ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE
A.I.P.Vet.
LODI 20-21 MAGGIO 2005
con la partecipazione di:ogi
ca e Sperimentale
Gruppo di Patologia Clinica Veterinaria
Gruppo Veterinario di Analisi di Immagine
Società Italiana di Patologia Tossicologica e Sperimentale
e con
IL PATROCINIO DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DI MILANO
ISSN 1825-2265
A.I.P.Vet.
Associazione Italiana di Patologia Veterinaria
LEUCEMIA EOSINOFILICA CRONICA IN UN GATTO: ASPETTI CITOLOGICI, CITOCHIMICI E
CITOFLUORIMETRICI
Gelain Maria Elena, Antoniazzi Elisa*, Bertazzolo Walter§, Zaccolo Maurizia*, Comazzi Stefano
Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria, Università degli Studi di Milano.
§
Pronto Soccorso Veterinario, via Defendente 29/a, Lodi
*
Clinica Veterinaria “Città di Voghera”, Voghera (PV)
Un gatto maschio comune europeo di 3 anni veniva presentato alla visita clinica dopo 3 giorni di anoressia e
depressione. Il proprietario riferiva una progressiva perdita di peso nelle ultime due settimane con occasionali lipotimie.
All’esame clinico il gatto si presentava moderatamente disidratato, con mucose pallide e sub-itteriche. Moderata epatosplenomegalia era evidente all’esame radiografico. L’esame emocromocitometrico rivelava una grave anemia non
rigenerativa normocitica normocromica, grave trombocitopenia e marcata leucocitosi (WBC>100X103/µL) con estrema
eosinofilia (77% PME).
Gli esami ematochimici evidenziavano unicamente elevati valori di alanin-aminotransferasi. Il gatto risultava FeLV
positivo e FIV negativo. Nonostante terapia con prednisone e doxiciclina, le condizioni generali dell’animale
peggioravano progressivamente. Dopo 15 giorni dalla prima presentazione persisteva la grave anemia normocitica
normocromica non rigenerativa, la trombocitopenia e la marcata leucocitosi (WBC 139X103/µL). La formula
leucocitaria evidenziava una marcato eosinofilia (PME 125.1X103/µL), la presenza di granulociti eosinofili maturi con
nucleo ipersegmentato o ad anello, granulociti eosinofili a banda e forme più immature (metamielociti e mielociti).
All’esame citologico tutti gli organi risultavano massivamente infiltrati da granulociti eosinofili maturi, metamielociti,
mielociti eosinofili e neutrofili e cellule blastiche non identificabili. Sia il sangue periferico sia il midollo osseo
risultavano positivi alle colorazioni citochimiche per fosfatasi alcalina, negativi per mieloperossidasi, cloracetato
esterasi e naftil-acetato estrerasi. I quadri citofluorimetrici di sangue e midollo osseo erano sovrapponibili: il 90% delle
cellule esprimevano l’antigene CD11b e il 74% erano caratterizzate dalla espressione atipica di positività a CD14.
La necroscopia rivelava cachessia, ittero, epato-splenomegalia e linfoadenomegalia dei linfonodi meseraici.
L’esame istologico evidenziava una
massiva infiltrazione eosinofilica splenica e linfonodale meseraica ed una
moderata infiltrazione eosinofilica epatica.
Le diagnosi differenziali per l’estrema eosinofilia nel gatto contemplano la leucemia eosinofilica cronica e la sindrome
ipereosinofilica. Nel caso in esame, la marcata eosinofilia con la presenza di forme immature, l’infiltrazione delle
medesime cellule nel midollo, fegato, milza e linfonodi, oltre al quadro citochimico e citofluorimetrico hanno permesso
di confermare la diagnosi di leucemia eosinofilica cronica.
Parole chiave: leucemia eosinofilica, gatto, citofluorimetria, FeLV.
CHRONIC EOSINOPHILIC LEUKEMIA IN A CAT: CYTOLOGICAL, CYTOCHEMICAL AND
IMMUNOPHENOTYPICAL FEATURES
A 3-year-old male domestic shorthaired cat FeLV-positive was presented for evaluation with a three-day history of
anorexia and depression. Complete blood cell count revealed a severe normocytic, normochromic, non-regernerative
anemia, a severe thrombocytopenia, a marked leukocytosis with extreme eosinophilia. Examination of blood, bone
marrow, liver, lymph nodes and spleen smears revealed the presence of immature eosinophils. Cytochemistry stained
positively for alkaline phosphatase and negatively for myeloperoxidase, chloroacetate esterase and α-naphthyl acetate
esterase. Flow cytometry of neoplastic cells showed a positivity for CD11b and CD14. Histopathology showed a
multiple organ infiltration by eosinophilic granulocytes.These findings were consistent with chronic eosinophilic
leukemia.
Key words: eosinophilic leukemia, cat, flow cytometry, FeLV.
INTRODUZIONE
La leucemia eosinofilica (LE) è una patologia estremamente rare nel gatto caratterizzata da una marcata eosinofilia,
dalla presenza di forme immature in circolo e dall’aumento dei precursori eosinofili nel midollo osseo. Sono inoltre
presenti infiltrati di eosinofili immaturi in molti organi, soprattutto milza, fegato, intestino e linfonodi1,2. Solo due dei
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precedenti casi riportati erano positivi a FeLV2,3. La leucemia eosinofilica dovrebbe essere differenziata dalla sindrome
ipereosinofilica (HES) che presenta un decorso cronico e nella quale la marcata eosinofilia nel sangue periferico e gli
infiltrati tessutali sono dati da forme mature1.
CASE REPORT
Un gatto maschio comune europeo di 3 anni veniva presentato alla visita clinica dopo 3 giorni di anoressia e
depressione. Il proprietario riferiva una progressiva perdita di peso nelle ultime due settimane con occasionali lipotimie.
All’esame clinico il gatto si presentava moderatamente disidratato, con mucose pallide e sub-itteriche. All’esame
radiografico era evidente moderata epato-splenomegalia. L’esame emocromocitometrico rivelava una grave anemia non
rigenerativa normocitica normocromica (RBC 1,63X106/µL, Hct 8,1%), grave trombocitopenia (PLT 11,000/µl) e
marcata leucocitosi (WBC>100X103/µL) con estrema eosinofilia (77% PME) e con la presenza di forme immature
(2%). Gli esami ematochimici evidenziavano unicamente elevati valori di alanin-aminotransferasi (520 UI/L). Il gatto
risultava FeLV positivo e FIV negativo. Nonostante terapia con prednisone e doxiciclina, le condizioni generali
dell’animale peggioravano progressivamente. Dopo 15 giorni dalla prima presentazione persisteva la grave anemia
normocitica normocromica non rigenerativa (RBC 0.64X106/µL, Hct 3.4%, Hgb 2.2 gr/dL, reticolociti 0%), la
trombocitopenia (PLT 28,000/µl) e la marcata leucocitosi (WBC 139X103/µL). La formula leucocitaria evidenziava una
marcato eosinofilia (PME 125.1X103/µL), la presenza di granulociti eosinofili maturi con nucleo ipersegmentato o ad
anello, granulociti eosinofili a banda e forme più immature (metamielociti e mielociti) (foto 1). L’esame citologico del
midollo evidenziava un elevato rapporto mieloide/eritroide (94,6:1) ed un aumento dei precursori eosinofili.
All’esame citologico, tutti gli organi risultavano massivamente infiltrati da granulociti eosinofili maturi, metamielociti,
mielociti eosinofili e neutrofili e cellule blastiche non identificabili.
Sia il sangue periferico sia il midollo osseo risultavano positivi alle colorazioni citochimiche per fosfatasi alcalina,
negativi per mieloperossidasi (MPX), cloracetato esterasi (CAE) e naftil-acetato estrerasi (NAE)(foto 2,3). I quadri
citofluorimetrici di sangue e midollo osseo erano sovrapponibili: il 90% delle cellule esprimevano l’antigene CD11b e il
74% erano caratterizzate dalla espressione atipica di positività a CD14 (fig.1).
La necroscopia rivelava cachessia, ittero, epato-splenomegalia e linfoadenomegalia dei linfonodi meseraici. L’esame
istologico evidenziava una massiva infiltrazione eosinofilica splenica (foto 4) e linfonodale meseraica ed una moderata
infiltrazione eosinofilica epatica.
DISCUSSIONE
L’ipereosinofilia è definita da un numero assoluto di granulociti eosinofili nel sangue periferico superiore a 1500/µL.
Le cause di eosinofilia nel gatto sono numerose, le più frequenti sono la dermatite allergica da pulci, il granuloma
eosinofilico e l’asma bronchiale4. I livelli più elevati di eosinofili nel sangue periferico finora riportati, per queste
patologie, sono di 46.2X103/µL per il granuloma e 23X103/µL per la dermatite allergica. Anche le sindromi
paraneoplastiche associate a diversi tumori sono causa di eosinofilia. Ma, ad eccezione delle forme sistemiche di
mastocitoma e alcuni carcinomi5,6,7, raramente presentano un numero assoluto di eosinofili che superano i 5000/µL.
Forme di eosinofilia estrema (oltre 50.000/µL), nel gatto, sono di norma associate a rari disordini come la sindrome
ipereosinofilica (HES) e la leucemia eosinofilica (LE)1. In entrambe sono presenti gli stessi sintomi clinici, spesso legati
ad un interessamento dell’apparato gastroenterico, come perdita di peso, anoressia, vomito, diarrea. Gli aspetti clinicopatologici della HES sono una marcato aumento degli eosinofili maturi senza causa apparente, midollo osseo
ipercellulare (M:E 10:1)1 e presenza di infiltrati di eosinofili maturi in vari organi8. Entrambe le patologie hanno
prognosi infausta, anche se la HES ha un decorso più lungo9.
L’andamento acuto, la marcata eosinofilia caratterizzata da eosinofili immaturi, displastici, infiltranti vari organi, hanno
invece permesso, nel caso in esame, la diagnosi di leucemia eosinofilica cronica. Come precedentemente riportato2, le
cellule neoplastiche apparivano scarsamente granulari e in alcuni casi, difficilmente identificabili come granulociti
eosinofili. Il quadro citochimico ha escluso la possibilità che si trattassero di granulociti neutrofili, positivi alla
mieloperossidsi e alla cloracetato esterasi, e monociti, positivi alla naftil acetato esterasi10. Al contrario, sono risultati
positivi, all’analisi citoflurometrica, a CD14, antigene espresso da monociti e, debolmente, dai granulociti neutrofili. In
medicina umana, è stata evidenziata l’espressione di CD14 in eosinofili dopo attivazione con LPS11, ma non ci sono
segnalazioni nel gatto. Una possibile spiegazione può essere data dal fatto che i leucociti coinvolti in questa patologia
non sono in realtà considerati da alcuni autori dei veri eosinofili, ma delle forme intermedie (amphophils/heterophilistype leukocytes) da cui la più corretta definizione di leucemia mieloide cronica con eosinofilia12.
CONCLUSIONI
Per la prima volta è stato documentato il quadro citofluorimetrico di una leucemia eosinofilica in un gatto FeLV
positivo. Questo ha permesso di evidenziare, accanto alle alterazioni cliniche, clinico-patologiche e patologiche
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sovrapponibili a quelle già riportate nelle precedenti segnalazioni, la presenza di un fenotipo aberrante a carico delle
cellule neoplastiche.
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Foto 1: sangue periferico, MGG, 100X
Foto 2: sangue periferico, MPX, 100X
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Foto 3: sangue periferico, NAE-CAE, 100X
Foto 4: milza, HE, 20X
Fig 1: analisi citofluorimetrica. A: forward scatter (FSC)/side
scatter (SSC). B e C: controllo isotipico (FL-1, FL-2). D: CD11b
(FL-1 Vs SSC). E: CD14 (FL-2 Vs SSC).
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