Periodico di informazione, cultura e curiosità edito dalla redazione
giornalistica del “G. B. Cerletti”
Via XXIII Aprile,20 31015 Conegliano (TV)
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Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
LA CANTINA
Il PUNTO
LETTERA APERTA ALL’UOMO CONTEMPORANEO
Cari amici de La Cantina, ben
ritrovati!
La copertina di questo numero
del giornalino scolastico è dedicata alla conferenza sul clima
di Parigi denominata Cop 21 .
Ben 195 Paesi hanno preso
parte a quella che si ritiene
un’occasione storica per controllare processi ormai quasi
irreversibili di innalzamento
della temperatura globale, con
scenari che nel corso di questo
secolo potrebbero essere tragici
(dati recenti mostrano che la
concentrazione atmosferica di
biossido di carbonio (CO2), il
principale gas serra, ha raggiunto il livello più alto degli
ultimi 800.000 anni). L’accordo prevede un contenimento
dell’aumento della temperatura
di 2 gradi o almeno di 1,5 gradi
(livello che costituisce la soglia
di sicurezza indicata dalla comunità scientifica); si tratta di
un accordo unanime mai raggiunto in precedenza, ma dopo
i bei propositi di Kyoto(1997)
presto dimenticati e resi obsoleti, c’è poco da stare allegri. A
pochi mesi dalla firma, appare
essenziale una revisione degli
impegni presi nelle 31 pagine
del Paris Agreement non oltre
il 2020. Purtroppo la revisione
è prevista solo su base volontaria, rimandando al 2023 la
prima verifica globale . Molti
sono i punti trattati durante la
COP21 e tra questi c’è sicuramente da sottolineare l’importanza della presenza in questo
accordo di USA, Cina e India
perché circa il 55% delle emissioni di CO2 provengono da
questi paesi, mentre per quanto
riguarda l’Europa si cerca di
limitare il rilascio di anidride
carbonica (continua a pag 16)
LA TERRA SI LECCA LE FERITE SUBITE
Salve mi chiamo Terra
e sono colei che vi ospita. Scusate se mi faccio
sentire solo ora ma solo
adesso ho trovato il coraggio di scrivere quello che avrei dovuto dirvi già qualche
secolo fa. Vi ho
cresciuti e nutriti
nonostante il vostro
comportamento spesso mi
abbia ferito. Vi
ho dato ciò che vi
serviva per progredire e altre
specie con cui
convivere.
Ora
però mi sento come se il mio crescervi permettendovi tutto, vi stia
portando all’autodistruzione. Non
sono stata una madre
perfetta, anzi, vi ho
sempre dato tutto senza
pretendere nulla in
cambio e senza soprattutto insegnarvi quel
rispetto che solitamente
un figlio dovrebbe avere nei confronti della
madre o di chi lo cresce
come tale. Da quando
siete nati non avete fatto altro che distruggere:
avete estratto metalli,
rocce ed elementi dalle
mie viscere, avete distrutto distese di foreste, avete costretto gli
animali, mie sagge e
antiche creature, a scappare o morire per mano
dei fucili. Avete coperto
la terra con asfalto e
cemento roventi e inventato macchine creatrici di veleni. A causa
vostra creature bellissime si sono estinte ed
altre vivono nella paura
di raggiungerle. Il clima
cambia a vista d’occhio,
il freddo si tramuta in
caldo, il bagnato in arido; e un numero sempre
maggiore di voi, piccoli
esseri umani, muoiono
per mano della loro
stessa specie. Quelle
guerre e quel progresso
che voi ritenete cose
tanto necessari stanno
massacrando tanto voi
quanto me.
Ho tentato di
avvisarvi. Ci
ho provato in
tutti i modi:
Pompei, Katrina, Nargis,
Epidemie di
peste e vaiolo
e l’influenza
spagnola. Io
li ho chiamati
avvertimenti
ma voi gli
avete dato un
nome e li
avete chiamati storia e io
non ho potuto fare altro.
Vi scrivo questa lettera
per avvisarvi; non manca molto prima che i
miei provvedimenti diventino irreversibili e
insuperabili. Con amore, Madre Terra.
Sophia Cappellazzo
4BGT
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LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Parigi, conferenza sul clima
Spesso noi giovani, ascoltando il telegiornale, cogliamo poche
informazioni per stanchezza, svogliatezza o perché secondo
noi le notizie che vengono trasmesse centrano poco o niente
con la nostra realtà odierna. Ultimamente i TG hanno approfondito i dati di un grave problema che non solo ci sfiora ma
ci travolge visto che a esso è legato il nostro futuro e non solo,
anche quello dell’umanità stessa. Il tema in questione è quello
dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Sulla rete vi sono a
disposizione migliaia di informazioni
riguardanti gli elementi legati
all’ambiente che caratterizzano e
possono variare la nostra vita come
l’effetto serra che continua ad uccidere centinaia di specie per le temperature troppo alte, o lo sviluppo sostenibile grazie al quale si possono
diminuire di molto le emissioni di
CO2 nell’atmosfera difendendo non
solo la razza umana bensì tutti gli
esseri viventi che possono popolare gli svariati ecosistemi
presenti sulla Terra. Proprio di questo si è parlato a Parigi . In
questa stupenda località -purtroppo assediata dai continui attacchi da parte degli estremisti islamici- tra il 30 Novembre e
il 12 Dicembre 2015 si è tenuta la COP21(conferenza sui
cambiamenti climatici). All’evento hanno partecipato 195
nazioni tra le più industrializzate e potenti dal punto di vista
economico.
Il verdetto finale? Limitare il riscaldamento globale di ben
2 gradi centigradi entro il 2020, o per lo meno di 1,5(livello
che costituisce la soglia di sicurezza indicata dalla comunità scientifica). Secondo i partecipanti alla riunione questo
scopo è raggiungibile e utile a dimostrare la possibilità di crescere economicamente inquinando di meno: “ In Europa nel
periodo 1990-2014 mentre le emissioni sono diminuite del
Serve impegno da parte di tutti
23%, il Pil è aumentato del 46%. Una prova che l’azione
climatica fa bene alla nostra economia” spiega Vittorio
Cogliati Dezza, il presidente di Legambiente. Questo dato,
però, non tiene conto di quale sia stata la delocalizzazione
della produzione fuori del Vecchio Continente. A farla breve:
abbiamo aumentato il Pil lasciando agli altri l’inquinamento
delle nostre industrie. Lo stesso Dezza prosegue: “È essenziale una revisione degli impegni presi nelle 31 pagine del
Paris Agreement (L’Accordo di Parigi) non oltre il 2020. Purtroppo
l’accodo la prevede solo su base
volontaria, rimandando al 2023 la
prima verifica globale”. Molti sono
i punti trattati durante la COP21 e tra
questi c’è sicuramente da sottolineare l’importanza di paesi come
USA, Cina e India in questo trattato perché circa il 55% delle emissioni di CO2 provengono da questi
paesi, mentre per quanto riguarda l’Europa si cerca di
limitare il rilascio di anidride carbonica di circa il 30%
entro il 2020 come stabilito in passato. In merito a coloro
che camuffano i risultati delle emissioni è stato il papa stesso a
dire: “Sarebbe triste e catastrofico se gli interessi privati prevalessero sul bene comune e arrivassero a manipolare le informazioni per proteggere i loro progetti” ammonendo chiaramente i convolti nell’inchiesta Volkswagen. Sicuramente ci
stiamo tutti avviando verso un’era di cambiamenti, positivi o
meno, che ci piaccia o no, ma per migliorare serve sicuramente l’impegno di tutti anche di noi giovani, soprattutto il nostro per poter un giorno dire: “Abbiamo
fatto la storia!”
Lorenzo Zanardo 3AVE
Allarme riscaldamento: vero o esagerato?
Sentiamo spesso parlare di riscaldamento globale. Noi stessi abbiamo potuto notare come l’inverno appena finito sia stato particolarmente caldo e asciutto, al contrario degli inverni tipici del nostro
clima. Il meteorologo Andrea Costantini sostiene che i dati più
affidabili siano quelli dell’agenzia americana NOAA (National
Oceanic Atmpspheric Administration). Quest’agenzia ha calcolato una media nelle temperature di 90 anni, dal 1910 al 2000, e
ha stilato una classifica confrontando ogni anno alla media. Da
questa classifica risulta che gli anni più caldi sono gli ultimi 25
di quelli analizzati, dal 1990 al 2014. (vedi tabella). Questo mostra senza dubbio che ci sono stati degli aumenti nella temperatura
ad un ritmo che, come spiega Costantini, fino a pochi decenni fa
era impensabile. Grazie ai dati di un ente internazionale ed attendibile, ora sappiamo che il problema del riscaldamento globale
esiste e che richiede interventi immediati ed efficaci. All’indirizzo
www.ncdc.noaa.gov/cag/time-series/global/globe/
land_ocean/ytd si possono trovare altre elaborazioni
dei dati sopra riportati.
Elena Bernardi 4BGT
ANOMALIE DELLA TEMPERATURA NEGLI ULTIMI 25 ANNI
Anno AnomaliaClass. Anno AnomaliaClass.
1990 0,59°C 116° 2003 0,88°C 125°
1991 0,53°C 114° 2004 0,80°C 121°
1992 0,26°C 104° 2005 1,04°C 133°
1993 0,35°C 108° 2006 0,91°C 128°
1994 0,44°C 111° 2007 1,09°C 135°
1995 0,76°C 119° 2008 0,86°C 123°
1996 0,34°C 107° 2009 0,87°C 124°
1997 0,67°C 118° 2010 1,09°C 134°
1998 0,94°C 130° 2011 0,89°C 126°
1999 0,78°C 120° 2012 0,91°C 128°
2000 0,63°C 117° 2013 0,99°C 131°
2001 0,81°C 122° 2014 1,01°C 132°
2002 0,93°C 129°
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LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Cos’è lo sviluppo sostenibile?
“Lo sviluppo sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, sia a livello
locale che globale”, questa è la definizione che bene o male
viene in mente a tutti quando sentiamo parlare di sviluppo
sostenibile. Ma la domanda che verrebbe da porsi a questo punto è: quanto
sappiamo veramente a riguardo? quanto viene percepita l'esigenza di diffondere il concetto più profondo ed intrinseco di sviluppo ambientale? Ai giorni
nostri si dà per scontato che il concetto sopraccitato sia diffuso a livello
internazionale, e che le istituzioni
mondiali abbiano già preso contromisure e provvedimenti per sopperire a
tale problema. Ebbene non è così, paesi come l'India hanno dichiarato che si
stanno sviluppando industrialmente, e
che quindi hanno il diritto di consumare
carbone per evolversi, come hanno fatto
i paesi occidentali nei loro relativi anni
di sviluppo. Vogliamo parlare di Stati
Uniti e Cina? Sì? Codesti stati hanno
recentemente firmato un accordo, in
cui si impegnano a contenere la produzione di gas serra entro il 20252030. Cosa verrebbe da pensare? Encomiabile, lodabile, ammirevole....eppure
non si meritano tali appellativi, perché
questi stati sono accomunati da un'apparente ignoranza, che
ovviamente non riescono a celare bene, perché risulta un'ov-
vietà troppo lampante; ebbene non si rendono conto che gli
accordi che hanno firmato, non potranno essere mantenuti, perché probabilmente la terra non esisterà più nel fantomatico 2025. Potrei, arrivati a questo punto dell'articolo,
lanciarmi in una carrellata senza fine di
esposizione di dati sulla saturazione
atmosferica di anidride carbonica, o del
numero di specie faunistiche estinte, ma
decido di non farlo perché so che tale
documentazione andrebbe ad aprire gli
occhi solo ad un numero molto limitato
di persone, per questo voglio solo esprimere una piccola riflessione stimolante
e comprensibile ai più. La Terra, cosa ci
ha donato ? La risposta non è così semplice e scontata ma molto più complessa
di quanto si possa immaginare: io personalmente, senza voler offendere nessuna religione, risponderei che la terra
ci ha donato la vita. Noi non saremmo
mai esistiti e adesso non saremmo qua a
parlare di quanto sia importante la vita.
Appurato che la vita non è così elementare come si pensava, vorrei esporre
un'altra breve riflessione. La Terra ci
ha fatto questo grande dono della
vita, e in cambio cosa ha chiesto?
Nulla, assolutamente nulla. Dunque
perché noi umani la stiamo uccidendo? Follia, pura e semplice follia.
PUNTO DI NON RITORNO?
La nostra Terra sta morendo, inutile continuare a ignoralo . Chi
sono gli assassini? Siamo noi, uomini che senza scrupoli hanno
continuato e in parte continuano una folle crescita verso una
sviluppo che non rispetta l’ambiente e le risorse che quest’ultimo ci ha sempre offerto. La deforestazione procede sempre
più divorando completi ecosistemi, costringendo gli animali
a spostarsi o a scomparire mentre si diffondono parassiti e
virus (recente e sempre più preoccupante è il
virus Zika). Mai come in questi anni infatti
l’estinzione di specie animali e vegetali è
stata così rapida e consistente. Diverse
sono le tecniche di disboscamento ma la più
pericolosa e incontrollata è sicuramente
quella che si serve del fuoco, la più utilizzata
nelle grandi foreste come quella Amazzonica. Oltre agli ingenti danni alla flora e alla
fauna, questa tecnica produce anche inquinanti atmosferici che, uniti a quelli prodotti da impianti di riscaldamento domestico, motori degli autoveicoli, centrali termoelettriche e inceneritori di rifiuti solidi, concorrono all’innalzamento della temperatura. Il suo continuo aumento porta
ad uno sconvolgimento climatico che è già pericolosamente
evidente e ad uno scioglimento dei ghiacci che innalza il
livello dei mari e distrugge gli habitat artici e antartici. Non
solo questi luoghi estremi sono in pericolo, anche le nostre
montagne ne risentono; i livelli dei ghiacciai sono diminuiti
addirittura sull’Adamello e la Marmolada. Non si può dire che
Un utilizzo sapiente delle risorse
Ci siamo molto vicini
il mondo sia sempre rimasto indifferente di fronte a questi problemi ma non ha mai fatto abbastanza! La recente ventunesima
conferenza sul clima tenuta a Parigi ,dopo il fallimento degli
obbiettivi del protocollo di Kyoto(1997),tenterà di limitare il
riscaldamento ambientale sotto i due gradi centigradi. Vi hanno partecipato per la prima volta anche USA, Cina e India presentando il loro piano di riduzione delle emissioni. Non è detto
però che questo cambierà le sorti della nostra Terra,i più scettici lo ritengono addirittura impossibile. Una domanda però sorge
spontanea: non siamo stanchi di curare al
posto di prevenire? E allora, invece di affrontare i problemi dei gas di scarico,
evitiamo di produrli abolendo il petrolio e
utilizzando fonti di energia rinnovabili,
invece di dover ricorrere a inceneritori,
eliminiamo la produzione di rifiuti non
riciclabili e invece di spendere 60 milioni solo in Italia per i
danni arrecati nei comuni tra alluvioni e frane, investiamo
di più nella ricerca per uno sviluppo sostenibile. Una società
senza petrolio? Difficile ma non impossibile se l’uomo smette
di pensare ai propri interessi e alla propria ricchezza economica e si concentra sulla sua ricchezza più grande,
la Terra, che ora gli chiede di riparare agli errori
fatti.
Marta Scandiuzzi 4BGT
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LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Una muraglia per i migranti climatici!
Tra le emergenze di cui si è parlato al COP 21 di Parigi vi è
anche quella migratoria: infatti sempre più migranti sbarcati sulle nostre coste sono climatici. Ma chi è il migrante
climatico? Il migrante ambientale è una persona che, per
eventi climatici estremi, quali uragani, o l'aumento delle
temperature, il cambiamento delle
precipitazioni e l'avanzamento dei
deserti, è costretto ad abbandonare
temporaneamente o definitivamente
la propria abitazione. Ma non è un
problema a noi lontano: infatti, con
l'aumento di 2°C si prevede, entro
cinquant'anni, l'innalzamento del
livello dei mari di almeno 5 metri, con
la conseguente perdita della maggior
parte delle città costiere! Si avrebbero
intere popolazioni in movimento, soprattutto quelle dell'Africa SubSahariana che, a causa dell'eccessivo
disboscamento e sfruttamento dei terreni, sta riscontrando sempre di più l'avanzamento del deserto. L'Italia e tutti i
Paese europei dovrebbero cominciare a
prendere provvedimenti diretti e utili ad
assumersi l'incarico di ospitare anche
questo tipo di migranti: a tutt'oggi,
infatti, il migrante climatico non ha
diritto di asilo, nonostante, per il momento, la maggior
parte provenga dall'Africa, continente tra i più colpiti
dai cambiamenti climatici; non certo per colpa loro: le
emissioni di CO2 di un africano sono 1/8 rispetto a quelle di
un cittadino europeo e ben 1/19 rispetto a quelle di un americano! Per questo è un preciso dovere degli stati più industrializzati sostenere questi migranti, che non sono 10, 50
o 100 milioni, ma sono ben 175 milioni di persone e nel
medio periodo si prevede che potranno salire a 250 milioni! Ovviamente sarebbe economicamente insostenibile una
tale migrazione: per questo bisogna, non solo limitare l'inquinamento atmosferico, ma anche arrestare il processo di
desertificazione. Fortunatamente c'è già un progetto che
va in questa direzione: la piantumazione di milioni di
arbusti e alberi attraverso tutta l'Africa sub-sahariana,
dalla costa occidentale a quella orientale, dal Senegal
all'Eritrea, lungo 7500 km e largo 15! È il Great Green
Wall (Grande Muraglia Verde): un progetto certamente
ambizioso, non solo per le misure, ma
anche agronomicamente: infatti è previsto il rimboschimento in aree aride e
ormai prive di vita. Peril, non è solo un
muro di alberi per fermare il Sahara, è
anche un piano di sviluppo economico
per le popolazioni locali, che allevia la
povertà e nel contempo mitiga i cambiamenti climatici, proteggendo la biodiversità. Un'idea del 2005 che ha
trovato quasi subito moltissimi consensi tra le organizzazioni mondiali e
che vede il Senegal il paese più all'avanguardia: qui infatti sono stati
rigenerati ben 26 mila ettari di terreno e con ottimi risultati! 7 acacie su
10, infatti, sopravvivono e ombreggiano i campi circostanti. La vera
ambizione per Peril è riuscire a convincere tutti gli stati interessati a rimettere al centro la propria popolazione,
rinunciando agli investimenti stranieri
che fanno man bassa dei terreni del continente. Per questo si
sta diffondendo sempre di più il sistema Vallerani, che
permette la creazione di un territorio agro-silvopastorale in modo molto più economico rispetto alla coltivazione vivaistica, con conseguente piantumazione in
campo degli alberi. Permette, infatti, la creazione di boschi
da semente, quindi una biodiversità maggiore, grazie ad un
aratro speciale che crea apposite trincee dove l'acqua staziona e consente la germinazione delle sementi di alberi, arbusti
ed erbe locali. Questo sistema ha permesso, fin d'ora, la
rigenerazione di 50 mila ettari in tutto il continente, con
conseguente incremento della produzione di gomme, resine e alimenti per il bestiame.
L.G. 4BGT
In questo ultimo secolo, tra il XX e il XXI, si sta assistendo ad una sfrenata accelerazione dei cambiamenti climatici:
l’innalzamento della temperatura nel XX secolo è stato di 0,6°/0,7° C, mentre nel XXI secolo l’aumento della temperatura è salito di un livello compreso tra 1,4° e 5,8°C. Non solo, a causa di questo i ghiacciai si stanno sempre più sciogliendo
e il livello del mare aumenterà da10/20 cm circa a un’altezza prevista di un metro. Sono solo alcuni esempi di fenomeni climatici che sono cambiati, ma ce ne sono altri come l’andamento delle piogge e le variazioni create dalla corrente El Nino. In merito a questi cambiamenti è stata convocata una conferenza a Kyoto qualche anno fa per trovare possibili soluzioni per affrontare il problema, quindi diminuire i gas serra. In seguito alla conferenza è stato scritto il protocollo di Kyoto. Questo documento stabilisce che i paesi industrializzati si impegnino a ridurre i gas serra attraverso nuove iniziative energetiche. Il
primo passo indietro è stato fatto dagli Stati Uniti, che hanno abbandonato la conferenza e non hanno aderito al Protocollo nonostante siano responsabili del 24% delle emissioni di CO2. Nonostante ciò molti paesi si sono impegnati a risolvere questo
problema, ma non è bastato Il problema è tale che non basta che si impegnino solo certi paesi, occorre allargare l’idea della
riduzione della produzione di gas serra che riscaldano la terra. Quindi sarebbe opportuno che anche i paesi in via di sviluppo e
le grandi potenze come Stati Uniti e Cina collaborassero. E’ un problema che riguarda l’intero pianeta, perciò tutti e proprio
per questo va risolto per evitare conseguenze disastrose. Ovviamente le restrizioni imposte dal Protocollo limitano l’economia
degli Stati che aderiscono, ma per migliorare la situazione climatica ogni Paese deve fare del proprio meglio per ridurre le
emissioni di CO2 e di gas serra.
M. P.
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LA CANTINA
Una Storia emozionante
Fu così che intanto, tra fantastici sogni e drammatiche realtà,
tra giorni di duro lavoro e altri meno intensi, volò via pure
l’estate, e con essa anche le anime di tutti quegli animali,
quelle piante e quelle persone rimaste uccise dalle forti ondate
di caldo che avevano investito quei luoghi. Ed arrivò il triste
autunno, con le sue interminabili piogge e le catastrofi da esse
causate, i densi banchi di nebbia, gli alberi più spogli di prima, e le foglie marce adagiate sulla terra zuppa d’acqua.
Infine giunse anche l’inverno, così, tutto d’un colpo, all’improvviso e con largo anticipo, attraverso uno degli spettacoli
più belli ed emozionanti della Natura: la neve. E quello fu infatti il primo giorno, da quando eravamo giunti nella Terra
degli umani, in cui considerai persino una fortuna il fatto di
trovarmi in quel posto. Non avevo mai visto
un fenomeno del genere. Nella Foresta non
nevicava mai, anzi, le stagioni neppure esistevano: faceva sempre molto caldo, là…
Una quantità infinita di fiocchi di neve, bianchi e leggeri come minuscoli frammenti di
candide nuvole, scendevano giù dal cielo, lentamente, così come le lacrime che grondavano
giù dai miei occhi. Danzanti nelle mani del
vento, si abbandonavano totalmente ad esso
ed alle sue acrobazie, turbinando a grandi
gruppi, una volta in un senso, una volta
nell’altro, prima di posarsi su qualsiasi elemento di un paesaggio che, in pochi minuti,
divenne candido e puro come quella splendida
magia che fioccava dall’alto. Ed io… io non
riuscivo a dire proprio niente. La mia anima
urlava di gioia, ma io non riuscivo a trovare le
parole per esprimere ciò che provavo in quel
momento. Mi limitavo perciò ad ammirare quello spettacolo
mozzafiato nel più assoluto mutismo, imitata da Noan che,
come me, era rimasto a bocca aperta, senza batter ciglio. Il silenzio della neve aveva coperto ogni forma di suono o rumore, e anche la città, per un attimo, sembrò zittirsi del tutto:
quell’evento aveva evidentemente incantato anche gli umani.
Ammaliata, rimasi a guardare la neve scendere a piccoli fiocchi dalle nuvole, fin quando non mi decisi a spiccare il volo
per diventare anch’io neve… fiocco di neve tra la neve, mentre Noan, ancora imbambolato come un sasso, restò per un
po’ ad ammirarmi da lontano con il sorriso sulle labbra, commosso perché finalmente mi vedeva tanto felice. Poi, anche
lui si librò in aria, e insieme ci divertimmo a danzare, a ridere
e a tirarci le palle di neve, fin quando, ormai esausti, ci
sdraiammo su un fiore di campo per continuare a fissare in silenzio quei delicati cristalli di ghiaccio cadere come stelle cadenti su di noi. Letteralmente incantati, aspettavamo con ansia
che una voce calasse dal cielo per sussurrare alle nostre anime
speranzose: “Ecco, questo è il dono che vi porgo per ricom-
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Scritta dal Prof. Luigi Emmolo
pensare ogni vostro sacrificio, ogni vostra speranza, ogni vostro gesto finora compiuto nel tentativo di salvare la Terra.
Con questi candidi fiocchi di neve coprirò e purificherò tutto
ciò che l’uomo ha avvelenato con le sue cattive abitudini, e da
domani, sì, già da domani, la vita riprenderà come una volta,
così com’era in principio, quando la pace, la purezza e l’armonia regnavano nel mondo, e tutte le creature erano felici
d’esistere”. Intanto il tempo passava, e quella voce non arrivava mai, così la neve cominciava a darci persino fastidio:
quelli che prima erano baci di conforto diventarono presto
morsi di ghiaccio. Perciò ci rifugiammo di nuovo nella feritoia dell’albero, intirizziti e rattrappiti come ghiri in letargo,
aspettando e pregando affinché smettesse al più presto di nevicare. Ma le preghiere non servivano a niente. Continuò a nevicare per giorni e giorni
di fila, per poi smettere e riprendere nuovamente per giorni o settimane, e dovemmo
così conoscere anche il potere distruttivo
della neve. Il freddo rigido e improvviso di
quell’anticipato inverno uccise in breve
tempo piante e animali di ogni genere che,
presi alla sprovvista, non avevano avuto il
tempo di adattarsi alle nuove e avverse condizioni ambientali. Anche noi rischiammo
di morire: il freddo ci stava costantemente
col fiato sul collo, come un feroce predatore
pronto ad azzannare la sua prossima incauta
vittima. Passavamo perciò la maggior parte
del tempo abbracciati per ridurre al minimo
la dispersione del calore del corpo, sfregandoci di continuo per evitare il congelamento. Riuscimmo a chiudere con alcune foglie
l’apertura della feritoia del tronco in cui avevamo deciso di
trascorrere l’inverno, ma niente, nessun espediente bastava a
tenerci al sicuro da quel costante e temibile nemico. Se non
fosse stato per la gentilezza di una talpa, che Noan incontrò
durante un giro di perlustrazione per i campi circostanti, posso assicurarvi che adesso non sarei qui a raccontarvi la nostra
storia. Fu per merito di quella mamma troglodita che ci accudì insieme ai suoi cuccioli in una tana scavata sotto terra, tenendoci caldi con il tepore rilasciato dal suo corpo, che riuscimmo a sopravvivere. Poi, con l’arrivo della primavera, annunciata dal cinguettio degli uccelli e dal gioioso volo delle
rondini, insieme al sole tornarono a splendere i colori della
Terra e gli animi dei fortunati sopravvissuti. Noi riprendemmo i lavori di sempre, ancora una volta divisi tra i verdi prati
di campagna e la grigia e affollata città. Così passarono in
fretta quella primavera, l’estate, l’autunno e il gelido inverno.
E poi un anno intero… Ed un altro ancora…
Dal romanzo di Luigi Emmolo (vedi foto al centro)
Buona Pasqua da LA CANTINA
Pagina 6
LA CANTINA
L'uomo e la sua eredità: l'Antropocene
Per il momento non sappiamo ancora quanti millenni
resteranno da vivere all'umanità, siamo però certi delle
tracce che lasceremo sulla Terra. Secondo molti scienziati, infatti, siamo entrati in una nuova era geologica: l'Antropocene, caratterizzato da un impatto che sarà visibile per
milioni di anni su rocce e sedimenti. Questo passaggio epocale richiederà tempo per essere confermato, ma le prove
sono schiaccianti: siamo passati, nella metà del XX secolo,
dall'Olocene, cominciato 11'700 anni fa, alla nuova era
dominata dai cambiamenti imposti dall'uomo. La prima
causa è sicuramente la sedimentazione radioattiva: dal progetto Manhattan nel 1945 si è dato inizio all'era atomica,
in cui sono stati fatti esplodere ben 2421 ordigni nucleari! Questi congegni rilasciano
isotopi radioattivi, atomi fortemente instabili, che lasciano
un'impronta radioattiva sulla
Terra. Sono preoccupanti anche i nuovi depositi minerali
che contengono nuovi elementi: l'alluminio, il cemento
e la plastica, talmente abbondanti da essere stati chiamati
“technofossils”. Il primo, ignoto prima del XX secolo, lo
abbiamo prodotto per 500 milioni di tonnellate, mentre il
secondo ha avuto, soprattutto nell'ultimo secolo, un larghissimo utilizzo, tanto da essercene ben 1kg per ogni metro
quadro della Terra! E più della metà è stato prodotto negli
ultimi vent'anni, anche grazie alla grande accelerazione della
crescita della popolazione e dell'industrializzazione. La plastica, prodotta per 250 milioni di tonnellate l'anno, ha
una pervasività nell'ambiente molto preoccupante, con
una durata nel terreno che può oltrepassare i mille anni!
Ma il più importante lascito dell'Antropocene sarà la
quantità di carbonio rilasciato in atmosfera: dal 1850 a
oggi, l'anidride carbonica è rapidamente cresciuta fino ad
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Le risorse del 2015 esaurite già il 20 agosto
arrivare ad una concentrazione record di 400 parti per milione! E il dato non cenna ad abbassarsi: ogni anno si emette
sempre più CO2, nonostante tutti i provvedimenti presi
fin d'ora, tanto che la Global Footprint Network e alcuni
esperti del Regno Unito hanno creato l'Earth Overshoot
Day; è un dato indicativo, ma che riesce a fornirci, con adeguata precisione, il momento in cui iniziamo a vivere oltre le
nostre possibilità. Nella storia l'uomo ha sempre usato le
risorse terrestri per la creazione di strade, città e produzione di cibo, ma sempre nei limiti del “budget” terrestre: dagli anni '70 si cominciato ad utilizzare più di quanto la Terra sia in grado di produrre, dato che anno dopo anno è
cresciuto, tanto che, ormai, l'Earth Overshoot Day anticipa
ogni anno di 3 giorni. Basti
pensare che, nel 1993, il giorno della fine delle risorse fu
il 21 ottobre, mentre nel
2003 era già al 22 di settembre e nel 2015 è stato il 20
agosto! Le emissioni di CO2
sono infatti le più elevate da
65 milioni di anni a questa
parte e lasceranno tracce nelle
piante, nei sedimenti, nelle ossa fossili, nelle conchiglie e
nei ghiacci antartici, se resisteranno all'aumento delle temperature. Infatti nell'ultimo secolo la temperatura media terrestre è cresciuta di 0,6-0,9° C e il livello dei mari è il più
alto degli ultimi 115 mila anni! Il fatto che quasi conferma
l'inizio dell'Antropocene sono le estinzioni di massa causate
dagli improvvisi cambiamenti climatici: siamo di fronte alla
sesta estinzione di massa, con i tre quarti delle specie esistenti a rischio di scomparire nei prossimi secoli. Tutto questo è
dato da un debito ecologico e non è più possibile accumulare
l’interesse che stiamo pagando su di esso.
Luca Girardi 4BGT
Per promuovere lo sport e il movimento
Movimento. Salute. Sport. Giovani. Cosa lega queste parole
nel mondo Argenta? La risposta è ARGENTA ACTIVE! Il 10 Settembre 2015 ha avuto
inizio per Argenta il progetto ARGENTA
ACTIVE. Il progetto ha la missione di contribuire alla diffusione di uno stile di vita
sano e in movimento, promuovendo attività
ed eventi e sostenendo le attività delle associazioni sportive attraverso sponsorizzazioni
e fornitura di materiali. L’obiettivo del progetto è promuovere quello che ormai da anni
è un messaggio promosso da medici e associazioni legate al mondo della salute: l’alimentazione e lo sport sono due aspetti in una
stessa identità. Questa identità è uno stile di
vita sano. Per questo vanno trattati e curati
con azioni “integrative” e non promossi come settori distinti .
Un ulteriore proposito di ARGENTA ACTIVE è quello di
dare un’attenzione particolare alle realtà sportive dedicate ai
più giovani con l’intento di trasmettere i valori e i benefici di
abitudini sane a un pubblicò di riferimento
che è il nostro Futuro. ARGENTA ACTIVE
non è “solo” questo ma è anche un concorso
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Pagina 7
LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Papa Francesco difende l’ambiente
Anche Papa Francesco ha parlato della crisi del presente duzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e impelnell'enciclica Laudato si' «sulla cura della casa comune», la lente lo sviluppo di politiche che portino nei prossimi anni
seconda di Papa Francesco. Essa fin dal titolo si ispira alla alla riduzione di anidride carbonica e di altri gas altamenpreghiera del santo da cui ha tratto il nome pontificale, pub- te inquinanti. Che permettano di sostituire i combustibili
blicata il 18 giugno. Secondo il Papa "non ci servirà a nul- fossili, sviluppando fonti di energia rinnovabile. Anche la
la" descrivere tutti i sintomi del degrado ambientale - dal scarsità di acqua provocherà l'aumento del costo degli alimensurriscaldamento del pianeta all'inquinamento e lo spreco ti e di vari prodotti che dipendono dal suo uso. Gli impatti
delle acque, dalla riduzione delle biodiversità allo sfrutta- ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e d'altra
parte è prevedibile che il controllo
mento intensivo delle terre - "se non
dell'acqua da parte di grandi imprericonosciamo la radice umana della
crisi ecologica". Se noi ci accostiamo
se mondiali si trasformi in una delle
alla natura e all'ambiente senza mostrare
principali fonti di conflitto di questo
meraviglia, se non conosciamo più il
secolo. È necessario investire molsignificato di parole come fraternità e
to di più nella ricerca, per combellezza nella nostra relazione con il
prendere meglio il comportamenmondo, i nostri atteggiamenti saranno
to degli ecosistemi e analizzare le
quelli del consumatore o sfruttatore
diverse variabili di impatto di
delle risorse naturali. Il clima è un
qualsiasi modifica ambientale.
bene comune, di tutti e per tutti. Tutti
Anche se a noi può sembrare imMarcia del clima a Parigi
questi cambiamenti climatici portano
possibile convertire il nostro rapl'umanità a prendere coscienza della
porto con la natura e credere che il
necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di nostro singolo e piccolo impegno possa avere dei risultati,
consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le Papa Francesco invita alla fiducia in noi stessi, esalta la parte
cause umane che lo producono . Numerosi studi scientifici bella dell’uomo, quella che ci spinge verso il giusto, la poesia
indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli e la bellezza che sono dentro di noi e che più ci avvicinano a
ultimi decenni è dovuto alla grande concentrazione di gas Dio. Quindi, il Papa invita a rimettere Dio al suo posto, inveserra emessi soprattutto a causa dell'attività umana. Ma ancora ce di sostituirlo con il denaro, l‘avidità, il mateoggi c'è una generale indifferenza di fronte a queste trage- rialismo o il successo; solo così potremmo ricondie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. Inol- ciliarci con la natura e le persone che ci stanno
tre molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere accanto.
sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di proSara Forlin 5DVE
IL MAL D’ARIA
In Cina accorcia la vita di 5 anni
Lo sapevi che in Cina il “Mal D’aria” causa l’accorciamento della vita di ben 5 anni? No? Ebbene sì, cioè no ! non
vivi di meno se prendi l’aereo ma vivi meno se respiri e vieni
a sapere che il tuo paese è uno dei paesi più inquinati del
pianeta. Tutto ciò per produrre la macchina dei tuoi
sogni, la marca di smartphone più “in” sul mercato e anche i fazzoletti per quel maledetto
raffreddore che ti è venuto proprio il giorno in cui dovevi andare in piscina con gli
amici. Fabbriche e macchine ( così come
la tua bellissima Porche ) producono gas
di scarico rilasciando nell’aria tre principali sostanza “killer” che i tuoi polmoni
sarebbero ben contenti di lasciare dove
sono. Micro polveri sottili, Biossido di
azoto e Ozono non sono quelle che normalmente possono essere considerate il migliori amici del nostro organismo. Questi paroloni chimici, infatti, causano migliaia di decessi solo in
Italia con una stima di 84000 persone solo nel 2012 su un
totale di 491000 a livello UE. Ma come agiscono questi piccoli invisibili agli occhi ma non al naso ? Beh, di certo non se
ne vanno in giro a sparare alla Rambo o ad investire vecchiette come nell’ultimo sparatutto per Xbox, però il loro effetto è,
spesso, altrettanto devastante. Alle malattie respiratorie come BCO (Broncopneumatia cronica ostruttiva) e
la dermatite atopica con la sua pelle arrossata e ricoperta di ferite si accompagnano spesso aggravamenti dei sintomi
dell’influenza e addirittura un aumento delle possibilità di autismo
nei nuovi nati. Oggi come oggi è
diventato facile fare le cosiddette “
previsioni dello smog” tanto quanto
fare le previsioni di quel “tempo”
che cambia di giorno in giorno così
drasticamente. Grazie alla Nasa e a
tutti i satelliti che ci spiano dall’alto
permettendoci di usare Google Maps
per vedere il bellissimo tetto di casa nostra,
si può notare quanto rapidamente il nostro pianeta si stia ingrigendo di giorno in giorno. Però… sarebbe
bello guardare nuovamente la terra a colori non trovate ?
Sophia Cappellazzo 4BGT
Pagina 8
LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Servono pratiche virtuose e l’utilizzo della siepe
Lei propone una gestione del vigneto sempre più con
prodotti fitosanitari a tossicità nonclassificata, a scapito dei
classificati. Questa scelta quale tipo di vantaggi offre?
Con i farmaci non classificati, ovviamente, si ha un minor
impatto ambientale: gli effetti collaterali che
l'ambiente viene a subire sono ridotti dall'uso di un
farmaco meno tossico, in quanto, la classificazione
tiene in considerazione la sua pericolosità per
l'ecosistema e l'uomo in particolare. Il farmaco non
classificato, quindi, non è meno efficace verso il
patogeno, è solo meno pericoloso verso l'uomo e di
conseguenza anche per l'ambiente.
Ci sono degli interventi grazie al quale riesce a
migliorare la qualità delle uve?
Gli interventi ci sono e sono molteplici: sicuramente
le pratiche agronomiche, partendo da una
concimazione tesa a correggere le eventuali carenze
nutrizionali, dopo aver restituito materia organica
con la trinciatura dei sarmenti prodotti nella vigna e
dell'erba, quindi un'integrazione con fertilizzante
chimico per ottimizzare la nutrizione della pianta.
Pratiche
agronomiche
tese
a
migliorare
l'arieggiamento della coltura, quindi sfavorire la
presenza dei funghi e l'adozione delle siepi, degli incolti, quali
ambiente rifugio dei predatori dei fitofagi dannosi alla vite.
In che modo viene gestito il vigneto?
Nel caso dell'azienda della scuola enologica il vigneto viene
gestito con tutti farmaci non classificati, a basso impatto,
previsti nel protocollo viticolo area prosecco DOCG, con una
restrizione particolare che noi ci siamo dati, proprio per
verificare la possibilità di ottenere una difesa, senza nessun
problema fitosanitario, con la scelta di farmaci meno pericolosi
per l'ambiente. Oltre alla difesa guidata integrata a basso
impatto, seguendo anche le indicazioni della Condifesa, la
gestione prevede l'uso di queste pratiche agronomiche e la
tutela del paesaggio con l'adozione della siepe ove manca: un
infittimento a lato ovest con specie autoctone, anche perchè la
scuola vuole essere un esempio di viticoltura sostenibile. Come
B E YO N D
T W O S O U LS TM
Chiunque sia in possesso della PlayStation 4
non può sicuramente lasciarsi scappare questo
titolo. La trama intricata di Beyond: Two
Souls, la grafica impressionante e l’approfondimento dei personaggi rendono sicuramente
questo videogioco una perla da godersi nei
noiosi pomeriggi adolescenziali.
Il genere è avventura grafica dove il giocatore
potrà interagire in parte con l’ambiente circostante, prendere decisioni determinanti per la
storia e anche visualizzare quanti giocatori
hanno fatto le stesse scelte.
La trama è intricata e particolare perché si costruisce attorno ad una domanda che tutti si
sono posti almeno una volta nella vita: “Che
cosa accade dopo la morte?” quesito al quale Jodie, la protagonista, cercherà di dare una riposta aiutata da una entità di no-
scuola enologica, infatti, abbiamo fatto delle proposte alle
autorità del territorio che prevedano una normativa di tutela
della siepe, in particolare che sia presente dove c'è della
viticoltura. Viticoltura sì, ma non a scapito del paesaggio,
come purtroppo sta avvenendo oggi,
ignorando l'importante funzione ecologica di
questi elementi di complessificazione.
È possibile praticare una viticoltura
sostenibile
e
interamente
biologica,
eliminando i prodotti
chimici?
Questo sarebbe il sogno di tutti, anche nostro:
dipende un po' dalle zone climaticamente più
o meno favorevoli ai patogeni; noi non siamo
in una zona ottimale, in quanto l'umidità e la
virulenza delle varie ampelopatie non ci
consente la non difesa. Il problema ce
l'abbiamo anche con la difesa biologica. Una
sperimentazione, condotta per alcuni anni,
non ci ha confortati con dei risultati
soddisfacenti: i microclimi del nostro
territorio sono troppo favorevoli ai funghi in
piante che sono sensibili, quindi l'azione
biologica non è al momento estensibile con disinvoltura nel
territorio. Solo in alcune aree particolarmente favorevoli, quali
zone collinari ben arieggiate e soleggiate, dove non c'è ristagno
di umidità, la difesa biologica dà un certo risultato; non
certamente nelle nostre aree di pianura con alta umidità
relativa. In sintesi ritengo che sia saggio far uso di farmaci di
nuova generazione, a basso impatto per l'ecosistema, fermo
restando che a livello di miglioramentogenetico possiamo
ottenere delle piante più resistenti, cosa non avvenuta in questi
anni, in quanto la selezione ha teso a migliorare l'aspetto
enologico e non fitosanitario della pianta.
Luca Girardi 4BGT
La grafica è impressionante
me Aiden che stranamente sembra legata alla
sua anima. Tramite questa avventura vivremo
circa quindici anni di travagli interiori della
protagonista e di come lei si rapporti all’aldilà
chiamato Inframondo. Colpi di scena, azione,
paura e angoscia servono a dare una sfumatura
di thriller a questo capolavoro della tecnologia.
Le piattaforme a cui attualmente è disponibile
il gioco sono PlayStation 3 e PlayStation 4 che
permettono tramite il controller di immedesimarsi nei panni della eroina della storia.
Cosa lega Aiden a Jodie in maniera così indissolubile da tenerli uniti anche nei momenti più
difficili? Come sarà fatto l’aldilà? Lascio a voi
il compito di scoprirlo.
Lorenzo Zanardo 3AVE
Pagina 9
LA CANTINA
Il successo della Cantina
Abbiamo intervistato l'enologo del G. B Cerletti dott. Emanuele Serafin. Ecco le sue risposte.
Buongiorno, ci racconti brevemente la sua carriera lavorativa. Da cosa è nata la passione per il vino?
Innanzitutto grazie per lo spazio dedicato . Complimenti anche
a tutti i volontari che partecipano attivamente alla stesura del
giornalino della Scuola Enologica di Conegliano. Durante il
percorso delle scuole medie inferiori mi piaceva impegnarmi
un po' nella allora piccolissima realtà viticola collinare di famiglia, ove tutti si applicavano solo ed esclusivamente per passione. Ma quando arrivò la
terza media mi impuntai
fermamente con i genitori
per poter fare la scuola
alberghiera di Vittorio
Veneto. In famiglia però i
pareri erano opposti e tra
il liceo scientifico e l'istituto alberghiero si mediò
per la scuola enologica di
Conegliano. Completato
l'esame orale della sesta
(2004) la prima cosa che
feci fu ringraziare i miei
genitori perché la consideravo e la considero
tutt'ora la miglior scuola in assoluto, capace di conciliare efficienza scolastica, orgoglio disciplinare e atto goliardico, tutto
assolutamente intrigante per l'età adolescenziale. Durante la
sesta ed i tre anni universitari lavoravo in un centro di microvinificazione talvolta a fianco di un agronomo (quasi ogni settimana). Completata l'università (2008) approfondii
l'ambito enologico rimanendo a contatto con il centro di microvinificazione, avvicinandomi alla collaborazione con più cantine. Nel 2011 al netto di una
medaglia vinta al concorso “Selezione del Sindaco”
proprio con un incrocio Manzoni della scuola venni
contattato da un gruppo di enologi di Montalcino
(Winemaking) e da allora cominciai a girare con
loro di terroir in terroir. È proprio nello stesso anno
che cominciò anche l'avventura con la cantina della
scuola enologica di Conegliano.
Da quanti anni lavora nella nostra azienda?
Qual è la sua strategia di marketing? Ci fa un
po' di numeri (produzione, vendita, introiti, visibilità della Cantina della Scuola a livello regionale e oltre)
Il fascino di poter collaborare con la cantina della
scuola enologica impone innanzitutto ragionamenti
di ampie vedute stabilizzati da forti attaccamenti
storici ed enologici con il territorio. Gli obbiettivi
da subito sono stati di ordine sperimentale in enologia (attraverso la collaborazione continua del regno
dell'azzardo ovvero il centro di microvinificazione
di Veneto Agricoltura), storico (recupero di qualche incrocio Manzoni e qualche varietà antica presente nei
vigneti dell'azienda della scuola, e presentazione delle stesse in
una veste innovativa) e commerciale poiché attraverso la vendita di 70000 bottiglie riesce a mantenere anche la funzionalità
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Ottimi vini, vendite a mille!
didattica delle classi terminali. Negli ultimissimi anni si è tenuto il conto lavoro (arrivo dell'uva e consegna finale della bottiglia finita) solo per qualche lavoro estremo e particolare così
da portare la produzione a quasi 110000 bottiglie. Una piccola
cantina insomma ma rappresentativa dell'area storica Conegliano-Valdobbiadene.
Quali sono stati i cambiamenti dell'azienda che sono avvenuti grazie a lei?
Appena arrivato ammetto che la situazione economica e gestionale della cantina era semplice. Da subito con l'aiuto di
Rita Zambon e dell'ex
vicepreside si riuscì a
snellire e schematizzare ogni passaggio investendo pochissimo,
ma dovendo dimostrare molto. Furono rivisitate tutte le linee
proposte grazie anche
al sostegno del prof.
Walter Da Rodda,
capace di recepire
l'importanza di fare il
vino in vigneto prima
di ogni altro ragionamento (grazie ad una
raccolta manuale delle migliori partite di uva, mirate criomacerazioni pellicolari e studio dei principi della costituzione di una
cuvee riuscii a dare forma a questo ambizioso progetto di rilancio).
Ritiene che l'enologia odierna sia più business che tradizione? Cosa spera che trovino i consumatori finali
nel bicchiere?
Con il gruppo di enologi con cui lavoro dal 2001 ho
avuto la possibilità di vedere molte realtà produttive
in tutta Italia, Dalmazia, Argentina e Brasile. Il consumatore italiano ricerca senzazioni, particolarità e
dettagli che si possono trovare esclusivamente valorizzando tradizione ed innovazione. Come a dire, ci
serve nel mondo enologico l’antico ed il nuovo. Non
vogliamo ne’ il vecchio e neppure il moderno, il business può in caso arrivare solamente dopo, con dedizione, spirito di sacrificio ed impegno.
Cosa è cambiato a scuola rispetto a quando ci
andava lei? Secondo lei lo stage è utile per noi
studenti?
Lo stage è importantissimo e personalmente prolungherei i tempi attuali per facilitare la conoscenza e
l'apprendimento del mondo reale da parte di ogni
ragazzo. A tutti i ragazzi delle classi terminali che mi
avvicinano consiglio tre pomeriggi a settimana di
esperienza lavorativa in qualche cantina; se serve
gratuitamente e con il solo, puro desiderio di apprendimento. Come cambiamenti :sicuramente la vecchia
guardia degli insegnanti, gli ordinamenti scolastici e
purtroppo anche la goliardia degli stessi ragazzi… Attenzione
che non sono passati 80 anni dal 2004!!!
(continua nella pagina successiva)
Pagina 10
LA CANTINA
Intervista a Serafin
Risultati possibili grazie ad un team vincente
(segue dalla pagina precedente)
Qual è il rapporto tra le tecnologie utilizzate oggi e quelle
tradizionali?
Viviamo (fortunatamente, ma anche per merito) in un area dove il principe incontrastato
delle bollicine, a livello mondiale, è il Prosecco (in aree più o meno meritevoli) e lo
stesso richiede alti livelli in cantina di igiene,
pulizia, tecnologia e precisione, ma rispettando i parametri ed i metodi dei saggi enologi
di almeno 60 anni fa tra Conegliano e Valdobbiadene (Bortolomiol, Carpenè, Bisol...).
L'innovazione e la tecnologia dunque sono
importantissime se perseverate nell'ambito
del rispetto della materia prima (uva) e della
sua provenienza.
Preferisce lavorare con vitigni autoctoni o
internazionali? barrique o acciaio?
Vedo nel legno un nobile e sapiente mezzo di
comunicazione tra il vino e l'ossigeno dell'atmosfera attigua, ma non una virtù obbligatoria per tutti i tipi di vino. L'acciaio purtroppo non ha alcun
volano termico, ma è strepitoso dal punto di vista igienico; in
funzione dunque dell'obbiettivo finale plasmo i debiti consigli. Quando parliamo di vitigni autoctoni
intendiamo varietà (tutti gli ultimi vitigni
autoctoni dal 2000 per la regione Veneto
sono stati iscritti all'albo delle varietà
nazionali coltivabili dal centro di microvinificazione di veneto agricoltura) che
hanno attraversato e resistito alla gelata
del 1709, all'arrivo di peronospora, oidio
e fillossera e quindi da ammirare e rispettare. Vedo benissimo tra autoctono
ed internazionale una continua rincorsa con matrimonio finale.
Pensa che la produzione vitivinicola della Sc. Enologica
possa migliorare? Magari producendo vino bio in futuro?
Cari ragazzi, ho letto il Vs messaggio, e vi
ringrazio, l’ho effettivamente recepito come
una Vs. indiretta forma di collaborazione, a
supporto di Questa Amministrazione.
La situazione che sta vivendo la sede staccata del Pio X non è l’unica, purtroppo
questo è dovuto alla carenza di personale
ausiliario (collaboratore scolastico) che non
può essere sostituito se l’assenza non supera
i 7 gg., per questo motivo siamo ricorsi a
chiedere all’ufficio Centro per l’Impiego
l’assegnazione di personale in mobilità, ma
queste figure qualora presenti NON sono
tenute alla sorveglianza degli allievi, ovviamente sono presenti fino a quando non vengono ricollocate nel mondo del lavoro, il
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Ne sono convinto… magari anche il bio e quindi inserendo su
nuovi ipotetici impianti varietà resistenti alla peronospora e
all'oidio come le varietà PIWI già studiate da
Friburgo e Geisenheim. Non dimentichiamo
comunque l’eliminazione di tutte le molecole
tossiche e molto tossiche fatta ancora diversi
anni fa nei vigneti della scuola.
Cosa le ha insegnato il mondo del vino? Ha
un consiglio da dare a noi studenti?
Il mondo del vino come la montagna trasmette
umiltà ed insegna ad azzerarsi poco prima
dell'inizio di ogni scalata o camminata per poi
dare il massimo di sè credendoci ad ogni passo. Non mi sento il gran saggio e forse ho
bisogno di consigli come voi. Certo non deve
mancare lo spirito di sacrificio, l'umiltà, l'abnegazione ed il senso del dovere.
Ci sono persone che vuole ringraziare per
la collaborazione? Ci parli del suo staff, chi
sono, che fanno, il loro ruolo
Oltre alle figure prima citate e descritte (Rita,
Walter, Cinzia, Luciana, Patrizia, i ragazzi del centro di microvinificazione, Luca, Giovanni e Federico) intendo ringraziare tutti coloro che sono stati vicino anche se solo con lievi
messaggi di supporto in questi anni, ma
anche, da ex allievo, tutti i docenti ed
assistenti in genere che cercano giornalmente di rilanciare specializzazione, goliardia, bravura di una scuola unica al
mondo quale quella enologica di Conegliano.
Intervista a
cura di
Diego Scala ed Enrico Demo
4AVE
loro aiuto ci è indispensabile per garantire le pulizie dei locali. Ma torniamo a
noi, al Vs. plesso per dirVi che dopo il
Vs messaggio ho dato disposizioni al fine
di assicurare che ci siano sempre tutti i
giorni due collaboratori per la sorveglianza, mentre per le pulizie si alternano i vari collaboratori del turno pomeridiano o personale disponibile a lavoro
straordinario in c/ recupero perché le
risorse economiche per pagare gli straordinari al personale sono molto risicate
Buon lavoro.
Il Dirigente Damiana Tervilli
Pagina 11
LA CANTINA
Diario dalla Nuova Zelanda
Eccomi qua di nuovo a scrivere un'altra relazione dopo un
quasi infelice San Valentino in compagnia di un terremoto.
Tranquilli, il terremoto ha colpito Christchurch un’ importante
città situata nell'isola del Sud ,quindi lontana da dove mi trovo
io. Come procede in Italy? everything all right ? Hope so.
Al momento sono nella libreria della scuola , per scrivere questa relazione ;al mio fianco una mia amica mi guarda male
perché non capisce niente di quello che sto scrivendo. Eh sì, è
sempre questa la reazione degli
altri quando parlo o scrivo in
italiano. A dire la verità è un po'
strano anche per me scrivere in
italiano dopo mesi che non lo
faccio e confesso che a volte mi
capita di andare a ricercare su
internet come si scrive una parola
… sono pur sempre più di sette
mesi che sono qua !
Purtroppo il mio tempo qui sta
scadendo e anche se da una parte
c'è l'eccitazione di tornare a casa
e rivedere i propri amici, familiari e conoscenti ecc ecc,
dall'altra c'è la consapevolezza di lasciare molte persone con
cui hai passato un pezzo della tua vita e che forse non rivedrai
mai più (eccetto su skype ). Questa forse è la parte più dura di
questa esperienza. Sicuramente poi, per noi italiani la promessa di una pizza come si deve (senza ananas e salsa barbecue),
della pasta al ragù e del buon gelato italiano quando torni a
casa è un bella spinta per farti tornare a casa.
Passando ad altro: come avete passato le vacanze di Natale?
Classico pranzo di Natale accompagnato da panettoni e Vin
Broulè ? Se siete stufi di Panettone e Pandoro vi consiglio di
venire qui , dove il Natale lo
festeggi in piscina o in spiaggia
con i parenti, anguria al posto
del pandoro e invece del classico cenone/pranzo si offre un
glorioso Barbecue in compagnia (si mangia un sacco e per
tutto il giorno). Potete dire addio alla vostra dieta con la
Christmas Cake! Di solito un
concentrato di zucchero, cioccolato e crema buonissima ma
che, per digerirla, ti servono
almeno due giorni di digiuno,
non a caso in N.Z il 30 % della
popolazione è obesa.
L'altra causa di questo problema è che qui ci sono un sacco di
Fast food, Macdonalds, bar di sushi, che tra l'altro è buonissimo e costa poco, ristoranti indiani, giapponesi, vegani ecc.
Insomma, se vuoi andare a mangiare fuori hai davvero una
vasta scelta e praticamente sotto casa!
Come dicevo questa è stato il mio primo Summer Christmas e
le mie prime vacanze estive durante i mesi di Novembre ,
Dicembre e Gennaio.
Durante le vacanze poi ho avuto modo di visitare molti posti ,
ma sicuramente il viaggio che più mi è rimasto è quello nell'isola del Sud.
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
A maggio torno tra voi
Partita da Hamilton con la mia amica Sofia e arrivata in
Christchurch ove ci siamo poi riunite con un gruppo di altri
ragazzi da tutto il mondo, ho cominciato un viaggio indimenticabile toccando diverse mete caratteristiche della N.Z. La
maggior parte dei miei compagni erano Cileni i quali, visto
che ero l'unica italiana, hanno deciso di adottarmi , ma c’erano anche Giapponesi, Svedesi , Finlandesi, Francesi e pure un
ragazzo dalla Groenlandia era lì. Vi lascio immaginare che
durante i le lunghe trasferte in corriera
la musica era esclusivamente in spagnolo salvo alcune eccezioni.
Il viaggio è durato 10 giorni durante i
quali abbiamo visitato ogni giorno
posti diversi; ho persino dormito per
una notte in una barca a Mildford
South un fiordo caratterizzato da numerose e spettacolari cascate, dove poi
è anche possibile vedere delfini e foche. Bellissimo, sicuramente una delle
mie mete preferite. Queenstown invece è una città tra le montagne molto
famosa per attività come Bungee jumping ,Swing ( è il più
alto del mondo alto 137 m), rafting, Skydiving… insomma
tutte le attività più estreme le puoi fare lì. Abel Tasman National Park sulla costa settentrionale dell'isola è un parco immenso con delle spiagge intatte e immerse nel verde, natura incontaminata e acqua limpidissima. Se ne avessi avuto la possibilità sarei rimasta lì per sempre ma, invece, tre ore di kayking
intorno alla costa ci aspettavano. È stato divertentissimo anche se dopo non mi sentivo più le braccia ;-).Quei giorni sono
volati via come il vento ma per fortuna mi tengo spesso in
contatto con gli altri e sono riuscita a rivederne più di uno.
Oltre a questo viaggio sono stata
parecchie volte a Tauranga, Regglan e Caromendal, spiagge fantastiche per non parlare di Hobbiton, luogo dove hanno girato
Lord of The Rings e il film lo
Hobbit.
Non sono una grande amante dei
film ma, girando tra le piccole
casette costruite apposta per girare i film, ti senti davvero un piccolo Hobbit!. Per chi conoscesse
i film sopra citati, durante la gita
vengono spiegate anche come
hanno girato alcune scene e sicuramente non mancano le occasioni per farti un a foto con le
mini casette.
Purtroppo non mi basterebbero tutte le pagine del giornale per
raccontarvi la mia esperienza , ma se per caso volete saperne
di più di questa viaggio a Maggio torno in Italia (forse……;-))
e quindi potrete farvi raccontare il resto, io sarò ben lieta di
farlo.
Detto questo vi dico
See you soon , and enjoy the Easter Holidays
as much as you can :D
Chiara Cesa
Pagina 12
LA CANTINA
R a p p o r t o OXFAM
Si allarga sempre più velocemente la forbice tra ricchi e poveri.
La metà delle proprietà del pianeta sono concentrate nei portafogli di 62 persone. Oggi l’1% più ricco della popolazione ha un
patrimonio superiore a quello del rimanente 99%.
Sono alcuni dati contenuti nell’ultimo rapporto di
Oxfam sulle diseguaglianze, presentato in vista del
Forum di Davos dei prossimi giorni. Sempre secondo il rapporto An economy for the 1% , non solo le
diseguaglianze stanno aumentando, ma stanno addirittura accelerando. Nel 2010 bisognava prendere i 388
miliardari più ricchi per arrivare al patrimonio
della metà più povera del pianeta. Nel 2014 bastava
fermarsi all’ottantesimo. Oggi sono 62. Sessantadue
persone sono più ricche di 3,6 miliardi di esseri
umani. Sessantadue persone che in cinque anni
hanno visto la propria ricchezza crescere del
44%, oltre 500 miliardi, mentre la metà più povera del pianeta si impoveriva del 41%. Ancora,
dall’inizio del secolo alla metà più povera del mondo è andato
l’1% dell’aumento di ricchezza, mentre l’1% più ricco se ne accaparrava la metà. È un fenomeno particolarmente drammatico
nei Paesi più poveri, ma che accomuna tutto il mondo. Nel Sud,
il 10% più povero ha visto il proprio salario aumentare di
meno di 3 dollari l’anno nell’ultimo quarto di secolo. Se le
diseguaglianze non fossero cresciute durante questo periodo,
200 milioni di persone sarebbero uscite dalla povertà estre-
IMMIGRAZIONE
Da tempo sentiamo parlare di immigrazione. Degli immigrati
che se ne vanno dai loro Paesi per trasferirsi in un altro Stato, in
un altro continente, dove esistono un’altra cultura, un’altra religione, un altro modo di vivere. Un’altra realtà. Realtà che a volte
ci sembra possa essere peggiore di quella che hanno lasciato. Ma
noi, che viviamo qui da generazioni, come possiamo sapere che
cosa spinge tante persone a lasciare la propria patria? Qui, proprio nella nostra scuola, c’è qualcuno che l’ha vissuto. B. S. M.,
diciotto anni, nato a Santa Cruz de la Sierra,
Bolivia. Con il fratello più grande ha vissuto
fino a sei anni dai nonni materni, in un quartiere agiato, mentre la madre lavorava in
Inghilterra. A sei anni il padre lo ha trasferito in uno dei quartieri più malfamati della
città, Plan Tres Mil , a casa della nonna paterna, con undici fratellastri, in cui il solo
uomo adulto era lo zio. Da lì in poi è stata
una lotta per la sopravvivenza: anche a sette
anni, se non lavori, non mangi. E l’unico
lavoro per un bambino di sette anni è fare il “postino”: i capi, di
sedici anni, ti danno pacchetto, indirizzo e prezzo. Tu vai, armato, perché sai che chi prende la “roba” ti può fregare; consegni il
pacco e prendi i soldi. E se riporti 9 invece di 10 sei sicuro che
non lo farai più. Mai. A Plan Tres Mil la vita è così, se fai quello
che devi, mangi. Se non lo fai, se ti opponi al sistema, il giorno
dopo non ci sei più. “Avevo sette anni, quando mio zio mi ha
accompagnato a vedere una partita di calcio; poi ha ricevuto una
chiamata, <torno tra cinque minuti>, mi ha detto . Lui era contro
lo spaccio dei minori ; mi aveva convinto ad andare a scuola,
anche se per una sola settimana. Non l’ho più visto. È questa la
categoricità di un sistema che non ammette oppositori. Solo dopo
quattro anni di lavori illegali, furti e rapine a mano armata, peri-
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Crescono le disuguaglianze sulla Terra
ma. Nello stesso arco di tempo, negli Usa lo stipendio medio
è cresciuto del 10,9%, quello di un amministratore delegato
del 997%. In questo quadro, di quale ripresa, di quale crescita, di
quale economia parliamo? Tralasciamo l’insostenibilità ambientale e persino l’ingiustizia sociale. Guardiamo unicamente le conseguenze economiche. In uno
studio recente l’Ocse ricorda che le diseguaglianze
hanno causato una perdita di oltre 8 punti di Pil in
vent’anni. Un’enormità. Il motivo è semplice: famiglie e lavoratori sono sempre più poveri, calano
i consumi e quindi la domanda aggregata. Tagliamo
stipendi e diritti di lavoratrici e lavoratori, tagliamo le
tasse alle imprese e il welfare. Ovviamente aumenteranno le diseguaglianze e crollerà la domanda
interna, ma saremo più competitivi e quindi esporteremo di più. È l’attuale modello italiano ed europeo, riassunto nel documento “dei cinque presidenti”, promosso da tutte le istituzioni europee per
tracciare la linea dei prossimi anni. Nel capitolo dedicato alla
“convergenza, prosperità e coesione sociale” si riesce nell’impresa di non menzionare mai parole quali “diritti”, “reddito”
o diseguaglianze”, mentre viene utilizzata per diciassette volte
la parola “competitività” (17!). Un modello in cui la crescita
delle diseguaglianze non è quindi un fastidioso effetto collaterale,
ma la base stessa di un gioco pensato e tagliato su misura per
l’1%. . (D.B.)
Una storia di disagio in mezzo a noi
colo, maltrattamenti da parte dei fratellastri e combattimenti con
scommesse che la madre è tornata dall’Inghilterra; il primo incontro con la madre è l’incontro che lo porta via da Plan Tres Mil
e poco dopo, grazie al matrimonio della madre con un italiano,
dalla Bolivia. Inizia una nuova vita: la madre appena conosciuta,
il marito di lei come padre, un solo fratello, un nuovo Stato dove
è più facile sopravvivere. Ma anche qui è
tutto diverso, la società non chiede di essere forti per andare avanti ed è complicato
cambiare modo di pensare. Un ragazzo con
una vita così alle spalle non può che sentirsi più grande dei suoi coetanei e pretendere
il rispetto, se non l’obbedienza, dei più
piccoli. Ragazzi che gli sembrano “figli di
papà”, che non hanno mai lavorato, lottato,
rischiato la vita per avere ciò che vogliono
e tanto meno per quello di cui hanno bisogno. “Figli di papà” che se commettono
reati è per avere di più di quello che già
hanno, per mettersi in mostra. Questo non
è concepibile per chi ha dovuto, per sopravvivere, andare contro
la legge. Le differenze sono difficoltà impegnative da superare;
ci vogliono anni per capire una mentalità così diversa dalla propria, oltre ad imparare la lingua, dimostrare l’infondatezza dei
pregiudizi e prendere le abitudini del posto, senza contare che
moltissimi immigrati non hanno una casa dove vivere. Ma come
si può biasimare qualcuno che porta se stesso e i propri figli lontano da una vita così? Anche con il rischio di vivere per la strada.
E’ mille volte meglio che stare in un posto dove anche la polizia
teme i bambini che da sempre sono armati, e non hanno la coscienza del valore della vita umana, perché l’istruzione è malvista e i reati sono l’unico modo per sopravvivere.
Elena Bernardi 4BGT
Pagina 13
LA CANTINA
CONVEGNO SUL CLIMA
Giovedì 3 marzo al Toniolo, dalle 8.30 alle 13.15, molte classi
del nostro Istituto hanno assistito al convegno riguardante i
danni climatici.
Tale incontro è stato promosso dalla volontà e dall’iniziativa
del professor Giorgio Milani che ha organizzato l’intera mattinata e ha invitato vari relatori.
La conferenza ha avuto inizio con il benvenuto a noi studenti
del professor Milani. Lui stesso ci ha presentato i temi che poi
sono stati trattati e affrontati nel convegno evidenziando dettagliatamente l’ importanza di salvaguardare l’ambiente che ci circonda, inquinato e degradato continuamente dalle emissioni di CO2. Successivamente, tra i vari
relatori, il primo a prendere la parola è
stato il biologo-climatologo Daniele Pernigotti che ha affrontato il problema del
surriscaldamento globale dovuto all’
effetto serra, fenomeno determinato soprattutto dai 35 miliardi di tonnellate di
CO2 annue emesse dalle industrie e dalle
automobili. La conseguenza è lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento delle
acque oceaniche (circa 1cm ogni 3 anni,
ma tale dato è destinato a triplicare). Egli
ha sostenuto inoltre l’idea che l’accordo
di Parigi abbia siglato la fine dell’era
dell’uso dei combustibili fossili. Dopo Pernigotti, a prendere
la parola è stato Giustino Mezzalira, direttore ricerca scientifica e gestione sistemi agroforestali Veneto Agricoltura.
Egli ha affermato che l’agricoltura è sia vittima che carnefice
dei cambiamenti climatici (infatti anche arando un campo, la
sostanza organica presente in esso, a contatto con l’aria, si riduce e si trasforma in CO2 che, essendo gassosa, si disperde in
atmosfera). Dopo di lui è stata la volta di Andrea Pitacco,
docente di viticoltura presso l'Università di Padova, che ci
ha fornito informazioni riguardanti l'inquinamento dovuto
alle coltivazioni (attraverso degli studi da lui stesso effettuati
in un vigneto di Negrisia di Ponte di Piave dove la massa di
carbonio assorbita da tale area è pari a circa 800-900 gC/m2,
quando una foresta ne emette circa 700 o 800). Quali le soluzi-
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
L‘agricoltura, vittima o carnefice?
oni che il settore primario potrebbe offrirci? Arricchire i suoli
di carbonio, favorire sistemi di coltivazione ad alto contenuto
di carbonio, modificare i sitemi di allevamento e proteggere le
foreste
Il professor Pitacco ha poi ceduto la parola all' On. Zanin,
deputato del PD, che ci ha informati sui contenuti relativi
proposta di legge da lui presentata in Parlamento riguardante i problemi climatici e le loro possibili soluzioni.
Dopo di lui ha parlato il vicesindaco di Aviano Della Puppa
che ha presentato il Piano d'Azione per
l'Energia Sostenibile attivo nel suo comune. Tutto il Piano ruota attorno alla
riduzione di emissioni di CO2 e si basa,
sugli investimenti, sul risparmio energetico, sull'utilizzo di energia prodotta da
impianti fotovoltaici, idroelettrici, a biogas e a biomassa e sui trasporti sostenibili
(pedibus, servizi navetta, viabilità ciclabile...). Infine è intervenuto l'Ingegner
Pepe, che ha fornito interessanti informazioni riguardanti i parametri fondamentali da tener conto nelle stalle, come la temperatura, la ventilazione, l'umidità, i materiali per garantire il massimo
confort ai bovini e i migliori materiali da
costruzione e coperture, come la paglia.
Ha chiuso il professor Milani, il quale ha presentato il progetto relativo alla digitalizzazione dei dati meteorologici
raccolti nella stazione del nostro Istituto sin dal lontano
1880 (ne parleremo nell‘ultimo numero). E‘ stato un
convegno molto interessante (anche per il fatto che siamo studenti di un Istituto Agrario) che ha permesso a noi studenti di
maturare e sensibilizzare una visione critica relativa ai problemi trattati che quasi mai ci siamo posti,
ma che ci circondano e che inevitabilmente saranno sempre più accentuati nei prossimi anni .
Marco Pagot e Lorenzo Lot 3BGT
Il 140° anniversario del G. B. Cerletti: il programma
Martedì 10 Maggio
Apertura e presentazione mostra “Nel solco degli italiani”
Mercoledì 11 Maggio
Ore 9.00 – 13.00 seminario del progetto “TERGEO”
aula magna istituto
Ore 14.00 – 18.00 seminario del progetto “TERGEO”
aula magna istituto
Giovedi 12 Maggio
Ore 8.30 Presentazione “I declivi del prosecco”
Ore 10.00 Aula Magna della Scuola seminario ALCENERO
Ore 14.00 – 18.00 seminario del progetto “TERGEO” aula
magna istituto
Ore 21.00 enocoro e orchestra
Venerdi 13 Maggio
Ore 9.00 Corteo storico di apertura – enocoro (palco esterno)
Ore 10.00 convegno sulla evoluzione della scuola enologica
Ore 14.00 – 18.00 seminario del progetto “TERGEO” aula
magna istituto
Ore 15.00 -18.00 Scuola aperta con visite guidate
Ore 17.00 -18.00 Mini expo allievi con esposizione e degustazioni prodotti agroalimentari
Ore 20.00 cena celebrativa.
Sabato 14 Maggio
Ore 9.00 Convegno e Cerimonia celebrativa e Inaugurazione
“Museo Manzoni”
Ore 15.00 Scuola aperta con visite guidate - Museo Manzoni Domenica 15 Maggio
Ore 10.00 ex allievi
Visite scuola – Museo Manzoni
Mini Expo
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LA CANTINA
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
INAUGURAZIONE DEL MUSEO LUIGI MANZONI
A maggio 2016 la Scuola Enologica di Conegliano apre al
pubblico il Museo dedicato alla straordinaria figura di LUIGI
MANZONI . La creazione di un Museo rappresenta sempre
una sintesi fra le finalità educativo-didattiche e quelle di conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale
del passato. Il nostro è un piccolo museo all’interno della
Scuola, per noi però particolarmente
importante e significativo. Esso desidera evidenziare e sottolineare l’importanza dello scienziato Manzoni e far conoscere al grande pubblico il ricco e variegato patrimonio di beni scientifici che
l’Istituto possiede e custodisce; patrimonio che fino ad ora, per mancanza di
spazio adeguato, era rimasto confinato e
non fruibile. La realizzazione del museo
è diretta a:
 rendere omaggio alla figura del
prof. Luigi Manzoni, ricercatore e sperimentatore di fama nazionale e internazionale attraverso i suoi materiali scientifici, le strumentazioni
utilizzate, le pubblicazioni ed i luoghi dove lavorava abitualmente ;
 invitare i giovani, specialmente i nostri studenti, a scoprire il museo non solo come contenitore di beni, di reperti, di
documenti, ma soprattutto come luogo che può promuovere
ricerca, trasmettere e accrescere un sapere storico-scientifico;
 contribuire a rafforzare l’identità della comunità scolastica - rappresentando uno spaccato di vita della Scuola Enologica - e qualificare il territorio in cui si trova rappresentandone
degnamente l’espressione culturale. offrire l’opportunità alla
Citta’ di Conegliano di rendere omaggio a L. Manzoni, suo
Sindaco dal 1946 al 1949. La Scuola, con l’inaugurazione del
“Museo Luigi Manzoni” vuole ricordare non solo la straordinaria opera di questo scienziato, ma anche la dedizione e
la passione che Egli profuse
nello svolgere il delicato ruolo
di Preside dal 1932 al 1958.
Non può esserci modo migliore per conoscere la genialità di
questo ricercatore che quello
di visitare le diverse sale espositive, osservare gli oggetti e i
documenti e ascoltare le parole della storia. Abbiamo superato momenti difficili e impegnativi e desideriamo ora ringraziare chi ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e ha condiviso con noi questa avventura: la preside Damiana Tervilli, il
Prof. Giovanni Follador, tutti coloro che ci hanno sostenuto
moralmente ed economicamente, dall’Ente pubblico al Privato, dalle aziende ai nostri ex allievi e a tutti coloro che hanno
collaborato a vario titolo affinché un bel sogno divenisse realtà. Un ringraziamento particolare alla famiglia
Manzoni per il sostegno e la partecipazione
forniti per la realizzazione del Museo. Infine
rivolgiamo un appello: invitiamo Chiunque sia
venuto in possesso, in passato, di oggetti personali o riguardanti l’attività di L. Manzoni a
donarli al Museo in quanto luogo più consono
per la loro conservazione.
Proff. Beatrice Raco e Giuliano Mocchi
GIORNATA SUGLI SCI O TRA GLI SCI?
Per pochi userei l’espressione “esperienza SUGLI sci” per descrivere
la giornata del 14 gennaio e quella del 26. Per molti la definirei più
come una “giornata TRA gli sci” a causa dell’enorme numero di
povere vittime principianti che hanno preso in mano per la prima
volta i loro sci e si sono lanciati all’avventura in quel mondo candido
e sconosciuto. Ma sbattendo più volte le natiche e i nasi sulla neve i
nostri protagonisti hanno
dato prova di coraggio e
intraprendenza. Ebbene si,
alle ore 7:30 di ciascuna
delle due nefaste giornate, i
nostri eroi delle classi
4BGT e 5AVE, accompagnati dai loro valorosi
professori, si sono disposti
sui sedili della corriera
pronti per partire per Alleghe concordando subito
una pausa strategica al bar
di Agordo. Solo pochi
hanno avuto il privilegio di
poter vantare un’armatura
e delle armi proprie e la
maggioranza ha dovuto
affrontare 40 minuti di prova degli scarponi e di “metti gli sci e togli
gli sci”. Ma nonostante la pena iniziale, la prima prova di discesa non
ha tardato a presentarsi così come le prime cadute e le prime fatiche
per rialzarsi. Due ore con il maestro di sci e i nostri eroi erano già
degli sciatori provetti tanto che , già durante la prima giornata, alcuni
valorosi guerrieri hanno deciso di affrontare pendenze che solo il loro
posteriore si sarebbe dimostrato in grado di percorrere. Ovviamente
però non prima di essersi riempiti la pancia! Alcuni da subito si sono
lanciati fiduciosi della loro già attestata bravura mentre altri, la maggioranza, hanno fatto subito fronte alle difficoltà dell’impresa superandole brillantemente. E tra risate e divertimento le cinque ore passate tra la neve candida di quelle montagne sono scoccate, segnando
la fine della giornata e
costringendo i nostri paladini a tornare al cavallo di
ferro che li aveva portati
fino a li. Ed è proprio in
quel mentre che i ragazzi
si sono ritrovati ad affrontare la fatica più grande di
tutte: la stanchezza. Ma la
giornata ha portato il buon
umore tra le classi e per
tanti anche un inaspettato
amore per questo nuovo e
avventuroso sport. Alla
fine del nostro racconto,
io, umile cantastorie, voglio farmi portavoce e
ringraziare tutti coloro che
hanno reso possibile questa bellissima esperienza. Un ringraziamento
ai prodi professori che con la loro saggia esperienza ci hanno accompagnato e seguito nell’arco di quelle due giornate e uno ai maestri
che ci hanno saputo seguire con pazienza e dedizione.
Sophia Cappellazzo 4BGT
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LA CANTINA
INTERVISTA DOPPIA
Nome : Giovanni Mariani.
Soprannome : Da bambino era
“Giannino”, poi “Johnny” e anche
“Giò”.
Quali sono i suoi hobbies ? Mi
piace ascoltare musica, leggere e
tagliare l’erba in giardino.
Qual è il suo genere musicale preferito ? Ne ho più
d’uno: blues, soul, rock’n’roll, jazz, flamenco e fado
portoghese.
Qual è il suo piatto preferito ? Non ne ho uno, ma
diciamo il pesce alla griglia.
Qual è il suo sport preferito ? Il rugby, naturalmente ! (sono nato a L’Aquila)
Dove si concederebbe un viaggio ? Tornerei immediatamente in Nuova Zelanda.
Com’era da giovane ? Non male fisicamente, con bei
capelli folti. Ma ero timido, tenebroso e ancora più
scontroso di adesso.
Cosa voleva fare da bambino ? Avevo due opzioni:
lo sceriffo e il pompiere.
Un aspetto positivo e uno negativo del suo lavoro ?
Quello positivo è che gli studenti sono spesso stimolanti e simpatici, e mi piace lavorare con loro; quello
negativo è lo stipendio.
In quale animale si rispecchia ? Nel lupo, per il suo
senso di responsabilità nei confronti del branco.
La prima cosa che guarda in una donna ? Il modo
in cui cammina. Poi tutto il resto, che puoi immaginare.
Crede in Dio ? No, non ne sento il bisogno.
Cosa c’è dopo la morte ? Il nulla, il vuoto. Questa
prospettiva spaventa molti, ma secondo me è un timore
infondato.
Favorevole o contrario ai matrimoni gay ? Secondo
me chi si vuole bene ha il diritto di poter stare insieme
e di godere delle tutele di legge.
Favorevole o contrario all’aborto ? L’aborto è un
diritto garantito da una legge del nostro Stato. E comunque si tratta di una questione che riguarda la sfera
personale delle persone.
Favorevole o contrario alla legalizzazione della cannabis ?
Contrario, sei scemo se ti fai le canne. Fanno male.
Dia un consiglio ai suoi colleghi
Ricordate che per essere dei bravi insegnanti bisogna
essere anche delle brave persone. E non fossilizzatevi
sul lavoro, la scuola è solo una parte della vostra vita.
Dia un consiglio agli studenti
Studiate, perché altrimenti ve ne pentirete: la conoscenza ci rende liberi e forti. E comunque la penna
pesa molto meno della vanga.
Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
Faccia a faccia tra i Proff. Mariani e Salerno
Nome: Andrea Salerno
Soprannome non ce l’ho
Quali sono i suoi hobby?
fotografia, viaggi, karting, produzione di
elisir di lunga vita. (citazioni da harry potter
suppongo)
Genere musicali preferiti?
Musica rock di fine anni 60 e Beat generation, the Doors per
intenderci.
Come era da giovane ?
Totalmente l' opposto di come sono ora, un ragazzo a volte insicuro e timido ma con un senso di avversione verso le ingiustizie
e contrasti sociali.
Cosa voleva fare da bambino?
il pilota di formula uno o il veterinario
Si sarebbe mai aspettato di diventare insegnante?
Sinceramente no in realtà mi sono gettato a capofitto in questa
nuova attività.
Un aspetto positivo e negativo del suo lavoro?
E’ una realtà meravigliosa, ogni giorno una nuova esperienza;
l'unico aspetto negativo sono gli insopportabili imprevisti.
Un aspetto positivo e uno negativo della scuola ?
come aspetto positivo ritengo che l’ istituzione scolastica sia una
occasione di conoscenza e un utile mezzo di crescita per i ragazzi. L' aspetto negativo e la troppa burocrazia.
In quale animale si rispecchia?
L' araba Fenice poiché si credeva che risorgesse sempre dalle
proprie ceneri.
La prima cosa che guarda in una donna?
Se dicessi gli occhi sarei scontato; guardo la sua capacità di capire cosa passa per la mia mente e il mio cuore e quanto ella sa
unire i suoi sentimenti ai miei.
Crede in Dio?
Fermamente in un unico dio e senza stare troppo a pensare al
suo aspetto e ai suoi tanti nomi.
Cosa c’è dopo la morte?
chi lo sa! io penso a godermi questa vita che mi è stata concessa
Favorevole o contrario al matrimonio gay?
La via dell’ amore è una, e se l'amore e vero e puro perchè non
viverlo con naturalezza?.
Favorevole o contrario alla legalizzazione delle droghe ?
Nettamente contrario
Dia un consiglio ai suoi colleghi?
Stimiamoci, rispettiamoci, abbattiamo qualche barriera di troppo. Ah dimenticavo mando un caro saluto all’ altro collega della
intervista doppia.
Dia un consiglio agli studenti?
Vivete giorno per giorno intensamente
come se dovesse essere l'ultimo e seguite il vostro istinto senza mai risparmiarvi
a cura di Diego Scala 4AVE e di Antonio Ranza 3CVE
COMPLIMENTI agli studenti Mirco Rasera di 5AVE e Francesco Toffoletto di 5DVE che si sono qualificati per disputare la
Wine Championship in programma nel cantone di Vaud in Svizzera dal 29 marzo al 2 aprile 2016, e complimenti pure a Damiano Vettoretto di 4APT che parteciperà come rappresentante del Cerletti alla gara nazionale degli istituti agrari in programma a Pesaro, dal 26 al 28 aprile.
LA CANTINA
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Anno 14, Numero 41, Marzo 2016
VENDO – COMPRO
(tra il serio e il faceto)
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Vendesi fazzoletto introvabile del marchese di Forlipopoli
Vendo vacca nuova di zecca: si consiglia un collare antipulci
Cercasi reggiseno taglia quinta, senza coppe per compagno a cui si è ingrossato il torace
Cercasi uomo senza gambe che salti di gioia
Vendesi rastrello per fare la piega al prato
Vendesi dentiera usata: non contattare durante i pasti causa utilizzo della suddetta
Cercasi timbro d’ufficio con grande punto di domanda per professori disperati
Cercasi arciere disponibile per rispondere ad SMS riportante le parole “mi manchi”
Vendesi obbiettivi per l’anno 2016 promessi nel 2014 e programmati nel 2012
Vendesi compagno di classe antipatico
GLI IMMIGRATI di E. De Amicis (1882)
ogli occhi spenti, con le guance cave,
C
Pallidi, in atto addolorato e grave,
Sorreggendo le donne affrante e smorte,
Ascendono la nave
Come s’ascende il palco de la morte.
E ognun sul petto trepido si serra
Tutto quel che possiede su la terra.
Altri un misero involto, altri un patito
Bimbo, che gli s’afferra
Al collo, dalle immense acque atterrito.
Salgono in lunga fila, umili e muti,
E sopra i volti appar bruni e sparuti
Umido ancora il desolato affanno
Degli estremi saluti
Dati ai monti che più non rivedranno.
Salgono, e ognuno la pupilla mesta
La Redazione
Direttore resp.
Prof. Dino Benacchio
In redazione:
C. Cesa, L. Girardi, M. Scandiuzzi,
S. Cappellazzo, D. Zardetto, E.
Eleuteri, D. Scala, E. Bernardi, L.
Zanardo, T. Lanza, A. Ranza,
A.Carroccia, M. Pagot, L. Lot.
Grafica e impaginazione:
F. Sonego
mail: [email protected]
www.isisscerletticonegliano.gov.it
LA CANTINA
Sulla ricca e gentil Genova arresta,
Intento in atto di stupor profondo,
Come sopra una festa
Fisserebbe lo sguardo un moribondo.
Ammonticchiati là come giumenti
Sulla gelida prua morsa dai venti,
Migrano a terre inospiti e lontane;
Laceri e macilenti,
Varcano i mari per cercar del pane.
Traditi da un mercante menzognero,
Vanno, oggetto di scherno allo straniero,
Bestie da soma, dispregiati iloti,
Carne da cimitero,
Vanno a campar d’angoscia in lidi ignoti.
Quando gli emigranti eravamo noi...
continua dalla prima di circa il 30% entro il
2020 come stabilito in passato. Le parole del
Papa, che ha dedicato un’enciclica al tema dei
cambiamenti climatici, sono state perentorie:
sarebbe triste e catastrofico se gli interessi privati
prevalessero sul bene comune e arrivassero a
manipolare le informazioni per proteggere i loro
progetti. Purtroppo è quello che è avvenuto fino
ad oggi, basti pensare al caso Wolfswagen per
citare l’ultimo in ordine cronologico, ma la logica del profitto è prevalsa quasi sempre a scapito
delle aree più povere del Mondo e delle future
generazioni alle quali rischiamo di lasciare un
Pianeta Terra invivibile e saccheggiato nelle sue
risorse in maniera definitiva. Ricordiamo il fenomeno, tipico del mondo globalizzato, della delocalizzazione della produzione verso aree geografiche del Terzo Mondo dove il costo del lavoro è
irrisorio. Ai capitalisti del Nord del Mondo restano i profitti, ai paesi poveri l’inquinamento soffocante della produzione industriale. L’accordo
di Parigi inoltre ha già ricevuto di fatto uno
altolà, se è vero che il 9 febbraio scorso la Corte
Suprema degli Stati Uniti d’America ha bloccato
il piano del Presidente Obama per ridurre le
emissioni di anidride carbonica del 32% entro il
2030 ritendo illegittime le decisioni prese a Pari-
gi in quanto violano i diritti dei singoli stati
degli USA. Nell’Unione europea intanto si è
parlato molto di rinnovabili, efficienza energetica e cambiamenti climatici, ma è cambiato poco
o niente. La UE ha steso un tappeto rosso alle
lobby del carbone, del gas e del petrolio, accontentando gli Stati membri più conservatori, come ha confermato un recente documento pubblicato dal giornale inglese The Guardian. Le parole non bastano più, ci vogliono fatti concreti.
Altrimenti la questione ambientale finirà per
dare corso ad altre drammatiche situazioni come
carestie, immigrazione e guerre che sorgeranno
per problemi legati al peggioramento delle condizioni climatiche. In chiusura, come nota positiva, abbiamo dato spazio alla bella performance
che la cantina della nostra scuola sta realizzando
in questi anni, grazie ad un bravo enologo come
Serafin e ad uno staff tecnico di cui si avvale
che sta consentendo numeri davvero interessanti
rispetto agli anni bui che abbiamo alle spalle,
quando il vino non si vendeva e
non era poi così buono.
In alto i calici e salute a tutti!
Prof. Dino Benacchio