GEOGRAFIA Thomas Fraling 1. Attività sismica I terremoti, in poche parole, sono delle improvvise vibrazioni della terra a causa di una liberazione di energia (infatti, sisma è un sinonimo di terremoto). L’origine di qualsiasi terremoto è l’ipocentro che è un punto in profondità (massimo 700 km) nel quale si crea il terremoto e ha la sua massima intensità. L’energia accumulata si propaga sotto forma di vari tipi di onde e il punto in cui le onde raggiungono per prima volta la superficie si chiama epicentro, che si trova perpendicolarmente sopra all’ipocentro. Le onde sismiche si dividono in due grandi gruppi: - Onde di volume, si propagano all’interno della Terra e si dividono in due tipi: onde P, più veloci e si muovono in avanti e in indietro; le onde S sono più lente, non si propagano nei fluidi e si spostano orizzontalmente. - Onde superficiali, si propagano in superficie (dall’epicentro) e sono le principali cause dei danni alle infrastrutture. La dinamica dei terremoti si spiega facilmente con la teoria del rimbalzo elastico: - Forze tettoniche deformano la crosta terrestre - Si accumulano forze all’interno della crosta terrestre - Le forze che tengono assieme le rocce sono sopraffatte - Liberazione di energia sismica - La faglia si mette in movimento - Terremoto Le scosse che si liberano prima del terremoto si chiamano scosse premonitrici, invece quelle dopo il terremoto si chiamano scosse di assestamento. La localizzazione dei terremoti non è casuale, infatti il 95% dei terremoti si trovano in strette fasce del globo: la fascia circumpacifica, zona di subduzione (convergenza) e terremoti abbastanza forti; regioni montuose, zona di collisione; dorsali oceaniche, zona di divergenza e terremoti deboli. Gli ipocentri possono essere di diverse profondità: superficiali (0 - 70 km), presenti nelle dorsali oceaniche, regioni montuose e zone si subduzione; intermedi (70 - 300 km), presenti nelle zone di subduzione e dorsali oceaniche; profondi (300 - 700 km), presenti nelle zone di subduzione. Legenda: Superficiali Intermedi Profondi Gennaio 2013 Geosfera 2 1 GEOGRAFIA Thomas Fraling L’intensità dei terremoti, cioè i danni che provocano, si misura con la scala Mercalli. L’intensità si misura in base ai danni che un terremoto ha provocato e ha un valore massimo di 12. La maggiore intensità si avrà sull’epicentro e man mano ci si allontana l’intensità diminuisce (isosisme). La magnitudo invece definisce oggettivamente la quantità di energia di un terremoto. Si ottiene in base al confronto con un terremoto campione e grazie ai sismografi. La magnitudo si misura sulla scala Richter. Bisogna ricordare però un fatto importante: l’aumento di un’unità in magnitudo corrisponde alla liberazione di una quantità di energia 30 volte superiore, inoltre la scala Richter non ha un valore massimo (teoricamente infinita). I danni dei terremoti dipendono da: intensità e la durata delle vibrazioni, caratteristiche delle costruzioni, natura geologica e morfologica del terreno sui cui poggiano le infrastrutture. Gli effetti dei terremoti sono tanti, ma i più importanti sono i seguenti: movimenti oscillatori verticali e orizzontali distruttivi, maremoti (causati da terremoti sotto ad oceani) e incendi. 2. Struttura interna della Terra Per scoprire la struttura interna della Terra ci sono vari metodi d’indagine: - Osservazione diretta (limitata alla superficie) oppure attraverso scavi (massimo raggiunto 13 km) - Onde sismiche, comportamento delle onde all’interno della Terra - Tipo di materiale attraversato, grazie alla differenza di velocità delle onde sismiche (tanto più denso è il materiale tento più veloce saranno le onde). - Deviazione delle onde, cambiamento di materiale (discontinuità). Il risultato delle indagini è che la Terra è suddivisa in diversi involucri: crosta oceanica (5 - 10 km) e continentale (30 -70 km), litosfera (rigida e circa 70 km), astenosfera (10 - 20% fusa e circa 70 -700 km), nucleo esterno (liquido, 2270 km) e nucleo interno (solido, 1216 km). Involucri della Terra Comportamento delle onde S e onde P Gennaio 2013 Geosfera 2 2 GEOGRAFIA Thomas Fraling 3. Deriva dei continenti La teoria più famosa è quella di Alfred Wegener che sosteneva la seguente teoria: 200 milioni di anni fa esisteva un grandissimo continente che, frammentatosi, creò i singoli continenti. Gli argomenti di Wegener erano: - Combaciabilità fra le coste dei continenti - La testimonianza dei fossili (resti di fossili di organismi della stessa specie in continenti diversi) - Correlazioni strutturali e litologiche, corrispondenza di rocce di stesso tipo e età su coste diverse - Prove paleoclimatiche: tracce di glaciazioni e giacimenti di carbone. Però c’era anche un punto debole della teoria. Wegener pensava che la forza centrifuga bastasse per allontanare i continenti fra loro, ma questa forza non era sufficiente e la teoria è abbandonata. 4. Tettonica delle placche Dopo la seconda guerra mondiale, la scienza su i fondali oceanici ebbe un notevole progresso e nel 1968 si formulò per prima volta la teoria della tettonica delle placche. Tettonica delle placche: la litosfera è costituita da circa 20 pezzi rigidi chiamati placche che si muovono gli uni rispetto agli altri. Le placche giacciono sul materiale più plastico dell’astenosfera e si dividono in placche oceaniche, continentali e oceaniche - continentali (maggior parte). I margini delle placche si determinano grazie alla distribuzione dei terremoti e dei vulcani. Inoltre i margini possono essere di quattro tipi: divergenti, convergenti (subduzione), trasformi oppure si può creare una collisione. I margini di placca divergenti sono una zona di allontanamento di due placche, formando una dorsale e sono la causa dell’espansione dei fondi oceanici. I margini di placca convergenti sono una zona di subduzione, nella quale una placca viene spinta in basso (a causa della divergenza) e inizia a fondere (in basso) creando delle montagne e dei vulcani. I margini di placca trasformi sono una zona di conservazione (non si crea niente e non si distrugge niente), si tratta di fagli che si sviluppano parallelamente alla direzione di movimento di placca. Gennaio 2013 Geosfera 2 3 GEOGRAFIA Thomas Fraling 5. Verifica del modello La prima prova per lo spostamento delle placche è, anche se non la più facile, il magnetismo terrestre. Prima di tutto bisogna affermare un fatto: la polarità della Terra s’inverte più volte nel corso del tempo, per motivi che non stiamo qui a precisare, e che un minerale che si forma durante una delle due polarità rimane per sempre così (cioè non può cambiare polarità da solo). Adesso, sapendo questo, possiamo osservare la sezione qui sotto. La sezione afferma l’allargamento della dorsale, siccome i minerali hanno diverse polarità non si sono creati tutti nello stesso periodo. Non bisogna sapere perché e quando i poli s’invertono ma almeno che la diversa polarità dei minerali è una conferma dello spostamento delle placche. Naturalmente ci sono tante altre prove per il fondo oceanico, che andremo a specificare. Le prove più importanti per il movimento delle placche sono: - Sedimenti quasi assenti sulla sommità delle dorsali. Si è osservato che lo spessore dei sedimenti varia con la distanza dalla dorsale: più si è lontani dalla dorsale più lo spessore dei sedimenti è maggiore, questo vuol dire che la parte più vicina alla dorsale si è creata dopo rispetto alla parte lontana dalla dorsale (visto che ha un strato di sedimenti minore). - Età dei fossili nei sedimenti più antichi, in vari punti (stesso argomento del punto precedente). - Oceani giovani: circa 160 milioni di anni. - Area più giovane vicino alla dorsale rispetto a quella lontana dalla dorsale. - Punti caldi (Hot spot): all’interno del mantello esiste un punto caldo stazionario dal quale esce del magma, attraverso la crosta risale in superficie creando una serie di isole (visto che la placca è i continuo movimento). - Vulcani in strette fasce, sui limiti di placca. - Terremoti in stratte fasce, appunto sui limiti di placca. - Osservazione diretta, facendo uso del satellite (esempio: distanza tra l’Africa e il Sud America). 6. Il Motore della tettonica delle placche La causa della tettonica delle placche non è ancora ben definita, però c’è un’ipotesi abbastanza ragionevole: la distribuzione del calore all’interno della Terra non è omogenea, dunque esistono delle cellule di convenzione (cellule convettive), che essendo una volta uscite da una dorsale, si raffreddano e poi fondono nuovamente riiniziando il loro ciclo da capo. Ci sono varie opinioni su come avviene questo fenomeno: Gennaio 2013 Geosfera 2 4 GEOGRAFIA Thomas Fraling 7. La formazione delle montagne La catena montuosa è una fascia stretta e allungata della crosta terrestre caratterizzata da rocce metamorfiche, magmatiche e sedimentarie deformate (piegate, inclinate) e fagliate; l’orogenesi è l’insieme di tutti i processi che danno origine a un sistema montagnoso. L’orogenesi nelle zone di subduzione si spiega meglio guardando una sezione: A. Il margine di placca continentale è ancora passivo e la sedimentazione è poco profonda (prisma). B. Il margine si trasforma in una zona attiva, nella quale avviene una subduzione. Si forma l’arco insulare e le rocce sedimentarie si deformano. C. Fusione parziale della placca oceanica e formazione di un arco magmatico. Inoltre aumenta lo spessore della placca continentale (batolite). D. Erosione dell’arco magmatico e formazione di sedimenti, metamorfismo. Deformazione del prisma d’accrezione. L’orogenesi delle collisioni continentali è il passaggio seguente dell’orogenesi nella zona di subduzione ed è proprio quella che ha causato la formazione delle principali catene montuose. Durante questo passaggio le due placche, prima in subduzione, si saldano assieme formando delle montagne ancora più grandi rispetto a prima. Questa serie d’immagini chiarisce le idee. Nell’immagine B già avviene la collisione e la saldatura delle due placche continentali; inoltre i terreni cristallini vengono spinti verso il basso, attraverso scivolamenti. Nell’immagine C si può notare che le due placche si sono uniti, visto che il resto della placca oceanica si è staccata. Gennaio 2013 Geosfera 2 5