243 imprese della brianza controllano 739 imprese fuori dai confini

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Oggi in Villa Reale “Globalizzazione addio?”, il XXI rapporto sull’economia globale e l’Italia
243 IMPRESE DELLA BRIANZA CONTROLLANO
739 IMPRESE FUORI DAI CONFINI NAZIONALI
Sono soprattutto negli USA (95), quindi in Francia (76), in Germania (70) e in Cina (67). A
livello comunale è nella città di Monza che si concentrano di più (61). Anche Lissone,
Vimercate, Desio e Meda si spingono oltre l’Italia, con un alto numero di imprese che hanno
controllate straniere. La Brianza si colloca al quarto posto in Lombardia dove le imprese con
società controllate all’estero sono più di 4.300, di cui oltre 2.300 hanno sede a Milano.
Monza, 13 febbraio 2017 Brianza senza confini: ci sono 243 imprese brianzole che controllano 739 società
fuori dai confini nazionali, soprattutto concentrate negli Stati Uniti (95 aziende pari al 12,9% del totale delle
controllate), in Francia (76; 10,3%), in Germania (70; 9,5%) e in Cina (67; 9,1%). Le partecipate da imprese
della Brianza si trovano soprattutto in Europa dove se ne contano 446 (60,4% del totale), quindi in America
in cui si trovano 149 imprese (20,2%) e in Asia (125 imprese; 16,9%). Se poi si considera la dimensione
comunale, al primo posto il capoluogo Monza, con 61imprese che hanno controllate all’estero, quindi
Lissone, con più di 20 società, Vimercate (14), Desio (11) e Meda (10). Tra i primi dieci comuni brianzoli ci
sono anche Nova Milanese, Seregno, Giussano, Brugherio e Usmate Velate.
La Brianza si colloca al quarto posto in Lombardia dove le imprese con società controllate all’estero sono più
di 4.300, di cui oltre 2.300 hanno sede a Milano.
È quanto emerge da una elaborazione dell’ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su
dati Trade Catalyst.
“In questi anni il nostro mondo si è modificato rapidamente, superando spesso la nostra capacità di
governare le trasformazioni. La globalizzazione, insieme con la tecnologia, ha cambiato il nostro modo di
produrre e di vivere. Ha abbattuto le distanze geografiche, ha aperto grandi opportunità ma al contempo ha
esasperato le contraddizioni, creando forti discontinuità. – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli Presidente
della Camera di commercio di Monza e Brianza - Oggi dobbiamo affrontare in maniera più responsabile
e consapevole le sfide della globalizzazione mantenendo la prossimità ai territori e alle imprese e sapendo
investire su tutte quelle nuove dinamiche che possono aprire nuove opportunità di sviluppo, dalla tecnologia
applicata alle imprese alla nuova economia del sociale.”
Le evoluzioni dei mercati mondiali e dell'economia politica sono al centro dell’incontro di presentazione di
oggi, presso la Villa Reale di Monza, del XXI Rapporto sull’economia globale e l’Italia “Globalizzazione
Addio?”, curato dall'economista Mario Deaglio e realizzato dal Centro di Ricerca "Luigi Einaudi",
promosso da UBI Banca Popolare di Bergamo e dalla Camera di commercio di Monza e Brianza. Sui
principali risultati del Rapporto si apre il confronto con la comunità degli imprenditori del territorio di
Monza e Brianza. Tra i relatori della presentazione Carlo Edoardo Valli Presidente Camera di commercio di
Monza e Brianza, Giorgio Frigeri Presidente UBI Banca Popolare di Bergamo, Giorgio Arfaras Coautore del
XXI rapporto sull’economia globale e l’Italia.
La sintesi del Rapporto L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, contro le previsioni
pressoché generali, ha suggellato un anno bisestile sviluppatosi all’insegna della disgregazione dell’ordine
politico ed economico globale che sembra farsi strada molto rapidamente sia nel contesto internazionale sia
all’interno dei singoli Paesi. Il dichiarato protezionismo del nuovo Presidente americano ne è un caso da
manuale. L’orizzonte mondiale, e soprattutto europeo, appare contrassegnato da ancor più numerose
discontinuità (la Brexit, i migranti, il terrorismo) che dovranno essere affrontate e risolte. Per l’Italia, il
compito appare abbastanza chiaro: si tratta di non spegnere, ma anzi di rafforzare, i lumicini di ripresa che
ardono ormai in gran parte dell’economia ma che non riescono a fornire sufficiente luce e calore, come le
precedenti edizioni del Rapporto hanno evidenziato. Il Rapporto - curato da Mario Deaglio con i contributi di
Giovanni B. Andornino, Giorgio Arfaras, Gabriele Guggiola, Paolo Migliavacca, Anna Paola Quaglia,
Giuseppe Russo e Giorgio Vernoni - è pubblicato da Guerini e Associati.
Cosa emerge dal Rapporto? I punti salienti
Lo scenario economico internazionale appare sempre più influenzato dalle vicende politiche (il cambio della
guardia alla Casa Bianca negli USA), che ha suggerito il titolo del rapporto di quest’anno Globalizzazione
addio? e l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. I mutamenti politici si inseriscono a loro volta in
un quadro globale marcato da un progressivo invecchiamento della popolazione (in particolare in Europa e in
Giappone) e da una crescita dal 2011 al 2016 inferiore alle aspettative (il curatore del rapporto Mario
Deaglio parla a questo proposito di crescita faticosa). Il rapporto mette in luce come nonostante si sia
registrata una crescita negli ultimi anni, sia impossibile nel futuro replicare i tassi di crescita dell’epoca precrisi, perché “ la crisi ha ridotto in qualche modo la cilindrata del motore”. Il rischio è di andare incontro ora
a una “stagnazione secolare” che si affianca al già citato problema demografico e ad una concentrazione
della ricchezza in poche mani. Negli USA i mutamenti politici si saldano con una trasformazione progressiva
della middle class in working class, con la classe media che nell’ultimo decennio, complice la trasformazione
del lavoro a seguito dell’ingresso delle nuove tecnologie, ha perso 10 punti e comprende ora “solo” il 41%
della popolazione. Una nota positiva viene dall’Africa, interessata negli ultimi nove anni da una crescita del
Pil superiore alla media (3,5% nel periodo 2008-15), nonché nel 2015 da un aumento di investimenti diretti
del 7%, a cui l’Italia ha partecipato in maniera significativa.
Situazione italiana
Rispetto al nostro Paese, il rapporto è relativamente ottimistico, mettendo in luce segnali di ripresa più
diffusi rispetto a un anno fa, tra cui spiccano le buone performance dell’agricoltura – diventata, anche grazie
all’effetto Expo, la prima in Europa - la crescita delle esportazioni e la creazione di un milione di posti di
lavoro in più rispetto al 2014. Fa ben sperare anche il dato delle start up innovative, passate da 500 nel 2013
ad oltre 6.000 nel 2016 e il dinamismo della “sharing economy”, che dopo aver generato scambi per 3,5
miliardi nel 2015 arriverebbe a creare oltre 25 miliardi nel 2025. La sfida per il futuro è di rendere la ripresa
duratura e non effimera, sciogliendo i due nodi critici del debito pubblico e della produttività che ancora
bloccano il Paese.
Imprese lombarde con società controllate all'estero per provincia della sede dell'impresa
Provincia
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
TOTALE
Numero
Peso %
458
500
166
60
121
33
138
2.330
243
64
27
218
4.358
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Trade Catalyst
10,5%
11,5%
3,8%
1,4%
2,8%
0,8%
3,2%
53,5%
5,6%
1,5%
0,6%
5,0%
100,0%
Imprese di Monza e Brianza con società controllate all'estero per Comuni della sede dell'impresa (principali
Comuni)
Comune
Monza
Lissone
Vimercate
Desio
Meda
Nova Milanese
Seregno
Giussano
Brugherio
Usmate Velate
TOTALE
Numero
Peso %
61
22
14
11
10
8
8
7
6
6
243
25,1%
9,1%
5,8%
4,5%
4,1%
3,3%
3,3%
2,9%
2,5%
2,5%
100,0%
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Trade Catalyst
Imprese estere controllate da imprese con sede in provincia di Monza e Brianza per Stato di sede della
controllata (principali Stati)
Stato
Stati Uniti d'America
Francia
Germania
Cina
Regno Unito
Spagna
Romania
Brasile
India
Svizzera
Turchia
Polonia
Messico
Repubblica Ceca
Lussemburgo
Paesi Bassi
Russia
TOTALE
Numero
Peso %
95
76
70
67
41
35
30
23
23
21
18
16
13
12
10
10
10
739 100,0%
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Trade Catalyst
12,9%
10,3%
9,5%
9,1%
5,5%
4,7%
4,1%
3,1%
3,1%
2,8%
2,4%
2,2%
1,8%
1,6%
1,4%
1,4%
1,4%