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Visita alla mostra “Gli Etruschi a Palermo”
I reperti esposti nella mostra vengono dalla collezione del conte Pietro Bonci Casuccini che
possedeva terreni nell’area dove sorgeva anticamente la città etrusca di Chiusi.
Il conte condusse degli scavi archeologici e riuscì a trovare molti reperti etruschi che poi furono
acquistati nel 1865 dal Museo di Palermo con l’aiuto dell’allora ministro dell’Istruzione Michele
Amari (diversamente questi reperti rischiavano di essere portati al British Museum di Londra).
La città di Chiusi
Chiusi, o come si chiamava allora CLEVSIN, era una delle più antiche città etrusche; secondo la
leggenda, era stata fondata da Cluso, figlio di Tirreno.
Era una città potente perché sorgeva su un suolo fertile e si trovava vicino al fiume Clanis da cui
passava la strada che collegava l’Etruria settentrionale a Roma e la “via marittima” che i
commercianti dovevano percorrere per portare le loro merci al porto.
Nel VI sec.a.C. Chiusi fu comandata da un lucumone di nome Porsenna, che assediò Roma nel 506
a. C. e che dominò anche su altre città etrusche.
Si racconta che, quando Porsenna morì, la città di Chiusi eresse in suo onore un monumento
funebre imponente, chiamato labirinto di Porsenna, che era composto da diversi corridoi e camere
sotterranei da cui non si poteva uscire senza l’aiuto di un filo.
Questo labirinto non è stato trovato, ma esiste invece il tumulo di Poggio Gaiella, che risale
all’epoca di Porsenna ed è uno dei più grandi di tutta l’Etruria, perciò si pensa che sia stata la
tomba del potente re etrusco.
Chiusi continuò ad essere ricca e potente anche dopo la conquista dei Romani.
Le tombe di Chiusi
Gli Etruschi, nel periodo più antico, usavano l’incinerazione, cioè bruciavano i defunti e ne
raccoglievano le ceneri dentro vasi cinerari con pochi oggetti di corredo.
Questi cinerari avevano la forma a canopo.
Fra il VI e il IV secolo a.C. si usarono invece statue-cinerario, raffiguranti il defunto; il corredo
funebre comprendeva oggetti di lusso in avorio, in bronzo, gioielli, ceramiche a figure nere e rosse
di importazione greca e buccheri.
Nel IV sec. si usava anche l’inumazione in sarcofagi figurati.
Nel III sec. per la cremazione vengono usate urne in pietra, alabastro e terracotta.
A guardia delle tombe c’erano spesso delle statue di animali reali o fantastici.
I reperti esposti
La mostra inizia con documenti e libri antichi che si riferiscono alla “scoperta” dell’arte etrusca.
Il primo reperto esposto è la testa di canopo.
Ci sono poi:
-
il sarcofago di Hasti Afunei, la defunta è raffigurata sia sul coperchio sia sul rilievo mentre
dà l’addio ai suoi cari;
vasi greci: kylix bilingue (coppa a figure sia rosse sia nere) e altri vasi attici;
vasi etruschi: oinochoe (serviva per versare il vino)in bucchero raffigurante Perseo e
Medusa
reperti del tumulo di Poggio Gaiella ritenuto la tomba di Porsenna (monumento circolare a
gradini, statua cineraria Plutone, sculture in pietra fetida)
specchi, oggetti in bronzo e in avorio
materiali di età ellenistica (sarcofagi, urne in alabastro, travertino e terracotta).
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