Lo screening di HCV-RNA su mini-pool di plasma da singolo donatore: validazione della procedura ed esperienze preliminari Paola Iudicone, Manuela Testi, Michelina Miceli, Alessandra Moscetti, Angela Candido, Carmela Amedeo, Emilio Mannella Centro Nazionale Trasfusione Sangue - Croce Rossa Italiana - Direttore Dott. E. Mannella The European Commission for Proprietary Medicinal Products (CPMP) issued the Recommendation 390/97 that requires from 1st July 1999 that all fractionated plasma products must be derived from plasma pools tested and found to be negative for HCV-RNA using a validated nucleic acid amplification technology (NAT). Concern over the development of different criteria, in terms of safety, for release of plasma products and blood components led to consideration of the requirement for HCV-RNA testing for labile components, too. Amplification of viral genomes provides a method for viral detection which is much more sensitive than that of antigen/antibody assays. These methods allow to detect infectious blood donations earlier than antigen/antibody assays, thereby reducing the window period during which infection can not be detected by currently used screening assays. The highest benefit of introducing this new technology in the transfusion setting is expected for HCV, taking into account the length of the diagnostic window period for this virus (75 days). Moreover, the application of NAT to the screening of blood donations could allow to provide the plasma derivative manufacturers of pre-tested source material. The aim of this study was to evaluate the impact of introducing NAT based screening assay, as a releasing criterion for blood components, on the work-flow of our blood centre. The Cobas Amplicor HCV test v 2.0 was validated according to the guidelines PA/PH/OMCL/ (98) and introduced as a routine screening. Five thousands donations were screened by testing pools of 10 samples. Five pools were found reactive for both HCVRNA and anti-HCV antibody screenings, whereas no viremic but seronegative blood donor was found. Work is in progress by investigating the Cobas Ampliscreen HCV test which has been designed to Ricevuto: 10 febbraio 2000 - Accettato: 30 marzo 2000 Corrispondenza: Dott.ssa Paola Iudicone Centro Nazionale Trasfusione Sangue - Croce Rossa Italiana Via B. Ramazzini 15 00151 Roma 194 screen pools of plasma samples, currently for detection of HCV-RNA. The near future this test will be extended to other agents such as HIV-1 and likely HBV. Parole chiave: HCV-RNA screening , sicurezza degli emocomponenti, plasma mini-pool Key words:NAT screening, blood safety, plasma mini-pool Introduzione Il virus dell'epatite C (Hepatitis C Virus, HCV) è considerato il principale agente eziologico dei casi di epatite non-A non-B post-trasfusionale. La causa è da attribuirsi soprattutto ad un "periodo di finestra diagnostica" precedente la sieroconversione che può durare fino a oltre due mesi, periodo in cui non sono ancora presenti in circolo gli anticorpi specifici rilevabili con i test di screening indiretti1. La recente disponibilità di test basati sulla tecnica di amplificazione degli acidi nucleici (Nucleic Acid Amplification Technology, NAT) consente, invece, di accertare precocemente un'infezione da HCV con conseguente riduzione del periodo di "finestra diagnostica" fino a 15-20 giorni2-4. L'introduzione di questa metodologia nello screening delle donazioni può, quindi, consentire un'ulteriore riduzione del rischio residuo di trasmissione di HCV, aumentando la sicurezza degli emocomponenti destinati a terapia trasfusionale5,6. Inoltre, l'elevata carica di genomi virali nella fase precoce dell'infezione da HCV e l'elevata sensibilità dei test molecolari può consentire la loro applicazione non necessariamente a singoli campioni, ma anche a pool costituiti da più campioni7-10. Pool costituiti da numeri elevati di unità sono, infatti, utilizzati dalle industrie produttrici di plasma derivati che eseguono il test per la ricerca di HCV-RNA, prima di avviare il plasma alla lavorazione, come previsto in Italia dal DM 29 marzo 1999 LA TRASFUSIONE DEL SANGUE vol. 45 - num. 4 luglio - agosto 2000 (194-200) Screening HCV-RNA su mini-pool di plasma che ha recepito la Raccomandazione del CPMP/BWP 390/97. Le metodiche impiegate per la rilevazione di HCV-RNA e la loro eventuale applicazione a pool costituiti da diversi campioni necessitano, tuttavia, di una procedura di validazione prima di essere introdotte in attività di routine, come indicato dalla Linea Guida del Consiglio d'Europa PA/PH/OMCL (98) 22 (Guidelines for validation of nucleic acid amplification technology for detection of hepatitis C virus RNA in plasma pool). In questo studio, il test Roche Amplicor Hepatitis C Virus versione 2.0 modificata è stato validato secondo le Linee Guida del Consiglio d'Europa ed è stata avviata una esperienza preliminare di applicazione del test NAT-HCV allo screening di 5.000 unità di sangue testate in pool costituiti da 10 campioni. Materiali e metodi amplificazione che di rilevazione dell'acido nucleico bersaglio. Utilizzando kit commerciali questi parametri sono definiti dalle ditte produttrici del test. È tuttavia garanzia per l'operatore verificare la specificità del test analizzando nel proprio laboratorio almeno 100 campioni HCV-Ab negativi e HCV-RNA negativi e confermarli non reattivi. A questo scopo, 100 campioni di plasma risultati HCV-Ab negativi e non reattivi per HCV-RNA utilizzando la metodica TMA (Transcription Mediated Assay, Chiron Gen-Probe, Emeryville, CA, USA) sono stati testati con il kit Roche Amplicor versione 2.0 modificata. La metodica TMA, rispetto alla metodica Roche, utilizza diversi metodi di estrazione (cattura su microparticelle magnetiche), amplificazione (sintesi di nuove catene di RNA a opera della T7 RNA polimerasi su un DNA copia dell'RNA bersaglio retrotrascritto mediante la trascrittasi inversa MMLV) e rilevazione (chemiluminescenza mediante test di protezione degli amplificati ibridati). Validazione del metodo Per la rilevazione di HCV-RNA in pool di plasma è stato impiegato un test analitico qualitativo per la cui validazione, come previsto dalle Linee Guida, sono state valutate: la specificità, il limite di rilevazione, la robustezza del metodo e la cross-contaminazione, quest'ultima legata soprattutto alla manualità degli operatori. - Kit utilizzato - HCV-RNA Roche Cobas Amplicor versione 2.0 modificata (Roche Molecular System, Branchburg, NJ, USA) con l'introduzione di uno step di ultracentrifugazione. - Standard - Working reagent: HCV-RNA 0498 ISS Roma (1698 UI/mL 1b)11 calibrato contro lo standard internazionale del WHO12. - Plasma-Pool - La dimensione del pool da testare ai fini dello screening per HCV-RNA è stata valutata per un massimo di 20 campioni, considerato il numero di campioni che afferisce giornalmente presso il laboratorio di Sierologia del CNTS-CRI e l'esigenza di non bloccare un numero elevato di unità in caso di pool reattivi. Pertanto per la validazione è stata preparata una matrice costituita da 20 campioni di plasma in EDTA negativi sia per gli anticorpi anti-HCV che per HCV-RNA. Il pool è stato utilizzato per diluire lo standard e come pool negativo di riferimento. Limite di rilevazione (cut-off) E' indicato dalla Farmacopea come il numero minimo di sequenze target rilevabili nel 95% dei test eseguiti. A tale scopo sono stati testati 24 replicati di 4 serie di diluizioni dello standard HCV-RNA 0498. Le concentrazioni dello standard da utilizzare nelle prove di validazione sono state definite sulla base dei risultati di prove preliminari di sensibilità del kit in uso. Lo standard è stato diluito nel "plasma-pool matrice" alle seguenti concentrazioni: 31,7 UI/mL; 10 UI/mL; 3,17 UI/mL; 1 UI/mL. I risultati ottenuti sono stati analizzati mediante analisi statistica con il metodo dei probit per il calcolo del cut-off. Parametri esaminati Robustezza È intesa come la capacità della procedura di restare inalterata a seguito di piccole variazioni introdotte nella procedura stessa. In particolare, è stato necessario validare la robustezza della metodica Roche Amplicor versione 2.0 modificata a seguito dell'introduzione dello step iniziale di ultracentrifugazione testando, in un'unica seduta, 20 campioni HCV-RNA positivi- HCV Ab negativi. A questo scopo, è stato utilizzato lo standard HCV-RNA 0498 che, diluito 1:4 nel plasma-pool matrice, risultava negativo al test per la rilevazione di anticorpi anti-HCV ma positivo per HCV-RNA. Lo standard è stato testato alle seguenti concentrazioni di HCV-RNA: 169 UI/mL (4 replicati); 106 UI/mL (7 replicati); 84,9 UI/mL (9 replicati). Specificità La specificità di un test analitico NAT dipende essenzialmente dalla scelta dei primers e dei probes e dalle condizioni di stringenza del test sia nella fase di Cross-contaminazione È intesa come l'affidabilità nel processare campioni positivi e negativi senza contaminare quest'ultimi, producendo risultati falsi positivi. A questo scopo sono 195 P. Iudicone et al. stati testati 10 plasma-pool HCV-RNA negativi (plasmapool matrice) alternati a 10 plasma-pool negativi (plasmapool matrice) infettati con un campione HCV-RNA positivo (53.843 gEq/mL, test HCV Monitor Roche, diluito 1:10 raggiungendo una concentrazione finale di 5.384 gEq/mL). I campioni sono stati testati in un'unica seduta. Biohazard dedicata impiegando materiale sterile e RNAse-free. I campioni primari erano conservati a 4 °C per almeno 3 giorni. Area pre-amplificazione Lo screening di cui sono riportati i risultati è riferito al bimestre agosto-settembre 1999. Considerata la riduzione dei prelievi durante il periodo estivo e quindi la limitata disponibilità di emocomponenti, si è valutato di procedere alla ricerca di HCV-RNA in pool di plasma costituiti da 10 campioni. Lo screening per HCV-RNA è stato condotto in parallelo allo screening sierologico delle unità di sangue. Quest'ultimo è stato eseguito mediante dosaggio immunoenzimatico a cattura di microparticelle (MEIA) utilizzando il sistema Axsym (Abbott, Chicago, ILL, USA). I campioni risultati positivi o borderline al test di screening sierologico (zona grigia: ratio: S/CO≥0,7≤1,0) sono stati confermati mediante dosaggio immunoblot utilizzando il test CHIRON RIBA HCV 3.0 SIA. (Ortho-Clinical Diagnostics, Raritan, NJ, USA). Per lo screening di HCV-RNA è stato impiegato il kit HCV-RNA Roche Amplicor versione 2.0 modificato. Il test è stato eseguito secondo le istruzioni del fornitore lavorando in cappa Biohazard e utilizzando strumentazione dedicata e materiale sterile e RNAse-free. In breve, viene eseguita manualmente la fase di preparazione del campione che prevede: - concentrazione del virus eventualmente presente nel campione mediante ultracentrifugazione 1 h , 4 °C, 24.000g; - lisi delle particelle virali mediante l'uso di guanidina isotiocianato in tampone Tris-HCl con estrazione degli acidi nucleici, precipitazione in isopropanolo e risospensione di HCV-RNA in appropriato diluente; - distribuzione dei campioni e della miscela di amplificazione in apposite provettine di amplificazione ("A-ring" - Roche). I campioni di estratti di acido nucleico erano congelati a –20 °C per 1 settimana prima di essere eliminati. Area preparazione campione Area di amplificazione e post-amplificazione Non essendo ancora disponibile il preparatore con apposito software per la distribuzione automatica dei campioni con formazione e identificazione dei plasma-pool, i pool sono stati preparati manualmente inserendo tutti i campioni pervenuti quotidianamente nel nostro laboratorio secondo il seguente schema operativo: - accettazione campioni raccolti in EDTA e conservati a temperatura ambiente se inviati entro le sei ore dal prelievo; in EDTA o in tubi PPT e conservati a 4 °C (Becton Dickinson, Heidelberg, D), se inviati dopo le 6 ore dal prelievo; - centrifugazione dei campioni 20' a 2.800 rpm; - lettura dei bar-code dei campioni e stampa della relativa lista di lavoro - assegnazione dei campioni al relativo pool da 10 con identificazione dello stesso mediante apposito barcode; ai fini della tracciabilità, il bar-code del pool era applicato sulla provetta e sulla corrispondente lista di lavoro in cui erano identificati i singoli campioni componenti il pool; - prelievo di aliquote da 100 µL di plasma da ogni singolo campione per formare il pool da 10 raggiungendo il volume finale di 1 mL richiesto dalla metodica; - invio dei pool all'area di pre-amplificazione e avvio della procedura analitica. La preparazione del pool è stata effettuata in cappa Le fasi successive di amplificazione e rilevazione sono automatizzate nello strumento Roche Cobas Amplicor e prevedono: - retrotrascrizione RNA⇒ cDNA; - amplificazione del cDNA mediante reazione a catena mediata dalla polimerasi (PCR, Polymerase Chain Reaction) utilizzando primers biotinilati; - reazione di ibridazione con probes specifici legati a microparticelle magnetiche; - rilevazione colorimetrica mediante ossidazione catalizzata dalla perossidasi del substrato TMB (3,3',5,5'tetrametilbenzidina) con formazione di un prodotto colorato la cui assorbanza è misurata a 660 nm. Il sistema automatico non richiede l'intervento dell'operatore e consente pertanto l'esecuzione di sedute overnight. Screening HCV-RNA dei plasma-pool 196 Controlli e validazione della seduta analitica - In ogni seduta analitica sono stati inseriti: 1 controllo positivo del kit; 1 controllo negativo del kit; 1 run control (standard 0498 ad una concentrazione pari a tre volte il cut-off) che viene analizzato con le stesse modalità operative dei campioni in esame dalla Screening HCV-RNA su mini-pool di plasma Figura 1: valutazione del cut-off mediante analisi statistica con il metodo dei Probit. In ascissa sono riportati in scala logaritmica le concentrazioni di HCV-RNA espresse in UI/mL. In ordinata il calcolo statistico dei Probit fase di preparazione del campione a quella di rilevazione. Ad ogni campione è stato aggiunto un controllo interno che segue tutte le fasi di lavorazione (estrazione, amplificazione, rivelazione), consentendo di monitorare l'intero processo operativo e, in particolare, la presenza di inibitori della reazione di amplificazione. Ai fini della validazione della seduta analitica, il controllo positivo e il run control devono risultare positivi; il singolo campione è accettato negativo se il suo controllo interno risulta positivo. I campioni negativi sono stati rilasciati entro le 24 h dal prelievo. validazione hanno mostrato per le 4 concentrazioni di standard utilizzate (31,7 - 10 – 3,17 e 1 UI/mL) rispettivamente 24 replicati positivi su 24 per la prima concentrazione, 19 per la seconda, 16 per la terza e 4 per la quarta (sempre su 24). Sulla base dei suddetti risultati, per ogni diluizione di standard saggiata è stata calcolata la percentuale di positività e individuato il rispettivo valore di Probit. Dalla regressione libeare "Probit = a+b log dose", il limite di rilevabilità è stato calcolato secondo la formula: dose 95% = Probit 95% - Intercetta/Pendenza Risoluzione di pool reattivi Nel caso di pool reattivo, considerate le sue piccole dimensioni, non è stato adottato il sistema dei pool intermedi o della matrice bidimensionale, ma si è proceduto direttamente al test sui singoli campioni costituenti il pool, al fine anche di rilasciare in tempi brevi le unità di sangue bloccate. Risultati Validazione - Limite di sensibilità: i risultati relativi al protocollo di Il limite di rilevazione (cut-off) è stato calcolato pari a 23 UI/mL (Figura 1), che rappresenta la concentrazione di HCVRNA rilevabile nel 95% dei casi. - Robustezza: i campioni sono risultati, come atteso, tutti positivi. - Cross-contaminazione: analizzando campioni HCV-RNA positivi alternati a campioni HCV-RNA negativi non è stata osservata contaminazione dei campioni negativi e, quindi, non sono stati rilevati campioni falsi positivi. - Specificità: i 100 campioni di plasma HCV-Ab negativi e HCV-RNA non reattivi in TMA si sono confermati negativi con il test Roche Amplicor 2.0. 197 P. Iudicone et al. Figura 2: risultati dello screening NAT HCV-RNA su 5.000 donazioni e confronto con i risultati dello screening sierologico Figura 3: risultati dello screening sierologico e del test di conferma dei 5 campioni in cui è stata rilevata la presenza di HCV-RNA Figura 4: risultati relativi e al test di conferma dei campioni risultati positivi allo screening sierologico e negativi allo screening NAT-HCV Figura 5: risultati relativi al test di conferma dei campioni risultati borderline allo screening sierologico e negativi allo screening NAT-HCV Screening HCV-RNA I risultati relativi allo screening sierologico e allo screening NAT HCV-RNA sono riassunti in figura 2. Dei 500 pool testati (5.000 unità di sangue) sono stati identificati sei pool reattivi e di questi un falso positivo; quest'ultimo è risultato negativo ripetendo il test sia sull'acido nucleico già estratto e conservato overnight a –20 °C, sia estraendo nuovamente l'acido nucleico dal pool fresco, ripreparato dai campioni primari opportunamente conservati. I cinque pool reattivi sono stati risolti testando direttamente i campioni primari componenti il pool e identificando il campione reattivo. Tutti i campioni positivi in HCV-RNA si sono confermati positivi anche allo screening sierologico e al test di conferma (Figura 3). Sette campioni sono risultati positivi allo screening sierologico e negativi per la presenza di RNA; di questi, il test di conferma evidenziava un campione positivo, quattro indeterminati e due negativi (Figura 4). Cinque campioni risultati borderline al dosaggio MEIA e negativi per HCV-RNA, al test di conferma risultavano due indeterminati e tre negativi (Figura 5). 198 Screening HCV-RNA su mini-pool di plasma Nessun campione è risultato positivo per HCV-RNA e negativo alla ricerca di anticorpi anti-HCV. Discussione L'introduzione della Raccomandazione CPMP/BWP/ 390/97 che prevede la rilevazione di HCV-RNA con metodica NAT nei pool di plasma destinati alla produzione di plasmaderivati ha suscitato una serie di problematiche prevalentemente di carattere medico legale e riflessioni di carattere etico nell'ambito delle strutture trasfusionali. Sebbene il rischio di trasmissione di HCV sia più elevato nel caso di terapie con plasmaderivati rispetto alle terapie con emocomponenti di pronto impiego poiché il numero di unità di plasma che compongono il pool destinato alla lavorazione è piuttosto grande, non è tuttavia accettabile che diversi livelli di prevenzione per le malattie trasmissibili siano adottati per prodotti terapeutici derivanti da uno stesso materiale biologico di partenza. In Germania, l'applicazione della Raccomandazione è stata, infatti, estesa fin dall'inizio agli emocomponenti di pronto impiego e la maggior parte dei paesi europei si è successivamente orientata in questa direzione. Indubbiamente, i test molecolari applicati allo screening costituiscono un'evoluzione tecnologica che potrà consentire un'ulteriore riduzione del rischio trasfusionale. Sono, tuttavia, complessi i problemi di gestione, fattibilità e costi connessi all'applicazione di queste metodologie affiancate allo screening sierologico per la validazione biologica dell'unità di sangue11-16. L'introduzione della metodica NAT-HCV come test di screening presso il nostro centro è stata iniziata con la costituzione di un gruppo di operatori con esperienza nel campo della biologia molecolare e della sierologia. L'integrazione delle rispettive esperienze ha consentito di cominciare a confrontarsi con le problematiche di applicazione di un test molecolare allo screening di routine. Il metodo NAT impiegato è stato validato secondo le Linee Guida specifiche ed è risultato molto sensibile, considerato il cut-off calcolato pari a 23 UI. Introdotto, quindi, nello screening di routine per la ricerca di HCV-RNA, ha consentito di evidenziare cinque campioni positivi che, tuttavia, risultavano positivi anche per la presenza di anticorpi anti-HCV. Non è stato rilevato alcun campione positivo per HCV-RNA e negativo allo screening sierologico, come peraltro atteso, considerato il numero limitato di campioni testati. Dal punto di vista operativo, la strutturazione del laboratorio, della turnazione degli operatori e dell'interfaccia con i centri di prelievo e i centri di distribuzione degli emocomponenti ha richiesto un attento lavoro organizzativo, mirato a garantire comunque la disponibilità degli emocomponenti labili in tempo utile. Attualmente, stiamo procedendo all'applicazione di un preparatore con apposito software di gestione per la preparazione dei mini-pool al fine di sostituire la preparazione manuale, impegnativa sul piano operativo e non esente da rischi di errore, con un sistema automatico aumentando a 20 il numero dei campioni costituenti il pool. L'impatto economico di questa nuova applicazione necessita certamente di una valutazione costo-beneficio, che al momento è forse prematura. È rilevante l'approccio al test molecolare, considerata l'elevata sensibilità di queste indagini, utilizzando mini-pool, poiché consente una notevole riduzione dei costi, a fronte, però, di un'organizzazione centralizzata per l'esecuzione del test. L'esecuzione del test NAT su mini-pool richiede, infatti, la lavorazione di un numero consistente di campioni per costruire un numero adeguato di plasma-pool che consenta di evitare sprechi di reattivi. A questo scopo, il numero ottimale di pool da testare in ciascuna seduta analitica è nove, pari a 90 campioni per pool da 10 e 180 campioni per pool da 20. È, inoltre, auspicabile una riduzione dei costi del test stesso nell'eventualità di una sua estensione a livello di screening, come anche una sua ulteriore automazione. Test molecolari destinati specificamente allo screening sono già in fase di validazione presso l'ISS e sono già proiettati all' estensione della ricerca del genoma virale, oltre che del virus dell'epatite C, anche di altri virus rilevanti in campo trasfusionale. In proposito abbiamo iniziato la sperimentazione del kit Ampliscreen Roche realizzato specificamente per lo screening di mini-pool di plasma da singolo donatore, per la rilevazione di HCV-RNA e prossimamente di HIV-RNA. La sfida successiva sarà l'approccio al virus dell'epatite B, che ancora pone seri problemi in ambito trasfusionale, e probabilmente a nuovi virus emergenti. Non si può, pertanto, trascurare l'apporto che può offrire il progresso nel campo della biologia molecolare virale anche alla problematica della sicurezza della terapia trasfusionale, obiettivo quest'ultimo che non si può mai considerare definitivamente raggiunto, ma che richiede, invece, una costante e continua attenzione. Riassunto La Raccomandazione CPMP/BWP/390/97, che ha introdotto dal 1 luglio 1999 la rilevazione di HCV-RNA con metodica NAT nei pool di plasma destinati alla produzione di emoderivati, ha suscitato una serie di problematiche prevalentemente di carattere medico legale e riflessioni di carattere etico nell'ambito delle strutture trasfusionali. In questo studio il test di amplificazione degli acidi nucleici (NAT) per la rilevazione di HCV-RNA è stato introdotto, dopo opportuna validazione, nello screening 199 P. Iudicone et al. di routine al fine di cominciare a confrontarsi con le problematiche di applicazione di test molecolari allo screening per la validazione degli emocomponenti di pronto impiego. Il test è stato eseguito su pool di plasma costituiti da 10 campioni. Sono stati testati 5.000 campioni e sono stati rilevati 5 campioni positivi che, tuttavia, risultavano positivi anche allo screening di base per la ricerca di anticorpi anti-HCV. È attualmente iniziata la sperimentazione del kit Ampliscreen Roche, realizzato specificamente per lo screening di mini-pool di plasma da singolo donatore per la rilevazione di HCV-RNA e, in un prossimo futuro, di HIV-RNA e HBV-DNA.. Ringraziamenti Gli AA ringraziano il Dott. G. Gentili, il Dott. G. Pisani e il Dott.G.M. Bisso del Laboratorio di Immunologia dell'ISS per la disponibilità e fattiva collaborazione. Bibliografia 1) van der Poel C L, Cuypers HT, Reesink HW: Hepatitis C virus six years on. Lancet, 344, 1475, 1994. 2) Barbara JAJ, Garon JA: Polymerase Chain Reaction and Transfusion Microbiology. Vox Sang, 64, 73, 1993. 3) Muller-Breitkreutz K, Baylis SA, Allain JP: Nucleic Acid Amplification tests for the detection of blood-borne viruses. Vox Sang, 76, 194, 1999. 4) Levraud JP: Some new techniques for RNA or DNA analysis of interest for immunologists. 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