DISCORSO Il cristianesimo e il lavoro - Konrad-Adenauer

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DISCORSO
Konrad-Adenauer-Stiftung e.V.
ITALIEN
PROF. CHRISTIAN SCHLAG
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Il cristianesimo e il lavoro
Il concetto di lavoro è polisemico, analogico.
provengono dalla Sacra Scrittura e dallo
Uso inflazionario, improprio: Trauerarbeit,
Spirito Santo (carismi).
Uso riduttivo: ridotto a posto fisso,
Lohnarbeit. Così capisco il sottotitulo: viene
1. Gen 2, 15: “Il Signore Dio prese l'uomo e
a mancare lavoro? Si evita persino di usare
lo pose nel giardino di Eden, perché lo
l’espressione “arbeitslos”, senza lavoro, per
coltivasse e lo custodisse.” Gen 1, 27-28: “E
dire “Hartz IV-Empfänger”.
Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li
Lavoro viene visto di modo diverso:
creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate
autorealizzazione – alienazione; idolo,
fecondo e moltiplicatevi, riempite la terra e
workaholism – male che va ridotto al
soggiogatela, dominate sui pesci del mare e
minimo.
sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra.” La creazione non
Comunque, lavoro al centro dell’interesse,
è finita: Dio vuole l'uomo come con-
ribadito dal premio Nobel di quest’anno a
creatore. È immagine di Dio anche nel senso
Diamond, Mortensen e Pissanides. Curva di
che lo sostituisce nel governo del mondo. La
Beveridge: l’incontro fra domanda e offerta
dimensione oggettiva del lavoro è il primo
sul mercato del lavoro è sempre imperfetto
senso teologico.
(in Germania e Italia c’è domanda di manodopera non soddisfatta). Perché chi lavoro o
Contrario al mondo latino e greco (neg-
cerca lavoro sono esseri umani liberi con
otium), concezione molto positiva del lavoro
desideri, sogni, valori e cultura.
anche corporale nel giudaismo. Lavoro appartiene al piano di Dio già prima del pecca-
Secondo Charles Taylor: modernità
to.
contraddistinta dalla scoperta della vita
ordinaria. Martin Luther: lavoro come pro-
2. L’opera di lavoro più grande, collettiva
fessione, Beruf come unica Berufung
(statale): la torre di Babele. Non basta il
(contro la vocazione religiosa). Fu San Jo-
lavoro in senso oggettivo, se non c’è prima
semaria, il profeta della santificazione del
un dono di senso veramente umano, che
lavoro, che unì vocazione e lavoro nella “vo-
include l’ordinamento verso Dio e la dimen-
cazione professionale”. Comunque: il lavoro
sione relazionale del lavoro. Se non lavori-
è centrale per la modernità; e la modernità
amo come fratelli, il lavoro diventa causa di
non è che il risultato di un processo di seco-
divisione e di odio. Dimensione soggettiva
larizzazione del cristianesimo. Nel miglior
del lavoro.
caso: trasformazione dei valori cristiani in
vigenza secolare (diritti umani, democrazia,
3. Il lavoro è un dovere dell'uomo, è un
sistema sociale, ecc.); nel peggior caso:
comando di Dio, ma non è un dio, non ci
cristofobia, rifiuto postmoderno di una nar-
deve convertire in schiavi: Es 20, 8-11 (Sei
rativa comune.
giorni lavorerai e il settimo riposerai!)
Credo che il cristianesimo continuerà ad
Midrashim haggadici (narrazioni motivanti):
essere un motore per il futuro, perché porta
qualsiasi studio della Tora che non viene
in se i fermenti sociali inesauribili:
abbinato con il lavoro, non perdura e comporta peccato. I Rabbim facevano retta: 100
2
agricoltori, 30 artigiani (cfr. San Paolo: chi
E aggiungo: lo scopo centrale della DSC
non vuole mangiare, neppure mangi!). Arti-
sull'economia è che l'economia funzioni
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gianato apprezzato tanto che un artigiano
bene come tale, rispettando le leggi
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non era costretto ad alzarsi davanti a un
economiche nella loro valenza relativa. Se
rabbi. Gesù, uomo del lavoro.
non avesse questa sensibilità, la DSC non
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sarebbe morale, ma la sua caricatura, mo-
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Sant’Agostino: tutti in monastero devono
ralismo. Economia senza etica alla lunga
lavorare con le loro mani. Tradizione mo-
fallisce economicamente; ed etica che non
nastica poi ha contribuito fortemente allo
fa funzionare l'economia non supera la pro-
sviluppo europeo, politico economico: Ora
va della vita. Il Papa si rivolge agli econo-
et labora! Ma forse anche convertiva il lavo-
misti a modo dei “soft morals”: delinea gli
ro in uno strumento soprattutto ascetico,
estremi da evitare e propone con flessibilità
sopravalutando la sua dimensione soggetti-
la linea etica da seguire. In una materia
va. Comunque, la Chiesa ha stentato a dare
come l'etica imprenditoriale sarebbe molto
una risposta alla questione operaia (dimen-
difficile procedere di modo diverso. Dai ri-
sione oggettiva). Dal 1891 Rerum novarum
chiami nel terzo capitolo, dedicato all'eco-
al 1931 Quadragesimo Anno: DSC impernia-
nomia, dell’enciclica Ceritas in veritate, pen-
ta nella questione operaia. Da allora in poi
so che emerga uno stimolo incoraggiante
si allargò lo sguardo: distribuzione spropor-
per gli imprenditori. Non sono il primo a dir-
zionata di ricchezza e di miseria in tutto il
lo, ma la Chiesa ringrazia soprattutto i pic-
mondo. Il lavoro è la chiave essenziale di
coli e medi imprenditori (e sono molti) che,
tutta la questione sociale (cfr. LE 3). Gio-
in un mondo dove la concorrenza è globale,
vanni Paolo II ha posto le basi antropologi-
s'impegnano in prima persona quotidiana-
che per superare la contrapposizione fra la-
mente per garantire il successo alle loro at-
voro e capitale, anzi per poter parlare di un
tività. Sono loro a creare valori, a mettere a
Vangelo del lavoro, anzi di una spiritualità
disposizione beni e servizi importanti, a
del lavoro: dimensione oggettiva e soggetti-
formare gli apprendisti offrendo un futuro ai
va vanno sempre assieme; libertà personale
giovani. La ricchezza di idee e l'audacia dei
e di mercato va abbinata con responsabilità
piccoli e medi imprenditori garantiscono il
sociale (economia sociale di mercato).
successo economico di un territorio e pertanto anche nuovi posti di lavoro. Abbiamo
Non si può trapiantare il modello di
bisogno di imprenditori, abbiamo bisogno di
economia sociale di mercato, con il suo
loro imprenditorialità, di loro spirito di ini-
scopo di piena occupazione, senza
ziativa. L'imprenditore è un autentico
diffondere la cultura del lavoro e del bene
funzionario della società che rischia davvero
comune. Lo sviluppo di un’economia di libe-
la pelle per il bene comune.1
ro mercato dipende da una solida base etica
e culturale. In una società o un assetto politico corrotto il libero mercato non funziona.
Dove politica non visto come lavoro di servizio, bensì come occasione di privilegi e di
arricchimento personale, viene meno il senso di bene comune in tutta la società.
Equilibrio fra libertà di mercato, anche del
mercato del lavoro (no all’assistenzialismo),
e sicurezza sociale (il lavoro non è merce).
In Europa: sussidiarietà, favorire i piccoli e
medi imprenditori (tasse, ostacoli burocratici,…), liberalizzare il mercato del lavoro per
dare spazio all’esigenza (poter licenziare
facilmente che non si lascia esigere) e al
merito. Quelli che creano lavoro e ricchezza
sono le imprese.
1
Cfr. Reinhard Marx, Il Capitale. Una critica
cristiana alle ragioni del mercato, Rizzoli,
Milano (2009) 229s.
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