Progetto di educazione alla salute Cogito ergo sum : l`orgoglio dell

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Progetto di educazione alla salute
Cogito ergo sum : l’orgoglio dell’in-dipendente
Il videogioco, rappresentando una evoluzione tecnologica di diverse
forme di gioco, possiede potenzialmente degli effetti positivi che possono essere sintetizzati come segue:
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rappresenta uno stimolo, in quanto “gioco sensomotorio”, ad alcune abilità
manuali e di percezione;
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può stimolare la comprensione dei compiti da svolgere, sostenendo anche le
forme induttive di pensiero;
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può abituare a gestire gli obiettivi, individuando dei sottoobiettivi;
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può favorire l’allenamento dell’autocontrollo e della gestione delle emozioni
connesse all’esercizio di un compito;
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può sviluppare diversi aspetti della personalità, quali l’abilità di prendere decisioni velocemente, di affrontare difficoltà e di prendere iniziative;
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può favorire apprendimenti specifici su alcune tematiche, su conoscenze relative a terminologie tecniche e a modalità procedurali relative ad ambiti specifici a
cui si riferiscono le competizioni giocate.
Una delle prime conseguenze negative legate all’uso protratto nel tempo dei videogiochi e per lunghi periodi durante le giornate è quello della videomania (o videoabuso), un comportamento incontrollato dal punto di vista quantitativo che rappresenta spesso l’anticamera di altri tipi di effetti nocivi da videogiochi. Un altro atteggiamento negativo osservabile nell’uso coatto dei videogiochi è quello definito
“videofissazione”, ossia la prolungata esposizione ad un videogame. Per questi motivi è opportuno rispettare alcune norme comportamentali.
La prima regola è quantitativa e riguarda il tempo impiegato nell’uso del videogioco,
al quale si consiglia di non rivolgere una pratica quotidiana stabile e comunque mai
superiore ad un’ora circa.
Una seconda regola riguarda la qualità del consumo, ossia la necessità di effettuare, come buona abitudine, delle brevi e frequenti pause da fare almeno ogni dieci minuti
circa.
La terza regola concerne la necessità di trascorrere solo una parte del tempo libero giocando ai videogames, lasciando spazio anche ad altre attività “reali” e “sociali”, come
lo sport e gli incontri con amici. In tal modo, si prevengono sia i problemi legati alla
sedentarietà che l’isolamento sociale.
Responsabile del progetto
Prof. Rinaldi Patrizia
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