GIARDINO ARABO
Diffusasi dall'VIII sec. nel bacino del Mediterraneo in seguito alle conquiste dei seguaci di
Maometto, la cultura islamica produsse un'arte nella quale il giardino acquistò un ruolo
centrale.
Profondi conoscitori della matematica e della geometria, gli Arabi applicarono al giardino
rigide regole geometriche. Il giardino, quasi sempre rettangolare e delimitato da alti muri
coperti da vegetazione, costituisce un'area nella quale si fondono profumi e colori e
manifesta l'aspirazione al paradiso maomettano che gli Arabi cercano di ricreare nella vita
terrena. L'acqua, simbolo di vita e di purezza, costituisce all'interno del giardino l'elemento
di maggiore rilevanza. Essa si manifesta in modo sempre differente e sorprendente
prendendo la forma di vasche, canali, fontane, zampilli, connotando la sequenza degli spazi
e dei cortili e conferendo al giardino anche un carattere sonoro.
Nel giardino islamico, le pavimentazioni dei viali e il fondo dei canali e delle vasche,
realizzati in ciottoli colorati o in mattonelle di maiolica, i fiori e la vegetazione, determinano
un carattere lussureggiante. Quest'ultimo è mantenuto attraverso l'impiego di piante a
foglia perenne. Le essenze mediterranee sono le più utilizzate: i cipressi, secondo il Corano
simbolo dell'eternità e della bellezza femminile; le magnolie, gli agrumi, il bosso ed il mirto
utilizzati per le bordure.
Nonostante il giardino arabo si presenti in una zona ben definita dell’area
verde, ciò non toglie che alcuni elementi della cultura araba si ripresentino
in tutti gli spazi. L’acqua, che come abbiamo detto in precedenza assume
nel linguaggio islamico una notevole accezione simbolica, attraversa tutti
le varie tipologie di giardino, assumendo ogni volta forme del tutto
differenti; altro elemento tipico è il muro perimetrale, che delimita quasi
tutti i giardini (sebbene la sua altezza varii). Questa scelta progettuale è
volta a evidenziare il fatto che la cultura araba sia una di quelle
predominanti in tutto il Mediterraneo, che attraversa intimamente le varie
culture (l’acqua), ma allo stesso tempo le racchiude (il muro).
Focalizzando l’attenzione sul giardino arabo progettato, potremo notare
che esso si ispira in particolar modo al famosissimo giardino del duomo di
Monreale: anch’esso presenta una forma pressoché quadrata, con ai
quattro angoli piccoli spazi delimitati da siepi al cui interno sono collocati
degli esemplari di palma nana.
Chamaerops humilis
La Chamaerops humilis, comunemente nota come palma nana, è l'unica specie del genere Chamaerops ( famiglia delle
Arecaceae). È una specie tipica della macchia mediterranea. Il nome del genere fa riferimento alla morfologia della pianta
(dal greco chamai=basso e rhaps=cespuglio). I greci la chiamavano Phoenix chamaeriphes, che significa letteralmente
"palma gettata per terra".
CARATTERISTICHE
Si presenta come un cespuglio sempreverde che raggiunge normalmente altezze sino a 2 metri, ma può raggiungere
l'altezza di alcuni metri. Il fusto è di diametro variabile (10-15 cm), ricoperto da un tessuto fibroso di colore bruno.
Generalmente è corto, visibile solo negli esemplari vetusti. È ricoperto in basso dai residui squamosi delle foglie morte
(con un diametro complessivo fino a 25-30 cm). La corteccia è di colore marrone scuro o rossastra. Le foglie sono larghe,
robuste, a ventaglio, rigide ed erette, sostenute da lunghi piccioli spinosi riuniti a ciuffi sulla sommità del fusto; di colore
verde sulla pagina superiore e quasi bianco sulla pagina inferiore. I fiori sono portati da infiorescenze a pannocchia, corte e
ramificate, di colore giallo, con peduncoli brevi. È usualmente (ma non invariabilmente) una pianta dioica con fiori maschili e
femminili su piante separate. I fiori maschili hanno 6-9 stami che sovrastano un calice carnoso, i fiori femminili racchiudono
3 carpelli apocarpici carnosi. I frutti caratteristici sono le drupe , globose o oblunghe, di lunghezza variabile (12-45 mm)con
polpa assai fibrosa e leggermente zuccherina, di colore verde nelle prime fasi, successivamente giallo-rossiccio, marroni a
maturità.
HABITAT E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
È un tipico elemento della fascia più termofila della macchia mediterranea. È diffusa soprattutto in zone calde, vicino alle
coste; predilige esposizioni soleggiate e teme il freddo intenso. In ambiente naturale cresce principalmente su terreni
rocciosi o sabbiosi. E’ diffusa in tutto il Mediterraneo occidentale dal sud del Portogallo a Malta (in Europa) e dal Marocco
alla Libia (in Africa). In Italia si trova lungo tutta la fascia costiera occidentale, dalla Sicilia alla Toscana centro-meridionale,
comprese alcune isole del Mar Tirreno, mentre più a Nord è conosciuta solo per alcuni nuclei relitti nel territorio del Parco
di Portofino (Liguria); è comune soprattutto in Sicilia, Sardegna e Calabria, regioni nelle quali si può allontanare di diversi
chilometri dalle coste o risalire le prime pendici dei rilievi montuosi.
USI
- Alimentari: il germoglio, biancastro e midolloso, è edule ed era usato in tempo di carestia in sostituzione della patata
oppure per farne dolci.
- Artigianali: La fibra ottenuta dalle foglie viene utilizzata per la fabbricazione di scope, ventagli, funi, ceste, panieri, stuoie,
cappelli e corde.
GIARDINO ROCCIOSO
Il giardino roccioso ha origini relativamente recenti. L'Umanesimo e il
Rinascimento videro, insieme ad un rinnovato interesse per la letteratura,
la filosofia, l'arte e la poesia, anche una grande attenzione per la natura e
per le sue curiosità. I ricchi Signori collezionavano spesso non solo oggetti
d'arte, ma anche “meraviglie del mondo naturale” (pietre, spugne,
conchiglie, ossa di animali acquatici, ecc.) che raccoglievano in grotte
adornate di statue di Pan o di altre figure mitologiche.
Durante il periodo del “paesaggismo inglese”, le rocce naturali erano
spesso scavate o intagliate per formare grotte, entro cui si piantavano
delle felci o altre piante da ombra. Tutto doveva sembrare spontaneo, non
artificioso. In quel periodo le rocce e grandi massi furono usati in maniera
anche
molto
spettacolare,
creando
scenografie
suggestive.
Ma il vero e proprio giardino roccioso – il giardino roccioso moderno –
forse non sarebbe nato se non ci fosse stata una forte influenza del
giardino giapponese, fatto di elementi naturali (come sassi, sabbia,
acqua...) disposti secondo regole precise dettate da una visione filosofica del mondo. Molti paesaggisti moderni si fecero influenzare in questo
senso dal Giappone, soprattutto nella prima metà del '900, anche se il “roccioso” come lo intendiamo noi, era ancora lontano dal nascere.
Un altro tipo di sistemazione era al lato di corsi d'acqua artificiali o naturali, o laddove vi fosse un pendio scosceso. Molti considerano “giardini di
rocce” anche i lastricati di pietra locale, in cui lasciare delle zone vuote per piante striscianti come il timo oppure il muretto a secco con inserite
alcune piante decombenti.
La moda del roccioso si estese a tutta l'Europa, comprese le regioni mediterranee, dove purtroppo non era possibile coltivare le piante alpine per
cui era stato originariamente creato. I giardinieri
mediterranei quindi pensarono a tutte le essenze
endemiche del bacino, soprattutto a quelle che vivono
nei pendii assolati e battuti da venti salsi, cioè le piante
della macchia mediterranea e della gariga, come
euforbie, lavande, cisti, corbezzoli, lentischi, agnocasti.
Spesso a queste piante autoctone venivano associate
delle cactacee, come le agavi. Un giardino roccioso
mediterraneo dovrà essere dotato di una certa
ampiezza, di molti dislivelli naturali e artificiali, di buona
roccia locale e di un certo aspetto un po’ aspro, dove si
percepisca la presenza degli elementi climatici come
vento o mare.L’esposizione dovrà essere molto assolata
e le temperature minime invernali piuttosto tiepide.
Coerentemente con le caratteristiche sopra citate, il
giardino roccioso mediterraneo che verrà realizzato
nella parte finale del percorso, sarà costituito da
essenze quali l’aloe vera, l’agave, la yucca e
l’euphorbiae characias. Troveranno spazio anche degli
arbusti con splendide manifestazioni floreali quali
l’aubretia deltoidea, il lampranthus e il carpobrotus
acinaciformis.
Aloe vera
L'Aloe vera è una pianta succulenta della famiglia delle Aloeacee che predilige i climi caldi e secchi.
CARATTERISTICHE
È una pianta carnosa perenne a portamento arbustivo, alta sino ad 1 m. Presenta foglie disposte a ciuffo, semplici,
lunghe 40-60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano cuticola molto spessa e sono carnose a causa
degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine solo lungo i lati. Lo scapo fiorifero
che si innalza dal centro delle foglie é costituito da un'infiorescenza a racemo con asse ingrossato, di colore dal
giallo al rosso. I frutti sono costituiti da una capsula loculicida. È una pianta autosterile, si riproduce perciò solo con
l'impollinazione incrociata, in quanto i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano tra loro.
USI
L'uso dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul
finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, Iraq, e
databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge "... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da questa
osservazione di archeo-botanica si evince la conoscenza da parte degli Assiri della pianta e di alcune sue proprietà, e il loro
impiego della varietà di aloe barbadensis Miller, meglio nota come Aloe Vera.
Lo studio sistematico di questa pianta tuttavia iniziò solo nel 1959, grazie a un farmacista texano, Bill Coats, che mise a punto
un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e
fermentazione. Parallelamente il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il
trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'Aloe sono molto attivi in tutto il mondo.
Da un punto di vista chimico, si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri complessi - in
particolare glucomannani tra cui spicca l'acemannano - nel gel trasparente interno, con proprietà immuno-stimolanti; gli
antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore
nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico, come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi,
lignine e saponine.
Agave
L’ Agave è un genere di piante monocotiledoni, appartenente alla famiglia delle Agavaceae. Le agavi sono
originarie delle zone tropicali e subtropicali, del continente americano, con particolare riguardo al
Messico, Indie occidentali, America Meridionale. Le loro caratteristiche ne hanno permesso l'ampia
diffusione nella regione mediterranea.(di questi tempi Introvabile o quasi in Lombardia)
Ha radici lunghe e numerose, fusto breve, con rosetta di foglie carnose dotate di molte fibrE e. Nelle foglie
è quasi sempre presente la spina apicale, a volte le spine compaiono anche lungo i margini. La fibra (detta
sisal) estratta dalle foglie dell'agave sisalana è utilizzata per la costruzione di corde, cesti, cappelli, tappeti
e altri manufatti artigianali.
USI
La pianta di Agave, oltre ad essere apprezzata per la sua bellezza come pianta ornamentale ha molteplici altri usi: dalle sue foglie, ricche di fibre, si
produce un tipo di tessuto molto resistente che viene utilizzato soprattutto nella realizzazione di amache e cappelli (panama) e dalla pianta si
ricavano alcune bevande famose in tutto il mondo quali il Pulque, il Mezcal e la Tequila (che prende il
nome dalla città omonima dove per la prima volta è stata distillata). Produce un solo fiore dopo circa
20/30 anni dopodiché muore.
Yucca
La yucca è un genere di pianta facente parte della famiglia delle Agavaceae, originario delle
regioni
a
clima
tropicale
secco,
come
Messico,
California
e
Caraibi.
Comprende più di 30 specie di alberi e arbusti che in natura raggiungono anche i 15-20 m di
altezza ma negli ambienti domestici non superano i 2 m; hanno il fusto robusto, cilindrico,
spesso a portamento arboreo, poco ramificato, che porta folti ciuffi di foglie lineari, persistenti,
dure e generalmente spinose all'apice; i fiori sono generalmente piccoli, raramente grandi, di
colore bianco o crema, sono penduli e solitamente riuniti in grandi pannocchie terminali.
La specie più coltivata come pianta ornamentale è la Y. gloriosa, dalla fioritura estiva di fiori di
colore bianco-candido, campanulati e riuniti in un'alta spiga, che supera facilmente i 2-3 m
anche se coltivata in vaso; la Y. australis ha portamento arboreo, la Y. elephantipes si presta
alla coltivazione in vaso, mentre le specie Y. aloifolia e Y. arborescens originarie della California,
Louisiana e Messico, hanno un prevalente interesse nell'industria cartiaria, che utilizza la pasta
cellulosica ottenuta dalle foglie per la fabbricazione di materiale cartaceo.
METODI DI COLTIVAZIONE
Se coltivata in piena terra preferisce le zone dal clima marittimo, anche se può crescere nel Nord Italia in
posizioni riparate dal gelo. Richiede esposizione soleggiata, terreni asciutti e senza ristagno d'acqua. Le piante
coltivate in vaso richiedono ambienti caldi e luminosi, concimazioni liquide poco frequenti, annaffiature
controllate d'estate e diradate d'inverno, si rinvasa o rinterra ogni primavera, usando terriccio universale. Si
moltiplica per mezzo di talee di segmenti di tronco, divisione dei polloni basali, o più difficilmente con la semina
in vasi o cassette e successivo trapianto a dimora.
YUCCA FLACCIDA
Appartiene alla famiglia delle Liliaceae, è una pianta arborea e arbustacea, sempreverde, caratterizzata da foglie ensiformi, di colore verde-glauco,
morbide, spesso ripiegate. I fiori, bianco crema, sono raccolti in grandi pannocchie e sbocciano da maggio a settembre.
E’ originaria del sud degli Stati Uniti, Messico e Indie occidentali e necessita per svilupparsi di un clima mite.
Viene utilizzata prettamente per scopi ornamentali.
Euphorbia characias L.
L’ euphorbia characias appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae.
CARATTERISTICHE
E’ una suffruttice perenne che si eleva fino a 120 cm, con fusto legnoso, rossastro e spoglio in
basso, subito eretto o un poco ricurvo prima di raddrizzarsi, cespitoso, flessibile, verde e
pubescente in alto. Le foglie sono pubescenti, grigiastre, lineari o oblanceolate a volte
obovate, intere, lunghe fino a 9 cm, sono fitte e disposte a spirale sul fusto, soffici e sessili,
revolute al bordo, hanno un colore verde-bluastro con una nervatura centrale più chiara.
I fiori unisessuali formano un’infiorescenza detta ciazio, che appare come un fiore unico
composto da un ricettacolo a forma di coppa portante dei vistosi nettari trapezoidali di colore
rosso-bruno; all’interno si trovano il fiore femminile giallo, consistente in tre carpelli che
costituiscono un grosso ovario supero triloculare con stili liberi e bifidi e i fiori maschili, senza
perianzio sono ridotti a stami.
I ciazi sono raccolti all’apice di ombrelle terminali formate da 10-20 raggi che si biforcano e
portano alla base della ramificazione due brattee opposte e saldate, a forma orbicolatadeltoide. Altri raggi isolati con i relativi ciazi sorgono all’ascella delle foglie più alte. Il frutto è un
coccario di 5-7 mm, i semi sono ovoidali grigio-argentei maggiori di 2 mm.
DISTRIBUZIONE – HABITAT – FIORITURA
Pianta della regione mediterranea e della costa portoghese, in Italia è assente dalle Alpi
all’Emilia.
Vegeta nelle macchie, garighe, terreni incolti e aperti, aridi e soleggiati fino a 1000 m. Fiorisce
da Gennaio ad Aprile
PROPRIETÀ ED USI
Il lattice bianco che fuoriesce spontaneo al taglio è tossico ed il suo contatto può provocare irritazioni della pelle e delle mucose ed è
particolarmente pericoloso per l’occhio.
Anche i semi sono altrettanto tossici e sono utilizzati come purganti.
Le piante sono anche coltivate e diffuse per adornare i giardini del Mediterraneo.
In Medio Oriente viene considerata protettrice della casa, e viene usata per purificarla dopo un parto.
Aubretia Deltoidea
E’ una pianta erbacea perenne tappezzante originaria dell'Europa.
Molto utilizzata nei giardini rocciosi e su muri a secco, dove si allarga
rapidamente creando suggestivi cuscini di piccole foglie tondeggianti,
grigio-verdi, coperte da una leggera peluria; dalla primavera fino alla
fine dell'estate produce una profusione di piccoli fiorellini a croce, di
colore rosa, viola o blu. L'aubretia viene molto utilizzata come
tappezzante anche ai piedi di arbusti o alberi poichè non supera i 1015 cm di altezza. Per ottenere piante dallo sviluppo più compatto si
consiglia di tagliarle, alla fine della fioritura, ad un altezza di 5-10
cm.
ESPOSIZIONE
La aubretia fiorisce abbondantemente se posta in posizioni
soleggiate, per evitare che i caldi estivi dissecchino eccessivamente il
terreno è però bene porre la pianta in luoghi in cui le radici
rimangano al fresco. I giardini rocciosi sono sicuramente i luoghi migliori per le aubretie, che
possono così essere poste in pieno sole, con le radici all'ombra delle rocce. Non teme il freddo.
Lampranthus.
Appartiene alla famiglia delle Aizoaceae ed è originaria dell’Africa meridionale.
Il genere Lampranthus (derivato dallo smembramento del genere Mesembrianthemum) comprende circa 100 specie di piante succulente, perenni,
semirustiche, nane, a portamento cespuglioso, con rami a volte eretti a volte striscianti. Le foglie piccole, opposte, a sezione triangolare, cilindrica o
semicilindrica, di consistenza succulenta, contengono una linfa chiara e mucillaginosa. In cima agli steli compaiono i fiori, simili a capolini e vivacemente
colorati, che durano circa una settimana e si schiudono solo in pieno sole.
Carpobrotus acinaciformis
Il Carpobrotus acinaciformis (fico degli ottentotti) appartiene alla famiglia delle
Aizoaceae.
CARATTERISTICHE
E’ una pianta perenne con fusti erbacei striscianti e lunghi da 10 a 50 cm , con il passare
del tempo il fusto assume un aspetto legnoso.Presenta foglie carnose di forma trigonocarenata (6-8 cm x 12-18mm) simile a scimitarra. I fiori solitari sono esclusivamente
purpurei con viraggio al rosso magenta, Ø 8 - 12 cm su peduncoli compressi e lunghi 6
cm, posti all'ascella delle foglie. I frutti carnosi eduli contenengono numerosi piccoli
semi.
CURIOSITÀ
Pianta di ambiente marittimo, utilizzata per stabilizzare le dune e impedire l'erosione del
suolo. E' originaria del Sud Africa e fu introdotta in Europa nel '600 e quasi subito diffusa
spontaneamente in prossimità di località marittime. Resiste moderatamente al fuoco e bene a
periodi siccitosi. Il tempo di fioritura è fra Marzo e Luglio.