20
METE
Spazio misto
“Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni.” (Albert Einstein)
“…e come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei vostri sogni, perchè in essi è nascosto il passaggio verso l’eternità.” (Kahlil Gibran)
Ogni uomo dovrebbe essere compiaciuto di sé stesso e felice di
esserlo: essere consapevoli della propria grazia rende luminosi.
(Johann Wolfgang Goethe )
"Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini
superiori". (Friedrich Nietzsche)
“Il perdono libera l'anima, rimuove la paura. È per questo che
il perdono è un'arma potente.” (Nelson Mandela)
La verità profonda, per fare qualunque cosa, per
scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La
vita è profonda nella sua semplicità.
Charles Bukowski)
Francesca Pugliese IV A AFM
La determinazione, se sincera, può superare
qualsiasi avversario.
Benny Ancora V A IGEA
Il nostro Istituto è convenzionato con il centro per le Certificazioni Europee dell’Informatica di Montalbano Jonico. Possono partecipare ai corsi, gli alunni, il personale interno e
tutti coloro che hanno interesse a certificarsi. Per qualsiasi
informazione, ci si può rivolgere al responsabile per le certificazioni dell’Istituto, prof.ssa Anna Costanza o rivolgersi al
responsabile del centro Rocco Pontevolpe. L’EIPASS da i
crediti per lo studio, per l’Università e per il mondo del lavoro. Crea punteggio per i prossimi concorsi Docenti e ATA per
le scuole.
- Aprile 2014
Aprile 2014
www.itcgtursi.it
Anno XII - Numero 3
[email protected]
Direttore Responsabile
Prof.ssa Grazia Vitelli
Caporedattore
Eugenia Hruznevich V A Igea
Vice caporedattore
Benny Ancora V A Igea
Redazione
Rosa Padula II A Iter
Giovanna Bascetta II A Iter
Helen Pontevolpe III A Iter
Maria Grazia Comparato III A Iter
Rosilena Gulfo V A Igea
Francesca Nucera V AFM
Francesca Pugliese V AFM
Carmela Montesano V A Iter
Roberta Lillo V A Iter
Fabbiano Rinaldi IV B geom.
Michele De Santis IV B geom.
Loris Battafarano II B Informatica
Nicola Montesano II B Informatica
Angelo Magnocavallo II A Informatica
Alessandro Mancino II A Informatica
Antonio Morano II A Informatica
Gabriele Lopatriello V A Igea
Manuel Santagata I A Iter
Francesco Quinto III A Geom Serale
Grafica - Impaginazione - Web Designer
Rocco Pontevolpe
Vignettisti
Giuseppe De Lorenzo IV B Geom.
Maria Vincenza Gulfo V A Igea
Hanno collaborato:
Prof.ssa Grazia Vitelli
Maria Grazia Comparato, Helen Pontevolpe,
Lidia Caravita, Marica D'armento, Diana Pislaru, Mariagiusi D'Errico, Michela Veneziano III A Iter
Rosa Padula, Sara Nuzzi, Isabella Francolino II A T
Salvatore Ferrara III A geometra serale
Gloria Calcagno, Maria Teresa De Cono, Salvatrice
Capalbi 4 A AFM
Carmen Fortunato, Sonia Martello IV B Igea
Rosaria Ragone III A Rag. serale
Amendola Arianna, Bascetta Giovanna, Bruneo Domenica, Camardella Clelia, Corrado Siria, D’Alessandro Federica, Roma Giusy II A Iter
Salvatrice Capalbi I A AFM
Francesca Pugliese 4 A AFM
Benny Ancora, Domenico Continanza, Maria Vincenza Gulfo, Cesena Michela, Gabriele Lopatriello, Eugenia Hruznevich Rosilena Gulfo, Rita Maggiore, Gabriele Satriano, Gianluca Satriano VA Igea
Giuseppe De Lorenzo IV B Geom.
Carmela Montesano V A Iter
Il Giornale della Scuola
IL RISPETTO…………cambia
la vita !!!!!
di
Grazie Vitelli
Molte volte si sente parlare di rispetto.
Si ascoltano frasi come: "mi devi rispetto", "merito il tuo rispetto"... oppure "sei un irrispettoso", "nessuno ti ha
insegnato il rispetto?"... o ancora
"rispetta l'ambiente", "rispettiamo la
natura"... "se vuoi rispetto, devi meritartelo".
Le parole più utilizzate, sono spesso
quelle
che
meno
conosciamo……..Rispettare, riprende il verbo
"guardare". In un primo significato
possiamo dire che rispettare è saper
guardarsi intorno.
Come diceva il grande Cicerone "non
siamo nati soltanto per noi". Il valore
del rispetto ce lo ricorda, perché ci
impone di guardare attorno, di riguardare, come se ci dovessimo sforzare per vedere che attorno a noi c'è
qualcosa di meraviglioso: l'altro! Non
sprechiamo l'occasione di accorgerti
degli altri! Soprattutto di coloro che
amiamo!!
Rispettare significa agire sapendo che
non sei solo. Il rispetto non è un valore
che possiamo imporre. Questo sarebbe un rispetto mafioso, che nemmeno
si potrebbe chiamare così. Il rispetto
non è neanche qualcosa di incondizionato. Non dobbiamo per forza rispettare tutto. Dobbiamo rispettare seguendo la nostra qualità più elevata, la ragione.
Sai cosa segue e vuole raggiungere la
nostra ragione? La verità! Se è così,
allora il rispetto stesso segue la verità.
Proprio da questo nasce la differenza
tra rispetto e tolleranza...
Ma qual è la differenza fra rispetto e
tolleranza? Tollerare significa più che
altro sopportare e non accettare, qualcosa di per sé inevitabile o che non
dipende da noi. La tolleranza, non si-
gnifica accettare, anzi il fatto stesso che
si tollera qualcosa, significa che questo
qualcosa non va proprio bene!
Il rispetto, invece, segue la verità e quindi
il bene. Si potrebbe dire che ri-guardando
me stesso e ri-guardandomi intorno, riesco a cogliere la verità e il bene che è in
me e che è fuori da me. Manca solo un
ultimo passo: seguire questo bene!
L’origine della parola ‘rispetto’ proviene
dal latino ‘respectus’ che significa riguardo, considera-zione.
Possiamo definire il rispetto sotto due
aspetti:
A livello personale, il rispetto di sé stesso
: nel senso che una persona ha del valore nel modo che si occupa di sé e degl’altri. È una qualità da sviluppare.
Al livello collettivo, il rispetto é la base
della stima dell'altro. Il rispetto, é convalidare il fatto che gli esseri umani si arricchiscono reciprocamente, pur accettando
le differenze di ciascuno. La coesione
umana e la sinergia con gli altri permettono di avanzare insieme.
Il rispetto è un valore, un impegno individuale e collettivo, che é promosso dall'esempio. Non si decreta con la moralizzazione, né dando lezioni. Ognuno deve
mostrare il cammino, assumendo atteggiamenti e comportamenti rispettosi.
Tutto quello che si fa quotidianamente, di
bene o di male, non è senza effetto sugl’
altri. Nulla é banale. Il rispetto deve essere praticato verso l’essere umano, in modo prioritario, ma anche verso l'ambiente,
gli animali, i beni pubblici e privati, le leggi, ecc..
Il rispetto è semplice e praticabile ovunque: in strada, al lavoro, a scuola, su un
terreno sportivo, nella natura. È applicabile in tutte le situazioni della vita. La
semplicità é la forza di tale campagna. Il
rispetto, sono spesso gesti semplici…....
Uno sguardo amicale, un sorriso, dire
buongiorno, ringraziare ,tenere la porta
aperta ,portare le commissioni di una persona bisognosa ,aiutare il prossimo
,essere all’ascolto degl’altri
,accettare le differenze…...
che cambiano la nostra vita,
partendo dal principio che
quando si fa del ‘bene’ se
ne ritira un benessere personale.
« Tout homme a une prétention légitime au respect
de son prochain, et réciproquement. Il est obligé lui
aussi au même respect envers chacun des autres
hommes.» ("Ogni uomo ha
un diritto legittimo al rispetto
per il prossimo, e viceversa.
Egli è tenuto anche lo stesso rispetto a tutti gli altri
uomini). (Emmanuel Kant)
Sommario
Editoriale
L’angolo storico
L’angolo della
musica
Pensiero di cuore
Attualità
L’angolo libero
1
2 -3
4-5-6-7-8
9-10
11-12-13
14-15
Angolo della
poesia
16
Opinioni a
confronto
17
Lettera aperta a...
18
L’angolo dell’umorismo
19
Spazio misto
20
Inserto speciale
METE
2
- Aprile 2014
L’angolo storico…. a cura di Gabriele Lopatriello
“ Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per
quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica.
Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per
quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al
Cuore di Gesù”.
Questa luminosa messaggera dell’amore di Dio nacque il
26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio
della storia dei Balcani. La più piccola dei cinque figli di
Nikola e Drane Bojaxhiu, fu battezzata Gonxha Agnes,
ricevette la Prima Comunione all’età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel novembre 1916. Dal giorno della
Prima Comunione l’amore per le anime entrò nel suo cuore. L’improvvisa morte del padre, avvenuta quando Agnes
aveva circa otto anni, lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. Drane allevò i figli con fermezza e amore, influenzando notevolmente il carattere e la vocazione della figlia.
All’età di diciotto anni, mossa dal desiderio di diventare
missionaria, Gonxha lasciò la sua casa nel settembre
1928, per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria,
conosciuto come “le Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa. In dicembre partì per
l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929. Dopo la
Professione dei voti temporanei nel maggio 1931, Suor
Teresa venne mandata presso la comunità di Loreto a
Entally e insegnò nella scuola per ragazze, St. Mary. Il 24
maggio 1937 suor Teresa fece la Professione dei voti perpetui, divenendo, come lei stessa disse: “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”. Il 10 settembre 1946, durante il
viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, Madre Teresa ricevette l’“ispirazione”, la sua “chiamata
nella chiamata”. Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, per mezzo di visioni interiori, Gesù chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri.
Il 17 agosto 1948, indossò per la prima volta il sari bianco
bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del suo amato
convento di “Loreto” per entrare nel mondo dei poveri. Il
21 dicembre andò per la prima volta nei sobborghi: visitò
famiglie, lavò le ferite di alcuni bambini, si prese cura di un
uomo anziano che giaceva ammalato sulla strada e di una
donna che stava morendo di fame e di tubercolosi. Per
rispondere meglio alle necessità dei poveri, sia fisiche, sia
spirituali, Madre Teresa fondò nel 1963 i Fratelli Missionari
della Carità; nel 1976 il ramo contemplativo delle sorelle,
nel 1979 i Fratelli contemplativi, e nel 1984 i Padri Missionari della Carità.
In questi anni di rapida espansione della sua missione,
il mondo cominciò a rivolgere l’attenzione verso Madre
Teresa e l’opera che aveva avviato. Numerose onorificenze, a cominciare dal Premio indiano Padmashri nel
1962 e dal rilevante Premio Nobel per la Pace nel
1979, dettero onore alla sua opera, mentre i media
cominciarono a seguire le sue attività con interesse
sempre
più
crescente.
Tutto ricevette, sia i
riconoscimenti sia
le attenzioni, “per
la gloria di
Dio e in
nome dei
poveri”.
L’intera vita e l’opera di Madre Teresa offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della
dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole
cose fatte fedelmente e con amore, e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro
aspetto eroico di questa grande donna di cui si venne
a conoscenza solo dopo la sua morte. Nascosta agli
occhi di tutti, nascosta persino a coloro che le stettero
più vicino, la sua vita interiore fu contrassegnata dall’esperienza di una profonda, dolorosa e permanente
sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui.
Chiamò la sua prova interiore: “l’oscurità”. La
“dolorosa notte” della sua anima, che ebbe inizio intorno al periodo in cui aveva cominciato il suo apostolato
con i poveri e perdurò tutta la vita, condusse Madre
Teresa a un’unione ancora più profonda con Dio. Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i crescenti seri problemi di salute, Madre Teresa continuò a
guidare la sua Congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa. Dopo avere incontrato il Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a
Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle. Il 5 settembre
1997 la vita terrena di Madre Teresa giunse al termine.
Le fu dato l’onore dei funerali di Stato da parte del Governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella Casa
Madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba
divenne ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna.
L’angolo dell’umorismo… (o qualcosa del genere…) a cura di Francesco Quinto
L’angolo umoristico….(o qualcosa del genere)
OROSCOPO di fine settimana per
tutta la settimana prossima
ARIETE Ping Pong
TORO
Vietato Fumare
GEMELLI Vi Somigliate!!
CANCRO Allacciate le cinture di sicurezza
LEONE E’Stato ritrovato (il leone)
L’ESPERTO RISPONDE
Il Sig. Anno Lumetti chiede: Ma i Canguri Saltano I
Pasti??
RISPOSTA Sig. Anno Non Vivo In Australia Ma
Credo Che Sia Naturale Per Loro
La Sig.ra Dorotea Pambagnato chiede: Passa di Qui Il
29??
RISPOSTA Sig.ra Dorotea Non Lo So….Devo Controllare L’agenda
VERGINE Ma Insomma Quando vi Decidete??????
BILANCIA Riposo Settimanale
SCORPIONE Ampio Parcheggio Custodito
SAGITTARIO Litigate Per Un Nonnulla, cmq il vostro Numero Fortunato è il 2552
CAPRICORNO Vietato Oltrepassare i Binari
CONSIGLI DEL MESE.
E’ meglio avere un portafoglio
rotondo per poter custodire
gli assegni circolari
FUMARE MENTRE FAI BENZINA PUO’
AIUTARTI A SMETTERE PER SEMPRE
ACQUARIO La Luna è Sotto il Segno Dell’Acquario e Questo Gia’ Vi Basta…o no?
PESCI Ah ah ah ah ah Vi Ho Pescato!!!!!!!
I segni del mese sono…… Ariete e Vergine
Lo sapevate che….chi nasce i primi giorni di Aprile è Ariete??
Brrrrrrrr…..FREDDURE miste.
La Nazione Europea Più Lunga???? L’Ungheria!!!!!
James Bond Non Lo Vedi Mai Andare In Bagno …..Perchè
va Nei Servizi Segreti!!!!!
Ma Un Telefono Che Balla Indossa il TuTù??????
Un Frate Sempre Elegante???? Frac!!!!!
Ma i Soldi i Matti, Li Prelevano Al BancoMAT????
Il Vestito Preferito Da Una Lavagna è Il GESSATO????
PIACE?? COMPRO!!!!!
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La Sua Orchestra In Concerto Sul Lungo Mare Di Trento Ospite Della Serata Colui Che Balla Tuttiitipiditiptap
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A GIUGNO RIAPRE IL LIDO “LE 1412 SIRENE”
SUL LUNGOMARE DI PISA
ORARI DI SALVATAGGIO IN MARE: MATTINO
10.00-13.00
POMERIGGIO 16.00-18.00
Chi Balla a Capodanno????.....Ogni Scherzo vale :P
Due Pesci Uguali???? I Dentici!!!!!
CURIOSITA’ DAL MONDO…
….Quindi Uno Che Va a Sciare Con Gli Sci è Uno Scimunito?????
TOSSICO PERDE UNA SCOMMESSA,LE SUE DICHIARAZIONI SONO: “NON PREOCCUPATEVI MI
RIFARO”!!!!!
F. Quinto
III Geometra Serale
METE
3
Lettera aperta a………...
Al mio Papà
Ho sempre saputo della tua grandezza......
ma ora che non ci sei più..... ne ho certezza !
Mi manchi....ma so che sei sempre qui a vegliare su di me
e la mia famiglia.
Da quando sei andato via, in punta di piedi e in assoluto
silenzio, le mie sensazioni sono miste e tantissime.
Stanotte ho pensato a tutto quello che mi hai insegnato e,
l'elenco è lunghissimo.......
L' ONESTA' al primo posto;
il rispetto per gli altri;
l'impegno verso tutto quello che faccio;
combattere quando credo in qualcosa;
sorridere difronte alle sconfitte;
osare dove è possibile;
il valore del denaro che,
per quanto importante, ma non indispensabile;
dare e donare;
la semplicità;
e tante altre cose che, mi permettono di vivere serenamente.
Ora, sei nel Mondo della Verità, della Pace, della Serenità
Luogo che ti sei meritato dopo una vita di sacrifici,
fatti per far vivere sempre meglio la tua famiglia.
Ti ringrazio per tutto quello che mi hai dato e donato e,
spero, in minima parte, di aver ricambiato
e aver soddisfatto, moralmente, le tue aspettative.
Grazie papà
Prof.ssa Grazia Vitelli
Caro Papà …..che bello sarebbe se oltre a scriverla
questa dolce parola potessi ancora sussurrartela abbracciandoti annusando il tuo dolce profumo!
Sono 18 anni che ho la possibilità di vederti solo nei
miei sogni perché fisicamente non ci sei più. Sei stato
il mio primo grande amore, da piccola eri il mio grande
eroe, tornavi stanco a casa dopo un giorno di lavoro e
subito dopo una doccia veloce eri pronto e disponibile
per le esigenze della tua famiglia, le tue carezze se
chiudo gli occhi le sento ancora sfiorare il mio viso e
quando sto poco bene riesco a percepire ancora le
tue attenzioni e il tuo amore. Sono cresciuta circondata dal tuo affetto, dalla tua allegria, dall’amore che tu
hai sempre dimostrato verso noi tutti e sei stato per
me un grande “MAESTRO” perché mi hai insegnato
cos’è il rispetto per se stessi e per gli altri, la dignità, il
voler bene, la determinazione nel voler raggiungere i
propri obiettivi sempre nell’umiltà e nella semplicità.
Vorrei tanto averti ancora al mio fianco, noi due simili
di carattere, questa somiglianza ci portava ogni tanto a
scontrarci e poi a volerci ancora più bene! Rivivo nei
miei ricordi tutto di te, ogni piccola situazione e momento vissuto insieme, l’unico momento che ho rimosso completamente dai miei ricordi è quel bruttissimo
giorno che ti ha allontanato fisicamente da me per
sempre.
Ho sofferto tantissimo perché mi mancavi, non riuscivo
più a respirare, tu eri l’aria e il mio ossigeno, ma ancora una volta il tuo amore è venuto in mio soccorso, si,
perché guardandomi allo specchio nei miei occhi vedevo i tuoi e se i miei erano tristi e pieni di lacrime lo
erano anche i tuoi e non potevo farti questo, e no, tu
che hai sempre voluto vedermi felice e sorridente sacrificandoti svolgendo anche il doppio del tuo lavoro
perché la tua famiglia doveva vivere nella serenità, te
lo dovevo proprio.
Non dovevo lasciarmi travolgere dalla sofferenza, così
ho capito che tu non mi avevi abbandonato, ci saresti
sempre stato e ti avrei trovato in tutte quelle cose che
mi avevi insegnato, ho la consapevolezza che finche’
avrò vita io tu continuerai a vivere con me, attraverso i
miei ricordi ti farò conoscere a tutte le persone che
non hanno avuto la fortuna di incontrarti. Il giorno che
ti ho perso il parroco ha detto che Dio quando ci dona
la vita assegna a ognuno di noi una missione da compiere, la tua era finita e dovevi tornare al suo fianco.
In quel momento ho provato risentimento e delusione
verso quel DIO che aveva portato via il mio papà adorato, poi ho capito nel tempo del grande regalo che mi
aveva fatto, mi aveva donato un Papà eccezionale e
unico, il mio Caro Papà.
Maria Stigliano IV A rag. serale
- Aprile 2014
L’angolo storico…. a cura di Gabriele Lopatriello
Continua dalla pagina precedente
Nelson Mandela
Meno di due anni dopo la sua morte, a
causa della diffusa
fama di santità e delle
grazie ottenute per
sua intercessione, il
Papa Giovanni Paolo
II permise l’apertura
della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui
miracoli e il 19 ottobre 2003 la proclama “beata”.
Sapevo che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perchè chi priva gli altri della libertà è prigioniero
dell'odio, è chiuso dentro le sbarre del pregiudizio e
della ristrettezza mentale. l'oppressore e l'oppresso
sono entrambi derubati dalla loro umanità
Uno
delle
per-
L'amore non vive di parole né può essere spiegato a parole. (Madre Teresa di Calcutta)
Romina Stigliano IVA AFM
sonalità nella lotta contro l'apartheid è Nelson Mandela. Egli infatti, afferma che sia l'oppressore, il bianco, il
ricco, sia l'oppresso, il nero, il bianco sono entrambi
schiavi della loro umanità perchè chi comanda è vittima dell'odio, della prepotenza e dell' ignoranza; chi
ubbidisce reprime la sua volontà, accetta passivamente qualsiasi imposizione e ha paura di ribellarsi. A mio
giudizio molti comportamenti nascono a causa dell'
ambiente in cui ogni individuo si forma. Il concetto infatti di superiorità è legato all' azione di civilizzare popolazioni ritenute incivili. L' uomo bianco con questa
convinzione sottomette paesi a cui vuole dare una propria organizzazione. è cosi radicato dentro l'oppressore l' idea di essere indispensabili alla storia di trovare
un alibi al proprio comportamento. In questo modo
vuole dimostrare che la segregazione razziale è necessaria per lo sviluppo di un determinato ciclo storico.
In realtà egli è accecato dai suoi pregiudizi che non gli
permettono di manifestare la propria umanità. Chi è
veramente schiavo nel vero senso della parola è l' oppresso cioè il nero che è costretto, suo malgrado, a
non vivere in modo dignitoso. è ovvio che è da condannare chi calpesta la dignità umana e non permette
che ognuno possa vivere in una società di uguali....
Aida Viviano
I A AFM
METE
- Aprile 2014
4
L’angolo della musica…..a cura di Benny Ancora
Rock
Come di consueto ci si ritrova a parlare di ciò che accompagna le nostre giornate, la tanto amata musica. Il
genere scelto questo mese è forse il genere più vasto,
più articolato e con il maggior numero di grandissimi
nomi: il Rock!
Questo genere musicale vede nascere le proprie origini nel Regno Unito e negli USA degli anni ’50-’60,
prendendo come rampa di lancio le sonorità tipiche
del Rock and Roll, con alcuni richiami alla musica
Folk. Ma esso, molte volte viene confuso con lo stesso ‘Rock and Roll’ (scritto anche Rock’n’Roll o Rock &
Roll); quest’ultimo è proprio il precursore del Rock,
grazie alle influenze di vari stili ad esempi il Blues, il
Boogie Woogie, il Gospel o il Folk. Molti sono i nomi
dei padri fondatori del Rock’n’Roll: Big Joe Turner,
Roy Brown, Hank Williams, senza dimenticare il creatore di uno dei modelli chitarre elettriche più eleganti e
dalle caratteristiche più sinuose della storia, Les Paul
(appunto colui che disegnò il modello di Gibson che
oggi porta il suo nome). Ma il pubblico da sempre affezionato al genere considera il vero ‘RE’ del genere
niente meno che Elvis Presley, riconosciuto anche
dalla celebre rivista Rolling Stone come il primo artista
ad aver inciso un disco tipicamente Rock & Roll.
Il nome di questo genere risale ad alcune allusioni
riferite al ballo ed al sesso, tramite l’uso di espressioni
in uso già dal lontano diciottesimo secolo, ad esempio
Rocking and Rolling.
Col passare del tempo il Rock and Roll si trasforma,
essendosi caratterizzato in alcuni aspetti che diverranno tipici del Rock, quali la composizione dei vari gruppi, formati di solito da quattro componenti (cantante,
chitarrista elettrico, bassista e batterista). A volte il
quartetto standard viene modificato nella sua formazione tramite l’omissione di uno dei componenti che
poteva svolgere il doppio ruolo di musicista e cantante, oppure affidando le parti vocali a più membri. Lo
strumento simbolo del Rock è sicuramente la chitarra
elettrica, usata in mille nuovi modi, utilizzando nuovi
effetti, nuovi metodi, compiendo anche azioni di puro
spettacolo che rimangono scolpite nella storia e nelle
menti di tutti i fan. A tal proposito è necessario far riferimento al più grande concerto della storia di tutti i
tempi: l’indimenticabile raduno di Woodstock dove nel
corso delle varie giornate del festival grandi artisti del
calibro di Janis Joplin, Joe Cocker, Santana, i The
Who e Jimi Hendrix.
Proprio Jimi fu il protagonista di una delle azioni estreme
di cui stiamo parlando: in un suo concerto a Londra diede
fuoco alla propria chitarra. Vi sono varie ipotesi sul perché: una cara amica di Jimi avevo sentito dire da lui che
per lui la sua chitarra era come una donna, lui quando la
suonava era come se facesse l'amore con lei, e bruciarla
sarebbe un po' il massimo livello di eccitazione che raggiunge, per farla " godere" (mi raccomando, non bruciate
le vostre compagne e fidanzate) altre ipotesi sono il fatto
di voler far vedere davvero che lui era diverso, era più
estremo degli altri artisti , che valeva di più di loro, e voleva far vedere che non aveva paura di fare cose che nessun altro faceva. un'altra ipotesi è che l'avevo fatta per
ripicca ad alcuni organizzatori che gli avevano detto di
calmare i suoi show, di stare tranquillo. Ultima ipotesi, è
che l'ha fatto per puro esibizionismo.
Gli Anni d’oro del Rock vedo numerosi altri nomi di band
ed artisti che hanno lasciato una traccia indelebile nella
storia, e si parla di Lou Reed, il leader degli Underground
Velvet deceduto solo di recente, I The Doors, capeggiati
da Jim Morrison, uno degli artisti più estremi di sempre.
Vi sono anche artisti che modificarono le regole classiche
del Rock, personalizzandolo e rendendolo universale: i
cosiddetti ‘Tre Freak’ (Capitain Beefheart, Frank Zappa e
Tim Buckley).
Degli anni sessanta sono anche i protagonisti della British
Invasion: i Beatles e i Rolling Stones primi fra tutti, seguiti
dai Cream, dai Moody Angels e dagli Animals.
Come succede a tutte le cose di questo mondo, anche il
Rock si trasforma a causa di influenze di altri generi, grazie alle innovazioni apportate dai diversi artisti che si sono susseguiti nel corso degli anni, arrivando così alla formazione di molti nuovi sottogeneri. Volendo fare una carrellata delle varie trasformazioni occorre ricordare innanzitutto il blues rock, che partendo dalle sonorità dei Rolling Stones è arrivato al massimo dello splendore con
Eric Clapton. Grazie alle successive incursioni di stili folk
e country si ha avuto quello che si ricorda col nome di
Roots Rock, attraverso band storiche del calibro dei ZZ
Top, dei The Outlaws e dei Lynyrd Skynyrd, le quali ci
hanno regalato pezzi famosissimi come La Garange o
Sweet Home Alabama. Nuove tendenze e l’uso di nuovi
strumenti permettono al genere di progredire, dando vita
appunto al Progressive Rock.
Continua nella prossima pagina...
Opinioni a confronto: Fede si….. Fede no…..
La società odierna è sicuramente caratterizzata da grandi contrasti che dividono i suoi componenti, ad esempio chi è a favore
della religione e chi no. Molto più semplicemente c’è chi crede e
chi non crede. E va bene così, ce lo diciamo tutti che il mondo è
bello perché è vario. Ma qualcosa che non ha nessun significato
è imporre la propria idea e cercare quasi di convincere altre persone di qualcosa. Trasportando ciò nel discorso legato alla religione il problema consiste nell’insistente tentativo di allontanare
i fedeli dal proprio credo, dal proprio dio; ciò ovviamente vale per
tutte le religioni, ma restando a quella che è la nostra quotidianità, prendiamo in esame la religione cristiana. Infatti proprio come
un ateo non ha nessun diritto nel voler ‘de-convertire’ un fedele a
tutti i costi, allo stesso modo il fedele non deve obbligare un ateo
a essere credente. Quest’operazione di “De-Conversione” dei
fedeli viene effettuata da tutta quella gente che si definisce atea.
Ma come sempre generalizzare porta a fare degli errori, quindi
meglio specificare dicendo che queste parole non sono riferite
alla totalità delle persone non credenti, ma solo ed esclusivamente a quelle persone che si definiscono atee non per qualche
esperienza di vita o per qualsiasi altra motivazione degna di tale
nome, ma solo per uniformarsi alla massa. E’ proprio questo il
guaio della nostra società: l’eccessiva voglia di omologarsi, magari per non essere esclusi solo perché si fanno scelte che vanno contro l’ideologia comune. Si, perché oramai, soprattutto tra
noi ragazzi, essere credenti viene visto come un qualcosa di
strano, come se ci fosse qualcosa di talmente negativo da considerare chi compie questa scelta ‘inferiore’. Anche perché fa sicuramente più effetto andare contro un qualsiasi Sistema, invece
che viverci dentro e magari cercare di migliorarlo. E’ molto più
semplice inveire contro la Chiesa, piuttosto che provare a cambiarla. Non ci vuole molta fatica ad appellarsi letteralmente alla
Bibbia o agli altri Testi Sacri per la religione, cercare di trovare
spunti di critica, dissenso o addirittura insulti anziché scavare in
profondità e capire il reale significato. E’ molto più facile criticare
la fede, piuttosto che accettarla e viverla. Ma lasciatevi dire che
se siamo a questi livelli, se ci lamentiamo della società che la
società stessa ha creato, è perché non è stata seguita la fede,
ma solo la voglia di prevaricare sull’altro e di farsi notare. Sintetizzando all’osso il concetto della fede cristiana, lo si può riassumere tramite quello che viene definito l’undicesimo comandamento: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso.’! Sembra stupido
dirlo in quanto molto ovvio, ma tutta la cattiveria dell’uomo deriva
dalla non applicazione del comandamento più bello, l’unico comandamento lasciatoci da Gesù, il comandamento dell’AMORE.
Con quest’articolo non si vuole convincere di qualcosa, anzi, si
vuole dimostrare di essere aperti al dialogo sulla fede, purché si
tratti di un dialogo sereno ma soprattutto sensato. Anche perché
non fare uso dell’amore (sia per noi stessi che per il prossimo)
non vuol dire credere o non credere, ma significa solo non essere persone civili.
Benny Ancora V A IGEA
Religione si o religione no? Questo è un confronto pericoloso, è
sempre difficile parlare della religione e lo è ancora di più quando
si è dalla parte opposta…dalla parte dell’ “io se non vedo, non
credo”. Da sempre si è avuta una divisione sia tra le religioni sia
tra chi crede e chi no, prenderò d’esempio la religione cristiana
perché è quella che conosco di più, ma più o meno le religioni
sono uguali, hanno bene o male gli stessi principi. Come già detto prenderò in esame il dio cristiano, quest’entità viene raffigurata
come onnipotente e onnipresente…
vabbè, cioè ciò presenta delle incongruenze, come è possibile che un qualcuno di così bravo e potente abbia fatto un
essere imperfetto come l’uomo? Il mondo è pieno di sofferenze perché quest’essere non ci viene in aiuto? Anche gli
angeli secondo alcune teorie sono creature fatte da dio, ma
se ciò dovesse essere vero egli ha creato satana, la rappresentazione del male e quindi l’uomo crede ad un essere che
lo sta facendo soffrire? Questo è dio secondo la concezione
cristiana, un essere che sta giocando con le vite dell’uomo.
Bene, ma come deve essere visto questo dio? Dio è…un
super eroe, si perché è una figura inventata per dar speranza all’uomo, come dire un ultima risorsa. Come tutti i super
eroi egli non esiste è una figura immaginaria dell’uomo portata all’estremo un po’ come se si credesse che Superman
esistesse veramente, chiunque può dire “Ho visto Superman!” e nessuno potrebbe contraddirlo. Fateci caso, il periodo in cui è nato il cristianesimo era abbastanza caotico, pieno di guerre, mentre superman è nato nel 1938 ovvero un
anno prima dell’inizio della seconda guerra mondiale e in
quel periodo già c’erano allarmi e la tensione era alle stelle
(eh miseria un anno dopo è iniziata la tragedia), coincidenze? In sostanza dio non esiste è tutto frutto della nostra immaginazione, frutto usato e spremuto per poter controllare la
mente della popolazione, la religione è un’ottima forma di
governo, una sorta di monarchia inconscia.
Gabriele Satriano V A Igea
Facciamo un esempio: un uomo entra nostra e ci racconta di
aver visto, dall’altra parte della strada, una donna con un
magione rosso cadere dalla bici e farsi male ad un ginocchio. Crederci o non crederci? L’unico modo sarebbe uscire
di casa e vedere con i propri occhi. Questo, però, non è possibile: uscire di casa sarebbe uguale a morire. Credere o
non credere a quello che ci ha raccontato l’uomo entrato in
casa nostra è un salto nel buio. Non avremmo mai la certezza che lì fuori ci sia una donna con un maglione rosso caduta da una bici e con un ginocchio dolorante! Ben più complesso è il significato delle Sacre Scritture, piene di affermazioni che non potranno mai essere verificate. A complicare
la situazione c’è da dire che in questo caso ad entrare in
casa nostra non è uno ma ben quattro uomini che ci raccontano quattro versioni dello stesso fatto leggermente diverse
tra loro. A chi credere? Tolte le differenze non resterebbe
che credere almeno a tutti i particolari comuni alle quattro
versioni oppure a nessuna. Spetta alla coscienza di ognuno
di noi accettare o non accettare come vero il messaggio
svelato nelle Sacre Scritture. Avere fede non è poi così difficile, basta accettare come vera la parola di Dio crederci ciecamente! Ben più ben difficile è non credere! Non credere
comporta il mettere in discussione l’intero messaggio religioso, confrontarsi con i più profondi significati della vita e della
morte, significa mettersi in relazione con il concetto di verità
e trasferirlo su noi stessi e sull’umorismo intero. Significa
affrontare il pensiero e il concetto di Dio, significa esplorare i
pensieri della Natura e della Fisica, significa fermarsi sulle
più alte vette della conoscenza e riconoscere la fragilità
dell’uomo e nella sua fragilità la sua forza! Sarebbe più giusto credere in questa umanità, un’umanità senza Dio e soprattutto in un’umanità che in fondo non ne ha bisogno!
Salvatrice Capalbi e Martina Timpone IV A A.F.M.
METE - Aprile 2014
16
L’angolo della musica
L’angolo della poesia….a cura di Rita Maggiore
...Continua dalla pagina precedente.
AMORI DI MAMME
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L' odore delicato di un bambino,
i suoi occhi e le sue piccole mani
che sfiorano mani
ruvide e grandi.
Amori incondizionati
e amori finti soffocati
nel nero di un sacchetto.
Amori cercati, voluti
e amori buttati tra l’odore
insopportabile di cibo
andato a male.
Amori vissuti e amori
volati nel cielo limpido.
VORREI...MA NON POSSO
Vorrei tornare indietro nel tempo ed essere accanto a te.
Vorrei ma non posso.
Vorrei poter comprare le caramelle al gusto di anice e nasconderli dentro il mobile bianco solo per noi due.
Vorrei ma non posso. Vorrei continuare ad aiutarti ad innaffiare i girasoli che tanto amavi.
Vorrei ma non posso..
Vorrei dirti che il tuo volermi bene mi manca.
Vorrei ma non posso.
Vorrei trovare una scala, una corda, per raggiungerti e vedere come si sta senza me senza noi.
Vorrei ma non posso
Citando solo alcuni dei maggiori artisti spuntano fuori i
nomi dei King Crimson, Arthur Brown, Ian Anderson, i
Gong, Tim Buckley, ma soprattutto i Pink Floyd che nati
come band psichedelica hanno avuto un grandissimo
successo commerciale. In Germania vi è l’esplosione
del Krautrock capeggiati da uno degli innovatori di tale
tendenza, David Bowie. Lo stesso Bowie fu anche protagonista del Glam Rock, affiancato da grandissimi nome quali i Kiss e i Queen dell’immenso Freddie Mercury; questo sottogenere ebbe anche la partecipazione
del celeberrimo Eric Clapton. Un discorso a parte è
meritato dal sottogenere più vasto di tutti: l’Hard Rock/
Heavy Metal. Vi sono artisti e band per le quali basta
solo il nome per capirne l’importanza, parliamo di Ozzy
Osburne, Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple,
Iron Maiden, Aerosmith, AC/DC, Queen, Metallica, Motörhead, Blue Oyster Cult, Rainbow, Guns N'
Roses, Sweet, Thin Lizzy, Status Quo, Styx, Meat
Loaf, Scorpions e tantissimi altri. Parare di ciascuno di
questi gruppi sarebbe un’impresa e che occuperebbe
uno spazio a dir poco impensabile. Il sottogenere più
trasgressivo e più ribelle è sicuramente il Punk Rock
con il trio leggendario dei Ramones, The Clash e Sex
Pistols, rivoluzionando il genere e dando ispirazione a
molti artisti contemporanei e non, basti pensare ai
Misfits. Gli ultimi 30 anni di rock rientrano nella NewWawe Age del genere, dovuta all’introdzioni di tante
novità che hanno a dir poco personalizzato lo stile di
‘far musica’ di iinumerovoli band come i The Police capeggiati dall’allora Bassista e oggi artista solista Sting;
o i Bon Jovi,i Mötley Crüe, i Cinderella, i Poison, i Twisted Sisters, gli Europe, i Deff Leppard e Alice Cooper
col loro ‘hair/ galm rock’. Ancora va ricordato il rock
rivisitato in chiave moderna degli U2, o il ‘Boss’ Bruce
Sprinsteen. Il Rock, diventando più duro nelle proprie
sonorità diventa a sua volta la base delle nuove tendenze alternative, grazie ai R.E.M. e i Red Hot Chilli
Peppers, passando anche per il grunge dei Nirvana,
l’indie dei Crainbarries e il post-bitpop dei Muse e
Coldplay. Anche il Metal prende spunto dal Rock dando
vita a quello che è l’alternative metal degli Alter Bridge
o il Nu Metal dei Korn, Linkin Park e dei System Of A
Down. Come si è già detto prima, citare e parlare di
tutto ciò che riguarda il genere in questione sarebbe
un’impresa quasi impossibile data la sua vastità, la sua
importanza, la presenza di innumerevoli variabili che
hanno reso il Rock un genere unico, che in molti adorano, ma che veramente in pochi hanno avuto la capacità
di portarlo sempre più a nuovi livelli.
Benny Ancora V A IGEA
QUEEN
“È così regale”
I Queen, in un'unica parola: “eccezionali” sono stati
senza ombra di dubbio una delle maggiori band della
storia del rock, l'unico gruppo capace di realizzare
composizioni intricate e accessibili, lontano da sperimentalismi eccessivi e da canzonette di facile ascolto.
Soprattutto negli anni '70 hanno realizzato una marea
di album storici e fantastici a metà strada tra glam e
hard-rock. Il gruppo si forma nel 1971, insorta dalle
ceneri di un precedente gruppo gli Smile formato da
Brian May e Tim Stafell tra i corridoi dell’Imperial College, dove conobbero Roger Taylor che divenne il batterista, ma un altro soggetto spiccava silenziosamente
dalle quinte era Farrokh Bulsara, nome d’arte Freddie
Mercury. Quando Stafell lasciò il gruppo Mercury prese
il suo posto e alla fine del 1971 dopo vari provini come
bassista venne scelto per la sua tranquillità e la sua
conoscenza dell'elettronica, colui che nessuno ricorda
il nome, cioè John Deacon.
Fu Mercury a cambiare il nome da Smile a “Queen”
affermando a tutti coloro che lo criticavano che: “È soltanto un nome potente, universale e immediato. Ha
una grande portata evocativa, ed è aperto ad ogni sorta di interpretazione...è così regale”
I Queen, nonostante fossero impegnati a terminare il
loro percorso universitario, incisero Queen I e Queen II
che ebbe un moderato successo. Nell'estate 1975, i
Queen incisero il loro primo album di successo “Night
at the Opera”. É il capolavoro di tutta la musica rock in
grado di fondere generi musicali diversi in un unico stile
teatrale e fastoso; di fatto nessun altro gruppo era riuscito a fare una cosa del genere. Già dall’inizio si poté
vedere la grandezza di Freddie Mercury che in sei sale
di registrazione incise “Bohemia Raphsody” pezzo contenente tre canzoni messe insieme. All’inizio tutti erano
sfiduciosi ma dopo essere passata ben 14 volte in un
solo week-end diventò la canzone simbolo dei Queen.
Nel Dicembre 1976 esce “A day at the races” concepito
fin dal titolo come album gemello del precedente; diventando così il pregio e il difetto dell'album. Ma Mercury ispirato ad Aretha Franklin butta giù “Somebody to
love” canzone che vede l’unione delle voci dei quattro
componenti formando cosi un sound caldo e avvolgente. In ogni loro album successivo si rifletteva una nuova
sfumatura dei Queen;
Continua nella pagina successiva...
METE
15
L’angolo della musica
- Aprile 2014
L'ANGOLO...............LIBERO
Continua dalla pagina precedente….
le canzoni che seguirono portarono essi ad diventare un
contributo straordinario alla musica inglese. L'album successivo sarà un campione di vendita grazie all'accoppiata “We will
rock you” e “We are the champions”, incredibili canzoni da
stadio che verranno suonate a ripetizione negli anni a venire
in ogni competizione sportiva. La prima è un incredibile scarica di adrenalina condensata in due minuti con il classico battito e frastuono ottenuto con le mani, pensata dopo un concerto
da Brian May per creare, non solo tramite la voce, un rapporto
sempre più stretto con i loro fan; la seconda è un inno che
unisce tutti rendendoli più forti e che con la sua indubbia semplicità ti penetra nell'animo per non lasciarti mai più. Con queste canzoni i Queen sfondarono il mercato americano.
L’album successivo chiamato “Jazz”, non include nessun brano rappresentate questo genere, ma rappresenta pienamente
la vita di Freddie Mercury che inizia a cambiare look proponendosi con un taglio di capelli corto. Qui troviamo l’'ironia di
“Let me entertain you”, classico apripista dei concerti, in cui il
gruppo ironizza sul proprio entourage sdrammatizzando tutto
il mondo del rock; in questa canzone Mercury afferma che
solo loro possono far divertire i fan. I critici hanno sempre accusato i Queen di essere troppo pretenziosi quando sono stati
sempre i primi a prendersi in giro. A conclusione c'e' “Don’t
stop me now”, un capolavoro senza freni, una specie di boogie elaborato con la solita fantasia di Mercury con cambi di
tempo vertiginosi e gasanti cori. Dopo il concerto in Brasile la
band si trasferisce a Montreux. Nel 1981 esce come singolo la
straordinaria “Under Pressure”, nata da un jam session con
David Bowie; artista fortemente in competizione con Mercury.
Infatti registravano in due sale di registrazione diverse e lo
spirito di competizione gli esortava a dare sempre di più, Mercury con i suoi gorgheggi perfetti e Bowie con la sua classe
ed eleganza. La canzone è sostenuta dal famoso giro di basso di Deacon e sarà la loro seconda n.1 inglese dopo Bohemian Rhapsody. Deacon influenzò la band anche in “Another
One Bites the Dust”, che grazie all’incredibile performance di
Mercury vendette tre milioni di copie e divenne la prima in
America. In questo stesso album troviamo “Little Crazy Thing
Called Love” che venne creata da Mercury in 10 minuti in bagno e incisa nello stesso giorno. Fu il suo genio musicale e la
sua incomparabile creatività che gli hanno fatto conquistare
l’adorazione da migliaia di fan e il ruolo di leggenda nel mondo.
Una volta terminata la serie di concerti, alla fine del 1982 i
Queen tornarono a Monaco, e come ogni band che si rispetti,
anche loro ebbero una crisi. Passavano meno tempo in studio
e l'insoddisfazione dei fan, così come della band, della qualità
del loro ultimo album portò ad una separazione. Per tutto il
1983 non furono organizzati né pubblicazioni né tour e i componenti iniziarono a dedicarsi a progetti solisti.
Per poi ritrovarsi alla fine del 1983 a Los Angeles per incidere “The works” e risorgere sulla scena musicale con l’uscita
del singolo “Radio Gaga” nel gennaio del 1984. Questa volta a portare la canzone nel gruppo non fu un componente di
esso ma ben sì Felix, il figlio di Roger Taylor, che canticchiandola nel dietro le quinte dei concerti ispirò il padre che
la propose alla band; Mercury la ironizzò, come al suo solito, cantando certe volte radio Caca invece di radio Gaga,
ma noi poveri fan confusi dalla sua grande vocalità e cercando anche di imitare la sua tonalità non ce ne siamo quasi mai resi conto. Fare video in quell’epoca era molto importante, anche perché si avvicina la generazione degli MTV.
Fino al quel momento i video dei Queen erano sempre stati
classificati per spettacolari, ma l’uscita di “I want to break
free” portò uno sconvolgimento nella vita dei quattro componenti. Il video parodia di uno dei telefilm più importanti di
quell’epoca, Coronation Street, venne censurato da MTV
perché non si potevano vedere quattro uomini vestiti da
donna tra cui uno con calze a rete. Si riunirono per il LIVE AID e diedero vita a una delle più straordinarie esibizioni live in tv, rubando la scerna a tutti gli altri artisti. Questo
portò nella vita musicale dei Queen una ventata di aria fresca. Tornarono in studio a Monaco per incidere “A king of
Magic”. Questo album porta ciò che è di loro competenza: il
rock; ma anche quell’unione che nell’ultimi anni si era un po’
persa, infatti per la prima volta tutte le canzoni sono accreditate al gruppo e non ai singoli componenti. Avvenne il più
grande tour in Europa, ma anche l’ultimo per Mercury che
nell’ultima data usci vestito da regina, imponente come solo
lui sapeva fare, capace di far rizzare la pelle con un solo
gorgheggio e di far commuovere allo stesso tempo; in quel
periodo i giornali incominciarono a parlare della sua malattia
ma quello di cui aveva bisogno Mercury era della sua musica, quella musica che lo aveva accompagnato da quando
era bambino, indifeso agli occhi dei flash ma forte sul palco.
Negli anni successivi uscirono canzoni memorabili rafforzate dalla bellezza che Mercury dava in quel momento alla
sua vita, non avrebbe rinnegato nulla ne tanto meno i suoi
errori. The Miracle né è l’esempio di come ci soffermiamo
alle apparenze e non abbiamo una visione ottimista della
vita. Si trasferirono a Montreux per trovare più tranquillità. Lì
Mercury cantò le sue ultime opere. Nell’ultimo album
“Innuendo” troviamo “Trere are the days of our lives” e “The
show must go on” che per i loro testi e la loro tristezza segnano la fine del capitolo Queen. La prima è un brano mesto ma sereno volto a ricordare gli anni passati trascorsi con
felicità, la seconda è un inquietante e tetro testamento in
cui Mercury afferma sempre di più con la sua voce che la
sua musica deve andare avanti anche senza il suo presentatore. Freddie Mercury muore il 24 novembre 1991 a causa delle conseguenze dell'AIDS.
Continua nella pagina seguente...
La musica è...
Se mi chiedessero cos'è la musica potrei andare
avanti ore a parlarne … Perché la musica è la base
di molte arti, come la danza, il canto, l’arte, per il
semplice motivo che la musica trasmette emozioni.
Un cantante esprime le proprie emozioni attraverso
le parole di una canzone, se sceglie di raccontare
un’esperienza triste cercherà di abbinare al suo
testo una musica che rispecchia in qualche modo il
sentimento, ciò che non riuscirebbe a esprimere a
parole. Anche se è importante ricordare che nel
mondo della musica nasce prima la melodia, poi le
parole. Con lo sviluppo tecnologico del secolo scorso abbiamo avuto anche un evoluzione tecnologica
dei supporti, basti pensare che un tempo si usavano i vinili, tenuti come reliquie dai nostri nonni, ai
tempi dei nostri genitori con le audiocassette e i
walkman, ai momenti dei nostri fratelli maggiori che
usavano i CD fino ai tempi nostri, quelli di eMule e
degli iPod, dove in un dispositivo tascabile possiamo tenere migliaia di canzoni... La musica ha dunque accompagnato ogni generazione con il suo
genere le sue mode e le sue emozioni, perchè la
musica è emozione, la musica è poesia, la musica
è vita, è una forma d'arte che portiamo dentro, non
soltanto per il nostro piacere personale, ma anche
perchè ci rappresenta, e ogni giorno c'è sempre
una canzone che parla di noi, dei nostri amori, delle
nostre esperienze, del nostro modo di essere e di
pensare.
Gloria Calcagno e Cerabona Francesca
IV A A.F.M.
“Ho un dono, ve lo dono …”
Ed ha lasciato tutti senza parole la voce mozzafiato di
una concorrente molto particolare presentatesi a The
Voice Italia, programma televisivo di successo per ragazzi su rai due. Un programma come pochi, che mette in
evidenzia solo ciò che conta davvero per diventare un
cantante di successo e cioè la voce, tralasciando tutto ciò
che non serve e che ci dona falsi pregiudizi sugli altri.
Energica, divertente, piena di entusiasmo e con una voce
formidabile, Suor Cristina è riuscita a incantare tutti sulle
note di No One di Alicia Keys, prima il pubblico in sala, a
seguire i quattro giudici e tutto il pubblico da casa. Il primo a girarsi è stato proprio J-Ax, che alla vista di quella
talento in abiti consacrati si è emozionato restando senza
parole e ad occhi lucidi che, verso la fine della puntata,
sono scoppiati in un pianto di gioia. Anche gli altri giudici
erano increduli quasi stupefatti, ma la sorella sembrava
non preoccuparsi di ciò, a tal punto che alle domande
della Carrà ha risposto con un sorriso dicendo : “Mi
aspetto una chiamata da Papa Francesco”.
Ora, che lui la chiami o no, questo resta ancora tutto da vedere,
ma di sicuro ne sarà entusiasta dato che, lui per primo, spinge tutti
ad uscire ad evangelizzare e a dire, come Suor Cristina stessa ha
affermato, che Dio non ci toglie niente anzi ci dona ancora di più. I
quattro giudici, da prima increduli e scioccati, scoppiano in un’allegra rivalità per assicurarsi quella mitica voce nella propria squadra,
ma la sorella è determinata, sapeva già infatti da chi sarebbe stato
il suo coch. Lei stessa ha affermato che sarebbe andata dal primo
che si sarebbe girato e, detto fatto, sceglie proprio il rapper ribelle
J-Ax. Il diavolo e l’acqua santa, un duo indistruttibile e inseparabile. Il cantante, commosso per la decisione della sorella si è persino alzato correndo da lei e sollevandola in aria come nei film. Certo, il talento di Cristina Scuccia, 25 anni, nata a Comiso, in provincia di Ragusa, non nasce dal nulla. La giovane e talentuosa ragazza, coltivava questo suo dono già da bambina ancor prima di prendere i voti. Frequenta l'Accademia di canto a Catania , a 18 anni
prova le selezioni per Amici e si prepara per quelle di X Factor. È
proprio la musica, casualmente, ad avvicinarla a Dio. Nel 2008 a
Palermo le Orsoline mettono in piedi un musical e le viene offerto il
ruolo della protagonista. Inizialmente non vuole accettare, ma la
madre insiste e lei, per farla felice acconsente. Tutto parte dunque
come un gioco, ma ogni minuto nei panni del suo personaggio,
non fanno altro che fortificare in lei l’idea di intraprendere quel
cammino, ponendosi delle domande che non si sarebbe mai
aspettata di porsi prima. Così Cristina, da inizio alla sua nuova
vita. Il suo cammino spirituale ha inizio nel 2009, a seguire sosta
due anni in Brasile per il noviziato e nel 2012 prende finalmente i
voti. A quel punto si è iscritta alla Star Rose Academy diretto
dall'attrice Claudia Koll, studiando canto e ballo. Suor Cristina ritiene che la musica sia un mezzo potente per parlare agli altri, in
particolare ai giovani, lei stessa ha affermato in un’intervista che:
«Solo perché siamo suore non possiamo esibirci? È un messaggio
forte quello di una giovane che consacra la propria vita a Dio e
continua a fare cose come qualsiasi persona della sua età». E del
resto non ha tutti i torti, ma soddisfare le esigenze e aspettative
degli altri resterà sempre un ardua impresa. Perché, onestamente
parlando, alle gente di oggi in particolare i giovani, non va mai
bene niente. I ragazzi sono sempre pronti a criticare la chiese perché è vista come qualcosa di molto lontano da loro e dalle loro
aspettative, e quando questa prova a fare qualcosa di nuovo e
innovativo per avvicinarsi agli altri viene vista in modo strano e
criticata ugualmente e allora, diventa forse proprio adesso il momento migliore per porsi una domanda importante: “Ma qual è il
nostro problema?” , qual è davvero il problema di noi giovani, perché è cos’ difficile da capire che loro, pur essendo suore o preti
hanno una vita come noi, sono appassionati di film, arte, gruppi
rock degli anni passati…cos’è che ci sconvolge davvero, la tunica?
Il colletto bianco che spunta fuori dalla camicia nera? La croce?
Perché dovrebbero isolarsi e dividersi da noi come se vivessero su
Matrix solo per il semplice fatto che hanno avuto il coraggio di consacrare la loro vita a Dio. Ecco perché Suor Cristina piace tanto,
perché lei ha osato, infischiandosene del giudizio della gente e
mettendo il suo dono a disposizione degli altri e non nascondendolo, scatenando una vera e propria era in stile Sister Act che fa invidia persino ai video più cliccati su youtube. La fatidica domanda
resta la seguente: Suor Cristina,vincerà mai questa edizione di
The Voice? Resta ancora tutto da scoprire, ma per il momento
godiamoci questo splendido dono che la nostra cara sorella sprint
ha deciso di regalarci.
Francesca Nucera IV A AFM
14
METE
- Aprile 2014
L'ANGOLO...............LIBERO
Ritornare alunna quando non si è più una ragazzina….che bella emozione! La vita a volte è imprevedibile e piena di sorprese, è importante prefiggersi
degli obiettivi, avere dei sogni. Capita che durante il
proprio percorso per motivi vari, anche per la maturità che in determinati periodi non si ha ancora acquisito, questi sogni restano chiusi in un cassetto,
in un angolino nascosto dentro di noi e che piano
piano nel tempo vengono fuori; ti si presenta all’improvviso l’occasione che stavi aspettando, senza
cercarla, inaspettatamente e un po’ da “incosciente”
l’acchiappi al volo, riflettendo poco sulle conseguenze che potrebbe avere per la famiglia ma pensando all’opportunità che hai per poter aprire quel
cassetto e tirare fuori quel desiderio che era rimasto chiuso per anni. La voglia che avevo di riprendere il mio percorso scolastico interrotto un po’ di
anni fa, mi ha portata a valutare la proposta di ritornare tra i banchi di scuola. Ho accettato subito,
senza riflettere a lungo e così mi sono trovata a
rivivere emozioni e ansie che mi hanno portata indietro negli anni, entrare in classe e seguire le lezioni dei professori, ritornare ad essere un’alunna,
risentire il suono della campanella , la tensione
dell’interrogazione e i compiti in classe, è stata una
piacevole avventura. Non mi è dispiaciuto tornare a
scuola, non nego che a volte è faticoso per vari impegni però studiare materie nuove e continuare con
quelle che già conoscevo è stato un arricchimento
che mi ha portata ad essere più sicura di me stessa. La paura, l’incertezza di non potercela fare perché dopo anni non si ha più quella concentrazione
mentale era l’unica causa che portava a riflettermi
nell’intraprendere questo percorso, il tempo che si
riesce a dedicare allo studio è sempre troppo poco,
però, strada facendo mi sono ricreduta perché se si
fa con entusiasmo e determinazione si riescono ad
ottenere risultati positivi arrivando agli obiettivi prefissati. Questi due anni scolastici per me sono stati
utili non solo per tutto quello che ho appreso ma è
stato bello rapportarsi con altre persone, con i miei
“compagni di classe” con cui si è instaurato un bel
rapporto di complicità e intesa, anche il rapporto
con i professori che si ritorna a vivere è più maturo
e confidenziale e la comprensione che hanno dimostrato di avere nei nostri confronti, mi ha aiutata ad
affrontare e vivere questa esperienza con più serenità. Sono quasi arrivata alla fine del secondo anno
scolastico e riflettendo su quello che fino adesso
questa esperienza mi ha dato posso concludere
7
METE
- Aprile 2014
L’angolo della musica…….
che ho quasi vinto la sfida con me stessa e la gratificazione
che provo in questo momento è che nonostante mi sono
ritagliata un po’ di tempo per un desiderio che voglio realizzare e quella sfida che voglio vincere, sono comunque riuscita a dedicare attenzione e ad adempire alle esigenze che
la mia famiglia richiedeva.
Maria Stigliano IV A Rag. serale
La vita vale molto più di un bicchiere!
di Grazia Vitelli
"Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non
bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo
guidare, così ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in
cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo
guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto.Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia
macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di
inaspettato !Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un
poliziotto che dice: Il ragazzo che ha provocato l'incidente
era ubriaco ". Mamma, la tua voce sembra cosí lontana !Il
mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte
le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che
dicono: " questa ragazza non ce la fará ".Sono certa che il
ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha
deciso di bere e io adesso devo morire...Perché le persone
fanno tutto questo, mamma ? Sapendo che distruggeranno
delle vite ?Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non
spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte. Qualcuno
doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare… Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei
viva...La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi
momenti, e mi sento così disperata...Mi piacerebbe poterti
abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente.
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene. Per questo... ti voglio
bene e...addio. "Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre
moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva...
Scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna
contro la guida in stato di ebbrezza.
“Da ubriachi è più facile morire che guidare”.
Segue dalla pagina precedente…
Il 20 aprile del 1992 tutti i grandi artisti di quell’epoca
si riunirono per dare l’ultimo saluto ad uno dei più
grandi frontman della musica rock, colui che con una
buona dose di talento, originalità in studio, carisma
sul palco è riuscito a diventare la più straordinaria
leggenda al mondo.
Nel 1995 May, Roger e Deacon decidono di pubblicare “Made in Heaven”. L'album è stato registrato in
maniera decisamente diversa, infatti Freddie Mercury
nei mesi precedenti alla sua morte si preoccupò di
incidere alcune tracce vocali finché le sue condizioni
di salute glielo avessero permesso, lasciando successivamente agli altri membri della band il compito
di creare le basi musicali per questi brani. Brano che
né dà testimonianza è “Mother Love”, è l'ultima traccia da lui cantata dove non si può non sentire l'incredibile profondità ed energia della sua voce nonostante stesse peggiorando. La forza di volontà del cantante non è bastata e gli ultimi versi della canzone
sono ad opera di May. Nel brano Mercury sembra per
la prima volta piegarsi al suo destino ed è in assoluto
uno dei brani più malinconici, seri ed emozionanti
della carriera del gruppo.
Deacon lascia la band nel 1997, mentre Roger e May
tengono vivo il ricordo cercando il cantante giusto,
ma si sa che nessuno, per quanto bravo, non potrà
mai sostituire il mito del rock.
God save the Queen.
Lorubbio Ilaria IV AFM
Pink Floid
I Pink Floyd sono i pionieri della psichedelia e uno dei
massimi complessi rock di sempre. Ci siamo poste molte
domande: Ma chi sono questi signori che hanno fatto da
musa a così tanti musicisti? Perché si ispirano a loro, ma
soprattutto, cosa hanno fatto di così innovativo? Molto si è
scritto, quasi tutto quello che si poteva dire di un gruppo
che ha stravolto gli equilibri del Rock e che ha osato molto
di più, spingendosi oltre lo sperimentalismo arrivando fino
alla Psichedelica, tutt’oggi considerata loro figlia.
Tutto ha inizio nel '65 a Londra, dove la band nasce dall'incontro dello studente di pittura Roger Keith Barret (da tutti
chiamato Syd Barret), con Roger Waters studente d'architettura e chitarrista di una formazione dal nome mutevole
(Sigma 6, T-Set, Meggadeaths, Abdabs) nella quale suonavano altri due aspiranti architetti: Nick Mason e Rick
Wright. Nel '65, dopo lo scioglimento del gruppo, Waters
(basso), Barrett (chitarra), Wright (tastiere) e Mason
(batteria) decidono di formare una band (dove per brevissimo tempo ne fece parte anche il chitarrista Bob Close). Il
Nome scelto è The Pink Floyd sound , che venne cambiato
in Pink Floyd e deriva da i nomi di due celebri musicisti
blues americani, Pink Anderson e Floyd Council.
Nel '66 arriva il momento delle prime esibizioni nei club
della Londra underground con un repertorio che comincia
ad assumere una propria identità grazie alle prime composizioni strumentali di Barrett. E' in questo periodo che i Pink
Floyd conoscono quelli che diventeranno i loro manager:
Andrew King e Peter Jenner. I Pink Floyd si fecero notare
per la prima volta come una delle band più originali e imprevedibili in un locale (UFO CLUB) in cui il gruppo sperimenta i suoi primi coinvolgenti light-show. L'obbiettivo di
questa band era quello di diventare un gruppo R&B e non
erano di certo partiti con l'idea di sviluppare un suono moderno psichedelico. Erano piuttosto influenzati da tutti i
gruppi più importanti di quell'epoca come i Rolling Stones,
Beatles, Jimi Hendrix, Who.
“Fortunatamente” questa band non aveva un livello tecnico
abbastanza alto per scrivere trattati R&B, era ad esempio il
tastierista Rick ad accordare il basso a Waters.
Fortunatamente perchè essi, non sapendo suonare pezzi
di altri gruppi, dovettero inventare uno stile musicale diverso, più appropriato e sopratutto che li rappresentassero,
portati in questo mondo psichedelico da Syd. E così iniziò
la psichedelia.
Partono le tourneè e Syd già comincia a far parlare di se
con comportamenti teatrali, grazie alla sua spiccata personalità, ma soprattutto a causa dell’LSD, che purtroppo assume.
Febbraio '67 sull'onda della psichedelia arrivata da oltreoceano con gruppi come Jefferson Airplane, i Pink Floyd
entrano in studio per registrare il loro primo 45 giri .
Continua nella pagina seguente...
8
METE
- Aprile 2014
Nel sottobosco musicale Londinese ormai sono una piccola
leggenda, e il loro primo singolo “Arnold Layne”, scandaloso ed originale, mostra tutta l'espressività visionaria del
leader del gruppo Syd Barret, pittore prestato al rock fuori
posto un po' ovunque tranne che nel suo mondo. La canzone in questione dette scandalo per il tema ritenuto il tema
di un travestito, nello specifico un buffo travestito da cleptomane anche feticista che andava in giro a rubare intimi da
donna. Ma trovare una casa discografica non è cosa semplice. Sono Polydor ed EMI che, comunque, fiutano il potenziale di questi giovani “capelloni” e lottano a suon di
dollari per accaparrarsi la band. I tempi sono maturi per un
vero e proprio album: nasce “The Piper At The Gates Of
Dawn” ed è un vero e proprio lavoro “fuori di testa” come lo
definisce il Record Mirror del 2 settembre '67. La canzone
“Astronomy Domine” diventa immediatamente un classico del repertorio Floydiano e grazie alle sue atmosfere sognanti ed ariose fanno coniare alla critica il termine di
“Space Rock” rimasto a lungo associato al gruppo, in parte anche ingiustamente. The Piper è un disco che sgorga
energia ad ogni solco, come ad esempio nel bellissimo
brano “Lucifer Sam”. Il successo bussa alla loro porta e
loro lo accolgono felicemente, ma Syd oramai devastato
dalle droghe non riesce più a stare con la chitarra dietro la
band durante le prove o performance live. Si ricordano
persino concerti in cui il povero Barrett si inginocchia sul
palco reclinando il capo per fare scena muta per tutto il
tempo. Ma questo non fa altro che accrescere il mito e la
fama dei Pink Floyd che inseriscono nelle loro file un loro
vecchio amico, David Gilmour, al posto del forzato dimissionario Barrett. Quando Syd uscì dal gruppo improvvisamente rimasero senza chitarrista, frontman e compositore
principale dei Pink Floyd, perdendo decisamente tutto, ma
poco dopo trovarono la direzione. Direzione Space Rock, i
Pink Floyd approdano direttamente sulla luna musicando in
diretta per la BBC lo sbarco dell'apollo 11, per poi produrre
il loro terzo album “Ummagumma” che vola subito al 5°
posto nella top inglese consacrandoli tra le band più influenti. Questo nuovo modo di suonare attira l’attenzione
anche di registi cinematografici i quali rimangono colpiti
dalla semplicità con cui i Pink Floyd tramutano le sensazioni in musica. Ed è proprio dopo aver ascoltato questo doppio disco che Michelagelo Antonioni vuole loro per il suo
nuovo film “Zabriskie Point”, grande occasione per il gruppo
inglese. Autunno 1970, i Pink Floyd registrano “Atom
Heart Mother”. Abbandonate le sonorità psichedeliche, il
disco si apre a nuovi mondi di espressione, affinandosi a
brani più morbidi e Sinfo-Prog. Ad aprire le danze è la Title
Track un brano di 23 minuti che riempie l'intero lato A.
Questa è una vera e propria opera Rock che a tratti può far
venire in mente atmosfere bucoliche e Country. La Copertina come per “More” e “Ummagumma” viene affidata ad
un grafico d'eccezione Storm Thogerson, che fece nascere un sodalizio perfetto destinato a fare storia. La copertina non poteva rendere meglio l’idea con la sua mucca al
pascolo in primo piano, sicuramente una delle più famose
al mondo. Nel 1971 Nasce così “Meddle” un album in cui i
Pink Floyd più che rinnegare l'amore verso le lunghe suite
(Splendido brano dal nome “Echoes” che occupa la seconda facciata), danno un taglio alle divagazioni sinfoniche
e si orientano verso sonorità più rock, agevolmente riproponibili nei concerti.
Marzo 2014 Anno XII - Numero 3
Attualità…...
L’angolo della musica…….
Segue dalla pagina precedente…
13
Dopo “Meddle” e il Film “Live At Pompei” di Adrian Maben, i
Pink Floyd, sono finalmente pronti a tornare sulla luna, ma questa
volta, sul suo lato oscuro. È una notte del giugno del '72, quando
Roger Waters si ritrova solo con se stesso nelle stanze buie degli
Abbey Road, tra sintetizzatori e melotron comincia ad armeggiare con gli oggetti più disparati, creando muri di marmitte, aereoplani, acqua e traffico, poi afferra delle monete e ne mixa il suono
con il rumore del suo pugno e il battito del cuore.
Quella notte di fatto iniziano le registrazioni di “The Dark Side of
The Moon”. The Dark Side Of The Moon non è solo un album da
ascoltare ma è un mondo da abitare, le canzoni si susseguono
una dietro l'altra senza interruzioni creando un'atmosfera unica ed
estraniante per un album impeccabile che trionferà commercialmente battendo ogni record e diventando un icona immortale del
Rock. É ritenuto il disco perfetto perchè non ha sbavature e conta
in se come disco, da un concept e una narrazione che lega dall'inizio alla fine in musica un po' il senso oscuro dell'esistenza.
Lo stile della copertina fu scelta da Richard e il loro grafico Storm
Thogerson si rese conto che l'8° album dei Pink Floyd richiamava la luce e le luci sceniche dei concerti, così gli venne in mente il
prisma studiato a scuola, aggiungendo uno sfondo diverso. Il prisma appartiene a tutti, ma il lato oscuro dell'immagine è solo dei
Pink Floyd perchè è nero. Roger Waters ha chiesto ad amici e
sconosciuti di riflettere su ciò che li angoscia alla soglia dei
trent'anni e come un ragno l'album tesse ogni risposta in un arazzo di emozioni, la paura di volare, di invecchiare, la violenza, la
solitudine, la follia. Il tempo che scorre e che ci insegue in un vortice senza fine (Time). L'alienazione dell'uomo sempre più solo in
un mondo ogni giorno più distante (Us and them).
La paura della morte, un grido, il grido di Clare Torry (cantante
del brano) che s'innalza nel cielo (The Great Gig in the sky).
Se nel '68 Syd barret era uscito dai Pink floyd con Wish you
were here (1975), diventa palese come di fatto la sua presenza
sia rimasta una costante nella vita artistica della band.
Un giorno, durante le registrazioni di “Shine On You Crazy Diamond”, un uomo grasso e pelato si presentò agli studi durante i
lavori. Nessuno lo riconobbe ma era proprio lui… i troppi concerti
hanno tolto molta energia ai nostri, ma il lavoro riprende sulla scia
dell’entusiasmo e la mitica suite “Shine…” viene scritta come
“Echoes”, ossia con piccole idee suggerite da diverse persone.
Nel nuovo album “The Wall” (1979), il bassista dei Pink Floyd è
sempre più arrabbiato con la società che lo circonda e i meccanismi economici che la governano. L'album, ispirato a quella sorta
di "muro" di incomunicabilità che si era venuto a creare tra il complesso e il pubblico (un muro che col passare del tempo si arricchirà nella testa di Waters di tanti mattoni fino a farlo diventare un
emblema dell'alienazione e dell'estraniazione dal mondo a tutto
raggio) è sviluppato su due dischi e abbraccia diverse tematiche
come discriminazioni, istruzione, show-business, fascismo e implicazioni autobiografiche di Waters, sempre più "padre padrone"
del gruppo (durante le registrazioni nascono forti contrasti con
Gilmour e, al termine della gestazione dell'album, Wright viene
allontanato). Seguirà un nuovo album “The Final Cut” (1983) , il
titolo lascia presagire ciò che sta per accadere, la fine di tutto, ma
in realtà è la fine solo per Waters. Ormai si sente sempre più
stretto nei panni di Rock Star, e di li a poco nel '85 da ufficialmente le dimissioni dai Pink Floyd. Il chitarrista, con l'aiuto di illustri
musicisti e il modesto supporto di un Mason quantomeno svogliato, pubblicherà nel 1987 “A Momentary Lapse Of Reason”,
mentre nel 1994, con il rientro a pieno titolo di Wright e Mason
nelle vesti di compositori ed esecutori, uscirà “The Division
Bell”. I dischi, colmi di spunti tutt'altro che innovativi, seguiti dalle
rispettive testimonianze live, Delicate Sound Of Thunder (1988)
e Pulse (1995).
Manuel Santagata I A Iter
La disoccupazione giovanile
La disoccupazione giovanile è un fenomeno che oramai si è sviluppato a macchia d'olio non solo in italia,
anche in europa.Gli attori del nostro futuro, dopo anni
e anni di studi scolastici e universitari, si trovano in
condizioni tali da non avere un lavoro e con una prestigiosa laurea che nonostante gli sforzi, non è abbastanza sufficiente per lavorare ed essere retribuiti in
modo accettabile. "Le faremo sapere", "non hai le giuste potenzialità", "non hai abbastanza esperienza",
sono frasi che ognuno si può sentir dire ad un colloquio. Curriculum, master e varie esperienze, possono
darci una mano... Ma quale azienda può assumere
ragazzi dai 18 ai ventidue anni, senza alcuna esperienza? Si cade nella contraddizione: è necessario
dare lavoro ai giovani, ma allo stesso tempo si cerca
di assumere persone che hanno già avuto esperienze
lavorative. Un altro fattore molto importante, che aumenta ancora di più questo fenomeno, è la crisi economica di questi ultimi anni. A causa di quest'ultima,,
molte aziende chiudono i battenti ed oltre a licenziare
molte persone, non hanno la possibilità di assumerne
altre. Difatti, molte aziende migrano all'estero, dove il
costo della vita e le tasse sono molto minori.Come si
può risolvere questo problema assai grave? Ci sono i
mezzi per farlo? Per quanto riguarda la nostra nazione, possiede tutti gli strumenti per eliminare questo
fenomeno? Staremo a vedere.............
Gennaro Abruzzese IV A AFM
LA LIBERTA’: UN BENE PREZIOSO CUI OGNI ESSERE UMANO DEVE ASPIRARE
La libertà è la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, usando la volontà di ideare e mettere in atto un'azione, ricorrendo ad una libera scelta dei fini e degli
strumenti che ritiene utili a metterla in atto. Inoltre, vuol dire non farsi condizionare dalle mode comuni e non “seguire il branco” perché in questo modo si
è “schiavi” del modo comune di vivere senza possibilità di scelta. Quello della libertà è stato un cammino
accidentato, faticoso, dove sono morti milioni di uomini e per questa ragione è nostro compito difenderla.Tuttavia, bisogna ricordare che ha dei limiti stabiliti
dalla legge. La libertà di una persona è valida fino al
momento in cui non va a “intaccare” la libertà di un
altro, e da qui la celebre frase: “La mia libertà finisce
dove inizia la tua” frase che non potrebbe essere più
significativa.
Un esempio di libertà in Italia è: tutti hanno la libertà di
studiare perché è diritto di tutti e la cultura rappresenta un modo di essere. La libertà è stata messa per
iscritto solo nel 1676 con il "writ of habeas corpus"
che sanciva principalmente l’impossibilita di arresto
senza una valida motivazione, ma la libertà fu conquistata dall'essere umano nel Rinascimento.
Quanto a prima, l'uomo era solo un piccolo ingranaggio di una immensa macchina e non era "padrone"
della propria vita. Esistono due concezioni di libertà,
quella del liberalismo, la principale caratteristica di
questa consiste nel limitare il più possibile l’intervento
dello Stato nell’attività dei cittadini e delle associazioni. L’altra è quella della democrazia, la caratteristica
essenziale consiste nell’attiva partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano. La libertà nel corso della storia, è stata ostacolata a dismisura, a volte
completamente annientata, come nel nazismo Hitleriano, il fascismo in italia e lo stalinismo. Il concetto di
libertà può essere inteso sotto vari profili, l'aspetto che
interessa più da vicino i giovani è la libertà di pensiero. Quest'ultima viene sancita per la prima volta in
Italia nel 1848, con la promulgazione dello statuto Albertino. L'articolo 28 di questa costituzione dichiara:
"La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli
abusi"; ciò consentirà, nel ventennio successivo, alle
leggi dello stato di operare favorendo le censure del
periodo fascista. Proprio per questo motivo durante il
ventennio non possiamo parlare di un effettivo godimento della libertà, visto che si inizia a parlare di una
forma più evoluta di libertà, dove ognuno può godere
realmente di questo diritto, nel 1946 con l'emanazione della Costituzione Italiana , dove questo principio è riconosciuto come uno dei diritti fondamentali.
La libertà di pensiero è alla base dei regimi democratici moderni, dove è riconosciuta anche la liceità del
dissenso. Concludo dicendo che la libertà è una delle
maggiori conquiste dell'uomo e che ha comunque bisogno di regole. E’ importante che queste regole vengano condivise e rispettate da tutti. Se si osservassero queste regole con attenzione permetteremo ad una
società libera di non degenerare e di non regredire
fino ad arrivare all'anarchia .
Francesca Pugliese
IV A AFM
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Marzo 2014 Anno XII - Numero 3
Attualità…...
Dove risiede la loro differenza?
Oggi si ha una conoscenza certa e soprattutto scritta
grazie alla ‘Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del
Cittadino del 1789, anno in cui il popolo francese, stufo dei privilegi del Re e dei nobili, si ribella rischiando
la propria vita per un’ideale a quei tempi quasi del
tutto sconosciuto e impossibile da credere, la propria
libertà. Questa ribellione si basò sul modello americano del 1776 ed infatti 90 anni dopo, in ricordo di questi
eventi, la Francia regalò agli ‘States’ un simbolo per la
loro gratitudine, la Statua della Libertà.
Questo importante documento, che sta alla base della
legislazione moderna, contiene 17 articoli in cui vengono espressi i diritti essenziali e imprescrittibili
dell’uomo: libertà della persona, proprietà, sicurezza,
resistenza all’oppressione, concetto di sovranità popolare, separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e
giudiziario), principio di legalità. In poche parole gli
uomini nascono liberi e uguali nei diritti, le destinazioni
sociali non possono essere che fondate sull’utilità comune (art. 1).
L’impatto di questa elencazione di principi fu innovatore e rivoluzionario ed allo stesso tempo portò uno
sconvolgimento radicale nella società come mai era
avvenuto in quei secoli.
Per una piena acquisizione dei nostri diritti e doveri
però dobbiamo aspettare il 10 agosto 1948. Infatti
dopo un'epoca in cui ci fu un totale abusivismo di questi diritti, di cui l'esempio per eccellenza è la Seconda
Guerra Mondiale, la maggior parte degli stati mondiali
decidono di istituire l’Organizzazione delle Nazione
Unite (ONU) adottando ufficialmente la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo (è Importante specificare ‘Universale’ perché la vecchia Dichiarazione non
conteneva minimamente accenni sulla parità tra uomo
e donna, concetto abbastanza sconosciuto a quell’epoca).
METE
- Aprile 2014
Pensiero di Cuore….....
Resoconto….
Diritti e doveri
Argomento che viene sempre discusso e criticato è
l’importanza dei diritti e doveri di ogni singolo cittadino
ma, prima di fare la solita critica sulla loro inefficienza, cosa sono i diritti tanto difesi e doveri sempre ingannati o aggirati?
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Comunque, si può senza dubbio dire che “diritto” e
“dovere” sono termini complicati da definire, poiché
sono parole a cui ognuno dà un significato diverso o
meglio, il significato è il medesimo ma ognuno di noi
non lo associa sempre alle stesse situazioni (non a
caso le leggi cambiamo da paese a paese). Il famoso
sito “wikipedia” (ma anche i libri di diritto) afferma che:
“Il termine diritto è l' insieme di regole che sono in vigore in uno Stato in un determinato momento e che
rispondono al bisogno dei cittadini di vivere in una
società il più possibile ordinata e tranquilla”, questa è
solo un tipo di diritto ovvero il “diritto oggettivo”. Naturalmente esiste anche quello soggettivo che corrisponde al concetto di "potere, facoltà". Ma cos’è realmente il diritto? In realtà è molto difficile darne una
definizione precisa tanto che si sono succeduti innumerevoli studiosi e filosofi che pur provandoci non
sono riusciti a dare un significato uguale per tutti. I
doveri, invece, sono delle regole imposte dalle norme
che i cittadini devono rispettare. Questo prende il nome di dovere sociale, però esistono anche delle regole imposte dalla natura (se non mangi muori, se non
bevi muori, ecc…) che l’uomo rispetta da sempre per
sopravvivere.
Eugenia Hruznevich
V A Igea
Avete presente quando vi sentite a casa ma fisicamente siete altrove? Ecco penso che questa sensazione, il sentirsi sereni, a proprio agio, in famiglia,
non dipendi da dove ci troviamo ma con chi siamo.
Penso che non ci sia cosa più bella di uscire di casa
allegri la mattina perché sai che andrai in un ambiente in cui non ti sentirai un estraneo, ma tra persone
che puoi considerare la tua seconda famiglia. Purtroppo oggi che non si da il vero valore alla scuola,
non tutti i ragazzi riescono ad instaurare questo legame con un ambiente che solitamente definiscono una
“gabbia”. Tutto ciò, secondo me, perché si inizia con
il piede sbagliato…si ha questa concezione negativa
della scuola senza neanche provare a conoscere a
fondo come potrebbe essere. AMICI nuovi che possono rilevarsi veri, insegnanti, tecnici, e collaboratori
che sono PERSONE fantastiche che ti insegnano
non solo le proprie materie ma come bisogna vivere
questa vita che a volte sembra difficile, e un bagaglio
culturale che ti servirà per un futuro brillante…se tu lo
vorrai. Ho frequentato quest’istituto per soli quattro
anni, ma è come se lo frequentassi da sempre. Quest’anno è l’ultimo anno e ancora non mi sembra vero;
sono stata così bene qui che gli anni sono volati ed è
arrivato il momento anche per me di abbandonare
questa scuola (a malincuore si spera!). Solo il pensiero di non vivere più momenti come quelli passati in
classe mi stringe il cuore; quanti zaini, borsellini, bottiglie d’acqua sono volate in classe in assenza di professori, i giochi più assurdi, i balli, le risate fino a non
farcela più, i compiti “scopiazzatissimi” e i giorni invece in cui abbiamo studiato come pazzi con la testa
sui libri, i discorsi serissimi, la sintonia e i “litigi” con
professori e tra compagni, penso che non dimenticherò mai tutto ciò. Le chiacchierate con i collaboratori, persone meravigliose che ci considerano figli.
Compagni di scuola, professori, collaboratori, tecnici,
segretari, presidi, ognuno di loro è una persona umile
che mi ha insegnato almeno una sola cosa che può
servire ogni giorno nella vita. Professori che per
quanto possano mostrarsi severi e che non ci sopportano più (ok a volte li facciamo arrivare all’esasperazione), in fondo ci vogliono bene e anche loro, soprattutto quelli che non vogliono farcelo capire, sono
quelli che si affezionano di più. Noi a volte sbagliamo
a comportarci in un determinato modo con i nostri
insegnanti, ma chi non sbaglia?
Penso che nessuno vorrebbe sbagliare anzi vorrebbe
sapersi sempre comportare, ma com’è il detto? Sbagliando s’impara. Capita che non ci rendiamo conto
che con una risposta, un gesto o un atteggiamento
sbagliato ma inconsapevole, possiamo rovinare il
rapporto bellissimo che si è creato con qualcuno di
loro.
Per fortuna, fato, o io direi semplicemente grazie alle esperienze, abbiamo modo di rimediare facendo capire che in
realtà si cresce, e soprattutto noi ragazzi dell’ultimo anno ci
proviamo e ogni giorno formiamo delle basi per diventare
piccole donne e piccoli uomini anche grazie a loro. Qui ho
incontrato persone che nonostante le difficoltà che incontrano nel vivere ogni giorno, mi hanno insegnato i valori
che ogni persona dovrebbe avere e cioè che non bisogna
MAI smettere di sognare e che bisogna essere sempre
positivi perché i problemi e i dispiaceri come le cose belle
ci saranno sempre. Purtroppo mi tocca dire anche che qui
ho incontrato persone false, senza personalità, o addirittura con una doppia personalità; persone che non credono
più nei sogni e nella vita; persone che hanno perso la speranza di sentire il rumore della felicità e che si sono rassegnate per sempre ; persone immature e piene di rancore.
Mi dispiace di aver trovato qualcuno che sia così, ma pensandoci anche grazie a quest’ultimi ho capito chi voglio
essere, che persona e con quali valori. Senza di loro non
avrei capito tante cose, quindi non ringrazio solo coloro
che volontariamente con parole o fatti mi hanno insegnato
cos’è la vita e come bisognerebbe viverla, ma ringrazio
anche coloro che inconsciamente con il loro modo di essere o magari solo di mostrarsi agli altri mi hanno fatto capire
che voglio evitare di essere vuota e senza ottimismo per le
sconfitte che ho incontrato e posso incontrare nella mia
vita. Finisco dicendo che fra risate, litigi, pianti e gioie, sono stati gli anni più belli della mia vita, rivivrei tutto dal primo istante all’ultimo. So che mi mancheranno tutti e tutto di
questo istituto, il mio caro itgct di Tursi. Ringrazio tutti per
le esperienze all’estero e in italia che ci hanno fatto crescere nell’ambito lavorativo, per i corsi e i progetti all’interno
della scuola, per le iniziative come quella del coro che ha
umanizzato almeno un po’ anche il più difficile dei componenti, e infine per aver fatto crescere (tanto o poco) quei
ragazzi ingenui, pieni di aspettative e un po’ spaventati che
sono arrivati qui 5 anni fa e hanno fatto di questa scuola la
loro seconda casa.
Carmela Montesano V A T
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METE
- Aprile 2014
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Marzo 2014 Anno XII - Numero 3
Attualità…...
Pensiero di Cuore….....
Resoconto….
I nuovi mezzi di comunicazione
e la solitudine giovanile
OMOFOBIA
Proprio così, Classe… proverò a scrivervi una lettera
perché come sapete io con i discorsi, non sono molto
bravo.
Per me siete una seconda famiglia, qualcosa su cui
contare, un piccolo mondo nel mondo che ci circonda, un piccolo esercito pronti a combattere per quel
voto tanto odiato, per quella persona in difficoltà o
semplicemente contro la noia inventando l’impossibile dietro quei banchi sporchi, ma sporchi di ricordi, di
disegni strani, suggerimenti per quelle verifiche tanto
ansiose, frasi e tanto altro ancora che solo i nostri
banchi ricorderanno o forse anche i collaboratori
scolastici XD che con tanta pazienza pulivano le nostre creazioni. Quei collaboratori sempre affettivamente chiamati per nome che, secondo me, andrebbero pagati il doppio per quello che fanno veramente
(fatti e pensieri puramente casuali eh :D).
Che strana la vita eh? Aspetti con ansia quel tanto
atteso diploma, quei 18 anni tanto desiderati però
qualche mese prima inizi ad avere nostalgia, a farti i
‘complessi’, a dire ‘‘ ma io sto tanto bene qui dove
sono ’’ però la vita va avanti e ciò che il tempo ci sta
togliendo oggi con il passato, giocando bene le nostre carte, ce lo restituirà in futuro con tutti gli interessi e qualche sorpresa che solo lei sa fare. Non esiste
una ricetta perfetta, nessuno ha detto che fosse stato
semplice, hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena.
Proprio come quel settembre 2009, nessuno sapeva
quello che stava accadendo ma eravamo lì pronti a
trascorrere quelle 5 o 6 ore al giorno che detto così
sembra chissà cosa, però ci hanno cambiato molto
perché ogni grande tragitto inizia con il primo passo .
Un percorso fatto di mille sorprese, di scioperi e di
‘’filoni strategici’’ fatti sotto quel sole caldo di Tursi, di
pranzetti sempre molto organizzati XD, di recuperi
fatti 40° all’ombra con 4 o 5 ventilatori accesi tanto
per abbondare e di compagni che purtroppo se ne
sono andati e fortunatamente di altri che sono arrivati
rivelandosi ottimi amici.
Abbiamo vissuto insieme alla nascita di grandi amicizie, ai
primi amori e perché no alle prime delusioni, alle litigate, a
quelle giornate buie fatte di un cielo carico di lacrime ma, il
tempo cambia e le stagioni passano e se prima su quei
calanchi, attorno al canale c’era soltanto terra e detriti ora
con la primavera iniziano a uscire i primi fiorellini quelli più
colorati e accesi.
Tutto questo in quelle 5 o 6 ore al giorno che dovevano
essere di studio ma, in realtà, lo studio diventa una cornice
in questo mondo chiamato scuola e secondo me, è proprio
questo uno degli ingredienti importanti della ‘‘ricetta perfetta’’: le PICCOLE COSE, gocce di momenti in questo oceano chiamato vita.
Infine, vorrei dirvi che il nostro tempo ancora non è finito e
ci aspetta l’ultima sfida, il nostro esame di maturità dimostrando quello che siamo diventati, vedere fino a che punto
arriva la nostra complicità: elemento base nella società
moderna. Lo so, purtroppo alcune volte l’unione non è il
nostro forte e come in una vera famiglia dove c’è sempre la
zia tanto odiata che ti da i pizzicotti o la mamma impicciona
o il nonno fascista, in fondo ci vogliamo bene.
GRAZIE A TUTTI
Arcuri Gianluca V A IGEA
La parola omofobia letteralmente significa "paura
dell'uomo", una parola pienamente attuale che ultimamente ha fatto emergere polemiche e disappunti. La
paura di cui si parla è intesa come "paura del diverso", di ciò che non si comprende o perlomeno alla
quale tutti non riescono a trovare una risposta, una
spiegazione razionale. Tale parola viene spesso collocata a coloro che un qualcosa di diverso da noi eterosessuali ce l'hanno, ma che non dovrebbero essere
messi in discussione o esclusi per questo: gli omosessuali. Spesso si sente parlare dell'omofobia come una
malattia. L'omofobia non è una malattia effettiva ma è
una "malattia di pensiero" fondata solo ed esclusivamente sul pregiudizio. Un pensiero razziale, nella
maggior parte dei casi, che fa sì che vengano categorizzati uomini e donne attratti dal loro stesso sesso
solo perchè hanno un modo di pensare e di vivere che
si discosta dal nostro. Nessuno sceglie di essere
omosessuale, lesbica, così come nessuno sceglie di
essere eterosessuale. Quindi perchè discriminare o
condannare chi ha un istinto diverso? Perché la società continua ad opporsi a chi manifesta la propria personalità più autentica? In alcuni Paesi ancora oggi
l’omosessualità è considerata “un reato” ed è addirittura punita con la pena di morte, la Chiesa non accetta gli omosessuali poiché contro natura: dovremmo
avere tutti una mentalità più aperta e volta ad accettare e convivere con coloro che in fin dei conti sono nostri simili.
Maria Grazia Comparato
Helen Pontevolpe
III AT
I nuovi mezzi di comunicazione e la solitudine giovanile La nostra società è sicuramente segnata da una
profonda e lacerante contraddizione. Se da un lato si
parla di società degli scambi, dei mezzi di comunicazione e dell’interattività , dall’altro, e sempre più spesso, si sente parlare della condizione di solitudine e di
isolamento dei giovani.
Le cause del fenomeno sono molteplici e di varia natura ma tra esse un ruolo predominante va senz’altro
riconosciuto all’uso spesso eccessivo delle tecnologie
che hanno profondamente modificato, per non dire
sconvolto, il modo di stare insieme e di interagire. I
giovani, sempre più spesso, affidano le proprie parole
e le proprie emozioni a strumenti come il telefono, il
cellulare, gli sms, così sviluppandosi modelli di comunicazione fittizi in cui la corporeità, e tutto ciò che essa
implica, rimane assente.
Altro tipo di comunicazione spesso illusoria è quella
che i giovani realizzano attraverso il computer, a volte
spia sintomatica ed allarmante di una intima incapacità di rapportarsi agli altri in modo autentico e sereno.
E così, soprattutto nell’adolescenza, quanto più si è
incapaci di relazioni umane reali, tanto più ci si lascia
imprigionare dalla dipendenza di rapporti virtuali e di
scambi ossessivi fondati sul nulla i quali conducono,
drammaticamente, ad una condizione di profonda solitudine interiore. Sarebbe pertanto doveroso, soprattutto da parte degli adulti, educare i giovani a sviluppare
un maggiore senso critico nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione che, se a volte sono innegabilmente utili, possono però tradursi in insidiose trappole
di isolamento.
Bisogna insegnare loro a recuperare la capacità di
uno stare insieme fondato su un dialogo sincero e su
una comunicazione diretta, in cui la presenza dell’altro
non è virtuale né eventuale ma fondamentale e imprescindibile.
È necessario abbandonare la fredda schermata del
computer e ritrovare i volti, il contatto fisico, il calore
umano. Perché l’unico modo per emanciparsi da quel
senso di solitudine che quasi fisiologicamente attanaglia l’età adolescenziale è quello di ritrovare l’altro,
magari porgendo la propria mano e offrendo il proprio
generoso e impagabile sorriso.
Prof.ssa Lina Vinci