Massimi e minimi di funzioni di due variabili Lorenzo Brasco∗ 17 Maggio 2008 Nel seguente esercizio, vediamo l’esempio1 di una funzione f di classe C 2 con le seguenti proprietà: (i) ∇f (0, 0) = (0, 0); (ii) la restrizione di f ad una qualsiasi retta passante per (0, 0), ha minimo in tale punto; (iii) il punto (0, 0) non è di minimo locale per f . Esercizio 1 Si trovino i punti critici della seguente funzione di due variabili f (x, y) = (y − x2 )(y − 2x2 ), (x, y) ∈ R2 , studiandone la natura (es. punti di minimo, punti di massimo, punti di sella). Soluzione Osserviamo come prima cosa che la nostra funzione è sicuramente di classe C 2 (anzi, in realtà è addirittura di classe C ∞ ), essendo semplicemente un polinomio nelle due variabili x e y. Dobbiamo trovare i punti del piano in cui il gradiente della funzione f si annulla, ovvero dal momento che si ha ∇f (x, y) = (8x3 − 6xy, 2y − 3x2 ), dobbiamo trovare le soluzioni del sistema ( 8x3 − 6xy 2 2y − 3x = 0 = 0. Con facili calcoli, si ottiene che il precedente sistema ha come unica soluzione l’origine degli assi (0, 0), che rappresenta quindi l’unico punto critico di f . Calcoliamo adesso la matrice hessiana di f " # 24x2 − 6y −6x 2 D f (x, y) = , −6x 2 ∗ [email protected] 1 Ringrazio il Dott. Giulio Peruginelli per avermi segnalato l’esercizio. 1 e valutiamola nel punto critico (0, 0), ovvero " D2 f (0, 0) = 0 0 # 0 2 , che è una matrice simmetrica semidefinita positiva: quindi non possiamo concludere nulla di certo2 sulla natura del punto (0, 0). Si noti che la matrice è già in forma diagonale, abbiamo pertanto che λ1 = 0, λ2 = 2, sono i suoi autovalori, i cui autospazi corrispondenti sono dati da V1 =< [1, 0] >, V2 =< [0, 1] >, rispettivamente (ovvero gli autospazi sono semplicemente gli assi coordinati). Studiamo adesso le restrizioni di f a tali autospazi V1 e V2 , si ha: g1 (x) = f (x, 0) = 2x4 , per cui la restrizione di f all’autospazio relativo a λ1 ha un minimo in corrispondenza di (0, 0); analogamente, risultando g2 (y) = f (0, y) = y 2 , anche la restrizione di f all’autospazio relativo a λ2 ha un minimo in corrispondenza di (0, 0). Possiamo quindi dire che allora in realtà la restrizione di f ad una qualsiasi retta passante per (0, 0) ha un minimo in tale punto.3 Ciò sembra suggerire in modo naturale che il punto (0, 0) debba essere di minimo: tuttavia, un semplice studio del segno della funzione di partenza, ci permette di concludere che f (x, y) ≤ 0 ⇐⇒ x2 ≤ y ≤ 2x2 , ovvero f è negativa nella regione di piano compresa tra i grafici delle due parabole y = x2 e y = 2x2 , e positiva all’esterno (si veda Figura 3). Abbiamo quindi che in ogni piccolo intorno del punto (0, 0), f è sia positiva che negativa. Dal momento che f (0, 0) = 0, il punto critico in esame non può essere di minimo (nè di sella, chiaramente). ¦ 2 Si ricordi che il fatto che la matrice hessiana sia semidefinita positiva, è una condizione necessaria ma non sufficiente affinchè il punto in esame sia di minimo. In parole povere, per il momento possiamo solo dire che (0, 0) potrebbe essere di minimo. 3 Chi non fosse persuaso da questa affermazione, conseguente allo studio delle restrizioni di f ai soli autospazi, provi semplicemente a fare il seguente esercizio: consideri la funzione di una variabile (dipendente dal parametro k) gk (x) = f (x, kx), che rappresenta per l’appunto la restrizione di f ad una qualsiasi retta passante dall’origine, e ne studi l’andamento vicino al valore x = 0. 2 6 5 4 3 2 1 0 −1 1 1 0.5 0.5 0 0 −0.5 −0.5 −1 −1 Figura 1: Il grafico della funzione f . 2 1.5 1 0.5 0 1 1 0.5 0.5 0 0 −0.5 y −0.5 −1 −1 x Figura 2: Le restrizioni di f all’autospazio V1 (colore rosso) e all’autospazio V2 (colore blu). 3 8 7 6 y 5 − 4 − 3 2 − − + 1 + 0 −2 − − + + − − + −1.5 −1 + + + + + + 0 0.5 −0.5 + + − − − + 1 + 1.5 2 x Figura 3: Regioni di positività (con il segno +) e regioni di negatività (con il segno −) di f . 4