PRESA DI POSIZIONE DI TCS
Durante la trasmissione “Kassensturz” del 4 febbraio 2014 in merito alla tragica morte di una
paziente in Egitto, sono state comunicate delle informazioni poco chiare e pertinenti sul tema
del rimpatrio di pazienti in Svizzera. Invece di intraprendere una corretta discussione sul
lavoro dei soccorritori sul posto che devono prendere decisioni importanti per casi di persone
gravemente ammalate o ferite, Kassensturz
Kassensturz s’è limitata a mettere in dubbio la valutazione
medica del TCS.
Secondo le affermazioni del medico svizzero, Heinz Zimmermann, intervenuto nella
trasmissione, se la paziente fosse stata rimpatriata già al secondo giorno di degenza in
ospedale, avrebbe
bbe avuto una possibilità di essere salvata e sarebbe in vita ancora oggi.
Questa speculativa dichiarazione non si basa sui fatti. In primo luogo Zimmermann non ha
parlato né con i medici locali, né con i medici svizzeri che avevano in cura la paziente e
quindi
uindi non era sufficientemente informato. Secondo: la figlia della paziente aveva informato il
TCS, proprio il secondo giorno, che gli revocava il mandato, confermando che sarebbe stata
la Cassa Malati della madre a organizzare il rimpatrio. Però il terzo giorno, la figlia ha
nuovamente ridato il mandato
ato al TCS chiedendo di rimpatriare la madre. Questi fatti erano
noti a Kassensturz, che non li ha però divulgati.
I medici del TCS, fin dall'inizio, erano in stretto contatto con i medici locali e con il medico
medi di
fiducia della paziente per la valutazione del suo stato di salute. Sono stati eseguiti
correttamente tutti i passaggi. Inoltre, il TCS era in ogni momento a stretto contatto con la
famiglia della paziente, la sorella che era sul posto in Egitto e con la figlia e il genero.
Il TCS già dal primo giorno aveva deciso che la paziente doveva essere il più velocemente
possibile rimpatriata in Svizzera e questo è stato comunicato a tutte parti interessate.
Purtroppo, la paziente era in condizioni mediche precarie.
precarie. Aveva subito due arresti cardiaci,
rianimata meccanicamente.
Il TCS, durante il periodo in cui aveva il mandato, ha valutato che la paziente non era in
grado di essere rimpatriata in Svizzera per via delle sue critiche condizioni sanitarie e che
non sarebbe sopravvissuta al trasporto. Il TCS ha deciso quindi di ritardare il rimpatrio fino a
quando le condizioni della paziente si sarebbero stabilizzate. Questa decisione è stata
discussa con il medico di famiglia della paziente che l’ha approvata. Il sabato
s
successivo, su
decisione della figlia, è stato organizzato il trasporto, non da parte del TCS, ma dalla Rega.
Purtroppo durante il trasporto la paziente è deceduta.
Per il TCS sono sempre prioritari il benessere e la sicurezza del paziente e cerca sempre la
soluzione più appropriata. Da 55 anni il TCS aiuta i suoi soci all'estero in caso d’incidente o
malattia e per questo ha creato il Libretto ETI, sottoscritto da 700.000
700.000 soci. Il TCS è la
maggior organizzazione svizzera per il rimpatrio di persone malate o ferite dall'estero. L'anno
scorso il TCS ha eseguito 3'632 indagini mediche e sono state rimpatriate più di 900
persone.
MV/5.2.2014
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