 Amministr. Serv. Sanitario Nazionale (ASL, Ospedali)
– 95 Atenei
• Sistema di sicurezza sociale
– 27 Istituzioni (INPS, INAIL, INPDAP ecc.)
Mario Tirelli
2
Struttura del bilancio
ENTRATE
Impos te dirette
Impos te indirette
Totale Entrate tributarie
Contributi s ociali
Altre Entrate correnti
S PES E
Redditi da lavoro dipendente
Cons umi intermedi
Pens ioni
Altre pres tazioni s ociali
Altre Spes e correnti al netto di interes s i
Spes e correnti al netto di interes s i
Interes s i pas s ivi
Totale Entrate correnti
Totale Spese correnti
di cui s pes a s anitaria
Entrate in c/capitale
Spes e in c/capitale
Totale s pes e al netto di interes s i
TOTALE ENTRATE FINALI
TOTALE SPESE FINALI
SALDO PRIMARIO
SALDO DI PARTE CORRENTE
INDEBITAMENTO NETTO
Mario
Tirelli
3
Tipi di bilancio
• Bilancio di previsione annuale. È riferito all’esercizio
ed all’anno finanziario successivo rispetto a quello di
redazione. Contiene le entrate che si intendono
realizzare e le spese che si intendono effettuare
nell’anno successivo.
• Bilancio consuntivo - Rendiconto Generale dello
Stato. È riferito all’esercizio conclusosi l’anno
precedente rispetto a quello durante il quale viene
redatto; riporta le entrate e le spese effettivamente
realizzate nell’anno precedente.
Mario Tirelli
4
Criteri di registrazione
o Il bilancio di competenza, include l’ammontare delle somme
che si autorizza rispettivamente di accertare per le entrate e di
impegnare per le uscite, durante il periodo di riferimento,
indipendentemente dal fatto che la data di effettiva riscossionepagamento sia corrente of futura.
o Il bilancio di cassa, invece, include l’ammontare delle somme
che si prevede di riscuotere e pagare durante il periodo di
riferimento, indipendentemente dal fatto che i rispettivi
accertamenti o impegni si siano giuridicamente realizzati nello
stesso periodo o in periodi precedenti.
Mario Tirelli
5
Entrate e uscite (% PIL)
60
50
40
30
20
10
0
-10
-20
2007
2005
2003
2001
1999
Entrate
1997
1995
Mario Tirelli
1993
1991
1989
1987
1985
1983
1981
1979
1977
1975
1973
Saldo da finanziare
Uscite
6
Struttura dei conti
e formazione del fabisogno
Conto Economico
Conto delle Partite Finanziarie
Entrate correnti
Entrate in c/capitale
_
_
Spese correnti
Spese in c/capitale
=
=
Saldo corrente
Saldo in c/capitale
Entrate
(rimborso crediti)
_
Conto Finanziario
Accensione prestiti
Concessione crediti
_
_
Uscite
(concessione crediti)
Rimborso prestiti
Rimborso crediti
=
=
=
SALDO
Variazioni Passività
Variazioni attività
_
=
+
=
=
Indebitamento Netto
=
Saldo Finanziario
+
=
FABBISOGNO
(formazione)
=
Mario Tirelli
FABBISOGNO
(copertura)
7
Componenti in (% PIL 2008)
Mario Tirelli
8
Il debito pubblico (% PIL)
Passività nette (debito)
140
120
100
80
60
40
20
Mario Tirelli
2007
2005
2003
2001
1999
1997
1995
1993
1991
1989
1987
1985
1983
1981
1979
1977
1975
1973
0
9
Il debito nel confronto europeo
Mario Tirelli
10
La struttura della spesa
Mario Tirelli
11
Spese correnti per titoli e funzioni
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Personale
Acquisto di beni di consumo e o di materie prime
Prestazioni di servizi
Utilizzo di beni di terzi
Trasferimenti
Interessi passivi e oneri finanziari diversi
Imposte e tasse
Oneri straordinari della gestione corrente
Ammortamenti di esercizio
Fondo svalutazione crediti
Fondo di riserva
Mario Tirelli
12
Spese conto capitale
per titoli e funzioni
• Acquisizione di beni immobili
• Espropri e servitù onerose
• Acquisto di beni specifici per realizzazioni in
economia
• Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia
• Acquisizione di beni mobili, macchine ed
attrezzature tecnico-scientifiche
• Incarichi professionali esterni
• Trasferimenti di capitale
• Partecipazioni azionarie
• Conferimenti di capitale
• Concessioni di crediti e anticipazioni
Mario Tirelli
13
Composizione spesa pubblica
Mario Tirelli
14
Spesa C/C P.A. (2008)
Altro
3%
Poste correttive
entrate
9%
Traf. in c/c imprese
pubbl. loc.
0%
Trasf. in c/c a
imprese pubbl. naz.
1%
Trasf. c/c imprese priv.
1%
Spese di personale
20%
Interessi
passivi
7%
Acquisto Beni - Servizi
16%
Trasf. c/c famiglie e istit.
Soc.
43%
Mario Tirelli
15
• I “consumi intermedi” sono beni di consumo e
servizi offerti dal settore pubblico al privato, sono
principalemente alimentati dalla spesa sanitaria.
• Le “prestazioni soc.” e i “trasferimenti alle
famiglie” sono ad es. costitutiti da assegni
famigliari, sussidi di disoccupazione, assegni di
invalidità e soprattutto da pensioni.
• I “trasferimenti alle imprese” sono soprattutto
contribuiti (ad es, per acquisto/sostituz.
macchinari, realizzazione impianti a energie
rinnovabili,..)
Mario Tirelli
16
Spesa C/K P.A. (2008)
Altro
1%
Conc. crediti, etc.
17%
Beni e opere immobiliari
33%
Partecipazioni azionarie
e conf.
21%
Beni mobili, macchinari,
etc.
4%
Trasf. in c/K imprese
pubbl. Loc.
2%
Trasf. in c/K imprese
pubbl. Naz.
4%
Trasf. in c/K imprese
priv.
15%
Mario Tirelli
Trasf. in c/K famiglie e
istit. Sociali
3%
17
La spesa per interessi
Mario Tirelli
18
Composizione della spesa nel confronto
europeo
• Livelli di spesa simili ma diversa composizione
• Maggiore spesa per interessi (circa il doppio)
• Elevata spesa per prestazioni sociali, costituita
per oltre il 50% da pensioni di anzianità
Mario Tirelli
19
Mario Tirelli
20
Prestazioni sociali
Qual è la quota più importante della spesa sociale
diversa dalle pensioni? Le “protezioni sociali”
• la spesa sanitaria (25% circa)
• Pensioni e assegni di invalidità (50% + 6% circa)
• Sostegno alle famiglie (5% circa)
• Ammortizzatori soc. del lavoro e contro l’“esclusione
sociale” (3% circa). In particolare, tutela del reddito dei
lavoratori che sono a rischio di perdita di lavoro (cassa
integrazione guadagni) o lo hanno già perduto (indennità
di disoccupazione e di mobilità).
Mario Tirelli
21
Composizione spesa % spesa protez. soc.
in Italia
FUNZIONI
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Malattia/salute
25,1
26,1
26,8
26,9
26,0
26,4
25,8
Invalidità
6,2
6,0
6,0
5,9
6,0
5,9
6,0
Vecchiaia
51,9
51,1
50,7
50,8
51,5
51,3
51,0
Superstiti
10,2
10,0
10,0
9,6
9,6
9,4
9,4
4,4
4,5
4,4
4,5
4,8
4,7
4,8
2,2
2,2
2,3
2,3
2,1
2,2
3,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Famiglia, maternità, infanzia
Disoccupazione e altra esclusione sociale
Totale
Mario Tirelli
22
Composizione % spesa protez. soc. in Italia
2003-2009 (ISTAT)
Mario Tirelli
23
Fr
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ni
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(a
)
Confronto europeo (Eurostat)
35
Spesa per protezione sociale in % PIL, 2007
30
Ue27 (a)
25
20
15
10
5
0
Mario Tirelli
24
Sostegno alle famiglie
confronto europeo (2000)
Mario Tirelli
25
• Distinguiamo tra prestazioni sociali lorde e nette.
• Quella netta esclude il prelievo fiscale sui
trasferimenti monetari e le imposte indirette su
beni e servizi acquistati con i sussidi ricevuti.
• In Italia tale prelievo fiscale è alto, pari al 3,5%
del Pil, anche nel confronto internaz. (+ alto solo
in Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia, 6-7%).
Tra i paesi europei con minori oneri fiscali ci sono
il Regno Unito, l’Irlanda e la Germania (1,2-1,6%).
Mario Tirelli
26
Ammortizzatori sociali del lavoro
• Per ammortizzatori sociali del lavoro si intende il sistema
di meccanismi di tutela del reddito dei lavoratori che
sono in procinto di perdere o hanno perso il posto di
lavoro.
• In genere si scompone di 3 livelli/“pilastri” di protezione
del reddito.
• Il pilastro assicurativo: le prestazioni sono erogate, per
durate massime prestabilite, a fronte di versamenti
contributivi.
• Il pilastro assistenziale “dedicato”: le prestazioni
vengono corrisposte in base ai diversi requisiti di reddito,
ed erogate nel caso di impossibilità di accesso al primo
pilastro oppure nell’evenienza di esaurimento delle
spettanze e perdurante stato di disoccupazione.
Mario Tirelli
27
• Il pilastro assistenziale “generale”: riguarda le
persone le quali si trovano in condizioni di povertà o
hanno delle difficoltà che ostacolano un reinserimento
nel mercato del lavoro. Sono prestazioni che assicurano
un “reddito minimo garantito” in base a stringenti requisiti
di reddito e patrimonio.
Mario Tirelli
28
Ammortizzatori soc. del lavoro in Italia
La Cassa Integrazione guadagni (CIG)
• E’ un intervento di sostegno per lavoratori di
aziende in difficoltà.
• Restano esclusi apprendisti e collaboratori
occasionali o saltuari.
• La cassa integrazione è pagata all’INPS da ogni
impresa con un contributo del 4,5% (3% se
occupano meno di 50 persone) e da ogni
lavoratore con un contributo del 0,6% e 0,3% se
assoggettato a CIGS.
• Può essere ordinaria o straordinaria
Mario Tirelli
29
La CIG ordinaria (CIGO)
• E’ concessa per difficoltà temporanee di
mercato non imputabili all’impresa o ai lavoratori
dell'industria (escluso l'artigianato) a prescindere
dal numero di dipendenti, del settore edile e
dell'agricoltura (per eventi meteo).
• La durata massima della CIGO è di tre mesi
continuativi, prorogabili per un massimo di 12
mesi in 2 anni.
Mario Tirelli
30
La CIG straordinaria (CIGS)
è concessa alle imprese industriali con più di 15
dipendenti e del commercio con più di 50, e alle
aziende dell'editoria nei casi di
–Ristrutturazione,riorganizzazione o
riconversione aziendale (max 2 anni
consecutivi, prorogabili per due volte di 1
anno)
–Crisi di mercato (max 1 anno consecutivo,
prorogabile di 1 ulteriore anno).
–Fallimento (max 1 anno, prorogabile di 6
mesi)
Mario Tirelli
31
• Deroghe del Ministro del lavoro per max durata
di 3 anni nell'arco di 5 anni
• Entrambi gli istituti garantiscono ai lavoratori
messi in CIG l'80% del salario per le ore che
avrebbero dovuto prestare
• I lavoratori in CIG decadono dal beneficio se:
– non partecipano a corsi di riqualificazione
professionale o di aggiornamento
– non accettano offerte di lavoro migliori o simili di
quella precedente
– rifiutano di svolgere attività lavorative di pubblica
utilità offerte dallo Stato
Mario Tirelli
32
La “mobilità”
• Può ricorrere alla “mobilità” l’impresa che
– ha esaurito la CIGS della cassa integrazione straordinaria e non
riesce a reintegrare tutto il personale
– cessa l'attività
• Le imprese interessate sono quelle con più di 15
dipendenti rientranti nel campo applicativo della CIGS.
• Il lavoratore ne ha diritto quando:
– è iscritto nelle liste di mobilità compilate dai Centri per l'impiego;
– ha un'anzianità aziendale complessiva di almeno 12 mesi;
– può far valere almeno 6 mesi di effettivo lavoro (comprese ferie,
festività, infortuni).
• La durata varia in relazione all'età del lavoratore al
momento del licenziamento e all'ubicazione dell'azienda.
Mario Tirelli
33
• Per i primi 12 mesi:100% del trattamento di
CIGS, o che sarebbe spettato nel periodo
immediatamente precedente il licenziamento,
nei limiti di un importo massimo mensile non
superiore a € 971,67 netti.
Per i periodi successivi:80% del predetto
importo.
• Il lavoratore viene cancellato dalle liste di
mobilità per motivi analoghi a quelli per i quali
decadrebbe dalla CIG.
• La competenza in materia di mobilità è
dell'INPS.
Mario Tirelli
34
L’indennità ordinaria di disoccupazione
• Spetta al lavoratore disoccupato con:
– almeno due anni di assicurazione per la
disoccupazione involontaria;
– almeno 52 contributi settimanali nel biennio
precedente la data di cessazione del rapporto
di lavoro.
• L'indennità viene corrisposta per 8 mesi (o
12 se il disoccupato ha più di 50 anni).
Mario Tirelli
35
• ai lavoratori con meno di 50 anni spetta il 60%
della retribuzione per i primi sei mesi e il 50%
per il settimo mese e ottavo mese;
• ai lavoratori con non inferiore a 50 anni spetta il
60% della retribuzione per i primi sei mesi, il
50% per il settimo e ottavo mese e il 40% per i
mesi successivi.
Mario Tirelli
36
Osservazioni
• Gli ammortizzatori (o prestazioni) sociali
esaminati sono una forma di assicurazione che
copre alcune imprese e lavoratori da alcuni
rischi.
• Per le imprese la CIG è un’assicurazione
parziale contro i rischi di crisi temporanea.
• Per i lavoratori sono forme assicurative che
coprono parte del rischio di perdita totale del
reddito da lavoro.
• Per entrambi, si tratta appunto di assicurazioni
con effetti temporanei (con ciò riduce fenomeni
di rischio morale). Mario Tirelli
37
La struttura delle entrate
della pubblica amministrazione
Mario Tirelli
38
In % del PIL
Entrate in % PIL
60%
50%
40%
Tributi Propri
30%
DIRETTE
INDIRETTE
Totale Entrate
20%
10%
0%
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Mario Tirelli
2005
2006
2007
2008
39
Entrate % totale
Imposte in % entrate totali
40%
35%
30%
25%
DIRETTE
20%
IRPEF
INDIRETTE
IVA
15%
10%
5%
0%
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
Mario Tirelli
2004
2005
2006
2007
2008
40
Entrate in conto corrente P.A. (2008)
Trasf. in c/c da imprese
pubb. naz.
0%
Trasf. in c/c da
imprese pubb. loc.
0%
Vendita beni/servizi
3%
Trasf. in c/c da famiglie e
istit. soc.
0%
Trasf. in c/c da U.E. e altre
istit. est.
0%
Altri
incassi
Poste correttive corr.
e comp. spese
2%
1%
Trasf. in c/c da imprese
priv.
1%
Imposte dirette
33%
Contributi sociali
26%
Redditi da capitale
2% Altri tributi propri
0%
Imposte indirette
32%
Mario Tirelli
41
Entrate in conto capitale P.A. (2008)
Altri incassi di capitale
0%
Trasf. in c/K da
imprese pubb. loc.
0%
Riscossione di crediti
22%
Trasf. in c/K da
imprese pubb. naz.
0%
Trasf. in c/K da
imprese private
3%
Trasf. c/K da U.E. e altre
istit. est.
7%
Trasf. in c/K da
famiglie e istit. soc.
0%
Alienaz. di beni patr.
68%
Mario Tirelli
42
Suddivisione per livelli di governo
Amministrazioni (2008)
Centrali
Locali
Regionali
10%
6%
84%
Mario Tirelli
43
Le fonti di finanziamento della spesa sociale e
il cuneo fiscale
•
•
Tra il 1995 e il 2006 si è registrato un aumento del peso della
fiscalità generale a scapito del finanziamento mediante
contribuzione: nella media europea, gli oneri sociali sono passati dal
18,3% del PIL nel 1995 al 16,8% nel 2006, mentre l’apporto dello
Stato è aumentato dal 9,2% al 10,8%.
In Italia, i contributi sono passati dal 17,2% del PIL nel 1995 al
15,2% nel 2006; l’apporto dello Stato è salito dal 7,6% all’11,2%. I
contributi sono diminuiti anche in relazione al totale degli apporti, dal
67,6% al 56,4%. La quota a carico del datore di lavoro si è ridotta
dal 50% delle risorse totali al 41%, a fronte di una sostanziale
stabilità della componente dei lavoratori; anche la riduzione di 2
punti di PIL dei contributi totali è quasi interamente a vantaggio del
datore di lavoro.
Mario Tirelli
44
La politica fiscale
• Obiettivi generali:
1. Promuovere l’efficienza allocativa con,
• l’offerta di beni e servizi;
• Interventi regolamentari;
• Interventi di stabilizzazione macroeconomica.
2. Promuovere un certo grado di equità
distributiva (del reddito/ricchezza, delle
opportunità di accesso alle attività economiche e
sociali).
Mario Tirelli
45
• Strumenti:
– la spesa pubblica per beni pubblici e meritori (difesa,
sicurezza, giustizia, previdenza soc, scuola,
infrastrutture civili) persegue 1., 2. La troviamo in voci
di bilancio diverse (consumi intermedi, personale,
trasferimenti).
– spesa per la protezione sociale (sopr. nella forma di
trasferimenti) ha finalità 1. e 2. anche con effetti di
stabilizzazione (automatica) macro.
– entrate tributarie hanno finalità di finanziamento della
spesa e finalità dirette 1. e 2. (es. imposizione
progressiva sui redditi).
– Indebitamento (vs. imposizione) ha finalità di
stabilizzazione (sopr. di breve periodo).
Mario Tirelli
46
Efficacia della stabilizzazione
• Dal modello IS-LM-AD-AS presentato in aula abbiamo
calcolato i moltiplicatori della politica fiscale.
• Possiamo interpretare tali moltiplicatori come indicatori
dell’ ”effetto complessivo” prodotto, in un orizzonte
sufficientemente lungo, da una data politica.
• Se il moltiplicatore relativo a un aumento di un’unità di
spesa per consumi pubblici è maggiore di 1, vuol dire
che un aumento della spesa produce una crescita
dell’output più che proporzionale. Ovvero che provoca
una crescita della componente privata della domanda
aggregata (consumi e/o investimenti).
• Viceversa, se il moltiplicatore è minore di 1 si ha un
crowding out (finanziario e/o reale) della spesa pubblica
ai danni di quella privata.
Mario Tirelli
47
Alcuni dati recenti
I moltiplicatori della spesa pubblica sono molto contenuti, nei 20 paesi
a più alto reddito: in media un aumento temporaneo dell’1% della
spesa per consumi pubblici (in t=0), produce un +0.24% di PIL reale nel
primo trimestre e circa +1% di PIL reale se si considera l’effetto
cumulato per 2 anni.
Mario Tirelli
48
Cambi fissi vs. flessibili
• Dividendo i paesi considerati nell’analisi precedente in
due gruppi, con cambi prevalentemente fissi e flex, si
osserva che i secondi hanno moltiplicatori della spesa
per consumi pubblici pressoché nulli (anche nel lungo
periodo).
• Un aumento della spesa pubblica determina un aumento
della domanda aggregata e dei tassi di interesse che
tende a fare apprezzare il tasso di cambio. Questo,
unitamente a una politica monetaria non-accomodante,
frena l’espansione della domanda aggregata.
• Tale freno innescato dall’aggiustamento del cambio, è
tanto maggiore quanto maggiore è la quota di
esportazioni nette di un paese sul PIL (il suo grado di
apertura al commercio estero).
Mario Tirelli
49
Investimenti pubblici
I moltiplicatori degli investimenti pubblici sono
decisamente più elevati (circa 2% dopo 2 anni in USA
con dati 1980-2007).
Mario Tirelli
50
Osservazioni
• Moltiplicatori alti sono solo condizione necessaria per
avere l’efficacia di politiche fiscali di stimolo,
discrezionali, di tipo keyenesiano.
• Cruciale ai fini dell’efficacia con la quale tali manovre
consentano di stabilizzare la domanda aggregata nelle
alterne fasi cicliche è la tempestività delle decisioni.
• Esiste un’ormai copiosa evidenza empirica che mostra
come le scelte di politica fiscale tendano spesso a
essere acicliche o anche pro-cicliche, nella maggior
parte dei paesi sviluppati.
• Tuttavia, a partire dagli anni ’90, l’azione contro-ciclica
della politica fiscale sembra però essere aumentata a
partire dagli anni ‘90.
Mario Tirelli
51
• Una politica fiscale pro-ciclica tende a aumentare
la spesa pubblica, ridurre la tassazione, ridurre
l’avanzo primario, nelle fasi di ciclo positivo e ad
operare una scelta di segno opposto nelle fasi di
ciclo negativo. Una politica aciclica è una che è
caratterizzata da entrate, uscite, saldo primario
del bilancio pubblico che sono sostanzialmente
indipendenti dal PIL.
• Le entrate tributarie totali tendono a essere procicliche:
Tributi = Aliquota x Base imponibile.
La base imponibile è decisamente pro-ciclica.
• Mentre, almeno in Italia, la spesa pubblica per
sua natura (vedi composizione della spesa) ha
una forte componente aciclica.
Mario Tirelli
52
• Un governo “passivo” di fronte al ciclo genera quindi una
politica fiscale tendenzialmente anticiclica. Al netto degli
stabilizzatori automatici, la spesa sarà costante e il
prelievo tributario totale tenderà a ridursi (al ridursi della
base imponibile), producendo disavanzo.
• Tuttavia, affiché la politica fiscale si possa dire
(effettivamente) anticiclica, deve produrre effetti
stabilizzanti sull’output gap; deve quindi portare a una
effettiva riduzione del prelievo fiscale e/o a un aumento
della spesa pubblica in termini relativi: in % del PIL o
rispetto ai valori tendenziali di queste variabili.
• Le causa di politiche (effett.) acicliche o anche procicliche sono:
– stabilizzatori automatici “deboli”;
– vincoli di bilancio pubblico stringenti (es. Mastricht) o, nel caso di
politiche pro-cicliche, sistematici errori di tempistica ( … quando
l’intervento comincia a produrre i suoi effetti, l’economia ha già
cambiato fase del ciclo).
Mario Tirelli
53
Nella tabella è riportata una stima dell’indice di correlazione
tra il deficit/PIL e la previsione dell’output gap.
Mario Tirelli
54
Mario Tirelli
55
Mario Tirelli
56
Spesa primaria nel ciclo
Le serie sono detrendizzate per isolare la sola componente ciclica.
Valori negativi indicano valori della serie al disotto del suo livello
tendenziale (di equilibrio di lungo periodo). Le fasce in rosa sono fasi di
ciclo decrescente (da Pick to Through) e quelle verdi di ciclo crescente
Mario Tirelli
57
(da Through to Pick).
Entrate totali nel ciclo
Mario Tirelli
58
Saldo primario nel ciclo
Mario Tirelli
59
Tre fasi cicliche
• 1980 (Peak) - 1983 (Trough). L’andamento della spesa
primaria risulta anticiclico. Quando la fase ciclica negativa
sembra esaurirsi e il Pil tornare a crescere (maggio1983),
la spesa primaria si riduce. Durante lo stesso periodo le
entrate mostrano invece un comportamento contradditorio.
Il comportamento della spesa e delle entrate si riflette saldo
primario, sostanzialemente anticiclico.
• 1985 (T) - 1989 (P). L’andamento della spesa è
parzialmente prociclico: durante i primi anni la spesa segue
l’andamento del Pil, durante l’ultima parte della fase ciclica
sembra comportarsi in maniera aciclica. Le entrate
sembrano invece acicliche. Il saldo di bilancio e la politica
fiscale nel suo complesso sono aciclici.
• 2000 (P) – 2005 (T). La spesa cresce e si comporta in
maniera anticiclica. L’andamento delle entrate non indica
un chiaro comportamento anticiclico, mentre il saldo di
bilancio segue l’andamento del Pil. Quindi, la politica fiscale
risulta sostanzialmente anticiclica col disavanzo che
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aumenta in risposta alla caduta
del Pil.
Alcune criticità italiane
• Il bilancio pubblico è imponente nelle dimensioni
(in %PIL), anche nel confronto estero.
• Tuttavia, la quota alle prestazioni sociali, escluse
quelle sanitarie e pensionistiche, è piccola. Lo
stabilizzatore automatico più importante è la tassazione
progressiva sui redditi, ma il livello di progressione non è
così elevato.
•
Vincoli europei e sostenibilità della finanza
pubblica (Mastricht ’92, Patto di Stabilità ‘97). La
dimensione del debito non consente margini di manovra
discrezionali molto ampie, cosicché nelle fasi cicliche negative
possiamo permetterci disavanzi più contenuti rispetto ad altri paesi
europei.
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Stabilizzaz. vs. “politiche dell’offerta”
• L’efficienza allocativa viene anche perseguita con
politiche dell’offerta.
• Si tratta di interventi volti a modificare I “fondamentali”
dell’economia e “l’equilibrio di lungo periodo”.
• Esempi:
– Investimenti pubblici diretti.
– Contributi in c/k a imprese.
– Riduzione oneri fiscali attività produttive, di ricerca e
formazione.
– Interventi regolamentari.
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• In particolare gli investimenti pubblici (cfr. Grafico
moltiplicatore) in infrastrutture, innovazione e sviluppo,
formazione, hanno effetti positivi sulla produttività dei
fattori (e sui costi di produzione delle imprese); possono
favorire l’accumulazione, ridurre il tasso di
disocupazione strutturale, anche migliorando il grado di
competitività internazionale.
• Le “criticità” principali emerse per gli interventi di
stabilizzazione si estendono in larga misura alle politiche
dell’offerta.
• L’unica eccezione riguarda gli interventi regolamentari
volti a accrescere la produttività (ridurre costi)
migliorando la funzionalità dei mercati (delle merci e del
lavoro).
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