Fine d’ottocento
Tra naturalismo e simbolismo
André Antoine (1858-1943)
• Il teatro piu strettamente collegato al
naturalismo francese fu Il teatro
libero (Théatre libre) di André
Antoine, inaugurato nel 1887. Tranne
al 1876, anche a questo anno, 1887, si
riferisce come l’anno della nascita di
teatro moderno.
Jean Jullien (1854-1919)
• Jullien era uno dei drammaturghi di Antoine,
e il principale portavoce critico dell’impresa di
Antoine. Jullien ammetteva che, “Un dramma
e una tranche de vie messa in scena con
arte,” e che il teatro dovrebbe offrire non
un’analisi dei personaggi, ne un intreccio ben
costruito, ma un azione piena di sorprese e
spesso irrisolta, proprio come nella vita reale.
Jullien (cont…)
• Secondo Jullien, l’arte di teatro vuol
dire, strutturare logicamente gli atti e le
scene, a partire dalle solide fondamenta
dei fatti osservati, e non dalla
preoccupazione di creare collegamenti
ingegnosi dei dialoghi, e assicurarsi
che le questioni tecniche tipo le “entrate
e le uscite abbiano una giustificazione
naturale”.
Jullien (cont…)
• Nella sua frasi piu memorabile, Julien dice
che l’arco di proscenio dovrebbe essere
considerato una quarta parete, trasparente
per il pubblico e opaca per l’attore. Lo
spettatore dovrebbe “perdere per un attimo la
sensazione della sua presenza in teatro, e
seduto nell’oscurità davanti ad un palco
illuminato, rimanere attento e non osare piu’
parlare.”
Simbolismo
• Per alcuni simbolisti, come Stephané
Mallarmé (1842-1898), il teatro della
mente, completamente immateriale e
incontaminato dalla rappresentazione
concreta, divenne l’unico teatro degno
del nome di arte.
Théatre de l’Oeuvre
Il teatro fu fondato da Camille Mauclair e
Aurélien Lugné-Po nel 1893, e divenne il piu
importante teatro di simbolismo. Il loro
obiettivo era un teatro metafisico, una sorta di
teatro del dialogo platonico, piu’ filosofico
nella sostanza, che drammatico. Il suo
obiettivo era di creare, “l’entita filosofiche ed
intellettuali, attraverso ‘personaggi
sovraumani, in una scenografia emozionale e
sensuale.”
Alfred Jarry
(1873-1907)
• In 10. dicembre di 1896, fu la prima di Ubu
roi, il testo teatrale, che ha annunciato
l’avanguardia storica di ventesimo secolo.
• Sono tanti che considerano questo anno,
1896, come l’anno della nascita del teatro
moderno e di avanguardia.
Adolphe Appia
(1862-1928)
• Il problema della messinscena simbolista fu
trattato dettagliatamente nelle riflessioni
teoriche di Adolphe Appia, la cui opera,
benché riconosciuta troppo tardi per
influenzare le produzioni di Théatre de
l’Oeuvre, derivava esattamente dalle stesse
radici, e divenne poi uno dei piu’ importanti
contributi al teatro di 20. secolo.
Appia (cont…)
Nei suoi scritti, (Regia delle dramme
wagneriane, 1895; e La musica e la regia,
1899), Appia ammeteva che, “ogni dramma
determina una propria messa in scena,” unica
e peculiare.
Il problema nuovo era quello di integrarre
l’attore vivente nella scena inanimata, il che
puo’ essere realizzato nel modo migliore con
la presenza mediatrice della luce.
Appia (cont…)
• L’attore diventa uno dei mezzi (pur se il piu’
importante) per l’espressione del drammaturgo. Cosi
la concezione simbolista del attore ideale, che Craig
chiamo la Supermarionetta, era chiaramente
implicata nel teatro di Appia. Per mezzo della musica,
il corpo umano vivente si spoglia “del involucro
casuale della propria personalità, e diventa lo
strumento consacrato di un’espressione comune a
ogni essere umano”.
Appia (cont…)
• Secondo Appia, il teatro ideale
dovrebbe essere totalmente adattabile
(persino il pavimento, il soffitto e le
pareti) dietro l’arco di proscenio, cosi
che ogni dramma possa svolgersi nel
particolare spazio rappresentativo che
gli é proprio, altra idea di Appia, che
divenne molto importante nel 20 secolo.
Maurice Maeterlinck
(1862-1949)
• Il principale drammaturgo del movimento
simbolista, si occupo spesso del rapporto tra
la vita interiore e la relativa rappresentazione
sulla scena. Come Appia e simbolisti, in
generale, egli individuo nell’interesse
precedentemente rivolto dal teatro al
contingente e al realistico un potente ostacolo
per una piu’ profonda possibilita’ espressiva.