Alessio Corti, organista
Nato a Milano nel 1967. Giovanissimo si diploma in pianoforte con Lucia
Romanini, in organo e composizione organistica con il padre, Enzo, ed in
clavicembalo con Laura Alvini. Prosegue gli studi perfezionandosi con i maestri
Radulesco, Krumbach, Isoir, Vogel, Stella e Tagliavini; quindi frequenta il
Conservatorio Superiore di Ginevra dove nella classe di Organo e Improvvisazione
di Lionel Rogg ottiene nel 1992 il “Premier Prix de Virtuosité avec Distinction” ed il
Premio speciale “Otto Barblan”.
Già premiato in altri importanti concorsi organistici nazionali ed
internazionali, consegue il “Primo Premio Assoluto” al prestigioso Concorso
Internazionale di Ginevra CIEM - 1993.
Dal 1983 è organista titolare della Chiesa di Santa Maria Segreta in Milano
dove, nel corso di numerosi cicli concertistici, ha eseguito tra l'altro le opere
integrali per organo di J.S. Bach e D. Buxtehude; dal 1991 è inoltre titolare
dell'organo della Chiesa Cristiana Protestante.
Interprete versatile di un vasto repertorio, è regolarmente invitato a
suonare per i più importanti festivals internazionali, svolgendo anche attività di
clavicembalista.
Per la casa discografica italo-tedesca Antes-Concerto ha registrato l’Opera
Omnia per organo di J.S. Bach in 17 CD. Dal 2001 è stato nominato Professore
d’Organo e Improvvisazione al Conservatorio Superiore di Ginevra.
SABATI ORGANISTICI DI SAN FEDELE
ALL’ORGANO POSITIVO TAMBURINI
PROSSIME ATTIVITÀ DI SAN FEDELE MUSICA
Sabati organistici di San Fedele, ore 17:30
Sabato 13 Marzo, Alessandro La Ciacera
Sabato 10 Aprile, Riccardo Villani
Sabato 24 Aprile, Emanuele Vianelli
Sabato 8 Maggio, Lorenzo Bonoldi
Sabato 22 Maggio, Francesco Catena
Alessio Corti, Organo
Commenti musicali di Quaresima
Brani organistici dopo l’omelia del compositore Alessandro Solbiati
domenica 28 Febbraio – Messa delle ore 11:00
domenica 7 – 14 – 21 – 28 Marzo – Messa delle ore 11:00
Sabato 27 febbraio 2010 ore 17:30
CHIESA DI SAN FEDELE
Fondazione Culturale San Fedele
Piazza San Fedele, 4 - 20121 - Milano - Tel. 02 863522331
Mail: [email protected]
www.centrosanfedele.net
Piazza San Fedele, 4 – 20121 Milano
www.centrosanfedele.net
PROGRAMMA
GIOVANNI GABRIELI (Venezia 1557 – ivi 1612)
Intonazione e Fuga del nono tono
JAN PIETERSZOON SWEELINCK (Deventer 1562 – Amsterdam 1621)
“Mein junges Leben hat ein End” (Variazioni)
FRANCISCO CORREA DE ARAUXO (Siviglia 1583ca. – Segovia 1654)
Quinto Tiento de tiple de septimo tono
GIROLAMO FRESCOBALDI (Ferrara 1583 – Roma 1643)
Toccata nona (II Libro)
DOMENICO ZIPOLI s.j. (Prato 1688 – Córdoba 1726)
Canzona in sol
DIETRICH BUXTEHUDE (Oldesloe/Holstein 1637 – Lubecca 1707)
Praeludium in sol minore BuxWV 163
JOHANN PACHELBEL (Norimberga 1653 – ivi 1706)
Aria sexta (“Sebaldina”) da “Hexacordum Apollinis”
JOHANN SEBASTIAN BACH (Eisenach 1685 – Lipsia 1750)
Praeludium et Fuga in re minore BWV 539
Aspetti e forme dell’arte organistica tra sei e settecento
Giovanni Gabrieli, nipote di Andrea, col quale studiò e al quale
successe come organista della Basilica di S. Marco, è considerato il più
grande rappresentante di quella scuola propriamente veneziana che,
portando a compimento gli ideali rinascimentali, inaugurò l’epoca barocca.
Oltre che “rispondere al coro”, era compito degli antichi organisti
preludiare e dare il tono al coro stesso; da ciò scaturì il genere dell’
Intonazione come libera improvvisazione di accordi e passaggi ove
l’esecutore faceva sfoggio del proprio estro, mettendo in luce le risorse
sonore dello strumento.
Uno stadio di matura elaborazione, rispetto all’estemporaneità di
concezione e d’esecuzione delle antiche Intonazioni, è dato dalla forma
della Toccata e del Praeludium negli autori appartenenti a pieno titolo al
mondo barocco, quali ad esempio Frescobaldi e Buxtehude; qui, fatta salva
la specificità dei linguaggi personali, rispettivamente appartenenti al
mondo musicale italiano e tedesco, ci si trova di fronte ad opere
chiaramente strutturate in sezioni di carattere contrastante; rigorosi
episodi imitativi, o fugati, si alternano a momenti di esuberanza
virtuosistica, o di più contenuta espressione, in una grande varietà di
“affetti” ed eloquenti gesti sonori.
Il termine Fuga era stato impiegato fin dal ‘400 per designare
composizioni basate sull’imitazione e più specificamente sul Canone. Nel
corso del ‘500 il fiorire di forme strumentali imitative quali il Ricercare e
la Canzona determinò l’affermarsi di una scrittura contrappuntistica in cui
ha origine lontana la Fuga, che nella forma moderna si definì nella
seconda metà del ‘600.
E’ per questa ragione che la Fuga del IX tono di Giovanni Gabrieli è
ancora imparentata all’antica Canzona, così come la Canzona del gesuita
Domenico Zipoli presenta nella prima sezione una scrittura chiaramente
fugata.
Con Johann Sebastian Bach la Fuga, forma somma dell’epoca barocca,
tocca il suo apogeo. In Bach, inoltre, si definisce sistematicamente il tipico
binomio di Preludio e Fuga, Fantasia e Fuga, Toccata e Fuga, ossia una
forma costituita da due grandi blocchi legati dall’appartenenza alla stessa
tonalità e talvolta aventi affinità tematica, ciascuno con caratteristiche
tecniche ed espressive proprie, ma al tempo stesso uniti da un rapporto di
complementarietà.
Nella penisola iberica si sviluppa in una grande varietà tipologica la
forma del Tiento. Essa origina dapprima dall’austero Ricercare, ma ben
presto acquisisce ed assimila anche gli stilemi più liberi e improvvisativi
della Toccata, fondendoli in maniera originale in un tutto organico. La
possibilità di dividere i registri dell’unica tastiera dell’antico organo
spagnolo in bassi e soprani, permise la nascita dei cosiddetti Tientos
partidos, ossia di pezzi in cui una delle due mani realizzava una polifonia
contrappuntistica di condotta severa, mentre l’altra si sbizzarriva in
evoluzioni e volute riccamente ornamentali; nel Tiento di Francisco Correa
de Arauxo, si può ascoltare una composizione in cui il ruolo solistico è
affidato alla mano destra, ossia il soprano (Tiple).
Splendidi esempi di antichi Temi e Variazioni sono i brani di
Sweelinck, compositore fiammingo, e Johann Pachelbel, esponente del
barocco tedesco. Sweelinck è a giusto titolo considerato tra i più
importanti capiscuola della musica barocca per tastiera, in virtù
dell’elevata qualità delle sue composizioni e dei molti allievi che ebbe
modo di formare. Specialmente nel campo della Variazione, egli fu un
maestro insuperato alla sua epoca.
Il brano di Johann Pachelbel è tratto da una raccolta di Arie con
Variazioni, dal titolo Exachordum Apollinis. L’Aria sexta è denominata
Sebaldina quale probabile omaggio a S. Sebaldo, cui era intitolata la
Chiesa nel centro di Norimberga presso cui Pachelbel svolse l’incarico di
organista. (A. Corti)