Diego Morga - Da qui passano i venti

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Diego Morga - Da qui passano i venti
Scritto da Fabio Ciminiera
Lunedì 29 Settembre 2008 00:00
Dodicilune Dischi - Ed242 - 2008
Diego Morga: pianoforte
Sergio Rubini: voce recitante
Roberto Ottaviano: sax soprano
Ferruccio Spinetti: contrabbasso
Pippo Ark D'Ambrosio: batteria
Emanuela Lioy: primo violino
Graziana Aceto: violino
Giuseppe Piccininni: viola
Emanuele Manzo: violoncello
Da qui passano i venti tratteggia un paesaggio delicato, velato di malinconia e colorato di
tinte sfumate: il pianoforte è il protagonista principale dei dodici brani del programma,
affiancato, di volta in volta, dal violino di Emanuela Lioy, dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti
e, ne
Il canto, da un ensemble largo e particolare formato dal quartetto d'archi, dalla voce
recitante di Sergio Rubini, dal sassofono di Roberto Ottaviano e dalle percussioni di Pippo Ark
D'Ambrosio.
Atmosfere classiche riflesse in una dimensione narrativa e minimalista: un filone sempre
presente nella musica per pianoforte, attento alle esperienze al di fuori dei generi e spesso
utilizzato, con efficacia, nelle colonne sonore per la sua attitudine descrittiva.
Il filo conduttore di Da qui passano i venti viene costruito da melodie semplici e pacate. Le
strutture ripetute e la tessitura scarna costituiscono il supporto alle emozioni e ai paesaggi
concepiti dal pianista: l'accento viene posto, con intenzione, sulle melodie e sulle possibilità
espressive di temi asciutti. Diego Morga sviluppa una visione narrativa del mondo romantico e
dei canoni della musica da camera attraverso un lavoro di sottrazione: le atmosfere delle
diverse tracce vengono delineate con una aspirazione costante alla sintesi e l'esposizione è
spesso rarefatta, gli elementi in gioco ridotti al minimo necessario per la costruzione dei brani.
La musica di Diego Morga accoglie con sobria dignità i propri compagni di viaggio, il pianoforte
è pronto a dialogare con il violino (Di Danze e di Castelli e Mentre ti guardo) e il
contrabbasso (
Sa
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Diego Morga - Da qui passano i venti
Scritto da Fabio Ciminiera
Lunedì 29 Settembre 2008 00:00
lto a Sud
). Interventi diversi nelle dinamiche espressive e nelle intenzioni sonore: il richiamo
all'immaginario cavalleresco dipinto da
Di Danze e di Castelli
l'andamento caldo e rotondo di
Salto a Sud
e le atmosfere introspettive de
Il canto
, mettono in luce possibilità espressive diverse, realizzate con la composizione e con le sonorità
introdotte dagli ospiti e dai rispettivi strumenti.
Il canto, come si diceva in precedenza, vede all'opera un ensemble largo e variamente
articolato, per una composizione dall'andamento particolare: il brano si sviluppa intorno alla
poesia di Pablo Neruda "Posso scrivere i versi", recitata da Sergio Rubini. Una dimensione
rarefatta, sostenuta dal rintocco delle percussioni e da poche note del pianoforte, che si allarga
ad accogliere le voci del quartetto d'archi e del sax soprano: nel brano più popolato, Morga
disegna le parti con ancora maggiore dilatazione e spazio, il testimone del racconto passa dalla
voce al quartetto e al soprano, impegnato in un assolo intrigante e suggestivo.
Si differenzia dal tono del resto del lavoro Obsesso, il brano più sostenuto del disco. Morga
prende le mosse dalle atmosfere di Wim Mertens, per filtrarle attraverso suggestioni più calde e
colorarle con una scansione circolare e incalzante. Morga evidenzia in
Obsesso
il richiamo alle atmosfere della danza, una vena che corre, sottile e latente, per tutto il disco.
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