ISPI
ISTITUTO PER GLI STUDI
DI POLITICA INTERNAZIONALE
QUADERNI
OSSERVATORIO ISPI-BOCCONI SULLE OPPORTUNITÀ GLOBALI
Asia-Europe Relations Withing the Evolving Global Economy:
the Interplay Between Business and Politics
Nicola Casarini
Ottobre 2001
N. 15
Executive Summary
Negli ultimi anni l’interesse degli europei nei confronti del continente asiatico è andato
crescendo. La sempre più stretta interdipendenza economica e commerciale tra le due aree del
globo insieme alle nuove opportunità che si sono venute a creare nelle economie emergenti
dell’Asia orientale hanno indotto i paesi europei a gettare le fondamenta di una più solida
collaborazione con i paesi asiatici. Soprattutto, l’integrazione economica dell’Asia orientale
intorno agli interessi statunitensi - in particolare attraverso la creazione dell’APEC (Asia-Pacific
Economic Cooperation) - rischiava di marginalizzare l’Europa da quella parte del mondo che
stava diventando sempre più importante per gli equilibri economici e politici mondiali. Per
rispondere a questa nuova sfida globale, i 15 paesi membri dell’Unione Europea e 10 paesi
dell’Asia orientale hanno dato vita, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, all’AsiaEurope Meeting (ASEM).
L’ASEM è un foro di consultazione e di dialogo in materia economica, politica e culturale. Al
vertice prendono parte i capi di Stato e di governo di tutti i membri dell’Unione Europea e dei
dieci paesi asiatici partners (Brunei, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Indonesia,
Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam). L’ASEM si propone tre obbiettivi principali: la
promozione del dialogo a livello politico tra paesi europei e paesi asiatici, il rafforzamento della
cooperazione economica e lo sviluppo della cooperazione in campo sociale e culturale. Allo
stesso tempo, il forum ASEM è utilizzato dai dirigenti europei per rafforzare e migliorare i
rapporti di collaborazione economica e politica con Cina, Giappone, Corea del Sud e ASEAN
(Associazione dei Paesi del Sud-Est Asiatico).
La creazione dell’Asia-Europe Meeting e lo sviluppo dei partenariati hanno permesso all’UE di
rafforzare la sua presenza nel continente asiatico. Soprattutto, tale strategia è stata
strumentale per il riconoscimento, ai 10 paesi partners dell’Asia orientale, dello statuto di terzo
polo dello sviluppo economico mondiale, a fianco dell’Europa occidentale e dell’America
settentrionale - la cosiddetta Triade. Attraverso l’ASEM è stato inserito il pezzo mancante (the
missing link) nella strategia globale di cooperazione tra le tre macro-aree dell’economia
mondiale: l’Europa occidentale (rappresentata a livello internazionale dall’UE), l’America del
Nord (in particolare gli Stati Uniti) e l’Asia orientale. Infatti, mentre Europa occidentale e
America del Nord sono legate da forti legami politici ed economici da tempo istituzionalizzati
(attraverso la NATO e la New Transatlantic Agenda) e America del Nord e Asia orientale lo sono
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attraverso l’APEC, mancava, fino alla metà degli anni Novanta, un legame politico-istituzionale
tra Europa occidentale e Asia orientale.
L’ASEM ha contribuito al raggiungimento di una serie di obiettivi politici: innanzitutto, esso
rappresenta un elemento di forte autonomia della politica estera europea e un tentativo di
emancipazione dalla tradizionale sudditanza statunitense. Inoltre, riconoscendo ai 10 paesi
asiatici partners un ruolo paritario, l’UE ha preso atto del crescente peso politico dell’Asia
orientale sullo scacchiere mondiale, al contrario degli Stati Uniti che hanno sempre utilizzato
l’APEC per i propri obiettivi strategici. L’ASEM è servito, pertanto, a dare forma a un’iniziale
identità asiatica attraverso il riconoscimento diplomatico del progetto di East Asian Economic
Caucus (EAEC) composto, nelle originarie intenzioni dei suoi propugnatori (in particolare, il
primo ministro malese Mohamad Mahathir), proprio da quei paesi asiatici che sarebbero, in
seguito, divenuti i partners degli europei nell’ASEM. Il progetto di EAEC è sempre stato
osteggiato dagli Stati Uniti, poiché vi vedevano l’obiettivo di rafforzare la componente asiatica
dell’APEC indebolendo, in tal modo, la libertà di manovra statunitense nella regione.
Alla base della strategia europea ed asiatica c’è, pertanto, un duplice scopo: da una parte
creare un contrappeso europeo alla preponderante presenza americana nella regione AsiaPacifico e, dall’altro, sviluppare meccanismi di gestione dell’instabilità connessa con la
globalizzazione economico-finanziaria e la crescente competizione per la conquista di quote del
mercato mondiale - la famosa nozione di world market shares. La cooperazione interregionale
è utilizzata, quindi, dai paesi dell’UE e dell’Asia orientale, per cogliere le opportunità del
processo di globalizzazione in atto e, allo stesso tempo, cercare di ridurre gli attriti - le
paventate guerre economiche - che la mondializzazione dell’economia porta con sé.
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