LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Le aperture di credito Vincenzo dott. DI MAGGIO LE APERTURE DI CREDITO INTERMEDIARIO FINANZIARIO ENTE LOCALE Richiede erogazione credito e paga interessi solo su somme versate dalla banca per la durata dell’anticipazione Contratto bilaterale oneroso Si obbliga a tenere a disposizione dell’ente locale una somma di denaro per un dato periodo di tempo E’ un contratto consensuale perché si perfeziona senza che la somma messa a disposizione della banca venga realmente utilizzata LE APERTURE DI CREDITO Con le somme ottenute in apertura di credito l’ente locale finanzia gli interventi in conto capitale pagando interessi solo sulle somme effettivamente erogategli dalla banca L’ente presenta delegazioni di pagamento e richiede erogazione credito in tranche ENTE LOCALE (richiede credito) CONTRATTO BILATERALE L’intermediario finanziario concede il credito e versa le somme richieste sulla base degli stati avanzamento lavori Entro 3 anni dalla prima erogazione l’apertura di credito si trasforma in un mutuo ordinario INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) CARATTERISTICHE DELL’APERTURA DI CREDITO FINALITA’ Realizzazione di opere pubbliche o spese in conto capitale incrementative del patrimonio dell’ente DURATA la banca è tenuta ad effettuare erogazioni, totali o parziali, dell'importo del contratto in base alle richieste di volta in volta inoltrate dall'ente e previo rilascio da parte di quest'ultimo delle relative delegazioni di pagamento; l'erogazione dell'intero importo messo a disposizione al momento della contrazione dell'apertura di credito ha luogo nel termine massimo di tre anni AMMORTAMEN TO l'ammortamento degli importi erogati deve avere una durata non inferiore a cinque anni con decorrenza dal 1° gennaio o dal 1° luglio successivi alla data dell'erogazione; le rate di ammortamento devono essere comprensive, sin dal primo anno, della quota capitale e della quota interessi CONDIZIONI deve essere indicata la natura delle spese da finanziare e, ove necessario, avuto riguardo alla tipologia dell'investimento, dato atto dell'intervenuta approvazione del progetto o dei progetti definitivi o esecutivi, secondo le norme vigenti ONEROSITA’ gli interessi sulle aperture di credito devono riferirsi ai soli importi erogati, per le operazioni a tasso fisso IRS a 2 anni + spread 0,04%, per le operazioni a tasso variabile Euribor 6 mesi + spread 0,08% APERTURE DI CREDITO CONNESSE AD ALIENAZIONI PATRIMONIALI 3^ Con le somme ottenute in apertura di credito l’ente locale finanzia gli interventi in conto capitale ENTE LOCALE (richiede credito) 1^ L’ente presenta delegazioni di pagamento e richiede erogazione credito in tranche CONTRATTO BILATERALE € L’intermediario finanziario concede il credito e versa le somme richieste L’ente programma in bilancio e nel PTOO di alienare beni patrimoniali e di utilizzare le entrate a finanziamento di spese in conto capitale (incrementative del patrimonio) INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) 2^ In attesa di perfezionare le alienazioni l’ente richiede una apertura di credito che non po’ superare il 75% dell’importo di stima del valore dei relativi beni patrimoniali da vendere APERTURE DI CREDITO CONNESSE AD ALIENAZIONI PATRIMONIALI FINALITA’ Realizzazione di opere pubbliche, investimenti incrementativi del patrimonio dell’ente DURATA 24 MESI dalla data del primo utilizzo con attivazione delle garanzie in assenza di contratto di compravendita (possibilità di proroga di ulteriori 24 mesi in caso di avvenuta stipula del contratto ma senza incasso totale o parziale delle relative somme) LIMITI 75% del valore del bene patrimoniale da alienare UTILIZZO - 25% dell’importo globale del prestito dopo la negoziazione dell’apertura di credito; - 50% dopo l’avvio delle procedure di alienazione, tramite pubblicazione dell’atto formale di indizione del pubblico incanto; - 100% dopo la stipula del contratto di compravendita. ONEROSITA’ Interessi calcolati sugli effettivi utilizzi dell’apertura di credito, ovvero sull’ammontare del capitale concretamente erogato all’ente locale dall’Istituto finanziario. LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Gli strumenti di finanza innovativa: I prestiti obbligazionari Vincenzo dott. DI MAGGIO I PRESTITI OBBLIGAZIONARI: ATTORI COINVOLTI INTERMEDIARI FINANZIARI ENTE LOCALE Emette il prestito obbligazionario tramite un intermediario finanziario abilitato La banca colloca le obbligazioni sul mercato degli investitori o acquista a fermo versando l’ammontare del prestito all’ee.ll. Acquistano i titoli per investimento INVESTITORI I PRESTITI OBBLIGAZIONARI CC : N = Q CC = CAPITALE RICHIESTO DALL’ENTE LOCALE N = NUMERO QUOTE Q = VALORE NOMINALE DI UNA OBBLIGAZIONE (importo scritto sul titolo) PREZZO DI EMISSIONE: importo effettivamente richiesto ai sottoscrittori P.E. PREZZO DI EMISSIONE (alla pari) = Q = Valore nominale PREZZO DI EMISSIONE (sotto la pari) < Q = Valore nominale Non sono possibili emissioni di titoli sopra la pari per gli enti locali VALORE DI RIMBORSO: importo che l’ente locale restituirà al possessore del titolo alla scadenza VALORE DI RIMBORSO (alla pari) = Q (nella maggioranza dei casi) VALORE DI RIMBORSO (sotto la pari) < Q VALORE DI RIMBORSO (sopra la pari) > Q (molto raramente in presenza di investimenti molto redditizi) N.B. la percentuale di rendimento del BOC non può essere superiore a quella dei titoli di Stato di durata analoga aumentata di 1 punto percentuale CONDIZIONI PER L’EMISSIONE DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO Art. 1 D.M 420/96 Adozione della deliberazione di emissione del prestito (C.C) e preventiva approvazione del progetto o del piano esecutivo dell'investimento nonché del P.E.F. se si tratta di un investimento collegato all’erogazione di servizi a carattere imprenditoriale Art. 1 L.724/1994 e art. 41 L.448/2001 Destinazione esclusiva al finanziamento di spese di investimento ovvero alla conversione dei mutui contratti successivamente al 31 dicembre 1996 purchè i mutui erano destinati ad investimenti e vi sia una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico dell’ente. L. 724/1994 art. 3, c. 3 L’investimento deve avere un valore di mercato, attuale o prospettico, almeno pari all'ammontare del prestito, mentre il prestito obbligazionario deve essere di ammontare pari all'ammontare del valore del progetto esecutivo a cui fa riferimento. TUEL Sia stato deliberato il bilancio di previsione dell'esercizio in cui è prevista l'emissione del prestito e venga rispettato il limite di indebitamento previsto dall’art. 204 del Tuel Art. 6 D.M 420/96 Avvenuta certificazione dell'ultimo rendiconto della gestione da parte dell'organo di revisione economico-finanziaria (collegio dei revisori o revisore unico) COSTI DI EMISSIONE DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO Le voci di costo di una emissione di un prestito obbligazionario sono le seguenti: -commissioni di collocamento, non superiori allo 0,50% degli importi sottoscritti; -commissioni di garanzia, come contrattati con l’intermediario finanziario; -costi di certificazione di bilancio; -costi di rating (qualora si ritenga utile “dotare l’ente di un rating” per ottenere migliori condizioni di finanziamento); -costi di redazione del prospetto informativo (nel caso di Offerta Pubblica di Sottoscrizione); -costi per l’allestimento dei titoli; -costi per l’amministrazione dei titoli (costi di pubblicità dell’emissione – che saranno maggiori in caso di OPS – gestione dei pagamenti periodici delle cedole tramite casse incaricate; costi di convenzione con la Monte Titoli s.p.a. per l’accentramento della gestione dei titoli; ecc); -costi per l’operazione di swap nel caso di emissioni in valuta a copertura del rischio di cambio. -contributo una tantum pari allo 0,1% dell’ammontare del prestito obbligazionario sottoscritto e versato, da pagare allo Stato entro i 30 giorni successivi al versamento presso il Tesoriere dell’ente emittente dell’importo del prestito sottoscritto. REGIME FISCALE DEI PROVENTI Ai sensi dell'art. 1, comma 1, del D.Lgs. 239/1996 per proventi derivanti dai titoli obbligazionari si intendono sia gli interessi che lo scarto di emissione, fiscalmente assimilato agli interessi, costituito dalla differenza tra il valore di rimborso ed il prezzo di emissione dei titoli. L'art. 1, comma 163, della Legge 266/2005 (legge finanziaria 2006) ha introdotto il vigente regime fiscale delle obbligazioni emesse dagli enti locali in base al quale il rimborso dell'imposta rientra nel regime di cui al capo III del D.Lgs. 241/1997 e pertanto l'imposta sostitutiva del 12,50 per cento spetta integralmente agli enti locali emittenti. Con la Ris. 7 febbraio 2006, n. 27/E l'Agenzia delle Entrate ha istituito i relativi codici tributo per il versamento agli enti territoriali dell'imposta. Ciò vale nel caso in cui i sottoscrittori ed i detentori delle obbligazioni siano soggetti c.d. "nettisti" (in primis le persone fisiche), che immediatamente sono incisi dall'imposta sostitutiva sui frutti percepiti; per i c.d. “lordisti” il gettito è stato invece azzerato (annullando le scelte di convenienza sul tipo di indebitamento fatte dagli enti locali negli anni precedenti) DIRITTI ACCESSORI ALLE OBBLIGAZIONI I prestiti obbligazionari locali possono disporre di warrant o essere convertibili in azioni di società possedute dagli enti locali, tale possibilità permette di collegare l’emissione obbligazionaria ad una strategia di privatizzazione di s.p.a. di proprietà dell’ente. La conversione (anche parziale) delle obbligazioni in azioni di società di proprietà dell’ente emittente (il sottoscrittore passa da creditore dell’Ente Locale ad azionista della società per azioni locale) è sempre una facoltà che quando esercitata permette di conseguire un secondo vantaggio dato dalla riduzione del costo dell’indebitamento visto che viene meno l’obbligo della restituzione del prestito ai sottoscrittori. Nell’ipotesi dei prestiti obbligazionari cum warrant, ai portatori dei titoli è attributo il diritto di acquistare azioni di una società per azioni di proprietà dell’ente locale. In questo caso alla posizione di creditore si somma, nel caso di esercizio del diritto contenuto nel warrant, quella di azionista. Anche qui si possono ottenere i vantaggi di un minor costo del prestito, del reperimento delle risorse per la restituzione del prestito obbligazionario collegato ad una strategia di dismissione del patrimonio azionario. PRESTITI OBBLIGAZIONARI EMESSI DAL COMUNE DI TRIESTE ANNO INTERMEDIARIO TIPO FINANZIARIO EMISSIONE IMPORTO TASSO 2004 B.N.L. A FERMO 17.330.000,00 EURIBOR 6M + SPREAD 0,059% 2005 B.N.L. A FERMO 16.902.000,00 EURIBOR 6M + SPREAD 0,057% A FERMO EURIBOR 6M + 38.758.000,00 SPREAD 0,0495% 2005 DEPFA BANK* * BOC ventennale per estinzione e rifinanziamento di mutui in essere con CDP LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Gli strumenti di finanza innovativa: Il leasing pubblico Vincenzo dott. DI MAGGIO LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI IL LEASING PUBBLICO: DEFINIZIONE Il leasing è una forma di finanziamento consistente in un contratto con il quale una parte (locatario) cede ad un'altra (locatore), per un certo tempo, il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal primo su scelta e indicazione del secondo, il quale ha facoltà di acquistare la proprietà del bene a condizioni prestabilite. Il contratto di leasing si configura, civilisticamente e fiscalmente, come una prestazione di servizi dietro corrispettivo: il canone è pertanto assoggettato ad Iva. Quando utilizzato dagli enti locali, il canone e la relativa Iva rappresentano una spesa corrente ordinaria (peggiorano gli equilibri economico finanziari). Il contratto può assumere diverse configurazioni. Fra le principali possono ricordarsi le seguenti: il leasing finanziario; il leasing operativo; il c.d. leasing di ritorno, ovvero, sale and lease back. IL LEASING FINANZIARIO Il fornitore vende il bene all’intermediario finanziario (concedente) FORNITORE produttore del bene € INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) L’intermediario finanziario paga il bene al fornitore CONTRATTO TRILATERALE L’ente locale procede alla scelta del fornitore mediante procedura di gara L’ente locale paga i canoni di leasing ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) € L’intermediario finanziario consegna il bene all’ente locale N.B. Il canone comprende gli oneri derivanti dalla disponibilità del bene (quote capitale, interessi, spese amministrative), non comprende le spese di funzionamento e di manutenzione che sono a carico dell’utilizzatore LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI LEASING FINANZIARIO: CONCLUSIONE DEL CONTRATTO 1^ IPOTESI: l’ente locale restituisce il bene ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) Restituzione del bene alla società di leasing INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) 2^ IPOTESI: l’ente locale acquista la proprietà del bene € ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) Acquisto della proprietà del bene dalla società di leasing INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) 3^ IPOTESI: l’ente locale restituisce il bene e rinnova il leasing Restituzione del bene alla società di leasing ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) Locazione di un nuovo bene INTERMEDIARIO FINANZIARIO (concedente) Per beni standardizzati a rapida obsolescenza Non è previsto solitamente il riscatto IL LEASING OPERATIVO € CANONE DI LOCAZIONE FORNITORE – SOCIETA’ DI LEASING (concedente) CONTRATTO BILATERALE ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) CONCEDE IN LOCAZIONE N.B. La particolarità del leasing operativo di essere attuato direttamente dal fornitore del bene fa si che, molto spesso, il canone periodico comprende sia la quota di locazione del bene che servizi aggiuntivi messi a disposizione del concedente quali assistenza tecnica, manutenzioni, ecc. IL SALE AND LEASE BACK CONCEDE IN LOCAZIONE PAGA IL CANONE ENTE LOCALE (utilizzatore del bene) CONTRATTO BILATERALE FORNITORE – SOCIETA’ DI LEASING (concedente) PAGA IL PREZZO VENDE IL BENE N.B. Il sale and lease back è una particolare figura contrattuale che ricorre quando un’impresa vende un proprio bene mobile o immobile, di natura strumentale per l’esercizio dell’impresa o dell’attività, ad una società di leasing, la quale lo concede contestualmente in leasing all’alienante dietro la corresponsione di un canone per l’utilizzazione del bene riservandosi la facoltà, alla scadenza del leasing, di riacquistare la proprietà esercitando un diritto di opzione, per un determinato prezzo. VANTAGGI/SVANTAGGI DEL LEASING VANTAGGI • immediato utilizzo del bene; l’ente utilizza il bene senza aver sostenuto alcuna spesa di investimento, alleggerendo in tal modo il bilancio che non evidenzia nessuna spesa in conto capitale; • frazionamento del costo: • durata media inferiore ai mutui (7/9 anni per beni immobili); • velocità della procedura di acquisizione; • limite all’indebitamento che non viene diminuito; • eliminazione rischi ed oneri derivanti da perizie suppletive o da “revisioni prezzi”; • semplificazione della contabilità ed eliminazione dei residui passivi; • tempestività nell’esecuzione di opere pubbliche. SVANTAGGI: • elevati costi; • il risparmio fiscale è irrilevante per gli enti locali non soggetti all’IRES; • la durata è più breve di quella di un mutuo, il che genera un aumento delle spese correnti annuali; • i canoni di leasing sono spesa corrente e quindi debbono essere finanziati con la parte corrente del bilancio (patto di stabilità). LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI La cartolarizzazione dei crediti e degli immobili Vincenzo dott. DI MAGGIO LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI LA CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI E DEGLI IMMOBILI La cartolarizzazione (in inglese securitization) è una tecnica finanziaria complessa attraverso cui liquidità differite o altre attività, di proprietà di imprese o enti (originator) vengono smobilizzate cedendole ad un soggetto terzo (società veicolo), il quale, per finanziare l’acquisto, raccoglie risorse emettendo titoli atipici (c.d. A.B.S. Asset Backed Securities) sul mercato obbligazionario che saranno successivamente rimborsati grazie alla realizzazione delle liquidità differite o delle attività in precedenza acquisite. CARTOLARIZZAZIONE E STATO PATRIMONIALE DELL’ENTE LOCALE CARTOLARIZZAZIONE crediti CONTO DEL PATRIMONIO ex dpr 194/96 ATTIVO PASSIVO A)IMMOBILIZZAZIONI I) Immob. Immateriali II) Immob. Materiali III) Immob. Finanziarie Riduzione “Crediti” (B II - verso contribuenti, verso enti settore pubblico, verso debitori diversi) e aumento “Disponibilità liquide” (B IV - fondo di cassa) B) ATTIVO CIRCOLANTE I) Rimanenze II) Crediti III) Attività finanziarie che non costituiscono immob. IV) Disponibilità liquide . 1) Fondo di cassa C) RATEI E RISCONTI Permutazione nell’attivo del C.P. da “Crediti” a “Disponibilità liquide” A) PATRIMONIO NETTO I) Netto patrimoniale II) Netto da beni demaniali B) CONFERIMENTI C) DEBITI D) RATEI E RISCONTI CARTOLARIZZAZIONE E STATO PATRIMONIALE DELL’ENTE LOCALE CARTOLARIZZAZIONE beni immobili Riduzione “Immobilizzazioni materiali” (A II) e aumento “Disponibilità liquide” (B IV – Fondo di cassa) CONTO DEL PATRIMONIO ex dpr 194/96 ATTIVO PASSIVO A)IMMOBILIZZAZIONI I) Immob. Immateriali II) Immob. Materiali III) Immob. Finanziarie B) ATTIVO CIRCOLANTE I) Rimanenze II) Crediti III) Attività finanziarie che non costituiscono immob. IV) Disponibilità liquide . 1) Fondo di cassa C) RATEI E RISCONTI Permutazione nell’attivo del C.P. da “Immobilizzazioni materiali” a “Disponibilità liquide” A) PATRIMONIO NETTO I) Netto patrimoniale II) Netto da beni demaniali B) CONFERIMENTI C) DEBITI D) RATEI E RISCONTI LE OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE: SOGGETTI ARRANGER AGENZIA DI RATING SERVICER Consulente dell’originator: progetta e implementa l’operazione di cartolarizzazione Stima la capacità degli attivi a generare il cash flow necessario al pagamento degli investitori e del valore delle garanzie offerte È responsabile della gestione degli attivi e dei cash flows provenienti da tali attivi. Riscuote i pagamenti. ORIGINATOR E’ l’entità che individua e cede i crediti e/o attività oggetto della operazione di cartolarizzazione Cessione dei crediti/attività patrimoniali È L’ENTE LOCALE SOCIETA’ VEICOLO Flusso di risorse Nel caso, per esempio, di cessione finanziarie derivanti dalla di beni del proprio patrimonio emissione dei titoli di disponibile debito E’ la società che acquista gli attivi dall’originator e, generalmente, emette i titoli di debito garantiti dagli attivi sottostanti (Asset Backed Securities) . Se la S.P.V. è un intermediario finanziario potrà collocare anche direttamente i titoli sul mercato (effetto di segregazione o isolamento degli asset) CONTROPARTE GARANTE E’ il soggetto che, attraverso l’offerta di determinate garanzie, contribuisce a ridurre il rischio creditizio implicito nei titoli emessi. LIQUIDITY LINE PROVIDER E’ una banca che mette a disposizione linee di credito temporanee per far fronte a necessità di cassa INVESTMENT BANK 1. Sottoscrive i titoli di debito emessi, per poi collocarli, tramite un’offerta pubblica, sul mercato dei capitali. oppure 2. Colloca i titoli privatamente, in qualità di advisor dell’operazione INVESTITORI INVESTITORI ACQUIRENTI DEI TITOLI DI DEBITO CESSIONE ASSET ED EMISSIONE TITOLI ABS Ente locale Cede alla Spv gli asset di crediti attuali o futuri individuati con D.G. Acquista gli asset apportando all’ente locale risorse finanziarie liquide Fase della cessione degli asset di crediti e finanziamento mediante l’emissione dei titoli Asset Backed Securities SOCIETA’ VEICOLO Se i titoli Abs vengono offerti a investitori non professionali è obbligatoria la valutazione del merito del credito da parte di una agenzia di rating Per finanziare l’acquisto degli asset emette titoli atipici (Abs) sul mercato Gli investitori acquistano i titoli Abs versando denaro liquido alla società veicolo Investitori RISCOSSIONE CREDITI ED ESTINZIONE TITOLI Debitore Alla scadenza il debitore paga quanto dovuto alla Spv che incassa il credito La spv emette quietanza dell’avvenuto incasso del credito che esce dall’asset cartolarizzato Fase dell’incasso dei crediti e del rimborso dei titoli Abs agli investitori SOCIETA’ VEICOLO La cartolarizzazione: - strumento di creazione di liquidità; - metodo di riduzione del rischio legato all’esigibilità dei crediti Le somme incassate dalla riscossione dei crediti vengono utilizzate per rimborsare i titoli Abs I titoli Abs rimborsati vengono restituiti alla Spv emittente Investitori CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI Ente locale Cede alla Spv gli asset di immobili individuati con delibera consiliare dell’ente Acquista gli asset apportando all’ente locale risorse finanziarie liquide Fase della cessione degli asset di immobili e finanziamento mediante l’emissione dei titoli Asset Backed Securities SOCIETA’ VEICOLO Se i titoli Abs vengono offerti a investitori non professionali è obbligatoria la valutazione del merito del credito da parte di una agenzia di rating Per finanziare l’acquisto degli asset emette titoli atipici (Abs) sul mercato Gli investitori acquistano i titoli Abs versando denaro liquido alla società veicolo Investitori VENDITA IMMOBILI ED ESTINZIONE TITOLI Mercato immobiliare La Spv valorizza gli immobili e vende sul mercato gli asset cartolarizzati incassando liquidità SOCIETA’ VEICOLO Fase dell’incasso della liquidità dalla vendita degli immobili e del rimborso dei titoli Abs agli investitori La cartolarizzazione: - strumento di creazione di liquidità; - metodo di smobilizzo della ricchezza immobilizzata nel patrimonio dell’ente Le somme incassate dalla vendita degli immobili vengono utilizzate per rimborsare i titoli Abs Investitori Ingegneria finanziaria SALE AND LEASE BACK E CARTOLARIZZAZIONE AZIENDE SANITARIE La SPV1 finanzia le ASS con gli incassi SOCIETA’ VEICOLO SPV1 (cedono i beni immobili alla SPV1 e prendono in locazione finanziaria gli stessi – la regione Lazio diventa debitrice dei canoni di locazione) della cartolarizzazione dei canoni di leasing SAN.IM. Spa (acquisisce il patrimonio immobiliare della ASS – 56 ospedali - e concede La regione Lazio diventa debitrice, in lo stesso in leasing alle stesse luogo delle ASS, per i canoni di leasing aziende incassando i canoni di leasing) Nel concreto le varie fasi dell’operazione descritta sono simultanee visto che risulta evidente che il finanziamento delle ASS da parte della SPV1 può avvenire solo con l’apporto delle risorse finanziarie da parte della SPV2 che a sua volta si finanzia con le risorse provenienti dall’emissione dei titoli Abs acquistati dagli investitori INVESTITORI ACQUIRENTI DEI TITOLI ABS I crediti per canoni di leasing verso la regione Lazio vengono ceduti dalla SPV1 alla SPV2 La SPV2 emette titoli Abs per finanziare l’acquisto dei canoni di leasing. La SPV2 procederà al rimborso dei titoli Abs al momento dell’incasso dei canoni stessi Flusso di risorse finanziarie derivanti dalla emissione dei titoli Abs Flusso di risorse finanziarie derivanti dalla emissione dei titoli Abs SOCIETA’ VEICOLO SPV 2 CARTESIO srl (acquisisce i crediti relativi ai canoni di leasing che cartolarizza emettendo titoli Abs da collocare sul mercato) LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Gli strumenti di finanza innovativa: I fondi comuni di investimento ad apporto pubblico Vincenzo dott. DI MAGGIO LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI I FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO AD APPORTO PUBBLICO I fondi comuni di investimento immobiliare sono fondi il cui patrimonio indiviso è di pertinenza di una pluralità di partecipanti ed è gestito da società specializzate (Società di Gestione del Risparmio) che investono in immobili, in diritti reali immobiliari e partecipazioni in società immobiliari. Il fondo è un patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte. Il patrimonio del fondo può essere raccolto mediante una o più emissioni di quote. Il fondo comune di investimento immobiliare con apporto pubblico costituisce una particolare categoria dei fondi comuni di investimento immobiliare. Grazie ai fondi immobiliari con apporto pubblico le pubbliche amministrazioni possono realizzare una dismissione intermediata degli immobili. Al momento della costituzione del fondo le pubbliche amministrazioni che sottoscrivono le quote del fondo apportano beni di provenienza pubblica per una soglia minima del 51% ed un apporto in denaro non inferiore al 5% del valore del fondo. I FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO AD APPORTO PUBBLICO INVESTITORI (underwriter) Risorse finanziarie € BANCA DEPOSITARIA (c/c intestato al Fondo) Collocamento tramite la SGR delle quote fondo ENTE LOCALE Le quote di partecipazione al FCI sono rappresentate da certificati di partecipazione custoditi presso la banca depositaria Conferisce immobili FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO Quote fondo Vigilanza sulla legittimità della gestione della SGR Gestione del risparmio SOCIETA’ DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) I PROTAGONISTI DEL FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO Conferisce immobili Ente Locale (soggetto conferente) Quote del fondo Fondo comune di investimento con apporto pubblico gestione € SGR Underwriter o sottoscrittori quote proventi € Istituti di credito, intermediari € quote € Gestione quote e depositi Banca depositaria Advisor legali Servizi di gestione amministrativa, finanziaria, manutenzione (istituisce e gestisce il fondo) € € Quote del fondo € Advisor Immobiliari Advisor finanziari consulenze € Facility e property managers servizi € Esperti indipendenti (stima valore asset) I FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO ORDINARIO 1^ fase Individuazione della SGR che istituirà e gestirà il fondo 2^ fase Collocamento delle quote del fondo sul mercato dei titoli mobiliari e quindi incasso delle somme da parte della SGR (costituzione del patrimonio del fondo) 3^ fase 4^ fase Asse del tempo Individuazione degli Gestione del fondo da immobili da gestire per parte della SGR con il produrre redditività da fine di valorizzare i distribuire agli singoli asset e investitori massimizzare redditività del patrimonio FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO CHIUSO AD APPORTO PUBBLICO 1^ fase Individuazione degli immobili da dismettere scegliendo gli asset con maggior valore reddituale e patrimoniale 2^ fase Individuazione della SGR che istituirà e gestirà il fondo (gara ad evidenza pubblica in base al D.Lgs. 163/2006) 3^ fase Conferimento degli immobili al fondo e attribuzione all’Ente locale delle quote del fondo custodite presso la Banca depositaria 4^ fase Asse del tempo Collocamento delle quote del fondo sul mercato dei titoli mobiliari e quindi incasso delle somme da parte dell’Ente locale FONDI COMUNI D’INVESTIMENTO STATO PATRIMONIALE DEL COMUNE ATTIVO PASSIVO A) IMMOBILIZZAZIONI I) IMMOB. IMMATERIALI II) IMMOB. MATERIALI 3)Terreni (patr. disponibile) 5)Fabbricati (patr. disp.) 6)Macch., attrezz., imp. 7)Attrezzature e sist. infor. III) IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE B) ATTIVO CIRCOLANTE III ATTIVITA’ CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZI 2^ ipotesi: emissione di titoli obbligazionari (incasso delle relative risorse) convertibili in quote del fondo comune d’investimento IV) DISPONIBILITA’ LIQUIDE STATO PATRIMONIALE COMUNE ATTIVO PASSIVO A) IMMOBILIZZAZIONI I) IMMOB. IMMATERIALI II) IMMOB. MATERIALI III) IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE B) ATTIVO CIRCOLANTE III ATTIVITA’ CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZI IV) DISPONIBILITA’ LIQUIDE Società di gestione del fondo comune d’investimento chiuso Attraverso l’apporto dei propri beni immobili del patrimonio disponibile l’ente locale sottoscrive una quota del fondo comune d’investimento STATO PATRIMONIALE COMUNE ATTIVO PASSIVO A) IMMOBILIZZAZIONI 1^ ipotesi: vendita della quota detenuta del fondo e incasso delle risorse finanziarie I) IMMOB. IMMATERIALI II) IMMOB. MATERIALI A) Patrimonio netto B)Fondi per rischi ed oneri C)Tratt. fine rapp. di lav. sub. III) IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE D)Debiti B) ATTIVO CIRCOLANTE 1) Titoli Obbligazionari III ATTIVITA’ CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZI IV) DISPONIBILITA’ LIQUIDE SEMPLICE OPERAZIONE CONCRETA museo 2 museo 3 museo 1 Conferiti museo 4 ENTE LOCALE nel fci Quote del fondo FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO S G R Contratto di locazione Cessione quote e incasso somme INVESTITORI Uso somme per costruzio ne sede unica Sede museale unica Al termine del contratto di locazione: -unica sede museale che diventa più attrattiva; -risparmio spese di gestione sedi diverse; -nessun indebitamento. LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Gli strumenti di finanza innovativa: Il project financing o finanza di progetto Vincenzo dott. DI MAGGIO LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI LA TECNICA DEL PROJECT FINANCING Il project financing può essere definito come una operazione di finanziamento nella quale una determinata iniziativa di investimento, generalmente realizzata da parte di più promotori attraverso la costituzione di una specifica società di progetto, viene valutata dagli azionisti e dalle banche che la finanziano principalmente per la sua capacità di generare ricavi in grado di remunerare adeguatamente i soggetti finanziatori e di rimborsare il capitale di debito. Condizioni indispensabili per una operazione di P.F. sono: - dimensioni del progetto tali da giustificare le spese di consulenza finanziaria, legale e amministrative necessarie; - affidabilità e standing degli sponsors e delle controparti contrattuali dalla cui capacità, professionalità, managerialità e solidità finanziaria dipende la bancabilità dell'iniziativa; - quantificazione e stabilità dei flussi di cassa previsionali; - prodotto standardizzato a diffusione prevedibile o, comunque, a domanda rigida (opera c.d. “calda”). LE FONTI DI FINANZIAMNETO DEGLI ENTI LOCALI LA TECNICA DEL PROJECT FINANCING La tecnica della finanza di progetto può svolgersi nelle seguenti forme: a) concessione di costruzione e gestione; tale strumento presuppone la predisposizione, a cura dell’Amministrazione concedente, di un progetto preliminare, una bozza di convenzione, un PEF ed un disciplinare sulla modalità di gestione. Il concessionario di costruzione e gestione viene individuato con gara ad evidenza pubblica. b) formula del promotore; un soggetto denominato promotore propone la realizzazione di un iniziativa sulla quale l’Amministrazione concedente ha sviluppato una conoscenza ed un approfondimento a livello di programmazione (PTO). Il promotore è tenuto alla elaborazione di un progetto preliminare, di una bozza di convenzione, di un PEF asseverato e dei necessari studi di fattibilità e di inquadramento ambientale dell’iniziativa di cui promuove la realizzazione. La proposta, una volta dichiarata di pubblico interesse da parte dell’Amministrazione, costituisce la base di riferimento per una gara ad evidenza pubblica, finalizzata all’individuazione del concessionario, articolata in due momenti: licitazione privata e procedura negoziata. I PROTAGONISTI DEL PROJECT FINANCING Amministrazione concedente (ente locale) servizi € Fornitori servizi (consulenti tecnici, finanziari, fiscali, legali) Banche finanziatrici € (banche underwriters) € Banca advisor servizi Costruttore contractor € € SOCIETA’ VEICOLO esegue OO.PP. Banca arranger (acquisisce e gestisce la raccolta fondi) € € Gestore operator (svolge attività di consulenza finanziaria/legale) gestisce OO.PP. € acquisto servizi Utenti (mercato - controparte commerciale) Promotore € Assicurazioni (attività di garanzia) (promuove la realizzazione OO.PP.) LE FASI DEL PROJECT FINANCING FASI DEL PROJECT FINANCING: 1. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO Competenza: pubbliche amministrazioni Scadenza: fine anno con approvazione del bilancio di previsione (allegato PTO) 2. PROPOSTA Competenza: promotori (soggetti privati e ente locale) Scadenza: entro il 30 giugno 3. VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ DELLA PROPOSTA Competenza: ente locale Scadenza: entro quattro mesi (31 ottobre) 4. AFFIDAMENTO DEI LAVORI Competenza: pubbliche amministrazioni Scadenza: entro tre mesi (31 dicembre) 5. ESECUZIONE Competenza: promotori o società di progetto Scadenza: nei tempi previsti dalla proposta di convenzione 6. GESTIONE Competenza: promotori o società di progetto Scadenza: durata della concessione 7. TRASFERIMENTO DELLE OPERE ALL’AMMINISTRAZIONE Competenza: promotori o società di progetto Scadenza: anche per periodi superiori a 30 anni INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO PREDISPOSIZIONE DI STUDI DI FATTIBILITÀ PROGRAMMA TRIENNALE OPERE PUBBLICHE (bilancio pluriennale e relazione p.p.) Tipologie di interventi ANALISI FABBISOGNI ED ESIGENZE DEI CITTADINI Ordine di priorità degli interventi per ogni categoria Stima del costo complessivo e relativa copertura finanziaria (eventuale pubblica e privata) Localizzazione degli interventi Stima dei tempi LA VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA L’art. 154 del D.Lgs. 163/2006 individua i seguenti criteri di ordine tecnico, economico-finanziario e qualitativo da porre a base della valutazione della proposta: TECNICO Qualità progettuale Criterio costruttivo Criterio urbanistico Criterio ambientale ECONOMICO-FINANZIARIO Tempi e costi di realizzazione e di gestione Tariffe applicabili e metodi di aggiornamento Rendimento Durata della concessione Valore economico del piano Bozza di convenzione QUALITATIVO Funzionalità e fruibilità dell’opera Accessibilità al pubblico LA VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA ESPERIENZE DI P.F. DEL COMUNE DI TRIESTE Al fine di effettuare la valutazione di interesse pubblico delle proposte di finanza di progetto, con provvedimento del Direttore Generale, è stata formalizzata la costituzione di uno stabile gruppo di lavoro trasversale, a supporto dell’Ufficio di project financing, in modo da raccogliere e coordinare le competenze specifiche delle rispettive Aree: - Area Servizi di Direzione Generale - Area Lavori Pubblici - Area Pianificazione Territoriale - Area Risorse Economiche e Finanziarie - Area Affari Generali ed Istituzionali LA VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA ESPERIENZE DI P.F. DEL COMUNE DI TRIESTE Con contratto di concessione e gestione dell’anno 2002 il comune di Trieste ha realizzato il Parcheggio di “Campo S.Giacomo”. Il P.E.F. del progetto evidenziava le seguenti condizioni per l’equilibrio economico finanziario: -Durata concessione: 28 anni; -Importo lavori: euro 4.792.203.57; -Tempo realizzazione parcheggio: 20 mesi; -Posti auto: 332 di cui 95 in diritto di superficie e 237 a rotazione; -Prezzo pagato da Comune a collaudo lavori: 1.549.370,70; -Contributo annuo dalla Regione FVG: 1.972.865,35 in 13 annualità; -Costruzine e gestione: mediante costituzione di una società di progetto; -Orario parcheggio: dalle 6.00 alle 24.00; -Tariffa oraria: 0.93euro/ora; -Prezzo abbonamenti diurni/notturni: euro 67,14 ed euro 82,63; -Modalità aggiornamento tariffa: secondo indici ISTAT; -Canone a favore del comune: 51,65 euro a posto auto gestito a rotazione. LA VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA ESPERIENZE DI P.F. DEL COMUNE DI TRIESTE Attualmente sono in corso di valutazione le seguenti proposte di finanza di progetto presentate secondo la “formula del promotore”: -Campus Universitario: parcheggio ed interventi correlati presso piazzale Università; -Albergo di via Tigor: ex carcere femminile – immobile di proprietà del comune da ristrutturare; -Parcheggio ex piscina Bianchi sulle Rive; -Parcheggio Ponterosso (presso S.Antonio Taumaturgo). Recentemente il gruppo di lavoro ha dato un parere negativo sulla proposta di project financing per la realizzazione di un Asilo nido, la riqualificazione di un parco e la costruzione di un parcheggio.