I terremoti nell’arte: contemplazione, ascolto, immersione Nello snapshot 04 vi presentiamo i terremoti secondo una prospettiva che non contempla né sismografi né magnitudo o analisi scientifiche. Ma non vogliamo già svelarvi tutto: guardate e ascoltate voi stessi come i terremoti si disegnano sulla tela o si trasformano in ritmi. Testo introduttivo I terremoti nell’arte Non sono solo gli scienziati a occuparsi di terremoti. Questo fenomeno naturale affascina e ispira infatti anche gli artisti provenienti dai settori più disparati. Ascoltate il suono dei terremoti, contemplate le loro immagini e foto oppure immergetevi nell’universo della danza. Cliccate sull’immagine corrispondente per accedere al suo contenuto. 1 di 5 Arti figurative – l’uomo come registratore Per diversi anni, l’artista zurighese Irene Weingartner ha sviluppato un sistema che permette di generare delle registrazioni sismiche grazie al quale il corpo umano può ricevere dei segnali ambientali. Il cervello trasforma questi segnali e li trasmette al braccio e alla mano che li mette su carta utilizzando pennello e china. In un primo momento, le opere così create danno l’impressione di essere solamente dei tratti confusi. Ma riguardandole più da vicino si scoprono varie strutture che danno adito a interpretazioni personali. Ogni registrazione sismica presentata in questa galleria d’immagini è il risultato di un processo di lavoro della durata di più settimane svoltosi a Zurigo, nell’atelier di Irene Weingartner. Registrazioni sismiche (segnali no U_04), vista d’insieme, 80 × 150 cm, china su carta, 2010 Registrazioni sismiche (segnali no U_05), vista d’insieme, 185 × 150 cm, china, olio e grafite su carta, 2010 Registrazioni sismiche (segnali no U_15), vista d’insieme, 200 × 150 cm, china e matita su carta, 2011 Atelier di Irene Weingartner a Zurigo © I diritti delle immagini di questo articolo sono di proprietà di Irene Weingartner. 2 di 5 Musica – la Terra, corpo sonoro Il pianeta Terra è un sistema dinamico mosso continuamente da movimenti di piccole e grandi dimensioni. Questi movimenti si producono nel giro di una manciata di secondi oppure anche per milioni di anni. E se noi potessimo sentirli questi movimenti? È esattamente quello che ci permettono di fare Wolfgang Loos (compositore e tecnico del suono di Berlino) e Frank Scherbaum (professore di geofisica all’università di Potsdam): per lunghe notti, all’interno di uno studio di registrazione, hanno trasformato i dati sismici di terremoti e vulcani nella sinfonia Inner Earth. Ascoltate un pezzo originale contenuto nel CD Inner Earth (© Traumton Records). Ascoltate la trasmissione di Radio SRF 2 Kultur dedicata a Inner Earth (© SRF). Leggete il racconto di Loos e Scherbaum sulla loro sinfonia e su come è stata creata (estratto di una trasmissione di Radio SRF 2 Kultur, traduzione di alcuni estratti realizzata dal SED). 3 di 5 Danza – le vittime del terremoto ballano la loro storia Lo spettacolo di danza Fault Lines racconta in maniera molto intima le conseguenze che un grande terremoto ha sulla vita della gente. Tutti i 20 ballerini conoscono ciò di cui parlano, o meglio, ciò di cui danzano: ognuno di loro ha infatti vissuto sulla propria pelle il terremoto di Sichuan (China 2008) che, con una magnitudo di 7.9, ha inferto 69.000 vittime. Sara Brodie, la coreografa dello spettacolo, ha vissuto un’esperienza analoga nel 2010 con il devastante terremoto di Christchurch (Nuova Zelanda) di magnitudo 7.1. Guardate il filmato dell’emozionante performance Fault Lines (© Melbourne Festival). 4 di 5 Fotografia – un simulatore sismico come fotografo Durante il suo lavoro di licenza in comunicazione visiva all’Università dell’Arte di Zurigo, Ramona Tschuppert ha trascorso una giornata nel simulatore sismico del SED. Mentre il simulatore leggeva i dati dei terremoti reali registrati, è riuscita a realizzare una serie di bozze utilizzando i metodi di esposizione da lei stessa creati. Le varie vibrazioni hanno dato luogo a scatti affascinanti. Fotogrammi – a sinistra: terremoto di Northridge (1994, magnitudo 6.7). A destra: terremoto di Taiwan (1999, magnitudo 7.6). La struttura delle superfici d’acqua viene catturata dall’esposizione e trasposta direttamente sulla carta fotografica sensibile alla luce. Fotografie – a sinistra: terremoto di Northridge (1994, magnitudo 6.7). A destra: terremoto di Taiwan (1999, magnitudo 7.6). Il movimento dell’acqua deforma la struttura della griglia. Guardate un breve estratto del lavoro svolto da Ramona Tschuppert nel simulatore sismico (il recipiente con l’acqua e la griglia si trovano sul fondo del simulatore). © I diritti delle immagini e del filmato di questo articolo sono di proprietà di Ramona Tschuppert. 5 di 5