Televisione, computer e videogiochi: rischi per bambini e adolescenti

07/02/2014
Televisione, computer e videogiochi: rischi per
bambini e adolescenti
Il problema della sovraesposizione dei bambini a televisione,
computer e videogiochi è fonte da anni di dibattiti, articoli, convegni e
quant’altro. In realtà al giorno d’oggi si è chiarito quello che il buon
senso aveva già fatto intendere: l’eccesso può essere dannoso, l’uso
corretto, no.
Per quanto riguarda i problemi di carattere fisico i bambini, ma anche i
ragazzi e gli adulti, possono andare incontro a quella serie di disturbi
fisici, di affaticamento e di fastidio oculare, che vengono solitamente
descritti dai lavoratori addetti al videoterminale del computer. Essi
dipendono sia da fattori generali (quale l’impegno di lavoro, la
posizione del corpo, il microclima, l'illuminazione ecc.) sia da fattori di
tipo strettamente oculare, legati principalmente all’eventuale difetto
refrattivo presente, corretto o meno, ai disturbi dell’accomodazione, a
quelli della motilità, alla scarsa capacità visiva data da malattie vere e
proprie e, non ultimo per importanza, alle alterazioni del film lacrimale.
Tra i sintomi generali che possono comparire ricordiamo: mal di testa,
debolezza, nausea, disturbi dell’apparato digerente, vertigine e
tensione generale. Fra i sintomi visivi ricordiamo: alterazioni transitorie
di messa a fuoco delle immagini, scompenso di uno strabismo latente,
visione rosata dopo prolungata esposizione al videoterminale,
accentuata sensibilità alla luce, visione sfuocata saltuaria e visione
annebbiata anche in seguito all’uso.
I principali difetti visivi quali miopia, ipermetropia, astigmatismo e
presbiopia non sono causati dall'uso eccessivo dei computer o dei
videogiochi, ma possono contribuire a far comparire i disturbi di
affaticamento (astenopia) soprattutto se non perfettamente corretti. E'
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importante quindi correggere adeguatamente tali difetti, anche se lievi,
per evitare un ulteriore sforzo visivo durante il lavoro o lo svago.
Condizioni ambientali sfavorevoli quali impianto di condizionamento
poco efficiente, affollamento di persone e macchine, presenza di
fumatori, secchezza dell'aria possono contribuire all'insorgenza dei
disturbi oculari. Anche un’illuminazione insufficiente o eccessiva
dell’ambiente circostante può accentuare il disturbo visivo per un
eccessivo contrasto di luminosità con l'immagine del video.
Contribuiscono inoltre a creare disturbi i riflessi provenienti dallo
schermo, dal tavolo o da altre superfici circostanti, finestre o fonti di
luce artificiale che si proiettano sullo schermo, luci dirette non
opportunamente schermate.
Altre situazioni che aumentano lo sforzo visivo sono quelle che
alterano la qualità delle immagini provenienti dallo schermo: scarsa
definizione o stabilità dei caratteri, superfici di colore estremo (bianco
o nero), diminuita trasparenza dello schermo per polvere, sporcizia,
impronte, ecc.
La sovraesposizione dei bambini a televisione e videogiochi andrebbe
comunque evitata anche perché la visione da vicino prolungata (60
cm di distanza media di un terminale, 30 di un videogioco) comporta
un impegno visivo costante che affatica i muscoli dell’occhio deputati
alla messa a fuoco dell'immagine e alla motilità oculare. L'impegno
aumenta infatti quanto più l'oggetto è vicino e quanto più a lungo è
fissato nel tempo.
Bisognerebbe inoltre essere certi che il bambino (ma anche l’adulto)
abbia una buona visione binoculare (e quindi stereoscopica) che
permetta una messa a fuoco simultanea, che siano cioè assenti
condizioni di strabismo manifesto o latente o sia presente una
eccessiva diversità di vista tra i due occhi.
Va sottolineato che un possibile danno a carico del cristallino
(cataratta da raggi) o della retina, imputabile a radiazioni emesse dallo
schermo, segnalato in passato da alcuni, non sembra a tutt’oggi
confermato e al momento attuale non esiste alcuna dimostrazione che
l’utilizzo del computer, televisione o videogiochi possa causare danni
irreversibili all’occhio.
Ricordiamoci infine che il vero scopo per cui la natura ci ha dotato
degli occhi è per la visione per lontano in condizioni di luce diurna:
tutto ciò che si discosta da questa situazione viene affrontato
dall’occhio come lavoro in più. con i suoi meccanismi pur fisiologici
dell’accomodazione e della convergenza è responsabile di un forte
affaticamento dei muscoli oculari impiegati in questi meccanismi.
Per quanto concerne invece il problema dei danni psicologici, è
innanzitutto necessario fare un distinguo tra libri/film e videogiochi.
Ciascuno sa che esistono libri e film educativi, pericolosi, adatti e
non adatti a bambini, a ragazzi, e infine libri e film sconsigliati a chi ha
determinate condizioni psichiche quali depressione, facile
suggestionabilità, problemi psichici, ma resta il fatto che libri e film
raramente danno, ad esempio, dipendenza.
Occorre tuttavia rendersi conto che il mondo dei videogiochi è ampio
e variegato, ed è difficile parlarne in generale. Ogni videogioco ha le
sue caratteristiche, e dovrebbe essere valutato singolarmente prima di
essere dato in mano ad una persona molto giovane.
I videogiochi sono un fenomeno relativamente recente. Gli studi sulle
conseguenze dell'esposizione a videogiochi sono ancora pochi, con
risultati contraddittori e nessuna conclusione definitiva. Questo è vero
soprattutto per gli effetti a lungo termine sui bambini. In altre parole
non si sa ancora con certezza cosa succederà da grandi ai bambini
videogiocatori.
Gran parte delle affermazioni sulla presunta pericolosità dei
videogiochi sono opinioni autorevoli, ma basate su osservazioni
empiriche, raramente sono suffragate da prove convincenti. Hanno
più il valore di ipotesi da dimostrare che non quello di fatti accertati.
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I pochi studi esistenti presentano dei limiti che rendono difficilmente
generalizzabili le conclusioni. Sono stati condotti, ad esempio, su
videogiocatori accaniti e non su giocatori che per necessità o per virtù
giocano per periodi limitati di tempo, come spesso sono costretti a
fare i ragazzi controllati dai genitori.
I risultati di questi studi vengono citati dai sostenitori di ciascuna delle
due fazioni (favorevole e contraria ai videogiochi) come prove
inconfutabili, ma in realtà non lo sono.
Anche qualora fosse effettivamente riscontrata una correlazione
statistica tra esposizione massiccia al videogioco e comportamenti
problematici nei bambini, resterebbe da individuare il rapporto tra
causa ed effetto. E' il videogioco che crea bambini problematici, o
sono i bambini con delle difficoltà di crescita che sono più soggetti a
lasciarsi attrarre dai videogiochi? O entrambe le caratteristiche sono
determinate da qualche altra variabile a monte?
Di solito i bambini che videogiocano molto guardano anche i cartoni
giapponesi, amano i film violenti, e sono scarsamente controllati dai
genitori.
La diffusa tendenza a non differenziare i videogiochi, lascia inoltre un
dubbio. Sono dannosi tutti i videogiochi o soltanto alcuni? Un ragazzo
che gioca a The Sims, o a pilotare un aereo (magari anche non
militare) o a costruire città con il computer, corre proprio gli stessi
rischi di chi gioca a fare a pezzi zombie e mostri?
Come si è già detto, non esistono prove che i videogiochi (violenti)
rendano i giocatori più aggressivi e più violenti, soprattutto a lungo
termine.
Alcuni ricercatori dell’Università di Iowa (USA), sono giunti alla
conclusione che i videogiochi violenti forse non inducono i giocatori a
comportamenti violenti, ma li rendono comunque meno sensibili a
filmati che presentano scene di violenza. In parole più semplici, i
videogiochi violenti farebbero sembrare la violenza un po' più
normale.
E' una conclusione plausibile. Non possiamo però esserne proprio
certi. Non sappiamo come avrebbero reagito i soggetti della ricerca,
se le scene di violenza a cui hanno assistito dopo aver videogiocato
fossero stare reali, anziché filmate.
Anche se i dati sperimentali sono ancora scarsi, molti psicologi si
dichiarano certi della dannosità dei videogiochi, mentre altri sono certi
del contrario. Si tratta in ogni caso di opinioni raramente supportate da
prove scientifiche. Qualche volta non supportate nemmeno da una
conoscenza approfondita del mondo dei videogiochi. Valgono
ugualmente comunque come ipotesi da tenere in considerazione.
L'osservazione empirica sembra confermare la preoccupazione che
bambini e ragazzi che prediligono videogiochi violenti, tendono ad
essere più agitati ed aggressivi.
Forse è vero ma, come già detto, non possiamo affermare con
assoluta certezza quale sia la causa e quale l'effetto. Alcuni
sostengono che questo dipende dal fatto che i videogiochi violenti
attraggono soggetti che già hanno tendenze aggressive.
Se non è stato dimostrato che i videogiochi violenti sono pericolosi,
ancor meno è stato dimostrato che non lo sono.
Va ricordato che esistono anche soggetti particolarmente fragili, che
potrebbero essere più vulnerabili.
Ammesso che non creino turbe psichiche, molti videogiochi, violenti o
non violenti, sono comunque diseducativi. Possono trasmettere una
visione del mondo sbagliata o comunque non conforme ai valori che i
genitori vogliono trasmettere ai propri figli.
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Il buon senso quindi suggerisce molta cautela nel consentire ai
bambini, ed anche agli adolescenti fino ad una certa età, videogiochi a
contenuti violenti.
Esiste molta incertezza anche per quello che riguarda le conseguenze
dei videogiochi sugli
aspetti
neuropsicologici: attenzione,
concentrazione, memoria, riflessi, ecc.
E' molto diffusa l'opinione che i ragazzi videogiocatori accaniti
dimostrino poi deficit o problemi neuropsicologici, in particolare nelle
aree della memoria, dell'attenzione, e della concentrazione.
Anche in questo caso non esistono prove inconfutabili.
Alcuni ritengono addirittura che i videogiochi rafforzino queste
capacità, ma non è provato che gli eventuali benefici si generalizzino
automaticamente anche alle attività non legate all'utilizzo del
computer.
Va però detto che i videogiocatori accaniti, giovani o meno giovani,
spesso hanno una qualche forma di dipendenza dal gioco, che li porta
a restare focalizzati su di esso anziché sui compiti richiesti dalla vita
reale. Questo può dare l'impressione che la persona sia assente e
poco concentrata.
Anche in questo caso va ricordato che i ragazzi videogiocatori accaniti
sono quasi sempre anche consumatori di televisione, specialmente di
cartoni, e spesso vivono di zapping.
Se non possiamo pronunciarci con certezza sulle conseguenze e sui
danni dei videogiochi sui bambini e sugli adolescenti, possiamo
tuttavia affermare con un certo margine di sicurezza almeno alcune
cosette.
Se non esistono prove inconfutabili circa la dannosità di certi
videogiochi, ancor meno esistono elementi per poter affermare
con certezza che non possono essere dannosi. Il buon senso ci
invita a fare molta attenzione.
 Dannosi o non dannosi, alcuni videogiochi sono diseducativi.
 Se non è stata dimostrata la pericolosità dei videogiochi per la
mente, è invece più che dimostrata la loro pericolosità per il
corpo, soprattutto per gli occhi (come già enunciato
precedentemente) e per la spina dorsale.
 Un certo livello di rischio i videogiochi possono in ogni caso
presentarlo per soggetti psicologicamente fragili, già predisposti
a comportamenti disturbati.
 Qualsiasi attività, anche la lettura di Dante Alighieri, se svolta per
periodi esageratamente prolungati, può creare nelle disfunzioni
nella vita di un individuo.
 Anche i videogiochi più educativi possono facilmente generare
dipendenza, ed in misura molto superiore a quanto può farlo il
gioco tradizionale.
Molti psicologi sono convinti che passare molto tempo nella realtà
rappresentata dai videogiochi, possa influenzare la psicologia del
giocatore. In altre parole, il giocatore potrebbe formarsi una
percezione di sé stesso, della società e della altre persone, a partire
dal mondo e dalle caratteristiche dei videogioco, piuttosto che dalle
sue interazioni con il mondo reale.

Anche questa ipotesi non è stata dimostrata ma il buon senso, ancora
una volta, invita a tenerla in considerazione.
C.N. 2° DAN Aspirante Maestro
Ferreri Gaetano
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